◊ DOLCE
FIAMMA ETERNA ◊
Yoongi sorrise.
Non se ne accorse
nessuno in realtà, perché era un sorriso piccolo
e sommesso, un po’ storto e nostalgico. Era un sorriso che
nascondeva tanti pensieri a cui spesso non veniva mai data una voce.
A far sorridere Yoongi
in quel modo era la spintarella di Hoseok che l’aveva fatto
barcollare insieme a Taehyung, l’euforia del concerto appena
terminato ma di cui era ancora palpabile l’emozione, gli
scherzi stupidi di Jin e Jungkook, i piccoli rimpianti degli errori
fatti sul palco, le lamentele innocenti di Namjoon, l’eco dei
cori che ancora gli rimbombavano nelle orecchie dopo aver salutato il
pubblico, ma soprattutto quel dolce solletico che sentiva dentro ogni
volta che alzava gli occhi dalle sue oscure riflessioni e trovava il
luminoso sorriso di Jimin ad accoglierlo.
Era diventata
un’abitudine dolceamara. Il petto gli si stringeva ogni volta
che ci pensava, ma non poteva più farne a meno. Era bello
trovare quegli occhi ogni volta che li cercava e la cosa che
più gli piaceva era che non aveva bisogno d’altro
per ottenere quel contatto. Bastava davvero poco: che Jimin gli finisse
accanto con un passo, che gli sorridesse con discrezione o anche che
senza guardarsi le loro spalle si toccassero. Piccoli gesti di una
semplicità e di una naturalezza disarmanti per cui lo
sapeva, le fan impazzivano di felicità e per cui
sì, Yoongi sapeva anche questo, quel dolce solletico gli
accarezzava il cuore.
Ma Yoongi sorrideva
perché rideva di se stesso. Davvero era così
sensibile? Anche più di Hoseok, che aveva ricambiato la
dichiarazione d’amore di Taehyung con un sorriso senza alcun
crollo emotivo, nonostante covasse dentro di sé innumerevoli
insicurezze?
Forse Yoongi non era
un ragazzo sensibile, ma solamente un codardo. Non avrebbe mai potuto
lanciarsi in una simile impresa, non sarebbe mai riuscito a rivelare i
suoi sentimenti ancora confusi. Era stato abbastanza spaventoso farci i
conti da solo.
Ma adesso non poteva
certo pensarci, perché quell’adorabile incapace di
Jimin non sapeva difendersi dalle battute dei suoi stessi maknae e
Yoongi si sentì in dovere di intervenire.
Era in momenti del
genere che si chiedeva come avesse fottutamente fatto ad innamorarsi di
lui.
- Sei stato un
ladruncolo sleale, Jungkookie.- esordì sedendosi stancamente
sul vecchio divano del camerino. - Jiminie non è arrivato a
prendere al volo il peluche che gli hanno lanciato, perché
è troppo basso.-
L’aveva
detto con tutta la nonchalance del pianeta e ciò non
produsse le reazioni desiderate, ma Yoongi non ne era turbato. Essere
hyung aveva i suoi vantaggi anche in quel caso.
- Grazie, molto
d’aiuto!- si lamentò Jimin, sedendosi accanto a
lui dopo avergli dato un calcio appena accennato alle caviglie.
Jungkook non faceva
che ridere insieme a Taehyung e alle spalle di quest’ultimo
comparve Hoseok, che si infilò a sua volta nel discorso:
- Anche Tae mi ha
rubato un Pikachu prendendolo al volo, ma non è affatto
basso!-
- Ah, tu sei di parte,
Hoseokie.- replicò subito l’amico, suscitando
risate ancora più acute da parte di Jungkook e stavolta
anche Jimin. - E comunque ho visto che te l’ha ridato subito!-
Taehyung si
coprì timidamente parte del volto con una mano,
sciogliendosi nelle braccia di Hoseok che lo cinsero forte da dietro.
- Perché,
tu non sei di parte a difendere Jimin?- ribatté ancora il
ballerino.
- Io?-
Yoongi ebbe la
sensazione che per un’impercettibile frazione di secondo il
tempo si fermasse e diventasse eterno. Una cascata di frasi avrebbe
potuto dire in merito, rispondendo che non solo era di parte, ma
avrebbe difeso Jimin anche se fosse stato un serial killer.
Ma non era qualcosa
che avrebbe potuto dire di fronte ai suoi compagni più
giovani senza perdere la faccia.
