Questo primo capitolo lo dedico a Chiara, che mi ha tanto
incoraggiata e sostenuta per la stesura di questo chappy.
Ecco a voi l’inizio della storia…
WHEN THE MOON MEETS THE SUN
(“Sole di mezzanotte”)
- The beginning
Ore 6.59 a.m.
Guardo fissa la sveglia
posata sul mio comodino, sulla mia destra.
La luce che proviene dalla
sveglia illumina la mia stanza immersa nell’oscurità.
Sono girata di lato, verso la
sveglia, così la luce dei numeri mi batte in volto, ma non mi dà noia, è da
circa 1 ora che la sto fissando, ormai i miei occhi hanno avuto tutto il tempo
per abituarsi ad essa.
Sbuffo spazientita e agitata.
Sto aspettando le 7 per
andare a svegliare papà e il fratellone.
Oh! Sono così nervosa e
eccitata!
Oggi sarà il mio primo giorno
di scuola!
Non vedo l’ora!
In 15 anni ho sempre studiato
a casa, con Justin ( mio fratello ) e con un precettore privato, in quanto i
miei impegni lavorativi mi richiedevano molto tempo e non abbastanza e
regolarmente tempo libero per poter frequentare una scuola.
In passato avevo provato ma
non è andata come speravo, ma da allora è passato tanto di quel tempo.
Mi rattristo un po’ pensando
a quel periodo.
“Brutto” e “Doloroso” sono le
parole giuste con cui descriverlo.
Ma adesso basta pensare al
passato, devo vivere del presente e non del passato!
Sorrido rincuorata da questo
auto-incoraggiamento e mi ritorna il buono umore, immaginando come sarà questo
mio primo giorno a scuola.
Fantastico! Già lo so!
7.00 a.m.
<< Oh! Era ora
.>> sbotto ad alta voce alzandomi dal letto in uno scatto felino.
Esco di camera in camicia da
notte e mi fiondo in camera di papà, ma silenziosamente, non voglio che gli si
prenda un colpo!
Mi muovo sicura
nell’oscurità, raggiungo il grande letto matrimoniale su cui dorme, salgo dalla
parte vuota e mi avvicino a lui.
Gli mollo un grande e dolce
bacio sulla guancia e gli do il buon giorno, e lo avverto che è ora di alzarsi.
In risposta mi fa una carezzina
leggera sulla testa, alza il volto dal cusciono e mi da un bacio sulla fronte e
si alza per vestirsi.
Dopo ciò mi alzo e corro in
direzione della camera del fratellone, quando vengo richiamata da papà e mi
fermo sulla porta di camera di papà.
Mi giro verso di lui e
aspetto che continui.
<< Tesoro, lo sai che
giorno è oggi? >>
Lo guardo un po’ stranita a
questa domanda.
<< Mercoledì 27
settembre…>> è questa la mia semplice risposta.
Lo guardo in volto, cercando
di comunicarli con lo sguardo di continuare, sono davvero curiosa (come sempre)
di sapere cosa ci celi veramente dietro a quella domanda.
Mi sorride come di uno che la
sa lunga e prosegue << E per tuo fratello sai cosa significa? >>.
Ci penso su un attimo e gli
sorrido complice << Sarà una faticaccia tirarlo giù dal letto quel
dormiglione >> sbuffo pensando alla fatica caccia che mi aspetta.
<< Se con i soliti
trucchetti non riesci a buttarlo giù dal letto, ti do il permesso di
trascinarlo giù per le scale e portarlo al piano inferiore >> mi propone
papà mentre cerca di mettersi la cravatta.
Mi avvicino e gli lego la
cravatta come dovrebbe stare e gli sistemo meglio il colletto della camicia che
aveva appena indossato.
Gli sorrido di buon umore.
<< Grazie del permesso,
ma…spero non ce ne sia bisogno >> detto ciò corro verso la camera di mio
fratello, ma con passo felpatto e …stump!
<< Fantastico >>
mormoro frustata per la caduta.
Ti pareva che non cascassi
inciampando nei miei stessi piedi.
Mi alzo un po’ indolenzita e
apro piano la porta. Quando papà mi passa accanto mi ricorda che quando
trascinerò Justin per le scale, di fargli sbattere bene la testa.
Gli rispondo frettolosamente
e senza pensarci, presa troppo dal mio compito.
Mi avvicino lentamente al
letto a due piazze.
Quando gli sono di fronte
prendo e salto addosso a mio fratello che sta dormendo della grossa, beatamente
a pancia in su.
Silenzio. Sento solo il
rumore del suo respiro regolare. Nessun suo muscolo si sposta in modo diverso
da quello che gli serve per respirare.
Niente, ho ottenuto!
No, aspettate, si sta
muovendo!
…
Come non detto…si è girato e
mi ha fatta cadere nella parte vuota del letto e continua a dormire
tranquillamente.
