Ok
Ok, possiamo dire che
questa fic è la dimostrazione pratica che mettere due menti malate con mezzo
neurone ciascuno a dormire sotto lo stesso tetto è molto, molto pericoloso…
soprattutto se una delle due (nella fattispecie la sottoscritta) la mattina apre
gli occhi con in testa, chissà perché, una canzoncina idiota e la usa come
sveglia per l’altra… XD Poi aggiungeteci che quella è una di quelle melodie
maledette che se ti entrano in testa non te le schiodi più, uniteci la full
immersion di Tsubasa di quest’ultimo periodo e ottenete il delirio…
È qualcosa di assolutamente
alieno dai miei standard di scrittura (mai scritto niente di fluff io!),
comunque spero vi piaccia ugualmente!
Un
abbraccio,
Mistral
***
La coautrice qui sopra ha
praticamente detto tutto...
Passando alle cose
pratiche:
@ La canzone originale (e balletto annesso) la trovate su YouTube. Visto che
sono tanto buona e cara (XD) vi risparmio la via crucis che ho passato per
capire di quale canzone stesse parlando Mistral quella mattina (soprattutto
perché io a stomaco vuoto fatico a ragionare)… questo
à
[
http://www.youtube.com/watch?v=6ZTWvffZNqo ] è il link del video a cui io,
Mistral e Mokona ci siamo inizialmente ispirate (spero non venga considerata
pubblicità occulta, nel caso ditelo che lo tolgo XD).
@ Ricordando che tutti i personaggi sono di proprietà dei rispettivi autori (XD),
posso però dire che:
La fangirlaggine assurda
(ma nemmeno tanto) di Himawari-chan è mia, ed è legata al fatto che la
cosplayerò (sì, voce del verbo cosplayare) in una delle prossime fiere. Non
pensavo di raggiungere tali livelli di fangirlismo. Mi sbagliavo.
Le pucciose ripetizioni a
raffica dei (delle?) Mokona sono mie, pensieri metaforici compresi.
Mie sono anche le figure da
timidone di Shaoran e i cuoricini rosa di Watanuki.
Le parti di Fay sono opera
di Mistral. A volte mi pento di averle fatto leggere Tsubasa, visto come si
immedesima bene (nei miei Kuro-momenti vi giuro che è insopportabile!)
Idem come sopra per quanto
riguarda Yuko. A volte mi pento di averle fatto leggere Holic, visto come si
immedesima bene (e qui ringrazio la mia tappitudine per avermi fatto scampare il
ruolo di Watanuki **)
La tenerezza filiale di
Sakura è opera sua.
Le uscite di Domeki le sono
venute benissimo, e ciò mi inquieta (ma prima di tutto mi diverte XD).
@ Piccola nota (ultima, poi vi lascio leggere in santa pace XD). La coautrice
qui sopra di solito si impegola a scrivere fanfiction angst. Questa è la sua
prima fluff (tendente al demenziale, poi…), quindi fatemi una cortesia…
commentate, ok? Grazie mille ^_^
…
…
Come? A chi finirà il ruolo di Kuro-papi?
Leggete e lo saprete XD
Lety
Goodmorning, Kuro-papi!
CAPITOLO 1
Quella mattina, a Oto
pioveva. Fay si alzò come al solito per primo ma, a differenza degli altri
giorni, non era allegro anzi, quasi non sorrideva neppure. E non solo per la
caviglia ancora dolorante che si era slogato la sera prima durante lo scontro
con quel gruppo di oni; il pensiero che più di tutti lo incupiva (e dava
fastidio soprattutto a lui che fosse così) era la discussione avuta subito dopo
con Kurogane.
Il mago si impose di non
pensarci e, zoppicando un po’, si diresse in cucina per iniziare a preparare la
colazione per sé e per il resto della “famiglia”: i bambini probabilmente si
sarebbero alzati di lì a poco, mentre papino avrebbe continuato a ronfare ancora
per un pezzo, visto che era domenica e che quindi non sarebbe dovuto uscire a
caccia con il suo ragazzo.
Nel frattempo la piccola
Mokona si era svegliata e, dopo essersi liberata dal comodo e confortevole nido
tra le braccia della principessa, era sgattaiolata fuori, attirata dai rumori.
