Nickname su EFP e sul forum:
Aria/AriaBlack
Titolo:
Stralci primaverili – quando la notte era lontana
Fandom:
Haikyuu!!
Personaggi:
Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Pairing:
DaiSuga (accennata)
Introduzione:
[DaiSuga | 454 parole | esposizione
universale di Parigi 1889!AU]
Storia
partecipante al
Flash contest – il tempo di un tramonto indetto da Ayumu Okazaki sul
forum di EFP
Quando Sugawara incontra Daichi per la prima volta, si sta
aggirando in
uno degli edifici adibiti all’esposizione.
Non si spiega perché rimanga incantato a
fissarlo: a un
primo sguardo non sembrerebbe niente di più che un giovane
uomo di venti, massimo venticinque anni, con indosso un lungo soprabito
nero, in visita al suo stesso padiglione nell’istante esatto
in cui anche lui si trova lì.
Eppure, al di là di quella sorprendente
casistica, Sugawara
sente che c’è molto di più a legarli.
Note
dell’autrice: in fondo alla storia
Stralci
primaverili – quando la notte era lontana
Una brezza
leggera
attraversa il cielo primaverile. Un suono – una risata
– che prorompe nell’aria, mentre dei bambini
giocano a rincorrersi nel prato poco distante.
In una giornata ideale per trascorrere del tempo all’aria
aperta, gli Champ-de-Mars
si riempiono di persone d’ogni sorta.
Sugawara fa scattare il dagherrotipo, così che anche
quell’immagine idilliaca s’imprima indelebile nel
tempo.
Come previsto, l’esposizione universale ha richiamato a
Parigi un numero esorbitante di visitatori, giunti sin lì da
ogni parte d’Europa – e non solo.
Al di là delle innovazioni scientifiche proposte, quel che
davvero colpisce il giovane fotografo è il clima gioviale
che si respira da un mese a quella parte, coincidendo con
l’inizio di quel mastodontico evento, che si
protrarrà per i successivi sei mesi.
Sugawara sospira, incantato.
Ahh, se solo fosse
sempre così, probabilmente Parigi sarebbe una
città ancor migliore di quanto già non sia.
***
Il treno sbuffa
pigramente, mentre una colonna di vapore si alza
tutt’attorno.
Daichi è seduto nei pressi del finestrino, la guancia
premuta contro il palmo della mano aperta.
Da giorni è in viaggio verso Parigi, attratto –
come molti altri assieme a lui – dall’esposizione
universale che lì si sta tenendo. Ora che si sta avvicinando
sempre di più alla Gare
de Montparnasse, comincia a sentirsi piuttosto impaziente.
Ha cambiato treno diverse volte, dopo la sua partenza dalla Catalogna.
Il pensiero, dunque, di essere arrivato finalmente al suo capolinea lo
elettrizza più di quel che in realtà dovrebbe.
Valuta che, in fin dei conti, tutte le persone presenti su quella
locomotiva sono lì per lo stesso, identico motivo:
l’esposizione richiama a sé chiunque, come luce
per falene.
D’altronde, non è esattamente ciò che
ci si aspetterebbe da un evento dalla simile portata?
Che accomuni le persone,
che faccia battere i loro cuori all’unisono.
***
Quando
Sugawara incontra Daichi per la prima volta, si sta aggirando in
uno degli edifici adibiti all’esposizione.
Non si spiega perché rimanga incantato a fissarlo: a un
primo sguardo non sembrerebbe niente di più che un giovane
uomo di venti, massimo venticinque anni, con indosso un lungo soprabito
nero, in visita al suo stesso padiglione nell’istante esatto
in cui anche lui si trova lì.
Eppure, al di là di quella sorprendente casistica, Sugawara
sente che c’è molto di più a legarli.
Tra
una
chiacchiera e
l’altra, nessuno dei due si accorge di
quanto si sia fatto tardi.
Daichi ha insistito per pagargli la cena, incuriosito da
quella sua
aria sognante e dal dagherrotipo che porta sempre con sé.
Ora stanno camminando lungo la rive
gauche, nei pressi de La
Sorbonne.
I loro pensieri sono leggeri come lucciole – complice anche
il vino dolce che hanno bevuto.
D’un tratto, le labbra di Daichi sono sulle sue,
un contatto
così leggero che Sugawara crede d’averlo sognato.
Quando Daichi fa per allontanarsi, Sugawara lo riavvicina a
sé.
Divorami le
labbra di
baci, se vuoi. Sono tuo.
✖ N O T E S ✖
Ed eccomi qui,
finalmente alle prese con la mia seconda storia su
Haikyuu!!, questa volta su Daichi e Sugawara e, per di più,
per un contest.
