Per Rompere il Ghiaccio

di Kia_1981
(/viewuser.php?uid=987761)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


« Lord! Fermo dove sei!»
Il richiamo adirato che raggiunse Julian un istante prima che riuscisse a mettere un piede sul predellino della carrozza, ebbe lo stesso effetto di un pugnale scagliato con precisione fra le scapole del giovane Cavaliere. Il ragazzo alzò seccato gli occhi al cielo: era sgattaiolato fuori dalla chiesa appena terminata la funzione del mattino, già pregustando la giornata che lo attendeva, ma evidentemente avrebbe dovuto avere ancora un po’ di pazienza. Sfoggiando un sorriso sfrontato, si voltò a fronteggiare la sua nemesi.
«Stuart. Qualunque cosa tu voglia, sappi che dovrai aspettare domani. Oggi non sono di turno e non posso assolutamente rinunciare alla mia giornata libera. Ho già preso impegni»
«Certo, lo so bene che genere di impegni hai preso!», sbottò nervosamente il Capitano facendo un cenno in direzione della sacca che Julian aveva appoggiato a terra. «Ti avverto: se pensi di far scappare ancora una volta Sofia di nascosto per qualche assurdità che ti sei inventato…»    
« Non so di cosa parli», lo interruppe seccato l’altro «Non ho niente del genere in programma. Non per oggi, almeno.»  
Provocare Gabriel era sempre molto divertente.
«Non ti credo. Tu vuoi portare Sofia a pattinare. L’ho vista mentre tirava fuori quei dannati affari e li nascondeva in una sacca. Ho seguito il valletto a cui l’ha affidata per recapitarla al Collegio di Aldenor.» lanciò uno sguardo severo al fratello della sua promessa sposa che continuava a fissarlo in modo apertamente provocatorio. Se fosse stato necessario, gli avrebbe cancellato quel sorrisetto dalla faccia a suon di pugni.
« Spero che tu non le abbia fatto una scenata, per questo motivo. Hai ragione: sto andando a pattinare sul ghiaccio, ma i pattini non sono per Soph. Me li ha semplicemente prestati per la persona che verrà con me.»
Il principe lo studiò, non del tutto convinto.
« Sentiamo; chi sarebbe la fortunata?»
« Non sono affari tuoi » fu la concisa risposta, accompagnata da un sorriso sornione.
Gabriel valutò la reazione, poi sospirò incredulo. Si passò una mano sul volto, scuotendo la testa.
«Non mi dire che si tratta di nuovo dell’Onorabile Megan! Non ti è bastato quel disastroso pic-nic a cui l’avevi trascinata tempo fa?» sogghignò il giovane.
« Non sarebbe stato tanto disastroso, se non fossi arrivato tu!» ribattè Julian seccato.
Gabriel scrollò le spalle: non era certo colpa sua se Julian non si era spiegato a dovere con la propria sorella, creando l’equivoco che aveva contribuito a trasformare un appuntamento galante in un pic-nic di gruppo.
«Smettila di illuderti, Lord. Non avresti concluso niente in ogni caso. Lady Linnett è inarrivabile per chiunque, soprattutto per te », sogghignò il Capitano divertito.
«Dici così solo perché a te è andata male», lo rimbeccò Julian. « Adesso, se non ti dispiace, perdonami ma ho fretta di andare al mio appuntamento. E smettila di dare il tormento a Soph, o ti darò un buon motivo per lamentarti.»
Il ragazzo saltò in carrozza, lasciando l’altro a fissare esasperato la vettura che si allontanava. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3665520