Zompettando aveva raggiunto la cucina, dove aveva trovato Fay intento ai
fornelli. Stropicciandosi gli occhietti con le zampine aveva silenziosamente
scalato uno degli sgabelli, fino a trovarsi sul tavolo già per metà
apparecchiato, ed aveva raggiunto il suo posto come in trance, pensando agli
ottimi dolci che avrebbe potuto assaggiare quella mattina. Seguivano quella
stessa routine ormai da un mese e, come al solito, la polpettina bianca era ben
preparata a rispondere a tono all'allegro, casinista ed entusiasta saluto del
mago. Quel giorno, invece, silenzio… che strano...
“Fay-san?” sussurrò,
avvicinandosi piano piano all'amico biondo che era intento a preparare quel che
sembrava l’impasto per delle deliziose frittelle, l'espressione del viso
nascosta dalla frangia che gli copriva gli occhi.
Sentendosi chiamare, il
ragazzo alzò lo sguardo dalla ciotola che aveva in mano, regalando
all’animaletto un largo sorriso, uno dei suoi soliti. “Ciao Mokona! Ben
svegliata!”
Mokona smise di
preoccuparsi, dimenticando subito l’inusuale silenzio con cui lui l’aveva
accolta. “Buongiorno Fay-san!” rispose, avvicinandosi ancora un po’ “Mokona ha
tanta fame… Mokona può dare una mano a Fay-san?”
“Certo che può!” ribatté
pronto l’altro, accarezzandole la testolina “Tieni, mescola qui… e fai
attenzione che non restino grumi. Questa è la pasta che serve per fare le
frittelle che piacciono tanto alla principessa… io intanto preparo la
cioccolata, va bene?”
La creaturina annuì e il
mago si allontanò. Ma nei suoi gesti non c’era la sua tipica esuberanza:
sorrideva, sì, ma non saltellava canticchiando tra i fornelli come tutte le
mattine.
Mokona afferrò il
cucchiaio e iniziò a mescolare ubbidiente, ma sentiva che c'era qualcosa che non
andava. Gira e rigira, acqua e farina si stavano amalgamando bene, nonostante la
piccola lavorasse in precario equilibrio sulle zampette e lanciando di nascosto
continue occhiate al suo amico umano.
Sospirò, poggiando sul
tavolo la ciotola con l'impasto pronto e saltellando poi verso il lavandino per
sciacquare il cucchiaio. Perché non poteva essere tutto come in cucina, dove
mescolando buoni ingredienti ottieni risultati ancora più buoni? Nella testolina
della piccola, tutti loro erano proprio come gli ingredienti di un dolce… allora
perché non riuscivano ad amalgamarsi bene? Le dispiaceva vedere Fay così triste
(perché un Fay che non saltella come un matto è per forza un Fay triste) quindi
zompettò verso di lui decisa a riportare l'armonia in cucina.
Guardandolo dal basso
verso l'alto, strofinandosi nervosamente le zampette anteriori, chiese: “Fay-san
è triste stamattina… Mokona è preoccupata! Perché Fay-san è triste? È successo
qualcosa a Fay-san?”
Davanti all’agitazione
della piccola, il mago si lasciò scappare una risata leggera, poi mise giù il
pentolino che stava riempiendo di latte e allargò le mani, invitandola a farsi
prendere in braccio.
“Non devi preoccuparti per
me, Moko-chan! È tutto a posto… è soltanto che ieri sera Kuro-papi si è
arrabbiato con me perché mi ero così incantato a guardarlo combattere contro
quegli oni che mi sono fatto colpire e lui è stato costretto a portarmi a casa
in braccio… sai com’è fatto papà, no?”
Mokona sorrise, ricordando
la sera prima quando aveva visto arrivare Kurogane-san in veranda con Fay-san in
spalla: all'inizio si era preoccupata, ma alla fine tutto era finito bene, no?
Kurogane-san aveva anche scaricato Fay-san come fosse un sacco di patate, quindi
era tutto come al solito, vero? E allora… qual era il problema?
“Sì, Mokona sa com’è fatto
Kuro-papi! Kuro-papi fa tanto il cattivo, ma sotto sotto vuole bene a Mokona, a
Fay-san, a Sakura-chan e a Shaoran-kun! Kuro-papi si arrabbia sempre con
Fay-san, però… Mokona non riesce a capire perché questa volta Fay-san è triste!”