Ma dico, gli sono saltata
addosso e non ha sentito nulla? Pazzesco!
Sbuffo sconsolata nella sua
direzione, per il fallimento del piano A.
Lo guardo mentre dorme,
sdraiata su un lato, sorreggendomi la testa con una mano.
Sto decisamente valutando di
trascinarlo davvero giù per le scale per svegliarlo, quando mi vengono in mente
11 ideone su come svegliarlo.
Sorrido malefica
nell’oscurità.
<< Bene, se il piano A
è fallito, passiamo al B >> mormoro a me stessa.
Prendo e inizio a saltare sul
letto, dopo soli pochi secondi lo vedo muoversi nel letto, palesemente
infastidito.
Ottimo! E riprendo a saltare
più pesantemente sulla materassa cercando di saltare più in alto.
<< La vuoi smettere?
Sono solo le 7.09 e se non te ne fossi accorta te lo dico io, oggi è mercoledì,
il mio unico giorno libero di tutta la settimana e se non ti dispiace vorrei
dormire fino a tardi, dato che il sottoscritto si è rotto la schiena tutta la
settimana, grazie! >> risponde infastidito mio fratello con una voce
calda e roca da appena svegliato, in risposta ai miei tentativi di buttarlo giù
da letto.
Detto ciò afferra un mio
piede e mi butta a sedere pesantemente sulla parte di letto vuota affianco a
se, per poi riprendere a dormire.
<< Ok fratellone, l’hai
voluta tu! Piano C! >> avverto il Bello addormentato nel giorno di
divieto di pigrizia.
Poi entro subito in azione
togliendoli le coperte di dosso e gli salgo a cavalcioni sulla schiena, ( in
quanto si era girato a pancia in giù, girando la testa di lato al suo secondo
tentativo di dormire…).
Noto con piacere che indossa
solo i pantaloni del pigiama e attua così facilitata dagli eventi il mio piano:
inizio a fargli il solletico dappertutto!
Inizialmente non reagisce,poi
inizia a muoversi e a ridere.
Tra le risa cerca di
comunicarmi qualcosa che non capisco, allora smetto, e…mi ritrovo sotto di lui!
Intrappolata tra la materassa e il suo corpo, che mi rinchiude anche in un
abbraccio di ferro.
<< Ma che …no! Mi hai
ingannata…Cattivo! >> grido arrabbiata nella sua direzione.
Sono in trappola!
Lui sghignazza e mi risponde
<< Scricciolo, sbaglio o già più di una volta ti avevo detto di non
fidarti mai di noi uomini? Soprattutto di quel che ti dicono!
Bhè, in questo caso per oggi
rientro in questa categoria!
Sento l’Imbroglione
sghignazzare ancora e poi continua << bene, e ora vediamo di dormire!
>>, detto ciò si sistema meglio sopra di me e riprende sonno.
Ok, a mali estremi e estremi
rimedi…
Piano D.
<< Jazz…- piagnucolo
io, ( wow, mi è proprio venuta bene la voce strozzata e fievole, aveva ragione
Bibi quando mi diceva che recitare in quel film mi sarebbe tornato utile in
futuro! Bibi ha sempre ragione! ) – Ti sei scordato che oggi è il mio primo
giorno di scuola?...sight…non mi vuoi accompagnare tu a scuola? – lo guardo con
la cosa dell’occhio, da quanto l’oscurità mi conceda di vedere, credo che stia
cercando di non cedere – ok, non importa, mi farò accompagnare da quel Jack, il
ragazzo che abita nella casa di fronte…non importa - faccio per alzarmi,
cercando di toglimelo di dosso, ma aumenta la presa su di me e mi guarda
iroso.
<< Col cavolo che ti
faccio andare a scuola con lui! Ti porto io, chiaro? >> risponde
arrabbiato alla mia provocazione.
Mi lascia andare e io corro fuori
dalla stanza e giù per le scale e mi dirigo in cucina per preparare la
colazione.
Lì trovo papà intento a
leggere il giornale e bere il suo adorato caffè nero.
<< Denoto dal fatto di
non aver sentito nessun rumore riconducibile ad una testa vuota che viene
sbattuta ripetutamente che, sei riuscita a svegliarlo lo scansa fatiche e senza
usare il mio piano…peccato…così potevamo alla fine fare la stima di quanti
neuroni erano funzionanti dopo questo…davvero un peccato >> afferma da
dietro il suo giornale con tono gongolante.
<< Ho dovuto
evitare…pesava troppo…magari la prossima volta, quando peserà 100 chili in
meno! >> sto al gioco di papà sapendo che Jazz può tranquillamente
sentirci.
<< Guardate che vi
sento…e non datemi del ciccione che non lo sono! Sono i muscoli che pesano, chiaro?!
>>grida furioso mio fratello dal piano superiore.
<< Certo figliolo…come
avevamo fatto a non pensarci…i muscoli…giusto cara? >> papà abbassa il
giornale e mi fa l’occhiolino.
