A silent night.
Al mio Garfield.
E’ notte fonda e alla Titans Tower nessun rumore è percettibile all’orecchio
umano.
Tutto è fermo, tutti dormono.
Raven siede composta sul divano della sala comune dei
Titans; come spesso accade, è impossibilitata a dormire
per via dei cruenti incubi che incorrono nel suo riposo.
Essere un mezzo-demone la svuota di ogni singola percezione positiva del mondo,
in particolar modo proprio quando, durante la notte, i suoi sogni non sono
altro che continue visioni riguardanti le innumerevoli uccisioni che suo padre
continua a compiere quotidianamente per placare la sua sete quotidiana di morte
e di crudele divertimento.
Lo stesso baratro malvagio di cui sogna prova a trascinarla verso sé e per
quanto ella provi a combattere contro la sua medesima natura, sa che il giorno
della sua rinuncia arriverà e che si lascerà andare.
L’unica cosa che spera è che in quel giorno non le siano vicine le uniche
persone a cui tiene nella sua vita, per timore di ferirle in qualsiasi modo.
Attira le ginocchia a sé e poi vi poggia la testa sospirando.
Durante la notte preferisce indossare un abbigliamento più consono al riposo
(per quel poco in cui riesce effettivamente a riposarsi) e di conseguenza è
senza il suo abituale mantello, cosa che la destabilizza alquanto. Detesta non
avere quella sorta di protezione verso il mondo esterno.
«Ehi Rae.» si sente chiamare da un tono di voce tanto
conosciuto quanto basso, come se questo non volesse spezzare la quiete creatasi
nell’edificio.
Raven alza la testa piano e grazie alla sua vista
abituata alle tenebre, individua facilmente la figura di Beast
Boy. «Ehi.» ricambia il saluto guardandolo. Si accorge che come lei anch’egli
sta cambiando, lasciando i suoi tratti di fanciullo che l’hanno sempre
diversificato dagli altri al passato; adesso egli possiede dei tratti più
adulti, che mantengono però ancora di un poco la loro vecchia docilità.
«Ti va una tazza di the?» le chiede il ragazzo. Lei annuisce quasi
impercettibilmente. «Ritorno fra un attimo allora, non sparire nel tuo baratro
inespugnabile, Rae.»
Nuovamente sola, Raven si ritrova a pensare a quanto Garfield riesca sempre ad avere un occhio di riguardo verso
tutti, dando però sempre più attenzione a lei. Essendo empatica, ella è già a
conoscenza dei sentimenti che il ragazzo nutre per lei e neanche il suo cuore
filtrante di una malvagità che non ha mai desiderato non può che provare un
lieve calore dato dalla gratitudine verso questi e da un sentimento che non ha
ancora afferrato in pieno.
«Sono felice che tu non sia sparita come fai di solito.» torna affermando Beast Boy porgendole una delle due tazze colme di the
caldo. «Sveglia da molto?»
«Mh-mh.» risponde apaticamente la ragazza ancora
immersa nei suoi pensieri mentre porta la tazza alle labbra e bevendo un
piccolo sorso della bevanda.
«Anche io, sai?» continua imperterrito il ragazzo; nonostante solitamente il
comportamento chiuso di Raven abbia provato ad
allontanarlo, egli non ha mai smesso di provare a capirla, di starle accanto.
La guarda, poi continua: «Sai, oggi è l’anniversario della morte dei miei
genitori.» ammette.
Raven ha un sussulto. Non si aspettava che Garfield fosse così aperto nel parlare di un argomento che
da anni a questa parte ha deciso di seppellire nel suo cuore per via del dolore
troppo grande da affrontare.
«Non sei costretto a parlarne se non te la senti.» prova a dirgli alzando il
capo e guardandolo con lieve apprensione.
Beast Boy le sorride. «Non preoccuparti.» la
tranquillizza. «Ho capito che se non mi deciderò ad affrontarlo, non riuscirò
mai a vivere in pace con me stesso.»
La ragazza lo guarda ora con più curiosità. Non lo aveva mai sentito
pronunciare delle parole così serie riguardo ciò che era meglio per lui.
Era già consapevole del fatto che spesso egli nascondesse tutta la sua
intelligenza e spesso molti eventi tristi dietro quotidiane battute e scherzi,
ma averne una testimonianza così diretta è per lei causa di grande confusione.
«Era il venticinque maggio di undici anni da, eppure lo ricordo come se fosse
appena accaduto.» comincia. «Nonostante sia passato tutto questo tempo,
nonostante tutti mi abbiano sempre detto che non è stata colpa mia, non posso
fare a meno di pensare che avrei potuto fare qualcosa per loro, qualcosa per
salvarli.»
Raven abbassa lo sguardo. Ha notato come la voce del
ragazzo abbia iniziato a rompersi mentre
andava avanti con il breve racconto e di conseguenza decide di avvicinarvici. Dopo
aver poggiato la sua tazza sul tavolino ed anche quella del ragazzo presa dalle
sue mani tremanti, si lascia andare all’impulso e lo abbraccia. E’ un abbraccio
goffo, dovuto al fatto che ella non mostra mai i suoi sentimenti, ma è tutto
ciò che le è venuto in mente, seppur questo vada completamente contro se
stessa.
Beast Boy sussulta per un secondo per via del gesto
della ragazza, ma poi si riprende velocemente e con un lieve sorriso intriso da
una lacrima che scende solitaria lungo la sua guancia, ricambia il gesto di
affetto. Sa quanto per Raven sia difficile mostrare i
propri sentimenti e non può non esserle, per questo motivo, più che
riconoscente.
