9.
Lisa
sapeva che doveva aspettarselo, che poteva succedere, eppure quando entrò
dentro casa e si ritrovò Donna seduta sul divano, non potè fare a meno di
sobbalzare. Successe, più che altro, perchè non la riconobbe subito.
"Donna"
le disse sganciando il guinzaglio di Rufus che corse dalla donna e si prese
tutte le carezze che gli diede. "Mi hai spaventata. Come hai fatto ad
entrare?"
L'altra
sorrise. "Come hai fatto tu credo."
"Jacob
ti ha accompagnata?"
"Il
portiere?" domandò la rossa. "No, ho le chiavi." E non appena lo
disse si rese conto del perchè Jacob avesse preso parte a quella conversazione.
Non poteva credere che Harvey non avesse dato le chiavi alla donna che viveva
con lui oramai da due mesi; era assurdo e l'espressione sul viso di Lisa
suggeriva che era anche un tantino imbarazzante.
La
donna comunque sorrise e riavviò una ciocca di capelli castani che fermò dietro
l'orecchio. "Ho portato Rufus a fare una passeggiata e l'ho riportato qui
perchè ho un colloquio di lavoro fra un'ora e mi piacerebbe arrivare un po' in
anticipo. È un problema per te?"
"Certo
che no" Donna la raggiunse. "Io e Rufus ci divertiremo tantissimo in
attesa di Harvey. Dobbiamo lavorare, ma stanno ritinteggiando gli uffici e allo
studio legale c'è parecchia confusione, ecco perchè abbiamo pensato di farlo
qui. Harvey arriverà tra poco."
"Non
devi giustificare la tua presenza" sorrise Lisa. "È casa del tuo
amico e capo, hai più diritto di me di essere qui. Solo che non posso aspettare
che Harvey arrivi, puoi dirgli tu che tornerò nel pomeriggio?"
"Posso
farlo" annuì Donna. "Mi piace molto il tuo outfit, ma" abbassò
la zip della giacca e la guardò. "Tieni la giacca aperta. E spettinati un
po' i capelli."
"Perchè?"
"La
giacca aperta e i capelli spettinati ti daranno un tono sbarazzino, sarà come
dire potrei avere qualunque posto ma sono qui, quindi ritenetevi fortunati
ad avermi. Il tuo sorriso mozzafiato e le gambe faranno il resto."
Lisa
accennò una risata. "Quante responsabilità per una semplice giacca."
"Di
che lavoro si tratta?"
"È
in un hotel, uno di quelli extralusso, il Luxury. Visto che conosco l'italiano
potrei essere una buona candidata per la reception. Ma anche se mi assumessero
per fare le pulizie mi andrebbe bene."
"Ah-Ah"
Donna scosse il capo. "Sarai una receptionist, me lo sento. Ora vai e
stendili tutti."
L'altra
diede una carezza a Rufus, fece un cenno di assenso a Donna e uscì di casa.
Proprio mentre il suo taxi girava l'angolo, l'auto di Harvey si fermò sotto
casa e l'uomo salì fino al suo appartamento. "Hey Rufus" lo salutò
con una lunga carezza quando il cane gli andò incontro all'entrata.
"Seriamente?"
gli disse Donna senza neppure dirgli ciao. "Non hai ancora dato la chiave
di casa a Lisa?"
"Ciao
anche a te, Donna" lui corrugò la fronte togliendosi la giacca. "E
per rispondere alla tua domanda... non ci ho pensato. Non ha mai detto nulla al
riguardo e io non..."
"Seriamente?"
chiese di nuovo lei interrompendolo. "Cosa volevi, che te la chiedesse?
Avresti dovuto vedere la sua faccia quando le ho detto che io ne ho una
copia."
"Se
credevi che ci sarebbe rimasta male perchè glielo hai detto?" Harvey
allargò le braccia.
"Perchè
credevo che anche lei avesse le chiavi, visto che vive con te" precisò
Donna. "Ad ogni modo, è andata al Luxury per un colloquio di lavoro. Ha
detto che tornerà nel pomeriggio."
L'uomo
si versò un bicchiere di acqua. "L'hotel?"
"Sì,
si è candidata come possibile receptionist visto che conosce l'italiano. Lo
sapevi vero? Che sa parlare italiano intendo."
"Sì
lo so" mormorò Harvey con un sorriso. "È molto sexy quando lo
fa."
Donna
scosse il capo. "Uomini..." sentenziò andandosi a sedere sul divano.
Harvey invece fece una telefonata.
****
Il
pomeriggio passò, e la sera, quando Harvey tornò a casa dopo essere stato a
cena con un cliente, Lisa dormiva già. Il mattino dopo invece era già uscita
quando lui aveva aperto gli occhi, sul cuscino un bigliettino che lo avvisava
che sarebbe passata allo studio per pranzo.
Scusa se non ho aspettato che ti svegliassi, ma ho alcune
commissioni da sbrigare.
Passerò a trovarti in un ufficio a pranzo.
Lui
sorrise stringendo il pezzo di carta tra le dita, gli parve di ricordare una
sensazione di solletico sul viso e si disse che erano probabilmente stati i
capelli di Lisa quando si era piegata per baciargli la guancia, come faceva
ogni mattina.