Rido e sto ancora al gioco di
papà per un po’.
Papà ed io ci divertiamo moltissimo
a dare noia un po’ a mio fratello.
Crede sempre a tutto quello
che gli dico io…che credulone! Ma è proprio anche per questo che gli voglio un
gran bene…è sempre dalla mia parte, pronto sempre a difendermi da tutto e da
tutti, pensa costantemente a me e mi riempe oltre sempre alle attenzioni, di
tantissime coccole…ha sempre una carezza o un buffetto di incoraggiamento per
me…che dolce…un fratello così non lo cambierei mai, nemmeno per tutto l’oro del
mondo né per tutta la felicità del mondo, perché lui fa parte di essa.
Comunque, non riesco ancora a
capacitarmi come faccia a dare retta a noi…insomma, un ragazzo di 21 anni,
dalle sembianze da angelo dal bellissimo aspetto, biondo con riccioli, occhi
azzurro cielo, alto 1,95, spalle larghe e braccia forti, frutto di molto sport,
fisico da modello insomma,e lui cosa fa? Si fa venire i tarli in testa credendo
di non essere bello e informa alle prese in giro giocose mie e di papà…come è
buffo!
<< A parte gli scherzi,
papà vuoi qualcosa da mangiare o resti digiuno al tuo solito? >> domando
ponendo fine alla pausa “comic’ s family in the morning”.
<< Digiuno >> è
la sua laconica risposta, ormai da qualche mese.
<< Sei sicuro? Nemmeno
qualche biscotto fatto da me? Non mi va che non mangi per andare a lavoro…ti fa
male…capisco che non te la senti, sforzati papà, meglio sentirsi male a stomaco
pieno che vuoto,…per favore… >> lo prego sinceramente preoccupata,
guardandolo negli occhi.
<< Mhnn…e va bene…ma
com’è che ottieni sempre ciò che vuoi? >> mi domanda papà mentre si
accinge a mangiucchiare qualche biscotto.
<< Perché sono nel
giusto, comunque stasera ti preparo qualcosa di più leggero dato che anche ieri
sera non hai digerito e..>>
<< tesoro non ti
preoccupare…è normale…ho 69 anni quasi, non sono più un giovincello! >>
ribatte papà interrompendomi e dandomi un buffetto al naso
<< Grazie Tesoro,…ma
ora mangia e va a vestirti, sennò farai tardi a scuola su…>> mi incoraggia….e
io eseguo, tanto lo continuiamo il discorso…cosa crede.
Dopo mangiato corro su a preparami
e neanche 5 minuti dopo sto già scendendo le scale, già pronta per uscire con
lo zaino sulle spalle.
Saluto papà e gli auguro buon
lavoro, per poi richiamare l’attenzione di mio fratello per andare a scuola.
Quando si gira verso di me mi
fa un cack up completo partendo dall’alto: dalla mia spessa passata bianca che
porto dietro la frangia accuratamente piastrata come il resto dei miei capelli,
alla camicetta nera a manica lunga, per poi continuare sui miei jeans neri a
sigaretta, fino alle comode scarpette a ballerina piane a bambola di un bianco
lucido in tono con lo zaino e la passata, con appuntato un piccolo ficco in
procinto della fine del dècolte della scarpa di colore nero, e lì rimane a
fissarle pensieroso.
<< Scricciolo, fossi in
te mi metterei dei tacchi, se non vuoi romperti qualche osso inciampando con
quelle scarpette, giusto pà? >> mi ammonisce Justin.
Quando il testimone è
chiamato in causa accenna con la testa affermativamente e mi guarda poi con
sguardo eloquente.
Gli fulmino entrambi con lo
sguardo e corro in camera per indossare un paio di tacchi in tono con il mio
abbigliamento.
Ok, riconosco che io e le
superfici qualsiasi esse siano : piane, inclinate, deformate; insomma, non
andiamo d’accordo e che vivo costantemente in un continuo precario equilibrio,
ma non è certo colpa mia!
E’ che mi sono sciupata i
piedi a portare i tacchi.
Mi vergogno ad ammetterlo, ma
riesco a camminare tranquillamente senza rischiare di ammazzarmi, solo portando
i tacchi.
Non stupitevi, perché a
logica il discorso tornerebbe, eccome!
Ora vi spiego…
Io non sono proprio una
ragazza comune, perché ( purtroppo ) sono dotata di un Q.I. molto al di sopra
della media ( addirittura più alto di Eistain ), è proprio come state pensando,
sono una ragazza prodigio, o meglio, quando ero un infante ero una bambina
prodigio; avete presente quei bambini che compaiono in televisione perché a
soli 8 anni si sono laureati in qualcosa in brevissimo tempo?