Ammetto che ho
molti dubbi per questa storia: faccio schifo a scrivere
flash, volevo inserire un altro pezzo ma poi mi sono dimenticata quale
fosse (e forse è anche meglio così, conoscendo la
mia natura prolissa avrei finito senza dubbio per sforare il limite di
parole x.x”) e inoltre ho paura di aver caratterizzato i
personaggi in maniera pessima, con ogni probabilità proprio
a causa di questa mia incapacità di esprimermi in
così poche parole.
Ad ogni modo, ho
deciso comunque di consegnare la storia al contest
“Flash contest
– il tempo di un tramonto”
a cui partecipa. Prima di tutto perché è quasi un
anno che continuo a ritirarmi da quelli indetti dalla mia amica Ayumu
Okazaki e francamente la cosa stava cominciando a
diventare frustrante
sia per me che per lei (nota bene: questo non significa che, per quanto
possa continuare ad avere dei dubbi in merito a questa fanfiction,
preferisca non pubblicarla. Egoisticamente, visto che ormai
l’ho scritta, preferisco pubblicarla e lasciarla concorrere
lo stesso nel contest, anche per avere almeno così un parere
sincero e disinteressato in merito, che possa aiutarmi a comprendere
ciò che è giusto e le cose che, invece, ho
sbagliato, così da poter comprendere i miei errori, con la
speranza che in questo modo io possa migliorare, in futuro ^^);
inoltre, essendo solo alla mia seconda fanfiction sul fandom di
Haikyuu!!, mi rendo conto che ho ancora molta strada da fare, per cui
preferisco postare comunque la fanfiction, nonostante continui a
vederci una marea di imprecisioni, poiché mi rendo conto che
non c’è modo migliore che il confronto con gli
altri per comprendere quali siano i punti su cui devo lavorare ~
Comunque, vorrei
specificare alcune cose: la storia si svolge nel 1889,
durante l’esposizione universale di Parigi tenutasi in
quell’anno. Ho scelto di ambientare la flashfic in
quest’anno (e non, ad esempio, nel 1900, durante il quale si
è tenuta un’altra esposizione universale a Parigi)
poiché è a quest’edizione che risale la
costruzione della Torre Eiffel. Mi piaceva l’idea che ci
fosse questo monumento a fare da sfondo alla storia, così
come che fosse l’anno della sua inaugurazione ad accompagnare
le vicende dei cari personaggi. L’esposizione di
quell’anno non viene ricordata per particolari innovazioni
scientifiche ma, insomma, Torre Eiffel>>> o^o
Ho deciso inoltre
di presentare per questo contest un’AU
perché notoriamente è il tipo di storie che
preferisco scrivere, forse anche quello che mi riesce meglio (o
più probabilmente, l’unico che io sia in grado di
sviluppare x-x). E poi questa era un’idea che mi frullava per
la testa già da un po’ di tempo, così
con questo contest ho deciso di cogliere la palla al balzo per
svilupparla. Non credo che sia venuta poi così bene, forse
se l’avessi buttata giù come una one shot avrebbe
avuto tutto un altro sapore; per non parlare del fatto che non so
quanto sia conveniente scegliere un’AU per un contest vi ho
mai detto che mi faccio sempre un sacco di pare mentali per qualsiasi
cosa? owo ma come si suol dire, ormai le jeux sont fait,
no?
Basta con questa
Francia. Ci sono stata fino a ieri, ne ho abbastanza
;-;
Il dagherrotipo,
invece, è l’antenato della nostra
macchina fotografica e, stando alle mie ricerche, era in uso in
quell’epoca. Spero di non aver toppato alla grande x.x
Il titolo:
ovviamente Stralci
primaverili fa riferimento al fatto che
la storia si svolge in primavera, mentre il quando la notte era lontana
è dovuto all’ultima parte della storia, in cui
è effettivamente notte, solo che Daichi e Sugawara
probabilmente non se ne accorgono neanche, oppure – se lo
fanno – non ci danno poi così tanto peso,
perché abbagliati dallo splendore del loro amore. Una
relazione omosessuale in quell’epoca era davvero difficile da
sostenere, tuttavia noi non sappiamo come sia andata a finire la
storia: ai posteri l’ardua sentenza ^^
La
caratterizzazione dei personaggi: credo che quella di Sugawara mi
sia venuta meglio e
non certo perché è il mio
personaggio preferito, nono. Forse è anche
perché, nell’esiguità della storia,
è quello che ha maggiore spazio – per quanto io mi
sia impegnata a darne la stessa quantità ad entrambi. Ho
tanta paura per l’IC di Daichi, perché temo che
sia poco in risalto T.T la scelta di un Suga con il dagherrotipo
l’ho trovata molto tenera, ecco forse da cosa sia nata la
decisione d’inserirla ** c’è molta
dolcezza nella sua caratterizzazione e francamente la cosa è
voluta, poiché trovo che sia una connotazione che gli si
addice molto. Anche se non specificato (sigh, i complessi del limite di
parole >w<) nella mia testa sarebbe un artista
– un fotografo, per la precisione – squattrinato,
che vive a Montmartre (la zona parigina degli artisti **) ed
è sempre alla ricerca dello scatto perfetto. Daichi, invece,
è un giovane di origine spagnola, probabilmente un piccolo
imprenditore che, come accennato nella storia, arriva a Parigi
sull’onda dell’inaugurazione
dell’esposizione universale. Nella storia, entrambi
dovrebbero avere venti, massimo venticinque anni e ahwn. No, sul
serio,
scusate se faccio così ma adoro davvero tanto questi due,
sono così teneri e dolcini che non riesco a non amarli.
