Salve, sono tornata
con un nuovo capitolo
di Blooming Flowers! Buona lettura! =)
Problemi di squadra
I nostri amici combatterono al
torneo e si
classificarono al turno successivo. Anche le ragazze vinsero,
nonostante i
continui litigi tra Ming Ming e Hilary. Le loro schermaglie avevano
causato un
effetto domino: anche le altre avevano cominciato a discutere tra chi sosteneva che fosse colpa di Ming
Ming e chi, invece, che fosse colpa di Hilary;
Mikaru osservava il tutto restando
silente. Passando di fronte alla reception, incontrarono i ragazzi ma
questi, notando che le fanciulle fossero di pessimo umore, decisero di
lasciarle in pace e si diressero in piscina per sedersi al chiosco.
Mikaru, una volta arrivate nella
loro stanza, chiuse
la porta e si volto dalla loro parte con sguardo glaciale:
”Nessuna di noi
uscirà da questa stanza finché non avremo risolto
il problema.”
Le altre, indispettite, si
misero a brontolare, mettendo a dura prova la pazienza
della bionda che, alla fine, sbottò:“Non
volete capire che
ci siamo qualificate per un pelo? Se non riusciamo a collaborare tra di
noi,
come possiamo sperare di poter battere gli avversari? Il gioco di
squadra è
importante! Io so di cosa è capace Mark e ho già
fatto tornei di questo tipo.
Domani abbiamo due partite da giocare, se vogliamo sperare di
arrivare ai quarti; inoltre, in questi ultimi e nelle
semifinali, dovremo giocare in due alla volta!
Se perdiamo
per colpa di stupidi litigi, perderemo ogni
possibilità
di incastrare Mark! Ve lo ripeto un' ultima volta: fatevi un piccolo
esame di
coscienza e finché non avrete risolto i vostri problemi, non uscirete di qui!”
Detto questo, uscì dalla
stanza e le rinchiuse dentro;
le ragazze rimasero qualche istante interdette per la sfuriata subita, poi si ripresero e ognuna
raggiunse il proprio letto
sovrappensiero.
Mikaru camminava per sbollire la
rabbia, finché non si
rese conto di essere arrivata in piscina, dove notò i ragazzi, presso il chiosco, che ridevano e scherzavano tra loro. La struttura era enorme e aveva
un’enorme cupola costituita
da ampie vetrate; la piscina era immensa ed era
costeggiata da innumerevoli ombrelloni e lettini. Oltre la vasca, sulla sinistra, si trovava il chiosco in legno, contenente solo un bancone, dove stava il
barman, mentre i tavoli, protetti da ombrelloni,
stavano sulla destra.
“Certo che non sei
cambiata affatto: quando sei arrabbiata hai sempre
quello sguardo vitreo.” disse una voce
femminile alle sue spalle. La bionda si voltò e vide una
ragazza che stava in
piedi a bordo piscina: aveva i capelli castani, legati in una coda laterale a
sinistra, che le arrivavano poco sotto la spalla e gli occhi
verde oceano. Indossava una T-shirt
elegante nera, un paio di pantaloncini bianchi, dei collant neri e
stivali
bassi dello stesso colore.
“Yuriko, sei proprio
tu?” disse, stupita, la ragazza.
“Non fare quella faccia
sconvolta.” disse la mora, avvicinandosi
“È dura sopravvivere qui dentro ma come vedi sono
ancora
integra. Anche se, ora, sei una mia rivale – sorrise – quindi trattami come
tale.”
Mikaru ghignò
“Effettivamente ho sempre desiderato
battermi con te, sono contenta di poterlo fare,
finalmente.”
Si
guardarono
con aria di sfida, finché Yuriko assunse un’aria
triste “Anche se avrei
preferito non farlo qui.”
“Che intendi
dire?”
“Stai attenta.”
Prima che la bionda potesse
replicare, soggiunse alle
sue spalle Yuri, che l’aveva notata in lontananza
“Mikaru, che ci fai qui tutta
sola?” solo
dopo vide la
mora e sgranò gli
occhi: “Yuriko?”
“Yuri?” chiese
quella, ancora
più sconvolta.
“Voi due vi
conoscete?” chiese la bionda.
“Potrei farti la stessa
domanda.” rispose lui.
“Beh, allora io vado
dagli altri. Ci vediamo dopo.”
disse Mikaru e si allontanò.
I due si scrutarono per un po',
finché Yuriko spezzò
il silenzio: “Nonostante tutti questi anni, sono riuscita a riconoscerti.
Anche se, devo ammetterlo: sei sempre lo stesso.”
“Cosa ci fai
qui?”
“Faccio parte della D.A.
e sto partecipando al
torneo.”
Il viso di lui, che era sempre
imperturbabile, fu
solcato da un’ombra di stupore mista a terrore. Lei
continuò “Mi sono unita a loro perché,
se fossi diventata più forte, avrei
avuto l’occasione di incontrarti di nuovo. Direi che ci sono
riuscita, anche se
ora devo andare.” si voltò di spalle e fece
qualche passo per poi fermarsi: “Ti
prego di non perdere.” e si rimise a camminare,
scomparendo oltre l’uscita.
“Non lo
farò.” disse lui per poi raggiungere gli altri.