- Io sono innanzitutto
dalla parte di me stesso.- concluse Yoongi portando arrogantemente le
mani dietro la testa con un ghigno.
Un lieve boato intorno
a lui gli attribuì la vittoria di quella battaglia verbale,
ma preso dall’evento non aveva ancora del tutto registrato
vicino a sé la presenza di Jimin, che ridacchiò:
- Non ho ancora capito
se mi stai aiutando o no …!-
- Uhm.- Yoongi fece
finta di pensarci, con gli occhi altrove. - Forse.-
La breve risata
soddisfatta di Jimin fu come un timido tintinnio di campanelle.
Sorrise, mentre aveva ancora lo sguardo girato dall’altra
parte, e lasciò che il ragazzo appoggiasse una guancia sulla
sua spalla. Solo dopo qualche attimo di immobilità si
voltò a guardarlo con espressione più rilassata.
Era un altro di quei
momenti che non necessitavano di parole superflue. Yoongi
sentì ancora quella tiepida carezza al cuore, la certezza
che stesse andando tutto bene perché Jimin era al suo
fianco. Gli era sinceramente grato del fatto che anche lui avesse in
qualche modo accettato quel tacito rapporto.
Rapporto che a Yoongi,
tuttavia, iniziava a star stretto. Perché Jimin aveva
così tanto di buono, che se ne sentiva quasi soffocare.
- Chi vuole da bere?-
echeggiò allegra la voce di Seokjin dal fondo del camerino.
I tre che Yoongi aveva
davanti risposero al richiamo del più grande e si fiondarono
verso di lui, per avere un sorso di qualsiasi cosa che potesse
risollevare le loro membra dopo il lungo concerto. Cosa di cui
però non sentiva il bisogno Yoongi, che preferiva altri
rimedi.
- Io passo!- fece,
tirando indietro la testa e rilassandosi sul divanetto. - Sto qui e
cerco di raggiungere il nirvana.-
Stava già
chiudendo gli occhi, quando a disturbare il suo intento come un
folletto dispettoso giunse la vocetta di Jimin, pericolosamente vicina
al suo orecchio:
- Ma se a momenti
raggiungi la mensola in alto del tuo armadio!-
Il piede di Yoongi si
mosse per puro riflesso incondizionato per colpire il polpaccio del
più giovane, il quale ridacchiò e fece un cenno
con la mano per congedare i compagni nella stanza accanto. Nemmeno lui
aveva voglia di bere, anche perché si sentiva a pezzi e un
gran sbadiglio ne fu la prova.
- Yoongi-hyung
… - mugugnò, posando nuovamente la testa sulla
spalla di Yoongi e stavolta mettendosi anche comodo intorno al suo
braccio.
L’altro non
aveva la forza né fisica né mentale di opporsi al
gesto, in balia di mille pensieri e formicolii sparsi che lo stavano
facendo impazzire.
- Mmh?-
- Posso dormire su di
te?-
- Perché
dovresti dormire su di me?- fu la sua risposta pigra.
Jimin non pareva
intenzionato a desistere, aveva già gli occhietti chiusi e
un ghignetto soddisfatto sul volto.
- Non ho voglia di
alzarmi.- disse con un tenero mugolio. - E poi tu sei comodo.-
Ok, forse Yoongi si
trovava già nel mondo dei sogni. Non era la prima volta che
Jimin si attaccava a lui come un koala, certo, ma avere uno stretto
contatto fisico con lui proprio in quel momento che era stanco e
vulnerabile, beh, gli suonava quasi come sleale.
Sospirò e
si passò la mano libera sugli occhi, massaggiandosi
brevemente la fronte.
- E va bene.- si
arrese. - Ma se ti addormenti in una posizione strana e ci prenderanno
in giro, te la farò pagare!-
Il suo avvertimento
era stato convincente anche pronunciato con voce spossata, ma Jimin ne
era tutt’altro che intimorito.
- Okay!- fece con
evidente contentezza, muovendosi già per trovare una
posizione strategica.
Yoongi dovette
ammettere, tutto sommato, che al di là del valore emotivo
Jimin era comodo e Yoongi era comodo a lui. Probabilmente era merito
dei loro corpi di proporzioni simili e discrete – anche se il
fisico di Jimin, con tutti i muscoli che si era fatto nel tempo, non
poteva certo definirsi discreto, ma il rapper non era sicuro di voler
affrontare quell’argomento per
l’incolumità del suo cuore.