Il mago sorrise
dolcemente: sì, perché questa volta era triste? In fondo, non era certo la prima
volta che il ninja cercava di scavare nel suo passato e lui ne era sempre uscito
bene. Solo che non era mai successo che gli dicesse che lo odiava… non che Fay
fosse convinto che l’altro la pensasse davvero così, però… beh, non era bello
sentirselo dire, ecco! Comunque non poteva raccontare alla polpettina bianca
queste cose. C’era già Kuro-rin a fare domande scomode!
Decise di glissare,
sperando che lei non fosse cocciuta come un certo spadaccino di sua conoscenza…
“Beh, diciamo che ieri
mamma e papà hanno avuto una discussione spiacevole… sai, a volte capita tra
genitori”
Oh beh, se il problema era
solo questo… sarebbe stato un gioco da ragazzi sistemare le cose, no? Mokona
tornò al suo posto e si sedette, la testolina appoggiata sulle zampine. Cosa
poteva inventarsi per aiutare mamma e papà a fare pace? Improvvisamente, ecco
l'idea! Mokona prese a saltellare sul posto, tutta emozionata
“Fay-san, Fay-san! Mokona
ha un'idea! Perché Fay-san non prepara una sorpresa per Kuro-papi?”
Il mago la guardò,
inarcando le sopracciglia mentre gli occhioni azzurri brillavano di eccitazione
“Mi piacciono le sorprese! Cosa hai in mente Moko-chan?”
Euforica per essere
riuscita a rallegrare il mago, Mokona attraversò saltando tutta la cucina per
poi atterrargli sulla testa con un triplo salto mortale.
“Mokona pensa che potremmo
trovare un modo per rallegrare Kuro-papi augurandogli il buongiorno con qualcosa
di indimenticabile! Mokona pensava a una canzone o a un balletto!”
Fay rise, facendo un giro
su se stesso. “Hyuu! Questa sì che è una bella idea!” poi però si fermò e la sua
espressione si fece pensosa “Però c’è un problema… io non conosco niente di
adatto… come facciamo Mokona?”
I due erano così immersi
nella loro discussione che non notarono la porta aprirsi lentamente e fare
capolino il visetto ancora un po’ assonnato della principessa. La ragazzina era
già vestita di tutto punto e pronta per iniziare una nuova giornata di lavoro,
ma arrivare in cucina e trovare il mago con Mokona sulla testa, entrambi con una
faccia così concentrata… Sakura entrò timidamente, preoccupata di interrompere
qualcosa di veramente importante.
“B-buongiorno Fay-san,
ciao Mokona… vi disturbo?” domandò sottovoce dopo qualche istante.
“Buongiorno, Sakura-chan!”
esclamò Mokona, saltandole in braccio. “Fay-san e Mokona stanno pensando a una
sorpresa per far sorridere quel musone di Kuro-papi! Sakura-chan ci vuole dare
una mano? Pensavamo a una canzone o a un balletto divertente!”
Sakura sorrise dolcemente;
non aveva ancora capito nulla di quanto stessero pianificando quei due, ma se lo
scopo era fare una sorpresa per far piacere a Kurogane era sicuramente qualcosa
di positivo (il pensiero che il ninja molto probabilmente non avrebbe gradito
non la sfiorò minimamente).
“Certo, vi aiuto
volentieri” assentì subito.
Fay batté le mani
entusiasta. “Hyuu! Perfetto Sakura-chan! Allora aiutaci a pensare a qualcosa che
potremmo cantare o ballare tutti assieme…”
Sul viso della principessa
si disegnò un’espressione pensierosa, che faceva perfettamente il paio con
quella del mago. “Su questo punto purtroppo non saprei come aiutarvi, mi
dispiace” ammise dopo un po’, con tono rammaricato.
Il silenzio era tornato
nella piccola cucina del Caffè Occhi di Gatto. Fay rifletteva stando in piedi
appoggiato muro, Sakura era rimasta accanto allo stipite della porta mentre la
piccola Mokona camminava avanti e indietro sul tavolo della colazione.
Improvvisamente la polpettina bianca si fermò, picchiando il pugnetto sul palmo
della zampina sinistra.
“Mokona ha un'idea!
Mokona, Fay-san e Sakura-chan possono chiedere aiuto a Yuko-san! Yuko-san saprà
sicuramente consigliarci bene!”