Bene, io sono una di quelle,
solo che invece di laurearmi da bambina ho iniziato a suonare il piano facendo
concerti, spinta da mio fratello Justin, e da lì sono arrivate tante e tante
proposte di lavoro…
E’ stato Jazz a insegnarmi a
suonare il piano, in quanto era un grande pianista allora.
Parlo al passato perché a
causa di un incidente imprevisto, non può più suonare il piano come un tempo.
L’incidente gli ha procurato
una lesione ad alcuni tendini della mano sinistra, che si sono danneggiati
irreparabilmente; con questo non dico che non può più suonare, anzi, solo che
ha dei limiti che lo fanno classificare come un qualsiasi altro ottimo
pianista.
Così da allora, lui ripone in
me tutti i suoi sogni.
Ho debuttato all’età di soli
6 anni, e da lì mi si sono aperte moltissime strade: teatro, musica, arte,
cinema e tanto altro.
Io ho sempre desiderato una
vita tranquilla, se ho accettato tutto ciò è solo per non deluderlo e basta, ma
anche…a-anche per lei…ma questa è un’altra storia.
Tornando al discorso dei
tacchi, bhè, vi dico solo una cosa: provate voi a portare tacchi vertiginosi
per circa 10-12 ore al giorno per anni, poi mi sapete ridire se vi riesce
camminare alla perfezione senza inciampare con delle semplici e piane scarpe da
ginnastica!
Comunque, tanto per chiarire
anche un altro punto, spero che vi sia chiaro adesso anche il perché io voglia
andare a scuola: voglio frequentare almeno qualche anno di scuola, voglio una
vita normale come qualsiasi altra persona della mia età, è solo per questo che
dopo tanti anni ho staccato dal lavoro.
Altra nota da sapere di me è
che io adoro la mia privacy, ed è per questo che non ho casa circondata da
paparazzi, infatti per evitare ciò uso nel mondo dello spettacolo, per esempio,
un nome d’arte “Lilyth”, inoltre nessuno sa dove abito né altro…in poche parole
mi lascio dietro un alone di mistero.
Ad esempio, le proposte di
lavoro che ottengo, vengono prima date al mio agente e solo dopo arrivano a
me.
E’ un sistema un po’ contorto
questo qua, ma non posso fare a meno della mia privacy e su questo non si
discute!
Scendo le scale stizzita con
dei tacchi a spillo bianchi vertiginosi e mi dirigo nel garage, alla porsche
Carrera Gt di un orrendo colore blu notte metallizzato, di mio fratello.
Nulla che abbia in contrario
con la macchina, ma sto colore stona decisamente con il design della macchina,
meglio un grigio metallizzato!
Molto meglio! Bhà, è già
tanto che Justin abbia la macchina, ( la usa solo quando esce con una ragazza
), dato che come me preferisce le moto.
Meglio non criticarlo, o le
poverette di turno si dovranno abituare a rovinarsi l messa in piega con il
casco!
Rido sotto i baffi al sol
pensiero! Io fortunatamente non sono come loro, sono di tutt’altra pasta, e
meno male!
Mi siedo e mi allaccio la
cintura, intanto Jazz sale e parte con aria decisamente scocciata.
<< Mi dispiace per la
macchina, per me potevamo andare a scuola anche in moto…>> è ciò che
mugolo nella sua direzione, decisamente dispiaciuta che la sua insofferenza sia
causata per colpa mia.
Abbasso la testa, e osservo
le mie mani che giocherellano tra di loro sul mio grembo.
Vedo con la coda dell’occhio
che Jazz si gira un attimo verso di me , poi riporta lo sguardo sulla strada e
prende parola.
<< Non ti preoccupare,
non fa niente…tu non centri tranquilla, quindi non sentirti in colpa capito? –
distoglie nuovamente lo sguardo dalla strada e mi regala un dolce sorriso,
accompagnando il tutto con una veloce carezzina sulla testa – comunque papà è
esagerato, stanotte saranno cadute due gocciole di pioggia si e no, e lui ha
paura che si scivoli in moto! Ma dico io, non sono mica un principiante!
Mhn… che palle! >>
<< Non dire parolacce –
incomincio riprendendolo e lui in tanto si gira per due secondi verso di me
con un sopracciglio alzato – stona con la tua faccetta da angelo, poi dopo le
ragazze scappano da te! >> lo prendo in giro.
Un attimo di silenzio ed
entrambi incominciamo a ridere a crepapelle.
Così proseguiamo fino a
scuola: io a prenderlo affettuosamente in giro e lui commentandomi.
***
Sbuffo per la settima volta,
no forse ottava.
<< Hai capito?... ma mi
stai ascoltando? >> mi richiama alla sua attenzione mio fratello.
<< Si Justin, si…credo
che il concetto mi sia entrato bene in testa, sai, non l’avessi notato, sei da
più di 15 minuti a ripetermi la stessa cosa,…ora posso andare?
Non voglio fare tardi e voglio
scendere il prima possibile! >> dico tutta d’un fiato un po’ risentita,
alzando la voce di qualche ottava senza volerlo, nel piccolo e lussuoso abitacolo
della Gt.
