Fear

di Mick_ioamoikiwi
(/viewuser.php?uid=178147)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Fear

Mi avvicino indifferente alla grande casa in cui ci siamo spacciati per marito e moglie ma la porta è spalancata. Istintivamente penso "Ti prego, non lei". Non sono pronto per perdere anche lei.
Varco la soglia accolto da un silenzio tombale e da un forte odore metallico che riesco a percepire persino in bocca: il pavimento è un caos totale e il mio occhio si perde in mezzo a tutta quell'accozzaglia di impronte di scarpe, cocci di ceramica e mobili rovesciati: "Ti prego, fa che sia viva. Non ho mai creduto in Dio ma, se esisti, fa che non le sia successo nulla". Salgo al piano superiore e la gola mi si secca improvvisamente: faccio un enorme fatica a deglutire mentre i miei occhi, umidi di lacrime amare, si soffermano sul sangue che ha imbrattato la moquette e i muri bianchi. Quegli schizzi arteriosi e le impronte fangose che percorrono i gradini della scala mi fanno accapponare la pelle, riempiendomi di paura. Provo a chiamarla ma nessuno risponde al mio richiamo: non riesco a scrollarmi di dosso la consapevolezza che le è successo qualcosa mentre io non ero lì con lei a proteggerla. Anzi, sono stato io ad averla messa in questa brutta situazione; no, non me lo perdonerei mai.
Sento i conati di vomito che premono per farsi strada e uscire. Riesco appena a farmi venire un po' di saliva e deglutire, mentre trattengo le lacrime a fatica: sono quasi sul punto di piangere quando sento un rumore sommesso provenire dalla camera da letto nella quale, il giorno prima, avevo scherzato con lei.
Quanto avrei voluto dormirle accanto... ecco, questo forse sarebbe il più grande rimpianto della mia vita.
Mi faccio coraggio e spingo lentamente la porta, che si apre con un lieve cigolio.
«Mulder, sei tu?»
Quella voce cristallina e familiare mi fa trasalire, come ridestato da un sogno infinito; sento i nervi e i muscoli sciogliersi e distendersi mentre quel nodo, che sentivo allo stomaco, svanisce lasciando posto a un meraviglioso sollievo grande quasi quanto questa casa. 
Scully è viva.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3667203