Era già
un’esperienza coinvolgente sentire le braccia del
più piccolo avvolgersi con calma intorno ai propri fianchi,
mentre gli si sedeva in grembo e posava una guancia sul suo petto con
le gambe allungate sul divano. In quella posizione Yoongi poteva
cullarlo come se fosse stato un bambino e il pensiero lo fece sorridere
appena, siccome non era troppo lontano dalla realtà.
In quel momento erano
solo loro due, legati in un abbraccio innocente che avrebbe sciolto il
cuore di chiunque, perciò Yoongi pensò di poter
abbassare la guardia e mettere l’orgoglio da una parte per un
po’. Cinse la vita di Jimin con un braccio e con
l’altro cominciò a trafficare con il cellulare per
mettere a tacere i pensieri. Jimin non emise un fiato e
restò lì fermo a godersi quel dolce tepore.
Yoongi non aveva idea
di quanti minuti fossero passati realmente, ma seppe che ne erano
passati parecchi quando Seokjin e Namjoon apparvero nel camerino e lui
si era ormai rassegnato al battito accelerato del suo cuore e alle
maledizioni mentali continue per come fosse difficile avere la sua
cotta ufficiale in braccio.
I due si fecero
improvvisamente silenziosi e guardarono Yoongi e Jimin con grandi occhi
curiosi.
- Che
c’è?- chiese il primo sbattendo le palpebre.
Namjoon gli fece segno
che il più piccolo si era addormentato e Yoongi avrebbe
pagato oro a quintali pur di poter vedere la sua espressione, ma non
poteva perché la sua testa era rimasta sul suo petto tutto
il tempo. Seokjin mise una mano in tasca con sguardo furbetto e il
rapper che era rimasto intrappolato nell’abbraccio di Jimin
non se lo fece sfuggire.
- Non ci provare.-
sibilò in sua direzione con le orbite spalancate non appena
vide che stava estraendo il telefonino. - Giuro che ti uccido.-
La reazione del suo
hyung fu una risatina soffocata nelle mani, ma obbedì
comunque e fece per allontanarsi trascinando un braccio di Namjoon.
Quest’ultimo lanciò delle occhiate fin troppo
eloquenti verso l’amico:
- Noi andiamo a vedere
l’arena vuota …!-
Yoongi
afferrò il cellulare con cui stava smanettando fino a un
minuto prima e minacciò di lanciarglielo contro, se non
fosse sparito dalla sua vista in tre secondi. Quando fu di nuovo solo
con Jimin, tirò un gran sospiro e poggiò
stancamente il capo all’indietro.
Restò
immobile a lungo e si concentrò sul lieve movimento delle
spalle di Jimin che si alzavano e si abbassavano a ritmo con il suo
respiro. Mosse il braccio che gli cingeva la schiena in una carezza
leggera e Yoongi pensò che forse il nirvana
l’aveva raggiunto veramente.
- Dormi bene.-
sussurrò quasi senza rendersene conto con un sorriso
malinconico, prima di posare le labbra tra i suoi capelli in un tocco
leggerissimo.
Yoongi
ringraziò la buona sorte che gli aveva concesso di farlo
senza gli occhi di nessun altro addosso e per una volta si decise ad
abbandonare i tormenti del suo cuore e a lasciarsi andare.
*
Jimin non seppe dire
se si fosse svegliato con un motivo preciso. Forse era stata la risata
stridula di Jin che rimbombava in lontananza nell’arena vuota
o magari il petto di Yoongi che si sollevò un po’
più del normale in un respiro profondo. Quando
aprì gli occhi, comunque, realizzò di essersi
davvero addormentato sopra di lui … e si
sentì confuso.
Si strofinò
un occhio e fece per scostarsi, ma la testa di Yoongi appoggiata sulla
sua glielo impedì. Ci mise alcuni abbondanti secondi per
capire davvero in che posizione si trovava e percepì le
guance accaldarsi di colpo.
Quell’accenno
di movimento che Jimin aveva compiuto nel tentativo di mettersi seduto
composto fece in modo che Yoongi si muovesse a sua volta e si
svegliasse. Il più giovane allora poté
allontanarsi dal suo petto e guardarlo: il rapper stava sbadigliando ed
aveva già le braccia tese per potersi stiracchiare.
Non aveva parole per
dire quanto lo trovasse carino.
