…your can't tell me it's
not worth tryin' for
I can't help it there's nothin' I want more
I
would fight for you,
I lie for you
Walk the wire for you, I'd die for you
You know it's true
Everything I do,
I do it for you
[Bryan Adams – (Everything
I do) I do it for you]
In tutta la
sua vita non ha mai ragionato d'istinto, né tantomeno, agito
senza pensare alle
conseguenze delle sue azioni.
Forse, avendo vissuto tutta la vita nell'ombra di Lord Asano e dei
suoi Samurai, ha assimilato il loro stesso comportamento e stile di
vita senza
che nessuno si sia assunto il compito di insegnarglielo. Del resto, a
un
reietto come lui perché avrebbero dovuto?
Suo malgrado gli sfugge un sogghigno.
L'emarginato, il mostro che
meritava
solo di morire e che viveva grazie alla benevolenza di Lord Asano, ora,
èutile alla causa. Lancia
un'occhiata
fugace a Oishi e inspira silenzioso, l'animo diviso tra il voler agire
e il
ferreo autocontrollo che si è imposto. Un passo falso e
tutto sarebbe perduto.
Settimane di sforzi e preparazione spesi invano. Mesi di umiliazione
gettati al
vento.
I Samurai non hanno
motivi per
comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la
propria forza:
un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale
dimostrazione di rispetto
esteriore un uomo è poco più di un animale.
Quante
volte ha sentito
Oishi impartire quella lezione a Chikara?
Così tante che potrebbe sciorinare tutti e sette i principi
del Bushidō a
memoria, senza esitare.
I Samurai non hanno
motivi per
comportarsi in maniera crudele.
Ma la rabbia
che prova da tempo e che si è acuita da quando ha messo
piede nel castello di
Kira lo spingono verso un comportamento diverso.
Un Samurai
è gentile anche con i nemici.
Ma quando ha
rivisto Kira, tronfio e arrogante, la gentilezza è venuta
meno per lasciar
posto alla sete di vendetta che l'ha guidato, che ha guidato tutti
loro, per
quasi un anno intero.
Vendetta per Lord Asano, loro signore, e vendetta per Akō, caduta nelle
mani
nemiche.
Vendetta per
Mika, da un anno preda di Kira e della sua strega.
Il suo sguardo corre a lei senza esitazione alcuna, vestita
nell'elaborato
kimono nuziale accanto al vigliacco che ha rovinato le loro esistenze
per la
sua sete di potere.
Lui non è un Samurai –quante
volte Oishi
e non ultimo Yasuno gliel'hanno ripetuto, con un disprezzo
incalcolabile?-,
potrebbe agire senza dar retta al Bushidō e affondare la katana nelle
carni di
quel verme, testare su Kira le capacità acquisite con i
Tengu, lavare il disonore
caduto su Ako e il suo protettore con il suo sangue.
Potrebbe fuggire lontano, ricominciare da capo. Con Mika.
Potrebbe, potrebbe.
Ma non può. O tutto il piano ideato da Oishi crollerebbe
miseramente nel loro
sangue prima che la vendetta sia compiuta, e Mika resterebbe
prigioniera per
sempre.
Mika.
"Ne è
valsa la pena, ciò che hai provato
nel mondo esterno? L'amore per una donna che non potrai mai avere?"
Sì. Del resto
è vivo, grazie all'amore che nutrono l'uno per
l'altra.
"Qualunque cosa tu
faccia, Mika non
potrà mai essere tua, in questa vita."
Conosce bene
il suo destino. Qualunque azione intrapresa dopo la morte di Lord Asano
e la
decisione di vendicarlo, non può portare ad altro che alla
morte. Lo sa fin
dall'inizio.
Ma per lei,
vale la pena tentare quell'impresa.
"Allora abbraccerò la morte e
pregherò di rincontrarla nella prossima."
Perché
per
lei, per Mika, vale la pena morire.
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