Amor Vincit Omnia

di Mary Evans
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29 Aprile 1988. Casa di Remus Lupin.

«E tu me lo dici adesso ?!» strepitò la dolce Lily Potter iniziando a prendere a cuscinate il marito, sotto lo sguardo divertito di Sirius, Mary e Remus (che erano abituati a quelle sue sfuriate), e quello sconcertato di Andromeda e Tonks, che nel frattempo stava allattando il piccolo Ted.

«Mi era passato di mente!» esclamò James, cercando invano di proteggersi dalle cuscinate della moglie tra le risate dei suoi amici.

«Ah, certo, uno crea incantesimi difensivi che potevano salvarci la pelle e quando è il momento di usarli se li scorda!»

«Non è così facile, diamine…» borbottò James incrociando le braccia al petto e imbronciandosi.

«Hanno a che fare con il sangue, e sono anche il motivo per cui Harry è sopravvissuto quel maledetto 31 ottobre.

Silente aveva ragione quando aveva detto che il sangue di Lily lo proteggeva, ma la verità era che la protezione era data dal sangue di entrambi. L’incanto si chiama Protectione Sanguinis Coniuctio. In pratica crea una protezione che respinge qualsiasi maledizione mortale, utilizzando i vincoli di sangue come mezzo per il passaggio di energia magica. In realtà,» si corresse James grattandosi la testa «non avevo la più pallida idea che questo incantesimo sarebbe riuscito a fermare persino un Avada Kedavra. In realtà non sapevo nemmeno che avrebbe funzionato. Mi sono limitato a modificare leggermente una formula che avevo trovato in un tomo di trasfigurazione nella biblioteca del maniero dei Potter, ma poiché la prima volta che l’ho provata è stata su Harry, sarebbe potuta benissimo essere un fiasco. Quindi perché dare false speranze?»

Vedendolo fare spallucce Lily si irritò ancora di più.

«E, di grazie, potrei sapere come ti è venuta in mente questa brillante idea di provare su mio figlio una formula potenzialmente instabile?»

«Andiamo, Lily, sai benissimo che non lo avrei mai fatto se non fossi stato sicuro che la formula non avrebbe avuto effetti negativi! Ma era inutile dare false speranze se poi si rivelava un fiasco e non aveva nemmeno effetti positivi! Eravamo disperati! L’ho fatto solo per dare ad Harry una chance in più di sopravvivere!» esclamò James, infastidito dalla mancanza di fiducia di sua moglie. 

Aveva fatto bene e questo lo sapevano entrambi. 

Soprattutto perché, considerato il genio di James in trasfigurazione, le possibilità di ripercussioni negative su Harry causate dall’incanto erano pari a zero.

«Quindi siete decisi a mostrarvi a Harry?» domandò esitante Remus.

«Non ancora.» disse James.  «Nessuno al di fuori dell’Ordine deve sapere che noi siamo ancora vivi. E i membri dell’Ordine sono vincolati da un Incanto Fidelius, quindi impossibilitati a divulgare la notizia se anche lo volessero. Harry deve ancora completare la sua missione non può davvero permettersi di pensare ad altro…

Qui non si parla solo di noi ma dell’intero mondo magico, ragazzi, non dobbiamo sbagliare.»

 

 
 

25 dicembre 1944. Sala Grande.

La Sala Grande era stata allestita magnificamente in occasione del Ballo di Natale.

Gli studenti si stavano divertendo molto,  nonostante i brani suonati fossero la maggior parte delle volte dei lenti.

Anche Hermione, nonostante l’ovvia agitazione, si stava divertendo tra le braccia del suo Tom.

Non lo avrebbe mai detto, ma era un bravo ballerino.

Le mancava il fiato mentre la faceva volteggiare nello spazio che di era venuto a creare al centro della Sala Grande.

Solo per loro due.

I loro occhi erano incatenati al punto che non sentivano niente che non fosse la presenza dell’altro.

La mano di Riddle si strinse possessiva sui suoi fianchi, e lei trattenne il fiato quando lo vide abbassarsi per baciarla.

Sarebbe stata la prima volta davanti a tutta la scuola.

Tuttavia Tom cambiò direzione avvicinandosi al suo orecchio, sussurrandole qualcosa che somigliava a “Torre di Astronomia” con uno sguardo talmente serio e profondo da farla arrossire.

Aveva capito benissimo ciò che intendeva, ma nell’istante in cui si stava alzando sulle punte per baciarlo l’espressione di lui cambiò di colpo e le porte della Sala Grande vennero distrutte da un potente incantesimo.

Una ventina di uomini con le maschere fecero il loro ingresso e ad Hermione sembrò di essere tornata ai tempi della Coppa del Mondo di Quidditch al suo quarto anno.

Ma questa volta loro erano pronti.

Riuscì a riunirsi velocemente con Dorea, Charlus, Christian, Cignus, Lyra e tutti gli altri suoi amici, trascinandosi dietro Tom che le copriva le spalle lanciando incantesimi a destra e a manca, mentre sia lei che gli insegnanti iniziavano a fare lo stesso.

Si ritrovarono tutti spalla contro spalla, mentre i mangiamorte li circondavano.

Uno si fece avanti.

«Ormai sei diventato troppo debole per guidarci, Tom.» disse Abraxas Malfoy. La sua voce sia Hermione che Tom l’avrebbero riconosciuta fra mille.

«Tu invece no, giusto Malfoy?» rispose Tom con un ghigno sarcastico dal quale tuttavia traspariva tutta la tensione di quel momento.

Fu un attimo. Un guizzo sulla guancia di Malfoy e un fascio di luce verde. L’urlo di Hermione che si mise davanti a colui al quale era stato indirizzato. L’urlo di Tom. Poi l’oblio.

 

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Ciao ragazzi sono vivaaaa!!!! Premettendo che non ho riletto il capitolo per le correzioni ma non vedevo l’ora di aggiornare cosa ne pensate? Spero davvero che ci sia ancora qualcuno a seguirmi ma purtroppo la morte di mia madre è stata tosta da affrontare e quindi è stato un periodo un po’ così… cooomunque davvero cosa ne pensate? L’incanto in latino tradotto significa la protezione dell’unione di sangue. L’ho inventata io, ovviamente, ma non posso garantire per la traduzione in latino fatta con google traduttore perché sono sempre stata una chiavica in latino!
Un bacione in attesa dei capitoli finali, Mary Evans





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