- Che ore sono?- fece
Yoongi con la voce ancora impastata dal sonno. - Alla fine mi sono
addormentato veramente … e tu? Alla fine ero comodo, eh?-
Era abituato a
nascondere quanto gli piacesse avere un contatto fisico con Jimin
attraverso qualche osservazione o battuta ironica, ma di certo non si
aspettava di trovare come risposta un’espressione a dir poco
terrorizzata e due gote rosse da far invidia a due pomodori maturi.
- Jimin, tutto ok? Hai
dormito male, ero scomodo?-
Solo in quel momento,
quando Yoongi gli si avvicinò al punto che la
curiosità dei suoi piccoli occhi scuri era impossibile da
non notare, Jimin sbatté le palpebre e sembrò
tornare alla realtà dopo un viaggio mentale infinito.
- No … -
mormorò scuotendo il capo, per poi accennare un sorrisetto
nervoso. - No, alla fine eri proprio comodo … -
L’altro ne
parve persino soddisfatto e pattò amichevolmente la sua
schiena:
- Meglio
così, possiamo riposare ancora finché non tornano
gli altri, se vuoi.-
Eh no. Se in uno
slancio di intraprendenza prima aveva chiesto al suo hyung di dormirgli
addosso, stavolta Jimin non avrebbe ceduto. Era troppo, troppo
imbarazzante.
- Tranquillo, non
serve … - rispose con lo stesso sorriso forzato. - Ho
riposato abbastanza.-
Yoongi
sembrò non notarlo, ancora mezzo assonnato:
- Puoi approfittarne,
sai? Stasera mi sento buono … Dopotutto anche tu sei comodo,
piccolo come sei!-
Ma Jimin non era
più dell’umore di ridere alle sue battute o
prendersela per essere stato preso in giro per la statura per
l’ennesima volta. Strinse le labbra ed abbassò lo
sguardo, accendendo sul serio solo ora l’attenzione del
più grande.
- Hyung,
così renderai tutto più difficile … -
Dovettero passare
alcuni istanti di totale silenzio perché Yoongi comprendesse
il vero significato di quella frase. Scattò seduto dritto in
tempo record e Jimin già si mordeva il labbro inferiore in
segno di pentimento.
- Aspetta, cosa?-
- Niente, lascia
perdere …!- si affrettò a chiarire
l’altro, senza azzardarsi a sollevare lo sguardo.
Il cuore di Yoongi era
ormai partito come un treno e non gli sembrava vero di avere davanti lo
stesso Jimin che poco prima si era placidamente addormentato in braccio
a lui. Se entrambi avevano avuto gli stessi tormenti, le stesse
emozioni contrastanti, allora doveva assolutamente saperlo.
- No, ehi, non
lasciamo perdere.- lo riprese Yoongi con la fronte corrugata. - Che
significa?-
Jimin lo
guardò con gli occhi grandi, dubbiosi e intimiditi.
Passarono istanti
interminabili e silenziosi, entrambi alla ricerca di una qualche
sicurezza nello sguardo dell’altro. Se Yoongi faceva i conti
con i suoi sentimenti tutti i giorni, beh, Jimin faticava innanzitutto
a riconoscerli e ad accettarli. Non sapeva mai se quello che provava
era l’emozione trasmessagli dal suo lavoro,
l’affetto che lo univa a tutti i membri del gruppo oppure,
proprio nel caso di Min Yoongi, qualcosa di molto di più.
Qualcosa di profondo che ora stava ritrovando nei suoi occhi scuri e
indagatori, occhi che per lui avevano sempre avuto una sfumatura
gentile e dolce e che dolce era proprio perché nessun altro
riusciva a vederla. Jimin non ne era mai stato veramente consapevole,
ma voleva che Yoongi si comportasse e guardasse in quel modo lui e lui
soltanto.
Deglutì a
vuoto e scese dalle sue gambe mettendosi seduto accanto a lui, con un
sospiro che a Yoongi non piacque granché. Era ancora provato
dall’intensità dei loro sguardi a contatto,
perciò evitò di guardarlo in viso troppo a lungo.
- Non-non volevo
addormentarmi su di te, prima … scusa.- mormorò.
Yoongi non capiva. No,
non capiva per niente.