<< Bene…comunque te lo
dico di nuovo, male non ti fa :
1.
Tieniti fuori dai guai
2.
Stai lontana dai ragazzi più
grandi e piccoli di te, fa lo stesso se coetanei
3.
Attenta alle ragazze, magari evita
di parlarci (questa affermazione la capirete meglio tra qualche capitolo-
nda)
4.
Sii cordiale con i professori
5.
Socializza
6.
Divertiti
7.
Sti-
<< Basta! Ok, ok…>>
sbotto alzando un po’ il tono della voce e guardando fuori dal finestrino
oscurato.
<< D’accordo, penso
ormai che tu lo sappia già a memoria l’elenco – gli sorrido accondiscendente
nella sua direzione – a proposito… perché hai tanta smania di scendere
dall’auto? >>.
Smetto di tamburellare le
dite sulla maniglia della portiera dell’auto e gli rispondo tutto d’un fiato.
<< Semplice, tutti
stanno osservando la tua costosissima e appariscentissima macchina, queste
occhiate mi mettono in soggezione, non l’avessi notato! Posso andare adesso?
>>.
Lui mugugna qualcosa di
impossibile comprendimento in qualsiasi lingua presente sul globo e mi fa un
cenno con la mano.
Sorrido soddisfatta e mi
sbraccio nella sua direzione per salutarlo con un bacio sulla guancia – che
accetta molto volentieri, facendo una faccetta che di tutto dire – dopo di che
scendo soddisfatta.
Appena chiudo la portiera lo
richiamo; si sporge sul sedile accanto al suo per guardarmi in volto
abbassando il finestrino di fianco, per sentirmi meglio.
<< Ti sei reso conto
che il punto “5. Socializzare” è irrealizzabile in quanto è in contrasto con i
punti “2” e “3”, vero? >>.
Sorride strafottente e mi
risponde in tono canzonatorio.
<< Non vedo
l’impedimento, in quanto nel “Socializza” ci sono implicati gli insegnanti, i
componenti della segreteria, il preside, insomma tutto il personale
delle’edificio scolastico, naturalmente anche le cavie animali da
laboratorio…-, finisce allungando il braccio oltre il finestrino aperto,
facendomi un buffetto sul naso, poi si guarda attorno come se volesse
controllare che qualcuno non fosse in ascolto, poi riprende, in tono
cospiratorio…- ti confesso un segreto, le rane da vivisezione sono le più
socievoli…>>.
Finisce così, salutandomi
poi, prima di andarsene via con la sua costosissima auto e lasciandomi qui
impalata a fissare il vuoto e cercando di fare ordine in testa.
Ma dico! Avete sentito cosa a
detto quel gran simpatico e iperprotettivo di mio fratello?
Sospiro sconsolata.
Mi dispiace per te
fratellone, ma non seguirò nessuno dei tuoi punti!
Voglio socializzare e avere
amici normali e “miei”, non tuoi che sono diventati poi anche miei.
Per una volta voglio essere
io a condividere con te qualcosa di nuovo, che ho testato io in prima persona,
come un esploratore con una terra sconosciuta.
E con questa risoluta
decisione mi avvio all’entrata dell’enorme scuola pubblica di questa mia città
natale, che conosco assai poco, con passo deciso, sotto il pungente sguardo di
centinaia di studenti assai curiosi.
Si prospetta una giornata da
tutto dire già di prima mattina, speriamo solo di sopravvivere!
***
Basta!
Non ne posso più!
Se sento ancora uno, piccolo
e inesistente bisbiglio do di matto!
Ok, ok…non do di matto…ce ne
vuole ancora prima che arrivi a quel punto ma…basta, sul serio non ne posso
più..veramente…
Sono 5 ore che sento gli
studenti di questa scuola, sia in corridoio che in classe, soprattutto in
corridoio, non ne posso più.
Capisco e comprendo che
parlino di me perché sono la novità ma basta, in tutto questo tempo i commenti
su di me dovevano essere belle e finiti da un pezzo.
<< Allora Shaz, ti va?
>>
Mi giro verso l’interruttore
del filo dei miei pensieri.
<< Ehm,…scusa, mi ero
un attimo distratta, potresti ripetere per favore ? >> gli chiedo
veramente dispiaciuta per questa mia distrazione.
<< Certo non c’è
problema. Ti avevo chiesto se stavi con me e i miei amici a pranzo ora >>
mi chiede Dan, il mio compagno di banco a trigonometria.
Tipetto assai simpatico,
solare e con due occhi davvero vivaci, di un indistinto marrone scuro, il
tutto accompagnato da una capigliatura sparata a riccio con gel; e per finire
in bellezza, molto alto più della media, causata da anni e anni di basket.
E’ molto bravo in questo
sport, infatti è il capitano della squadra di basket di questa scuola, a quanto
mi ha detto!