«Come ben sai, mio padre è Trigon, un demone, mentre
mia madre, Arella, una semplice umana.» parla con voce pacata Raven. «Per questo motivo sono quella che sono, uno scherzo amaro del destino. Riconosco
che non sarei mai dovuta venire al mondo: sono una creatura oscura e per tal
motivo il mondo stesso ha fatto sì che sia la piaga più grande contro
cui i miei stessi amici, le medesime
persone che ho imparato a volere bene, un giorno dovranno combattere.»
«Non–» prova a parlare Beast Boy, ma la ragazza lo
induce al silenzio.
«Fammi finire.» comincia riprendendo il discorso. «So cosa starai pensando… Che
non è così, che sono diversa da mio padre e così via. So di esserlo, lo so, fortunatamente.
Ma so anche con certezza, attraverso i miei poteri e ai miei sogni, che questo
accadrà. So perfettamente che un giorno dovrò morire per salvare l’umanità da
mio padre e da me medesima. Lo so ed è per tal motivo che provo a tenermi il
più lontana possibile da ogni tipologia di sentimento, da ogni tipo di
relazione possibile.» conclude allontanandosi lievemente dal ragazzo e
sciogliendo l’abbraccio per guardarlo negli occhi.
«Perché?» chiede Beast Boy con una voce ancora
spezzata e abbassando lo sguardo. «Perché dici questo?». «Perché come te
adesso, io ho imparato già da un po’ ad accettare ciò che mi è accaduto e ciò
che mi accadrà.» rivela Raven.
Garfield poggia una mano su quella della ragazza e
rialza lo sguardo verso di lei.
«Non lo permetterò.» afferma sicuro.
La mezzo-demone lo guarda con apprensione. Sapeva già che non avrebbe demorso
affatto.
«Anche a costo della mia stessa vita, Rae, ti giuro che non lo permetterò.».
Si avvicina ulteriormente a lei, quasi a poggiare la testa sulla sua spalla.
«Non credermi se vuoi, pensa pure che sarà impossibile e pensa anche ad ogni
singolo modo per tenermi lontano dal sacrificarmi o fare tutto ciò che è in mio
potere per salvarti, ma sappi che non rinuncerò mai a lasciarti andare. Ho già perso
le due persone più importanti della mia vita quando ero appena un bambino, non
intendo perdere anche te.»
Ritorna nel cuore di Raven il calore che aveva
provato prima, quando aveva visto per la prima volta quella notte il ragazzo;
chiude gli occhi e ripete il suo mantra per calmare le emozioni che stanno
crescendo dentro di sé prima di perdere il controllo dei suoi poteri.
Dopo pochi minuti di silenzio, Beast Boy ricambia il
gesto della giovane e la abbaraccia a sua volta.
«Non è né il momento e né il luogo, me ne rendo conto.» comincia egli. «Ma Raven, sappi che per me non sei un demone. Non lo eri, non
lo sei e non lo sarai mai, perché giorno dopo giorno ho imparato a conoscerti e
seppur poco alla volta, ho imparato a vedere la tua vera natura. So che non sei
malvagia e non lo sarai mai, così come sono certo che ti amo.»
Raven in un primo momento non trova alcuna parola da
poter dire.
Non la trova veramente neanche quando prova a sussurrare qualcosa, ecco perché
riesce a malapena a sussurrare un «Io.. Io non–».
Raven non vuole questo. Non lo voleva prima e continua
a non volerlo affatto.
Ella ha sempre provato a distaccarsi in tutti i modi possibili dal ragazzo per
non farlo soffrire (anche se riflettendoci, la scelta era stata dovuta anche ad
un certo egoismo, poiché anche lei stessa ne avrebbe sofferto molto) quando
sarebbe stato il momento, eppure eccoli qui a dichiararle il contrario per il
quale lei aveva lavorato tanto a lungo.
Gli aveva raccontato ciò solo per renderlo più forte, per dargli la convinzione
che non era solo, che lei lo capiva in quel brutto momento. Gli aveva parlato
con sincerità perché voleva essere più umana per una volta, ma la cosa le si è
ritorta contro.
“Come sempre, del resto.” avrebbe pensato
Raven se solo
i suoi pensieri non fossero stati così confusi come lo sono adesso.
«Ti prego, Raven.» riprende ancora una volta il
ragazzo. «Permettimi di salvarti quando sarà il momento e.. fino ad allora,
permettimi di starti accanto. Non posso vederti in questo stato. Voglio che tu sia
felice. Te ne prego.»
Senza neanche più rendersene conto, Raven annuisce
lievemente con gli occhi che esprimono tanta più incredulità di quanto ella
abbia mai provato nella sua vita e con poca energia a disposizione, prova a
fermare i suoi poteri prima che le emozioni prendano totalmente il controllo di
lei e distruggano la Torre.
Chiude poi le sue palpebre e ripete il suo mantra, ma è solo quando Beast Boy l’attira a sé in un altro abbraccio che si rende
conto che quel ragazzo riesce a calmarla come mai nessuno prima d’ora.
«Grazie.» sussurra prima di scivolare in un sonno oramai privo di incubi,
cullata dalle braccia del ragazzo che ha deciso di non lasciarla mai andare.
Pochi minuti dopo, anche Garfield si addormenta nel
tepore dell’abbraccio.
Ringrazia i suoi genitori per averlo salvato, di avergli dato quegli assurdi
poteri che gli permettono adesso di poter a sua volta salvare chiunque ne abbia
di bisogno e di poter soprattutto salvare la donna che ama.
Infine, promette loro di vivere felicemente e di ricordarli con amore e non più
con tristezza.
Nel frattempo, nel blu scuro della
notte, due stelle comete tracciano il loro percorso cristallino, quasi a
sugellare la promessa fatta dal ragazzo.