“Ottima idea, Mokona!”
esclamò il mago, galvanizzato. Poi però sembrò comprendere appieno le
implicazioni del chiedere una qualsiasi cosa alla Strega delle Dimensioni e il
suo entusiasmo si smorzò “Ma Yuko-san cosa vorrà in cambio?”
Anche la principessa
pareva essere arrivata alla stessa conclusione. “Già, Fay-san ha ragione… e poi
non credo che sia il caso di disturbare Yuko-san per queste cose…” lo disse con
un po’ di titubanza, quasi le dispiacesse smontare l’idea che Mokona aveva
proposto con tanto entusiasmo.
“Ma Mokona crede che
Yuko-san sarà contenta di fare qualcosa per Kuro-papi… e poi potrebbe assistere
alla nostra rappresentazione! Yuko-san adora la musica e il divertimento! Quando
Mokona era a casa di Yuko-san, anche se Mokona dormiva Mokona sentiva che ogni
tanto Yuko-san organizzava delle feste!”
Così dicendo Mokona
saltellò verso lo specchio nel corridoio, e in pochi istanti l'immagine della
Strega delle Dimensioni apparve davanti a loro.
Yuko era in quello che
sembrava un parco, seduta su una strana panchina a forma di tigre, e accanto a
lei stavano tre giovani. Quando lei salutò con un sorriso, uno dei tre ragazzi
non si scompose minimamente, all’altro venne quasi un infarto mentre la terza
rimase estasiata.
“Ciao Mokona, come stai?
Perché mi hai chiamato, c’è forse qualche problema?”
“Yuko-san, Yuko-san!
Buongiorno! Mokona è qui perché Mokona ha bisogno di un consiglio! Kuro-papi è
sempre così imbronciato, allora Mokona, Fay-san e Sakura-chan volevano fargli
una sorpresa, ma non sappiamo cosa fare per fargli iniziare la giornata in
maniera allegra!”
La piccolina parlò tutto
d'un fiato, assordando i presenti e anche quelli che ascoltavano dall'altra
parte dello specchio.
Yuko si concesse una
risata leggera. “Capisco… e avete pensato a qualcosa di particolare da fare per
rallegrare Kurogane?”
“Beh, Mokona qui proponeva
una canzone o un balletto” si intromise Fay, mentre Sakura alle sue spalle
annuiva convinta “Ma non sappiamo da che parte cominciare…”
Nell’altra dimensione, la
donna corrucciò le labbra rosso fuoco, posandoci sopra un dito ad enfatizzare
un’espressione fintamente meditabonda. “Vediamo un po’ cosa vi posso
consigliare…”
Dietro alla Strega,
Watanuki iniziò ad arretrare silenziosamente. Ogni volta che venivano contattati
da quel gruppetto di viaggiatori erano guai in arrivo! Peccato però che ogni suo
tentativo di fuga venne clamorosamente annullato dalla dolce Himawari, la quale
pensò bene di prendere lui e Domeki a braccetto.
“Oh, Watanuki-kun,
Domeki-kun, non vi sembra una splendida idea? Come sono carini! Diamogli una
mano anche noi!” esclamò la ragazza coi codini trascinando di peso i due per
avvicinarsi ancora di più alle immagini proiettate dal Mokona nero.
L’arciere non reagì
minimamente, né la sua espressione ieratica subì un qualsiasi mutamento. Yuko da
parte sua sorrise soddisfatta alla reazione della giovane: se lei era così
entusiasta, sarebbe stato molto più semplice far collaborare Watanuki… quanto a
Domeki, non c’erano problemi di sorta – quel ragazzo rimaneva un mistero per
lei, ma almeno eseguiva senza discutere. Ed era sicura che, se tutto fosse
andato come stava pianificando, si sarebbe divertita un mondo…
“Cosa?! No, assolutamente
no! Mi rifiuto! Non voglio aver niente a che fare con le richieste di quei
cinque, io!” esclamò Watanuki, agitandosi come suo solito, ma il caldo sorriso
entusiasta di Himawari (sommato alla presa ferrea che la gentile compagna di
scuola stava esercitando sul suo braccio) gli fece subito cambiare idea. Il
ragazzo sospirò, sconfitto, e passò a riconsiderare l'intera faccenda sotto una
nuova prospettiva… poteva organizzare qualcosa con Himawari-chan e, se avesse
avuto l'idea vincente, la ragazza l'avrebbe di sicuro apprezzato più di
quell'idiota di Domeki! Cuoricini di ogni colore e dimensione presero a girargli
attorno mentre pensava a un'idea da suggerire.