<< Certo, fammi strada!
>> gli confermo la partecipazione, incoraggiandolo con un semplice
sorriso.
Rimane un attimo a fissarmi
dalla sua vetta, per poi riprendersi e mi fa strada verso il tavolo tanto
decantato, quasi pieno.
Qui mi presenta alla squadra
di basket al completo : Jhonatan, Martin, Drew, Threy, Rickey, Sly e la ragazza
di Jhonatan, Dayane e quella di Threy, Milly.
Non mi soffermo molto a
scrutare i ragazzi in quanto sembra che una legge universale sul basket,
costringa tutti i suoi giocatori ad assomigliarsi fra di loro.
Invece mi soffermo molto
sulle ragazze cercando di capire il più possibile su di loro, dal loro modo di
vestirsi ed altro.
Dayane è la classica
americana bionda platinata ( tinta ) dal corpo da modella, dal trucco pesante
ma dei colori vivaci e ben equilibrati tra di loro e indossa capi firmati,…è
davvero bellissima.
Jhonatan ha davvero buon
gusto!
Comunque da ciò posso ben
capire già alcune cose su di lei, ad esempio posso dichiarare con sicurezza che
segue molto la moda e ne è ( sicuramente ) un assidua predicatrice di essa,
visto che veste con capi color turchese e simili.
Quest’anno va di moda il
turchese e tutte le sue varianti!
Dal trucco e accessori mi
danno da pensare che sia una persona altezzosa e orgogliosa, dalla grande
voglia di mettersi in mostra.
Di questo ultimo pensiero
sono sicuramente certa, visto la corta e assai aderente minigonna. Speriamo che
mi sbagli o non andremo molto d’accordo. E’ comunque inutile che mi preoccupi,
perché non ci si costruisce nulla con i pregiudizi, inoltre è una cosa assai
poco carina…mi dico a me stessa rimproverandomi, ricordandomi che non si può
certo giudicare una persona senza prima conoscerla.
Milly è l’opposto di Dayane.
Ha un viso un po’ ancora infantile per la sua età ma molto carino, con un dolce
sorriso che le incornicia gli occhi, di un rarissimo color bosco, dai bassi
toni. Porta i capelli color castano chiaro legati a due treccine corte, che le
arrivano a mala pena a sfiorarle il collo. Ha appena un accenno di trucco ed
indossa semplici vestiti in lino, data la giornata umida e un po’ calda, anche
se la notte era piovuto un po’. Ciò mi fa pensare che sia una persona semplice
e simpatica, dal carattere tranquillo e gioviale, ciò mi viene subito
confermato al momento in cui ci presentano e lei mi chiede gentilmente, come è
andato il mio primo giorno nella sua scuola, accompagnando il tutto da un dolce
sorriso.
Sono sicura che diventeremo
buone amiche, voglio crederci.
Tutt’altro posso dire di
Dayane che mi sta guarda ( e mi sta ancora fissando ) con aria decisamente
ostile, accompagnato il tutto da un mancato saluto.
Ecco…lo sapevo, già non le
vado a genio…che ho di tanto sbagliato? Cosa ho fatto? Perché si deve sempre
ripetere questa cosa?
Milly per rimediare al brutto
comportamento dell’amica mi invita a sedermi a canto a lei. Subito dopo che mi
accomodo accanto a lei, Dan mi si avvicina e posa la sua roba nella sedia
libera di fianco alla mia.
<< Raga, io vado a
prendere il pranzo, torno subito. Tu, Shaz, vuoi qualcosa? >> mi propone
Dan.
Mi giro di scatto verso il
mio interlocutore.
Sono in imbarazzo.
Ci conosciamo da pochissimo e
già mi si offre in gesti gentili che si hanno solo tra amici di vecchia data.
Sono sorpresa, ci siamo
appena conosciuti e già pensa a me.
Che gentile…
<< Ecco io…no, non ti
preoccupare, vengo con te >> e ciò che balbetto nella sua direzione
alzandomi contemporaneamente.
Lui in risposta mi sorride
accondiscendente e si incammina di fianco a me per farmi da cicerone
nell’immensa mensa.
Dopo una fila che non finiva
più, torniamo hai nostri posti e iniziamo a mangiare, chiacchierando con tutti
del più e del meno.
Finito il pranzo posso dire
solo due cose: i giocatori sono un vero spasso ed è un vero piacere stare a
chiacchierare con loro, lo stesso vale per Milly, con la quale vado
accordissimo e già abbiamo fissato per vederci fuori da scuola per un’uscita di
shopping.
Bhè… io detesto fare shopping
per me, ma adoro farlo per gli altri; comunque non potevo rifiutare, era così
piena di aspettative e contenta che non ho saputo declinare l’offerta.
Sono sicura che ci
divertiremo tantissimo! Non vedo l’ora!