Di
buon umore si vestì e raggiunse l'ufficio. Incontrò Kelly Moore, un petulante
uomo d'affari paranoico che di solito lo annoiava a morte, e si accorse che
quel giorno neppure quell'incontro era riuscito a metterlo di cattivo umore. Si
sentiva bene e per qualche strano motivo aveva la sensazione che fosse merito
di Lisa e di nessun altro. Anche le feste che Rufus gli faceva ogni mattina per
dargli il buongiorno avevano un effetto rilassante su di lui. Chissà perchè non
aveva mai preso un cane.
"Perchè
non sai neppure prenderti cura di te stesso a volte, figuriamoci di un
cane" gli disse Donna quando glielo chiese. "Ad ogni modo, Lisa sta
salendo. Vuoi che ti liberi l'agenda per un paio di ore?"
Harvey
annuì. "Dopo l'appuntamento delle dodici e trenta però."
"Come
vuoi" Donna tornò alla sua scrivania e sorrise a Lisa quando si fermò alla
sua postazione e fece cenno ad Harvey di raggiungerla.
"Hey"
la salutò lui con un bacio veloce. "È bello incontrarci dopo ventiquattro
ore."
Lisa
ridacchiò. "Scusa, ieri sera sono crollata prima che tornassi e stamattina
sono uscita molto presto. Ho pensato che non fosse il caso di svegliarti."
"Non
c'è problema. Dove sei andata così presto, comunque?"
"Immagino
che Donna ti abbia detto del mio colloquio di ieri" Harvey annuì, così lei
continuò. "Beh stamattina mi hanno richiamata e mi hanno chiesto di andare
lì. Lunga storia in breve: sono la nuova receptionist del Luxury."
"Lo
sapevo!" esclamò Donna prima di leggere qualcosa sul suo cellulare.
"Congratulazioni." si allontanò e Lisa e Harvey rimasero soli.
"Congratulazioni"
le disse lui prendendole una mano e baciandone il dorso. "Il Luxury è
fortunato ad averti."
La
donna fece un sorriso rilassato e respirò a fondo. "È strano devo dire.
L'uomo che mi ha fatto il colloquio ieri non sembrava per nulla intenzionato ad
assumermi" raccontò. "Ma stamattina ho incontrato il proprietario in
persona ed è stato molto gentile. Ha detto che gli ricordo sua figlia."
"Questa
è New York, le cose sono sempre un po' strane. Comunque l'importante è che tu
abbia avuto il lavoro e stasera dovremmo decisamente festeggiare."
"Ho
sentito la parola festeggiare?" domandò Donna tornando a posto. "Lo
dico a Mike e Rachel e prenoto un tavolo al Bellini, per le otto e
trenta."
Lisa
deglutì a vuoto. "Preferirei di no, se per voi va bene."
Harvey
la guardò. "Non ti piace il ristorante forse?"
"No...
il ristorante va benissimo, ma non ho voglia di festeggiare."
"Non
capisco" le disse lui guardandola, volgendo poi lo sguardo a Donna per un
istante. "Va tutto bene?"
"Benissimo"
lo tranquillizzò Lisa. "Ma devo andare ora. Rufus avrà probabilmente
bisogno di uscire. Ci vediamo dopo."
Si
voltò per andarsene ed Harvey fece cenno a Donna di seguirla.
La
rossa lo fece e salì sull'ascensore giusto in tempo, prima che le porte si
chiudessero. Attese che Josh McCallan, l'unico lì a parte lei e Lisa, scendesse
al suo piano prima di parlare. "Va tutto bene?" domandò alla donna
senza guardarla.
"Sì,
l'ho già detto. Va tutto bene."
"Se
non ti piace il ristorante posso davvero trovarne un altro."
Lisa
scosse il capo e chiuse gli occhi per un istante. "Il ristorante va
benissimo, ma non ho un vestito adatto, né delle scarpe adatte a quel posto.
Non ho capelli e trucco perfetti come te e Rachel e mi sentirei a mio agio
persino a sedermi su una delle loro costosissime sedie."
"Hey,
per lo shopping esiste la carta di credito di Harvey. Sono sicura che non gli
dispiacerà strisciarla un paio di volte per la donna con cui ha una
relazione." Donna le strizzò l'occhio.
L'altra
sorrise sarcastica. "Quale relazione? Vivo in casa sua da due mesi e non
ho ancora le chiavi, sono un caso umano probabilmente. Una di quei noiosissimi
lavori pro bono."
"Lisa"
Donna si voltò a guardala, fece cenno al tizio del quinto piano di non salire e
quando le porte si richiusero continuò. "Non devi prenderla in questo
modo. Harvey è fatto così, non si fida facilmente."
"Se
non si fida di me, la mia domanda rimane, Donna: quale relazione?" replicò
l’altra.
L'ascensore
si fermò al piano terra e mentre molte persone entravano, Lisa uscì e sparì,
fuori, tra la folla.
****
Lisa
era sul terrazzino quando Harvey rientrò a casa quella sera. Si accorse di lui
perché Rufus corse dentro e abbaiò due volte prima di tornare ad accomodarsi
accanto ai suoi piedi, nella tiepida sera Newyorkese. Non disse niente mentre
lui si avvicinava e con dolcezza le baciava la guancia.
“Ho
portato la pizza” le sussurrò spostandole i capelli dal viso e tenendoli fermi
con una presa delicata della mano. “Per festeggiare il tuo nuovo lavoro, tu ed
io.”
Lei
sorrise pensando che voleva dire tante cose. Non ne disse neppure una però.
Semplicemente lo baciò, quel viso bello stretto tra le sue mani.