Drunk in love

di LuckyV97
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Ricordo quella notte estiva proprio come se fosse ieri; eppure sono passati ben due anni. Questa è la dimostrazione di quanto il tempo possa scorrere inesorabilmente, senza nemmeno che uno se ne accorga. E più i momenti che si stanno ricordando sono stati significativi e speciali, più si parla di questi con nostalgia. E adesso tu, da lettore, ti starai giustamente chiedendo a cosa io mi stia riferendo. Ebbene, quella notte estiva, calda e stellata ho conosciuto una ragazza meravigliosa. Doveva essere solo una storia estiva, ma, almeno per me, non è stato affatto così. Sono poche le cose di cui non sono sicuro, ma so di certo che non volevo innamorarmi.
Ero in vacanza al mare in una località, il cui nome non è noto a nessuno, quindi penso sia superfluo nominarla. Ci vado tutte le estati, praticamente è come se ci fossi nato, e come si può intuire, sono molto legato a quel posto, perché ho conosciuto persone con cui ho stretto legami del tutto indissolubili, che anche dopo 18 anni non si sono ancora sciolti fortunatamente. Con i miei amici del mare ne faccio sempre di tutti i colori: andiamo in spiaggia, facciamo serata in discoteca, beviamo, fumiamo in spiaggia o semplicemente ci scambiamo qualche chiacchierata o in riva al mare o al chiaro di luna. Quindi non mi stancherò mai di quel luogo e delle persone che conosco lì.

Era la mia penultima serata al mare, era mezzanotte e tutti stavano già tornando a casa. Però io e un mio amico, Alex, non avevamo voglia di tornare a casa e quindi siamo stati a girovagare per il lungomare avanti e indietro per almeno una mezz’oretta, parlando del più e del meno. Tuttavia, proprio nel momento in cui ci decidiamo per tornare a casa, ci troviamo davanti a uno spettacolo del tutto inaspettato: ci imbattiamo in due ragazze, la cui bellezza era qualcosa fuori dal comune. Avevano i classici tratti somatici di persone provenienti o dalla Scandinavia o altri paesi di lingua germanica: erano bionde, occhi chiarissimi, bocche molto sottili, fisico da capogiro e gambe così lunghe da perdere gli occhi anche solo a guardarle. Io e Alex ci giriamo a guardarci increduli per ciò che abbiamo appena visto e, in quanto persone che si conoscono da una decina di anni, in quel momento ci eravamo capiti all’istante: volevamo andare a conoscerle. E’ così quindi che abbiamo deciso di attaccare bottone con loro, anche solo per conoscerle, senza secondi fini. Si chiamavano Roos e Femke, avevano un anno in meno rispetto a noi e venivano dall’Olanda. Ci presentiamo, parliamo delle nostre rispettive vite, dei nostri interessi e hobby, ci facciamo dire qualche parola in olandese e reciprocamente loro ci chiedono come si dicano alcune frasi o parole in italiano. Dopo una piacevole ora in cui parliamo senza sosta, spostandoci sempre avanti e indietro per il lungomare, ci dicono che devono tornare al villaggio turistico dove alloggiano. Ci proponiamo di accompagnarle ed è proprio sulla soglia dell’agriturismo che ci danno il loro numero di cellulare e ci salutano con due baci sulle guance. Non appena le ragazze varcano la soglia del villaggio, io e Alex ci scambiamo degli sguardi di intesa: avevamo capito di avere fatto colpo.
Sulla strada del ritorno a casa, parliamo solo ed esclusivamente delle ragazze, esprimendo le nostre preferenze. Nonostante fisicamente non fossero tanto diverse l’una dall’altra, Alex era rimasto colpito più da Roos, leggermente più bassa rispetto alla sua amica, ma comunque alta quanto lui. A me però piaceva più Femke: gambe lunghissime, una vita strettissima, belle tette e degli occhi che, pur essendo di ghiaccio, riuscirebbero a incendiare di passione anche il cuore più freddo. Era per giunta più alta di me e aveva dei capelli lunghissimi, che le arrivavano fino al culo, anch’esso bello e sodo. Vedendo che a entrambi piaceva più una ragazza rispetto all’altra, decidiamo di fare gioco di squadra e di volerle conquistare. Alex con il suo carisma da ragazzo alto, moro e con gli occhi verdi, non avrà alcun problema con Roos, io però ho un problema: Femke è fidanzata. O almeno, l’ho sospettato, dato che come sfondo del telefono aveva una foto in cui si baciava con un ragazzo. Beato lui, pensavo tra me e me. Però, da spirito giovane qual ero due anni fa, io mi decido a volere agire. In fondo è estate, siamo al mare e soprattutto lei è lontana dal suo ragazzo. Poi, come si suol dire, ciò che succede al mare, rimane al mare. Una semplice storia estiva, questo era tutto ciò che volevo.

