FMP 13
"Sousuke! Aspettami!" urlò Kurz, correndo dietro a Sousuke e a Kaname.
"Kurz...che vuoi?" disse Sousuke.
"Ma che razza di bastardo! Non guardarmi con quell'aria di
superiorità solo perchè tu hai la ragazza e io no! Ti
ricordo che se pur di poco, io sono superiore a te di
grado!Tiè!" rispose, mostrando il medio.
"Ma cosa stai dicendo? Non capisco..."
"Ufff...non c'è gusto attaccar briga con te. Non capisci mai
niente. Comunque..devo venire anche io dalla dolce Tessa a far
rapporto. Chissà...magari vedendovi così deciderà
finalmente di buttarsi tra le mie braccia..allora io la porterò
in cabina e allora...."
"Uruz 6..le consiglio di non continuare" disse il maggiore Kalinin,
apparso ad accoglierli sulla soglia della porta della sala comandi.
"Si signore!" disse Kurz mettendosi sull'attenti, goccie di sudore che scendevano dal viso.
"Sagara. Cosa ci fa lei qui?" disse Kalinin, dopo aver scoccato a Kurz un'occhiata di disgusto.
"Il sergente maggiore Mao ha preso il mio posto. Date le circostanze
abbiamo deciso che fosse meglio che tornassi io sul De Danaa.."
rispose, guardando Chidori al suo fianco. Anche Kalinin guardò
Kaname, stretta al fianco di Sousuke, la mano stretta nella sua.
"Capisco...Si forse è stata una buona idea." si girò
verso la sala "Seguitemi...e tu Weber...smettila di dire
cretinate..almeno davanti al colonnello.."
"Sissignore!"
Appena entrarono, Tessa si alzò dal suo posto di comando. Sousuke, Kurz e il maggiore si misero sull'attenti.
"Comodi" disse lei immediatamente. "Sergente Sagara..non la aspettavo.."
"Si capitano. Mi dispiace, ma il sergente maggiore Mao ed io abbiamo
pensato che la cosa migliore da fare fosse scambiarci il posto. Quindi
io sono tornato con Chidori..."
Lei guardò Kaname, lo sguardo rivolto in basso, la mano stretta
in quella di Sousuke. Subito un'ondata di gelosia la investì.
Perchè c'era Kaname al posto in cui aveva sempre voluto esserci
lei? Ma soprattutto, perchè Sousuke ci teneva così tanto
a starle accanto? Ma quello non era il momento per far trasparire la
sua gelosia cocente, lo sapeva bene.
"Bene, forse è meglio così." cercò di convincersi.
"Signorina Kaname..." le disse avvicinandosi "..le dispiace venire con
me per raccontarmi cosa è successo con mio fratello?"
"Va bene..." le rispose. Tessa le prese la mano che era libera e la
tirò verso la porta. Kaname lasciò la mano di Sousuke,
senza neppure guardarlo, e la seguì. Lui rimase con la mano tesa
verso Kaname. Quella mancanza improvvisa lo preoccupò per nessun
motivo reale. Si era abituato ad avere quella tenera mano calda nella
sua, ed ora che non c'era più si sentiva vuoto. Voleva
rincorrerla e riprendersela, ma sapeva di non poterlo fare.
Kaname non lo aveva guardato lasciandogli la mano per paura di vedere
nei suoi occhi uno sguardo deciso di addio. Aveva creduto a Sousuke
quando prima aveva detto che sarebbe tutto tornato come prima, ma
dentro di lei regnava una strana ansia. Proprio perchè era
convinta di quello che lui le aveva detto aveva preferito non
guardarlo. Le parole possono non essere sincere, ma gli occhi lo sono
sempre. Se le aveva detto quelle parole solo per consolarla allora non
voleva scoprire la verità in quel modo e in quel momento. Per
questo ora, mentre camminava verso una meta sconosciuta con una mano
totalmente diversa da quella di Sousuke nella sua, era convinta che poi
sarebbe tornata a casa con lui, come aveva promesso. Non c'era niente
che l'avesse convinta del contrario e quindi stava bene.
Tessa la portò nella mensa, ordinò del te al cuoco e si sedette di fianco a lei su un divano rosso.
"So che sei un pò scossa dopo tutto ciò che ti è
accaduto stanotte. Ti chiedo però di fare un piccolo sforzo." le
disse lei dolcemente.