“Uhm, vediamo… pensavate a
qualcosa in particolare?” esclamò Himawari, portandosi l'indice alle labbra.
“Mokona pensava a qualcosa
di allegro, cantato e ballato! Mokona ricorda vagamente una canzoncina che
Mokona ha sentito quando era ancora al negozio di Yuko-san, ma Mokona non ne sa
il titolo…”
“L'hai sentita alla tv
forse, Mokona-chan? Ragazzi, vi ricorda qualcosa?” chiese la giovane guardando
interrogativamente gli altri due. Entrambi scossero la testa.
“Mokona l'ha sentita alla tv! Era una pubr… publitic… pubici…”
“Pubblicità?”
“Sì,
Himawari-chan ha capito cosa voleva dire Mokona! Mokona ricorda che era qualcosa
di allegro sul… sul buongiorno, ecco!”
“Puuu! Sì, anche Mokona se la ricorda! Era una canzoncina sulla prima
colazione!” aggiunse la polpettina nera che fungeva da «proiettore» nel
giardino.
“Bah!
Qui non ci viene in mente niente, mi dispiace!” tagliò corto Watanuki. Voleva
tornare al suo pic-nic con la dolce Himawari, e quella ricerca stava solo
facendo perdere loro tempo. Gli dispiaceva per il gruppo, ma siamo sinceri:
trovare quella canzone era come cercare un ago in un pagliaio di dimensioni
astronomiche!
“Himawari-chan, lasciamo qui Domeki ad aiutare i nostri amici e noi facciamoci
un po' di latte e cacao, ti va?”
Improvvisamente Himawari lasciò sia Watanuki che Doumeki, e abbassò il capo.
Quando rialzò lo sguardo aveva gli occhi pieni di lacrime, ma uno splendido
sorriso le illuminava il volto.
Watanuki rimase pietrificato a guardarla e, quando lei lo abbracciò esclamando
«Watanuki-kun, sei un genio!» …svenne.
Dall’altra parte dello specchio, Fay e Sakura osservavano la scena perplessi.
Non avevano capito molto di quel che stava succedendo ma, a quanto pareva,
quella ragazzina con i codini aveva trovato una soluzione.
Ignorando il povero
Watanuki, mollato immediatamente per terra come un sacco di patate, Himawari
corse alla panchina dove avevano lasciato le loro cose. Dopo aver ribaltato la
borsa tornò da Yuko, stereo e cassetta in mano ed espressione trionfante sul
viso.
“Trovata! La canzone si
intitola «Goodmorning», è un mese che la stiamo studiando per il musical di fine
anno!”
“Sì! Anche Mokona se la
ricorda! Era quella, giusto, Mokona? Era la pubblicità con quelli che sbattevano
i cucchiaini!” esclamò il Mokona nero rivolto alla gemella, ricevendo un «Puuu!»
entusiasta come risposta.
In tutto quel trambusto,
Domeki non aveva assolutamente fatto una piega. Non era nel suo stile
interessarsi troppo alle cose del mondo e il fatto che stessero parlando con una
specie di coniglietto bianco, tramite il suo clone nero, con della gente che si
trovava in un’altra dimensione non lo disturbava più di tanto. Non vedeva la
ragione dell’entusiasmo di Himawari (ma lei era sempre stata così, quindi la si
poteva comprendere), né capiva perché quella strana donna di nome Yuko avesse
quel sorriso inquietante, ma soprattutto non sopportava le geremiadi di
Watanuki. Lo pungolò con un rametto, senza praticamente guardarlo in faccia.
“Oi. Sei rumoroso, vedi di
piantarla”
Watanuki alzò un braccio,
tentando inutilmente di togliere l'«arma» dalle mani dell'amico.
“E tu vedi di smetterla!”
sbraitò, rialzandosi e dandosi una spolverata agli abiti.
Notata l'espressione
allegra di Himawari, ignorò Doumeki e le si avvicinò, in parte orgoglioso di
essere riuscito ad aiutare quella che considerava la sua «Dea della fortuna», in
parte curioso… nel suo delirio di cuoricini rosa non era infatti riuscito a
capire come accidenti le sue lamentele avessero aiutato il gruppo a trovare la
situazione. Aggiustatosi gli occhiali, Watanuki prese in mano la cassetta e
lesse l'elenco di brani riportato sull'etichetta.