Arriva la mia ultima serata al mare e decido con tutta la mia compagnia di andare a bere in spiaggia e, chiaramente, io e Alex invitiamo anche Roos e Femke. Andiamo al supermercato a prendere delle bottiglie di alcoolici e poi ci spostiamo in branco verso la spiaggia. Saremmo stati in poco più di una dozzina. Ci spostiamo in spiaggia, mettiamo un po’ di musica, stappiamo la prima bottiglia di vino e parte il divertimento. Giochi alcoolici a catena, partite a “obbligo o verità” molto avvincenti, round di shot di vodka o tequila e risate a crepapelle.
Passato un po’ di tempo tra un bicchiere e l’altro, io e Alex decidiamo di entrare in azione e proponiamo alle ragazze olandesi di andare a fare una passeggiata in riva al mare. Loro accettano molto volentieri e quindi, una volta alzatici, ci avviciniamo al mare ed è proprio qui che la mia strada e quella di Alex prendono due direzioni opposte: lui va verso sinistra insieme a Roos, io invece mi sposto in direzione opposta insieme a Femke.
Sono a tu per tu con quella meravigliosa ragazza a cui aspiravo tanto e non faccio altro che parlare con lei. Saranno stati anche i bicchieri di vodka e di tequila che mi ero scolato in precedenza, ma io in quel momento stavo acquisendo molta più sicurezza di me rispetto a prima. Improvvisamente, lei inciampa in una buca nella sabbia. Le chiedo se si è fatta male e le do una mano per tirarla su. Lei afferra la mia mano e, inaspettatamente, non la lascia più. Anzi, le nostre dita piano piano si incrociano fino a stringersi molto dolcemente. Camminiamo mano a mano per la battigia con il suono delle onde come sottofondo, uno dei miei preferiti, fino a quando decidiamo di sederci sulla sabbia ad ammirare il mare, che riflette la luce bianchissima della luna e che si confonde con il cielo, punteggiato da una miriade di stelle. Scambiamo qualche altra parola sul paesaggio idilliaco davanti a noi, dopo di che prendo l’iniziativa di sdraiarmi sulla sabbia ad ammirare il tappeto di stelle che avevo sopra la testa. Dopo qualche istante mi segue anche Femke, che si sdraia accanto a me, ma non così vicino da essere a portata di bacio, ma mi andava bene comunque, perché sentivo il suo calore, la sua presenza.
C’è un attimo di silenzio, quel silenzio di riflessione, non imbarazzante, che riesce a comunicare più rispetto a un milione di parole. Decido improvvisamente di rompere il ghiaccio e di confessare il mio interesse nei suoi confronti. Lei era rimasta scossa. Siamo lontani, mi dice lei, ma io ribatto invitandola a non pensare alla distanza e al futuro. Se non vuoi avere niente a che fare con me per non deludere il tuo ragazzo posso accettarlo, le dico io, ma non fermarti a causa delle circostanze e goditi il momento, aggiungo. Femke è ancora più confusa: le si leggeva negli occhi che anche lei provava lo stesso, ma non voleva soffrire per una cotta estiva, destinata a finire. Siamo troppo lontani, ripete lei. Allora lascia che mi avvicini, le rispondo io, intendendo la distanza fisica in quel momento, invece della distanza tra i nostri paesi. Ed è proprio in questo preciso momento che i nostri corpi si sfiorano fino a toccarsi. Lei appoggia prima la testa sulla mia spalla, poi alzo la testa e la bacio. Mi metto sopra di lei e inizio a baciarla ancora di più, accarezzandole i lunghi capelli biondi. La sento ansimare dolcemente, mentre le bacio e mordo dolcemente il collo. Dopo di che le mie mani, insieme alle labbra scendono dolcemente lungo tutto il suo corpo, senza dimenticare di esplorarne nemmeno un millimetro. Quando torno su, all’altezza del suo volto angelico, inizia a mordermi il collo e a sussurrarmi cose eccitanti all’orecchio. Allungo nuovamente le mani lungo ogni curva del suo corpo e le mordo allo stesso tempo i capezzoli. Ricordo di avere un preservativo. Lo metto e facciamo l’amore, la volta più soddisfacente fino ad ora. Dico sul serio. Dopo avere fatto sesso, ci sdraiamo accoccolati, lei si comprime sul mio petto e io la stringo tra le mie braccia. Siamo rimasti a coccolarci e a baciarci per ore e ore. Era la mia ultima sera con i miei amici, ma in quel momento sinceramente non mi importava molto. Volevo stare solo con lei, però, giunte le tre del mattino, ci decidiamo ad alzarci e raggiungiamo gli altri piccioncini, dato che le ragazze erano molto in ritardo per il coprifuoco.
Raggiungiamo Alex e Roos, che sono andati nella spiaggia vicina all’agriturismo delle olandesi e scambiamo qualche parola, prima dell’addio definitivo con le ragazze. Alex e Roos si salutano con un semplice abbraccio. Io invece trattengo quasi per miracolo le lacrime e le do un bacio, forse quello più caldo tra tutti quelli che ci siamo dati quella sera. Le dico che ci rivedremo in futuro, anche se tutti e due sappiamo che questa sia una cosa quasi impossibile. E’ inutile dire quanto mi piangesse il cuore vedendo andare via le due ragazze. E pensare che è stata una cosa solo di due giorni. Ho conosciuto Femke troppo tardi. Volevo fosse solo una storiella estiva da raccontare agli amici davanti a un sex on the beach o una birra, ma no…dovevo cadere nel tunnel vorticoso dell’amore.

Sono passati due anni da quando ho incontrato Femke e ancora quando mi avvicino al luogo in cui tutto è iniziato mi sale un’angoscia e una malinconia che tu, lettore, non hai nemmeno idea, o almeno ce l’hai, anche se hai vissuto un’esperienza come la mia. Sono poche le cose di cui non sono sicuro, ma, ripeto…so che di sicuro non volevo innamorarmi.




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