Per quanto riguarda Dayane,
bhè…non mi ha praticamente rivolto mai la parola…non capisco perché…chiederò spiegazione
di ciò a Milly, in un momento più opportuno.
Ci spostiamo in branco nel
corridoio tutti assieme per raggiungere le nostre aule, i ragazzi ci
accompagnano baldanzosi di essersi autonominati nostre guardie del corpo, e per
il noi intendo : Milly, Dayane e me.
Milly intanto mi sta
spiegando accuratamente dove sono arrivati con il programma al corso di
francese, ( abbiamo l’ottava ora insieme appunto ), intanto mentre l’ascolto,
tiro fuori dalla cartella una barra di cioccolato al latte, ( ne vado matta,
adoro strafogarmi di dolci, se non mangio al giorno almeno un esigua dose di
dolci, sto male… ).
Chiedo agli altri se ne
vogliono un pezzo, diniegono.
Dopo aver banchettato con
essa, noto che Dayane mi sta osservando stralunata assieme a Milly.
Le guardo.
<< Che c’è? Mi sono
impiastricciata il viso con il cioccolato? >> chiedo curiosa per il loro
strano comportamento.
<< Ma lo sai quante
calorie ti sei trangugiata? E quanto peso metterai su con tutto quel
cioccolato? Ti sciuperai la linea>> mi si rivolge a me Dayane con voce
allarmata e disgustata.
<< Ma possibile che voi
donne siate così fissate su certe cose? >> la riprende amorevolmente il
suo ragazzo.
Dayane sbuffa stizzita e gira
la testa dall’altra parte. Jhonatan si avvicina e la stringe a se amorevolmente
per farsi perdonare, per poi finire in bellezza, la bacia sulla fronte. Lei
sbuffa nuovamente ma gli sorride indulgente, concedendoli il calumè della pace.
Che carini, lei fa tanto la
dura ma si vede lontano un miglio che è pazzamente innamorata di lui.
Sorrido nella loro direzione
e allo stesso tempo esprimo il mio pensiero sui due piccioncini a Milly.
<< Già – mi risponde
accondiscende – ma lo siamo anche io e Threy, no? >> conclude
avvicinandosi ancora di più al suo grande amore che già la tiene già stretta in
un tenero abbraccio, dandogli poi un dolce e casto bacio sulle labbra,
sorridendo poi al ladro del suo cuore, come una che ha appena vinto alla
lotteria.
Li guardo entrambi al settimo
cielo, felice per loro.
Mi è capitato rarissimamente
di vedere persone così innamorate, con sguardi del genere, e vi garantisco che
ho girato per mezzo mondo io!
Pensandoci bene, ho visto
fino ad ora ciò , solo negli occhi degli zii e di papà.
Mi intristisco un po’ a
questo ultimo pensiero, e mi metto a osservare ciò che mi scorre nella visuale
percorrendo il corridoio della scuola.
Lui, il mio papà è ancora
innamorato della donna che mi a messo al mondo, alias la madre di Justin
e Jay, nonostante non stiano più insieme da molti anni.
Mi riprendo da queste tristi
considerazioni quando sento Dan che avvicinatosi a me mi porge una domanda.
Mi chiede se ce l’ho il
ragazzo?
Ridacchio a tale domanda e
gli stampo un bel “no” in faccia.
Sly e Rickey lo arpionano
per il collo abbracciandolo pesantemente per le spalle, il fautore di una
semplice domanda indiscreta, con i loro possenti bracci e iniziano a prenderlo
in giro con frasi del tipo – Cos’è, hai già fatto un pensierino sulla nuova
arrivata? O ti sei già preso una sbandata per lei? Non ti vergogni? Già a pensare
certe cose?Già a quello? Mascalzone! – e così via dicendo.
Mi ravvio i capelli con fare
sconsolato.
E adesso chi li ferma più…
Meno male che di giullari ce
ne sono solo due e gli altri sono ragazzi seriosi…
Nemmeno il tempo di finire
tale pensiero che, ecco arrivare al raduno delle scanzonate prese di giro anche
uno scanzonato e assai divertito Threy e un pesante Jhonatan.
Come non detto!
In soccorso del poveretto
viene in soccorso Milly, che mi domanda con un tono di voce che la possano
sentire anche gli altri al di sopra del loro chiasso, il motivo del così detto
“no”.
Vedo che i ragazzi si sono
fermati, Dan sta anche ringraziando il cielo…
<< Ottimo lavoro Milly!
Tu si che ci sai fare quando si tratta di attrarre l’attenzione di qualcuno!
>> sussurro in modo che mi possa sentire solo lei.
Mi fa l’occhiolino e sorride
con fare furbetto.