- Ma se me
l’avevi pure chiesto …!-
Jimin comprese di aver
fatto un altro passo falso e trasalì, fissandolo e
stringendo le labbra. All’altro non piaceva quella visione,
quell’espressione che sul suo volto stonava così
tanto. Era sinceramente preoccupato e si avvicinò un poco a
lui, tentando di parlargli col tono più gentile che
conosceva:
- Jimin, che succede?-
Di fronte a
quell’apprensione che di solito Yoongi non dimostrava, il
ballerino seppe di non poter aggirare quell’ostacolo da
superare. Non si sarebbe alzato da quel divano prima di avergli
risposto e con rassegnazione si decise a sputare fuori quella frase di
cui non era nemmeno sicuro completamente.
- E’ che mi
piaci!-
A quel punto, tutti e
due pensarono di aver sentito un’esplosione, da qualche
parte, dentro di loro.
- Non … -
Jimin dovette respirare a fondo per potersi spiegare. - Non avresti mai
dovuto saperlo, ma … Ecco, prima non so cosa mi sia preso,
volevo solo stare con te ... -
A giudicare da come la
bocca gli si era fatta asciutta e un nodo gli aveva stretto lo stomaco
così forte da essere quasi doloroso, Yoongi poté
reputarsi assolutamente sconvolto. Felice oltre ogni immaginazione,
sì, ma soprattutto sconvolto, perché era
l’ultima cosa che si aspettava di sentire da quel ragazzo
troppo bello e troppo buono da meritarne la vicinanza.
Jimin,
d’altro canto, si sentiva corrodere dal senso di colpa. Gli
si strinse la gola, prevedendo che sarebbe scoppiato presto in lacrime,
e cercò di privarlo di quel brutto spettacolo alzandosi dal
divano:
- M-Ma tanto adesso ho
rovinato tutto, ho parlato troppo ... –
Lo sapeva, lo sapeva
che avvicinandosi troppo al fuoco si sarebbe bruciato. Aveva
oltrepassato un limite da cui aveva giurato di tenersi lontano.
Tuttavia, non
poté più separarsi dalle fiamme nascoste ma
appassionate di Yoongi di cui si era invaghito, perché ora
un suo polso era avvolto dalle sue dita ruvide e sottili.
- Perché
non avrei dovuto saperlo?- chiese il ragazzo, guardandolo dal basso. -
Se pensi che adesso io ti odi o provi disgusto per te, sappi ch-
- Sì!-
esclamò Jimin, voltandosi bruscamente con gli occhi lucidi.
- Adesso mi odierai, vero?-
Gli occhi di Yoongi
divennero grandi, enormi. La mano che stringeva il polso
dell’altro allentò miseramente la presa e cadde.
All’improvviso
provò una strana e scomoda sensazione, come se non fosse
solo Jimin ad avere qualcosa che non andasse, ma proprio tutto quanto.
Il modo in cui si stavano guardando, le loro espressioni, le loro voci,
quel modo impacciato ed insicuro con cui si stavano approcciando
l’uno all’altro. Tutto stonava con ciò
che invece loro due avevano sempre condiviso: gesti piccoli e pacati,
ma sicuri, presenti, comprensivi. E invece ora Jimin lo fissava come se
tutto questo non ci fosse mai stato.
Yoongi si
sentì tradito.
- Ah, Jimin
… non hai capito niente.-
Il suo tono fu
più aspro di quanto avrebbe voluto, ma ormai non importava.
Quella sfumatura di disperazione che aveva visto sul viso del
più giovane era ciò che di più lontano
ci fosse da quello che invece avrebbe voluto che provasse in sua
presenza. Yoongi iniziò a chiedersi se avesse sbagliato
qualcosa e nel frattempo sentì il bisogno di alzarsi e dare
le spalle all’altro, con le mani tra i capelli.
Sospirò
pesantemente. Possibile che non si fossero capiti? Faceva ancora
più male di quanto invece poteva sentirsi bene a sapere che
Jimin ricambiava i suoi sentimenti, perché finora il loro
rapporto si era basato sulla comprensione reciproca e se veniva a
mancare quella … cosa restava loro?
Era sul punto di
aprire di nuovo bocca, forse per urlare o per sputare fuori qualche
altra affermazione fuori luogo … ma il rumore assordante
nella sua testa cessò e lasciò posto ad un
silenzio di pace nel momento in cui avvertì le braccia di
Jimin avvolgergli la vita e la sua fronte posarsi sulla sua nuca.
Restarono entrambi
immobili. Un silenzio più surreale dei precedenti invadeva
la stanza e le loro menti. Pensare non aveva davvero più
senso.