Come dicevo, la
storia ha una precisa struttura: come avrete potuto
sicuramente ben vedere, si compone di quattro paragrafi. Dovevano
essere due dal punto di vista di Daichi e due da quello di Suga, poi
però il quarto mi è uscito fuori come una cosa
molto ibrida, mentre il terzo non è lungo quanto avrei
voluto, perciò argh.
Faccio pena in queste cose, lo so.
Che altro devo
dire? Ah, sì: diciamo che sia Daichi che Suga
provano (come spero che si sia capito) una forte attrazione
l’uno per l’altro fin da subito, infatti quando
s’incontrano per la prima volta, in uno dei padiglioni
dell’esposizione, si guardano a lungo e Sugawara pensano che
siano, in qualche modo, legati.
Si può trattare di amore
al
primo sguardo, tuttavia francamente preferisco pensare che
sia per un
discorso legato alle anime
gemelle **
Non sapevo se
aggiungere o meno la parte del bacio finale, tuttavia
alla fine ho deciso di lasciarla perché il mio animo da
shipper ha preso il sopravvento, ahimè—
E boh, non so
cos’altro aggiungere. Sono
dell’opinione che una fic, per essere una buona storia, debba
essere comprensibile anche senza le note. So già che non
sarà così per la mia, eppure mi dispiace anche
continuare ad aggiungere altre informazioni qui nelle note. Forse
risulterebbe tutto molto più comprensibile se la smettessi
di aggiungere dettagli su dettagli tanto
è inutile che io
continui a giustificarmi, arriverò in una posizione orrenda
punto e basta--
Forse,
l’unica cosa in cui rivedo l’IC di Daichi
è il suo lavoro d’imprenditore: un giovane uomo
tutto d’un pezzo, con un ruolo di leadership anche nella vita
(così come nella Karasuno). E boh, sto palesemente cercando
di giustificarmi in tutti i modi per cui la pianto, lo giuro.
Niente, credo che
adesso sia tutto. Ringrazio Ayumu che, oltre ad
avermi dato la possibilità di partecipare a questo contest
si è presa la responsabilità di leggere e
giudicare un obbrobrio del genere (poveraccia
çwç). Scusa se mi sono ritirata dagli altri tuoi
contest ma preferivo sempre lasciar decantare bene le idee prima di
consegnare, perché credevo che così sarei
riuscita a scrivere una storia migliore, finendo inevitabilmente per
ottenere l’effetto contrario, ossia che, con lo scorrere del
tempo, l’ispirazione che avevo avuto all’inizio
svaniva, per cui, piuttosto che buttare giù una storia che
non mi convincesse affatto e senza l’illuminazione che avevo
avuto all’inizio, ho sempre preferito lasciar perdere. Questa
volta ho preferito ricorrere ad uno stratagemma diverso, ossia scrivere
la storia prima ancora di iscrivermi al contest. Ripeto, non so quanto
il risultato finale di questa flashfic sia soddisfacente (per me ma
anche per voi), tuttavia ormai era pronta e non avevo voglia di tradire
ancora una volta le aspettative di una persona a cui tengo molto.
Un altro grazie
decisamente sentito va a Marina, che ha letto la storia
prima di tutti e che mi ha incoraggiata a farla concorrere al contest
nonostante continuasse (e, come ho detto, continui tuttora) a non
convincermi del tutto. Lei dice che i personaggi sono IC, per cui
qualora non dovesse essere così sapete con chi prendervela--
E niente,
ovviamente ringrazio anche tutte le persone che leggeranno
questa storia. Se qualcuno dovesse inserirla tra le preferite e le
ricordate non potrei far altro che esserne estremamente lieta
– anche se dubito che ciò possa accadere,
è ovvio. Un feedback tramite recensione è sempre
benaccetto, soprattutto viste e considerate tutte queste mie
insicurezze in merito alla storia, tuttavia ormai sono una persona
immensamente disillusa nella vita, per cui non credo che ne
riceverò, affatto ^^
Okay, basta, ho
scritto anche troppo, fatemi togliere di torno,
sarà meglio—
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