Ricordava perfettamente
quella canzone… come avrebbe potuto dimenticarla? Il solo pensiero delle prove
da incubo della recita di fine anno - l'unica consolazione era stata quella di
poter ballare con la dolce Himawari-chan! - lo fecero impallidire leggermente.
Beh, se non altro andava benissimo per quei tre, che cercavano una canzone da
ballare e cantare…
Poi vide il sorriso
complice e soddisfatto di Himawari-chan. Il ghigno inquietante di Yuko-san. Fece
due più due.
Perché, in fondo, se vuoi
imparare a ballare… qualcuno deve pur mostrarti come si fa, no?
Un urlo disumano si
propagò per l'intero emisfero. Ma si interruppe subito. Avrebbe avuto bisogno di
voce e fiato in abbondanza, nei minuti che sarebbero seguiti.
La Strega delle
Dimensioni, ridendo con aria soddisfatta, gli sfilò la cassetta dalle mani,
facendosela rimbalzare sul palmo. Accarezzò con fare noncurante il Mokona nero e
si rivolse alla gemella bianca e ai due ragazzi accanto a lei.
“Molto bene, Mokona. Come
immagino avrai capito, abbiamo risolto il vostro problema… ora parliamo del
prezzo. Perché non credo che tu abbia potuto pensare che il mio intervento
sarebbe stato gratis, vero?” sorrise, riuscendo in qualche misterioso modo a non
farlo sembrare né una presa in giro né una minaccia “Sai che ti voglio bene, ma
gli affari sono affari…”
Dietro la creaturina
bianca, Fay e Sakura si guardarono perplessi, cercando di non sembrare troppo
preoccupati: loro in fondo volevano solo fare una cosa divertente, ma le
premesse non si stavano rivelando delle migliori.
La piccola Mokona riprese
a camminare nervosamente avanti e indietro, facendo traballare tutta la
proiezione da una parte e dall'altra. La principessa la prese in braccio e
iniziò a coccolarla per calmarla, fermando il dondolio dell'immagine e salvando
tutti i presenti da un attacco di mal di mare senza mare.
“Tranquilla Moko-chan, ci
verrà sicuramente in mente qualcosa… vero Fay-san?”
Il mago sorrise
rassicurante. “Hyuu! Certo che sì!” esclamò, cercando di suonare allegro e
convincente. Ma in realtà nemmeno lui era poi così tranquillo. Si stavano
impegolando in un ginepraio per fare una sorpresa a Kuro-puu (che di sicuro non
avrebbe gradito – ma il divertimento era proprio vederlo infuriato) e per di più
avevano tirato in mezzo la Strega… non era esattamente una combinazione
vincente.
Proprio in quel momento la
porta del corridoio si aprì cigolando e un confusissimo Shaoran entrò nelle
sala, attirando l'attenzione di tutti. Era ancora mezzo assonnato, ma gli bastò
guardarsi attorno per capire che c'era qualcosa che non andava… perché Fay-san e
Sakura-hime avevano contattato Yuko-san? Era forse successo qualcosa?
Dimentico del sonno e
della fame (era pur sempre ora di colazione), raggiunse di corsa la principessa
e le prese la mano, agitato.
“Sakura-hime! Va tutto
bene? È successo qualcosa di grave? Siamo stati attaccati?”
All’ingresso del ragazzo,
dall’altra parte della proiezione, sulle labbra di Yuko si disegnò un sorriso
significativo che strappò addirittura un inarcarsi di sopracciglio a Domeki,
mentre Watanuki si spalmava una mano sulla faccia sotto lo sguardo perplesso di
Himawari.
Fay commentò con un
“Shaoran-kun è davvero adorabile quando si preoccupa della sua principessa”,
detto a mezza voce e rivolto a tutti e a nessuno, mentre Sakura si dava da fare
per rassicurare il ragazzo.
“Non ti preoccupare,
Shaoran-kun, non è successo niente di grave… stiamo solo chiedendo un consiglio
a Yuko-san perché Fay-san vuole fare una sorpresa a Kurogane-san” e l’occhiata
che rivolse, non vista, al mago mentre pronunciava quelle parole sottintendeva
quanto fosse felice che la mamma facesse una cosa del genere per il papà.