Nel frattempo, Mikaru si era seduta vicino a
Kei e di fronte a Takao, Max e Rei. Sorseggiando la sua bevanda in
silenzio, si
chiese come
stessero le altre; inoltre l’apparizione
improvvisa di Yuriko, l’aveva turbata, mentre gli
altri, invece, continuavano a parlare
allegramente. Yuri li raggiunse e si unì a loro; Takao,
notando che la ragazza
era presente solo con il corpo, richiamò
la sua attenzione e disse:
“Deduco dalla tua espressione e dal fatto che tu sia sola,
che hai
litigato con le ragazze. Se non ne vuoi parlare, fai pure. Però vogliamo
sapere una cosa: come vi siete conosciute tu, Hilary, Mao ed Emily? Inoltre, chi era quella
ragazza?”
Mikaru si riscosse dai sui pensieri
e lo fissò confusa; posò la bibita e gli
rispose ghignando: “Ficcanaso come al solito!” lui si
inalberò e gli altri risero “Comunque non sono segreti di stato… Hai indovinato: ho litigato con loro. Stai tranquillo,
risolveremo.” prese un respiro profondo e iniziò a
raccontare: “Io e le ragazze ci siamo conosciute durante un
torneo femminile a
squadre, organizzato dal mio maggiordomo
come regalo di
compleanno, circa due anni fa; per la mia
squadra aveva
ingaggiato le migliori giocatrici di beyblade del primo torneo mondiale, ovvero Mao ed Emily,
più un’altra ragazza
talentuosa, cioè Hilary.”
“Hilary non sa
giocare!”
“Questo lo dici tu! Comunque, appena conosciute, non abbiamo
parlato granché. Abbiamo iniziato a socializzare
quando ci accorgemmo dell’enorme problema di Hilary: aveva un
gran talento ma
non lo sapeva sfruttare. Così, le abbiamo impartito delle
lezioni e, in poco tempo, è
diventata una mini campionessa: riuscimmo perfino a vincere il torneo.
Quell’esperienza ci ha legate tantissimo e, da allora, siamo diventate amiche.”
“Cavoli, non avevo la
minima idea che Hilary sapesse
giocare.” disse Takao
“Questo perché
non hai mai provato a capirla. Takao, sei senza
speranze.” replicò il professor K; gli altri si misero a ridere, mentre Takao diventava
paonazzo dalla rabbia.
“Comunque non ci hai
ancora detto chi era quella
ragazza.” si intromise Max, e gli altri riportarono
l’attenzione sulla bionda. Soprattutto Yuri, che
parve molto interessato
all’argomento.
“Si chiama Yuriko: è l’unica
vera amica che sono
riuscita a farmi, dentro questo posto. Diciamo
che mi ha salvato la vita.”
I ragazzi annuirono e Rei si
rivolse a lei: “Cambiando
argomento: è normale che questo
posto sia pieno di
videocamere?” disse guardando una telecamera, posta
all’estremo lato destro
della piscina.
“Normalissimo: a Mark piace tenere tutto
sotto controllo. Fortunatamente, non ha piazzato i suoi schifosissimi aggeggi nelle stanze da letto e nei bagni,
altrimenti
qualcuno potrebbe lamentarsi.”
Nel frattempo, le ragazze avevano discusso:
tutte ammisero di aver sbagliato e fecero pace. Quindi, decisero di aspettare Mikaru.
La blader si trattenne a discorrere con
i nuovi amici per un’altra ora, poi li
salutò e si avviò in camera: quando aprì la porta,
trovò
le ragazze sedute in cerchio e le dissero che la stavano aspettando per
parlarle. Lei, un po' stupita, si accomodò in mezzo a
Mao e Emily, aspettando il verdetto.
Mao parlò a nome di
tutte: “Ci dispiace moltissimo: ci siamo comportate da
sciocche, senza pensare alle conseguenze
delle nostre
azioni. Quindi ne abbiamo discusso tra di noi e abbiamo deciso di
collaborare
per il bene della squadra. Puoi perdonarci?” la guardarono in
attesa di
risposta.
Mikaru le guardò negli
occhi, una per una: “Posso
fidarmi di voi?”
Le ragazze annuirono e lei,
vedendole determinate,
sentenziò: “D’accordo: vi siete meritate
un’altra
chance. Ma vi avverto: se vi comporterete nuovamente in questa maniera,
non ci
penserò due volte prima di richiudervi dentro.”
Le sorrisero e si gettarono su di
lei abbracciandola,
cogliendola alla sprovvista; perse l’equilibrio e cadde
all’indietro insieme a
loro. Dopo un iniziale attimo di smarrimento, tutte si misero a ridere.
“Direi che ora ci serve
un nome per la squadra. Che ne
dite di Blooming Flowers?” Chiese la bionda.
“È bellissimo!” disse Mao e anche le
altre
concordarono.
Si rialzarono e Mikaru, assumendo i
modi di fare di un
sergente, tuonò: “Allora è deciso.
Soldatesse, ai vostri letti! Domani ci
aspetta una giornata di guerra!”
Le altre risposero facendo il
saluto militare:
“Sissignora!” e si misero a ridere mentre
raggiungevano il loro letto, per andare a dormire.
FINE SESTO CAPITOLO
Cosa
capiterà ai nostri ragazzi? Lo
scopriremo nel prossimo capitolo! A presto =)
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