<< Bhè…- inizio un po’
indecisa nel come spiegare loro nel più breve tempo possibile e semplicemente,
il perché, guardando i miei piedi che si spostano lungo l’infinito corridoio –
non ne ho uno e mai ne ho avuti perché non mi sono mai innamorata, poi mi sarebbe
comunque impossibile frequentare qualcuno con quei due mastini sempre alle
calcagna dei miei super iperprotettivi dei miei fratelli maggiori…
Il solo pensiero che sarebbero
capacissimi di staccare la testa al poveretto in questione o di pestarlo a
sangue, e non c’è molta differenza tra le due alternative, mi fa desistere dal
sol pensiero >> finisco facendo una smorfietta disperata verso gli altri,
per far capire loro che non scherzo affatto e quanto ciò mi turbi.
<< Hai capito Dan?
Fossi in te inizierei a tirare di box prima di presentarmi sotto la casa della
tua bella, sai? >> recita Sly con finta drammaticità.
Purtroppo, anche gli altri si
uniscono a Sly e riprendono ciò che io e Milly avevamo interrotto.
Ma che strani i ragazzi…e io
che pensavo di capirci qualcosa.
Milly alza gli occhi al
soffitto, staccandosi dal gruppo e invitandomi ad entrare in quell’agognata
aula di letteratura, dove vi ci era poco prima fiondata Dayane a passo di
carica.
Sono davanti all’aula,
indecisa se entrare o meno, mi vergogno! Ciò perché fino ad ora in tutte le
aule i professori mi hanno costretta a sostare vicino alla loro cattedra e
presentarmi alla classe.
Guardo male la porta.
Poi un pensiero di tutt’altro
genere fascia la mia mente: sarebbe il colmo se mi assegnassero come compagna
di banco in questo corso Dayane…sarebbe davvero il colmo. Ridacchio sotto i
baffi.
Milly mi guarda stranita con
un grosso interrogativo disegnato in viso…mi sa che non sono riuscita a non
farmi sentire a ridacchiare!
Mentre penso ciò, lei mi da
una spinta di incoraggiamento e entro.
Presento i moduli al
professore, quelli che mi deve firmare, fatto ciò mi invita a presentarmi alla
classe.
Sospiro rassegnata e mi giro
verso di loro, solo con la convinzione di quanto siano sadici i professori…
<< Ciao…- inizio
banalmente –mi chiamo Sharon Throusteen, sono di origine americana ma ho
vissuto per molti anni all’estero,…- mi mordo il labbro esitante, poi continuo
– spero di trovarmi bene e di instaurare un buon rapporto di amicizia con voi
– finisco soffermandomi con lo sguardo su Dayane, che appena la guardo gira la
testa dall’altra parte.
Mi giro poi verso il
professore e gli chiedo il permesso di andare a prendere posto, il quale mi
accenna il posto accanto a Dayane.
Mi dirigo un po’ riluttante
verso il posto assegnatomi, col passo di un condannato a morte, per giunta
accompagnata da una trentina di paia di occhi assolutamente curiosi…
…
Poverina…mi dispiace molto
per Dayane che debba stare accanto a me per tutto il resto dell’anno
scolastico…mh…sono mortificata per il fatto che debba stare accanto a me, ad
una persona che le resta antipatica…ma al professore girava così…
Mi siedo composta al mio
banco e guardo davanti a me.
Certo che mi si prospetta
davvero una lezione assai lunga…
***
Triiiiiiiiiin!
Raccolgo velocemente gli
appunti presi, ( anche se inutilmente, ma questa roba l’ho già fatta e
studiata da tempo…, ma dovevo distrarmi dalle occhiate perforanti e assai
curiose dei miei compagni ci corso ), e mi fiondo fuori dalla classe, dove
trovo già ad aspettarmi Milly.
Che carina, si è preoccupata
per me, aveva paura che non trovassi l’aula di francese.
Mentre ci incamminiamo
velocemente verso la nostra meta, parliamo del più e del meno e così lo è anche
durante l’ora di lezione.
Andiamo daccordissimo! Siamo
già amiche per la pelle!
Non ci posso credere, mi sono
fatta un’amica! La mia prima amica! Wow!
Al termine poi delle altre
lezioni, ci incamminiamo verso l’uscita affiancate anche dagli altri.
Ridiamo e scherziamo tra di
noi tutti assieme, come se ci conoscessimo da sempre, sono così contenta che
potrei toccare il cielo con un dito! E badate bene che non sono una cima,
arrivo a mala pena ad 1, 67!
Siamo in procinto del grande
cancello di uscita da scuola quando mi blocco all’improvviso sul posto,
lasciando che gli altri mi superino e che lasci in sospeso il discorso che
stavo facendo con Drew, Martin e Sly, su chi sarà la squadra vincente del
campionato di baseball di quest’anno, quando lo vedo…
---NOTA AUDTRICE---
Grazie 1000 per aver letto il
capitolo!
Se avete due minuti
lasciatemi un commento per dirmi cosa ne pensate, ho bisogno della vostra
critica per migliorare!
Un SUPER-KISS e alla prossima!
Ransie88219 ( ScarlettRose92
)