Shaoran tirò un sospiro di
sollievo, poi arrossì quando si rese conto di essere sotto lo sguardo indagatore
di tutti i presenti. Lasciò andare la mano di Sakura e le rispose, non senza
balbettare leggermente per l'agitazione.
“Oh, se Sakura-hime lo
desidera, posso dare una mano!” esclamò, inconsapevole del delirio in cui si
stava cacciando.
“Sarebbe molto bello da
parte tua, Shaoran-kun! Yuko-san ci stava giusto per spiegare cosa fare”
Himawari sorrise, gli
occhi lucidi per l'emozione: erano così carini assieme, quei due! Quasi quanto
Watanuki e Doumeki: si vedeva lontano un miglio che non potevano stare lontani
l'uno dall'altro! Abbrancò per il collo i due ragazzi, avvicinandoli a sé e
coccolandoli.
“Waaah! Sono
terribilmente, incredibilmente pucciosi… non credete anche voi?”
Inutile dire che Doumeki
rimase impassibile, sia alle coccole che alla visione dei due piccioncini.
Watanuki, invece si limitò ad annuire, lo sguardo sognante perso chissà dove.
Yuko si intromise con un
colpetto di tosse, mascherando un sorriso strano. “Mi spiace interrompervi,
ragazzi” ma dal tono con cui lo disse si capiva che non gliene fregava poi più
di tanto “però qui stavamo parlando d’affari… Mokona, il prezzo del mio aiuto
sarà…” una pausa ad effetto e uno scintillio inquietante negli occhi cremisi
“…assistere a tutte le prove e poi alla vostra rappresentazione. E vedere la
faccia di Kurogane! Dovrai riprenderlo per tutto il tempo!”
Mokona si fermò davanti
alla proiezione, silenziosa. Chinò la testolina, riflettendo sull'offerta della
Strega delle Dimensioni, poi la rialzò sorridendo e prese a saltellare.
“Affare fatto, Yuko-san!
Mokona è sempre contenta di fare affari con Yuko-san! In cambio dell'aiuto per
ballo e canzone, Mokona farà assistere Yuko-san alla rappresentazione in onore
di Kuro-papi!”
“Molto bene Mokona. E
visto che il desiderio viene da te (anche se non ho dubbi che l’idea originale
sia stata di qualcun altro…)” e qui non mancò un’occhiata significativa a Fay,
il quale fece allegramente finta di non capire “voglio anche farti uno sconto:
farò in modo che voi abbiate dei maestri che vi insegnino a ballare e cantare
questa canzone, va bene?”
Il povero Watanuki, che si
aspettava un'uscita del genere, chinò la testa sconfitto. Aveva già capito il
piano di Yuko, e qual era il ruolo di loro tre in quella stupida farsa. Pensò
che sì, forse avrebbe fatto meglio a restare a casa, quella mattina… Ma ora che
anche la dolce Himawari-chan era coinvolta nel torbido intrigo della Strega
delle Dimensioni non poteva certo abbandonarla al suo destino, no? Borbottando
improperi di vario genere in direzione della sua datrice di lavoro, le prese la
cassettina dalle mani e la inserì nello stereo.
“Vediamo di sbrigarci con
questa idiozia, così possiamo tornarcene a casa tutti quanti… Himawari-chan, ti
ricordi i passi, vero? E tu, Doumeki, vedi di non rovinare tutto come tuo
solito!”
L’arciere lo degnò appena
di uno sguardo in tralice. “Veramente di solito quello che cade sei tu, idiota…”
“Watanuki sei veramente un
tesoro, sai!” cinguettò Yuko “E pensare che io non avevo detto ancora nulla… ma
dato che siete tutti così entusiasti, prego, fate pure! Mokona, Fay, Shaoran,
Sakura, guardate bene… una ripetizione è gratis ma due no, eh!”
“Oh su, ragazzi, non fate
i brontoloni e diamoci da fare!” esclamò Himawari mettendosi in mezzo e
regalando loro un altro sorriso dei suoi. “Per fortuna sarà un gioco da ragazzi,
anche perché - l'avete notato? - se non contiamo Mokona-chan sono in tre giusti
giusti, proprio come noi! Nemmeno a farlo apposta! Che coincidenza, eh?”
Watanuki si spalmò la mano
sulla faccia. L'ultima cosa a cui voleva pensare, in quel momento, era proprio
l'Hitzusen…
|