Yoongi si
rilassò lentamente, l’unica cosa che sentiva era
il battito accelerato del proprio cuore e quando Jimin strinse la presa
intorno alla sua vita, capì che era il suo modo di chiedere
scusa. Non l’aveva visto cambiare espressione o
atteggiamento, ma anche senza vederlo ora riusciva a percepirlo. Era
tornato, quel filo invisibile che permetteva loro di comunicare senza
usare la voce, dopo l’attimo di black-out e di confusione che
avevano avuto.
Il rapper
portò piano le grandi mani su quelle più piccole
dell’altro, chinò il capo e chiuse gli occhi.
- Yoongi?-
Sorrise. Era bello
sentirsi chiamare per nome senza altri convenevoli, con quella vocina
morbida.
- Sì?-
- Ti sei offeso?-
Si morse il labbro
inferiore per trattenere la soddisfazione, anche se era contento che
fosse tutto tornato normale tra loro. Anzi, adesso avevano portato il
loro rapporto ad un livello nuovo, migliore.
Si rigirò
nel suo abbraccio e gli prese il viso tra le mani, cercando il suo
sguardo. Gli occhi di Jimin erano ancora lucidi, ma in fondo a quelle
iridi riusciva a vedere il suo sollievo.
Gli sorrise a labbra
strette e fece appena di no con il capo.
- E’ tutto
ok.- disse con un filo di voce.
Jimin
ricambiò l’espressione con un sorriso un poco
più evidente, ancora segnato dall’imbarazzo, e
puntò gli occhi nei suoi senza più paura.
Qualunque cosa provasse per Yoongi, che fosse semplice affetto o un
sentimento infinitamente più grande, sapeva che era
ricambiato.
Per questo motivo non
si sorprese troppo quando Yoongi avanzò timidamente e
posò le labbra sulle sue. Era la cosa più
naturale e giusta del mondo. Fu talmente felice di condividere un
legame potente come quello con Yoongi, che ricambiò il bacio
con entusiasmo, spingendosi di un passo verso di lui.
Era dolce, tanto
dolce. Yoongi non si accorse nemmeno che le proprie mani si erano
abbassate ed ora erano comodamente adagiate intorno alla vita di Jimin,
che invece cinse le sue spalle con le braccia. Solo in quel momento,
mentre le loro bocche si muovevano piano, i due si resero conto che
sognavano quel bacio da tanto tempo. Finora avevano comunicato
attraverso sguardi rubati, provocazioni innocenti e tocchi leggeri, ma
scoprendosi innamorati così tanto non potevano
più accontentarsi.
Le mani di Yoongi si
strinsero intorno alla sua schiena senza fretta e tutto ciò
su cui si concentrò furono i morbidi movimenti delle labbra
di Jimin, a cui si stava ancora abituando.
Era come se gli
parlasse. “Sono stanco, vorrei dormire”, seguito da
“finalmente ti sto baciando”, sensazioni a cui
Yoongi rispondeva facendo schioccare le loro bocche con un tenero
rumore e pensando “vorrei che questo bacio non finisse
mai”. Allora Jimin appena sorrideva e lasciava andare un
basso mugolio di soddisfazione, baciandolo ancora.
Fu impossibile capire
per quanto tempo continuarono, ma sobbalzarono entrambi quando la voce
di Hoseok ruppe il silenzio da dietro la porta del camerino. Jimin e
Yoongi si separarono di colpo e bastò un’occhiata
per capirsi. Il primo si schiarì la gola, il secondo si
buttò sul divanetto per simulare una scena assolutamente
casuale.
- Oh, siete ancora
qui? Dai, facciamo una foto di gruppo!- esclamò il loro
amico sorridente, entrando nel camerino.
Yoongi
balzò in piedi con un’energia che qualcuno di
davvero intelligente avrebbe ritenuto incoerente con lo stato
semi-comatoso in cui versava prima.
- Era ora, che avete
fatto tutto il tempo?- disse ironico e Jimin nascose una risatina
dietro una mano. Si sentì sciogliere quando lo vide
allungare un braccio verso di lui. - Vieni?-
Le loro mani si
unirono ancora prima che Jimin potesse annuire e sorridergli ancora
più apertamente.
La cosa buffa fu che
invece gli altri notarono di più il ghignetto storto ed
emozionato di Yoongi e vederlo bersagliato di domande a cui non avrebbe
mai risposto lo fece ridere davvero tanto.
