Raschiare il rancore incrostato sul fondo
Ciò su cui pensavo di poggiare solidamente
La certezza dei miei passi
È fango secco che sgretola al sole
Si sbriciola e, al primo alito di vento
Come polvere se ne va.
Non mi capacito ancora
di camminare ogni giorno in equilibrio sul nulla
Sospesa a mezz’aria.
Un’esistenza vissuta a strattoni
Come reiterando singhiozzi
In un’asettica stanza vuota
Di bianco poliammide espanso che soffoca in gola
S’allarga negli occhi
E una lampada al neon che arranca
Si spegne e s’accende a singulti
Conati di luce
Vertigini e smarrimento.
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