*
L’opportunità
per i due ragazzi di riprendere dove si erano lasciati si
presentò quando ormai dormivano tutti. Senza farsi sentire,
con la delicatezza che solo lui possedeva, Jimin si affacciò
nella camera di Yoongi e sorrise, sapendo che era sveglio e che lo
stava aspettando.
Il più
grande gli fece cenno di avvicinarsi e nel buio della stanza Jimin si
sedette di fronte a lui sul letto. Anche senza molta luce intorno,
trovare l’uno gli occhi dell’altro fu
incredibilmente facile.
- Ciao.-
esordì l’ospite clandestino con un palese sorriso
nella voce.
Yoongi
trovò presto le sue tenere mani e ne strinse tutte le dita
mentre rispondeva e si faceva più vicino:
- Ciao.-
Per fortuna il letto
accanto era vuoto – Hoseok e Taehyung volevano la loro parte,
dopotutto – ma i due si sentirono comunque in dovere di
parlare piano per non farsi sentire nelle altre stanze. Forse era
perché la tranquillità ormai faceva parte del
loro rapporto.
- Da quanto tempo?-
domandò il rapper curioso, fissandolo nel buio e cercando di
individuare il tenue bagliore degli occhi di Jimin.
Quest’ultimo
strinse le labbra per un momento, prima di aprire il suo cuore. Non ne
aveva più paura, per fortuna.
- Non lo so,
onestamente … - sospirò. - Forse da sempre. Ma
non era facile nemmeno pensarci, con tutto quello che facciamo ogni
giorno, tutti questi cambiamenti … -
Yoongi
annuì e si fece avanti, toccando la sua fronte con la
propria.
- Neanche io saprei
dire quando è cominciato, ma … non voglio che
finisca.-
Il sorriso che Jimin
gli rivolse a quel punto fu di una dolcezza enorme. Aumentò
la presa delle loro mani unite e non si lasciò sfuggire la
possibilità di baciarlo con tutto l’amore che
aveva in corpo, perché Yoongi era così speciale
da meritarselo tutto.
Amore.
Non suonava poi
così strano. Forse era questo, ciò che in fondo
avevano sempre condiviso. Dapprima nascosto e timido, al punto che
neanche loro stessi l’avevano riconosciuto fino in fondo, ma
adesso era forte e chiaro, come una fiamma eterna.
Anche il modo in cui
si baciarono in quel buio accogliente ricordava il calore di un fuoco
che bruciava. Così intenso e passionale, eppure
così dolce. Si sfiorarono il viso a vicenda quasi con
timore, come se avessero paura di rompersi o di scottarsi. Si strinsero
forte prima che se ne potessero accorgere e si ritrovarono stesi sul
letto insieme prima che potessero deciderlo.
Continuarono a
vezzeggiarsi timidamente tra mille sospiri di sollievo e gemiti di
felicità, finché il sonno non prese il
sopravvento e li cullò entrambi nel mondo dei sogni.
*
- Questa me la passi,
vero?-
- Perché
non te la scatti tu la foto a sgamo?-
- Siete già
in tre sopra le loro teste!-
- Sssh, non
svegliamoli … -
- Yoongi-hyung ci
ammazzerà, lo sapete, vero?-
- E chi se ne frega!-
- Però non
è giusto, sembrano così in pace … -
- A differenza tua che
quando ti addormenti su di me sembri una scimmia.-
- Stai zitto,
Hoseokie.-
- Fagliene
un’altra … aspetta, si è mosso!-
- Merda, andiamocene!-
- Oggi uccido
qualcuno.-
- Sì, ma
prima dormiamo un altro po’, Yoongi-hyung … -
- Umpf, okay.-
~
Fine ~
Eliot is back! Un'altra volta.
xD
I
BTS mi stanno rubando l'anima un pezzo per volta... stavolta era il
turno della YoonMin. Amori della mia vita.
Questa storia si
può collegare alla precedente one-shot che ho scritto,
stavolta sui VHope. Non è necessario per forza leggerla, ma
siccome qui sono stati accennati, se siete curiosi di sapere come si
sono messi insieme beh, andate a leggerla! Si intitola "Davanti al
mondo". :3
Detto
ciò, vi saluto e non garantisco di tenermi lontana da questa
sezione per molto, hehe *vuole suonare minacciosa ma fallisce
miseramente*
Un bacio a tutti,
Eliot
;D
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