"No...sto bene...davvero. Da dove devo iniziare?" rispose Kaname, tornata la vecchia sè.
"Da quando ha scoperto la collana...è stato un errore mio
effettivamente. Sono stata una sciocca a pensare di poterlo ingannare
con un vecchio trucco del genere.." disse con aria mortificata.
"Non ti preoccupare.. tu hai fatto del tuo meglio...ti ringrazio" le
disse poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole gentilmente.
Le raccontò tutto. Della minaccia, del viaggio in taxi, dei 2
AS, della stanza coi cilindri, della proposta ad unirsi a lui, tutto
quanto. Ad ogni parola Tessa era sempre più shoccata.
"Cosa ha in mente quel pazzo?!" si domandò ad alta voce, alzandosi in piedi per l'agitazione.
"Da ciò che mi ha detto...lui vorrebbe controllare tutti gli apparati militari mondiali."
"Se va avanti di questo passo dubito che non ci riuscià! E'
terribile..." si risedette di schianto sul divano, affondando la testa
tra le mani.
"Lo fermeremo Tessa...puoi contare su di me...lo sai" rispose Chidori
inginocchiandosi davanti a lei e togliendole le mani dal viso per
guardarla negli occhi.
Doveva ammatterlo anche a se stessa che Kaname era una ragazza
straordinaria. Era stata gettata in quel mondo militare senza preavviso
e senza apparente motivo e lei era sempre disposta a rischiare anche la
sua vita per dare una mano alla Mithrill, nonostante per lei non
significasse effettivamente niente. Ma soprattutto, aiutava sempre lei,
Tessa, la ragazza che nel profondo era divorata dalla gelosia nei suoi
confronti e che più di una volta aveva desiderato che lei
sparisse per sempre. Ecco perchè Sousuke aveva preferito lei. Lo
aveva già capito, ma faceva fatica ad accettarlo e quindi negava
tutte queste sue qualità. La verità, pura e semplice, era
che Kaname era una ragazza decisamente migliore di lei.
"Lo so..ti ringrazio davvero. Di tutto. Non solo per quello che hai
fatto con Leonardo, ma per aver salvato Sousuke a Hong Kong e di
conseguenza tutta la squadra d'assalto. L'intervento dell'Arbalest
quella volta è stato davvero indispensabile."
"No..io non ho fatto proprio niente.."disse Kaname ridendo.
Ecco un'altra sua qualità...era modesta. Terribilmente modesta.
E generosa. Non aveva mai chiesto niente in cambio. Forse,
indirettamente, solo il fatto che Sousuke potesse restarle accanto. Ma
non era mai stat una richiesta. Quando lui aveva ricevuto l'ordine di
non avere più niente a che fare con Chidori e l'aveva
abbandonata controvoglia, lei non era andata a riscattarlo dal
comandante. Lei se l'era andato a riprendere da sola. Il che aggiungeva
un'ulteriore qualità: era coraggiosa.
"Ti prego, se c'è qualcosa che vuoi in cambio...basta chiedere.
Hai fatto davvero molto per la Mithrill, anzi....per me. Non voglio
essere in debito con te."
"Tu non sei in debito con me. Io ho fatto quello che ho fatto solo
perchè mi sentivo di farlo. Non di certo per avere qualcosa in
cambio. E poi...in un certo senso...ti considero un'amica..un amico non
fa mai qualcosa per un altro amico per avere una ricompensa, ma solo
perchè ha il piacere di farlo." rispose con un dolce sorriso
Chidori.
Lei la considerava un'amica? Perchè la cattiva delle due doveva essere lei?!
"Grazie.." fu l'unica cosa che Tessa riuscì a dire.
"Bene..ora...posso andare a riposare? Sono un pò stanca.."
"Certo..ti faccio accompagnare nella cabina di Mao..c'è un letto
in più, potrai dormire li. Domani, dopo colazione, ti
riporteremo a casa."
"Sousuke..potrà venire vero?"
Ecco di nuovo...la gelosia. Ecco l'unica cosa che Kaname voleva, ma che non chiedeva mai direttamente.
"Non ha alcun motivo per non tornare a scuola. Lo ha specificato..non
ha venduto l'anima alla Mithrill. Quindi domani potrà tornare
anche lui a casa." disse sconsolata.
"Bene..." disse sorridendo.
"Io non mollerò" disse Tessa d'impulso, lo sguardo determinato.
"Come?" domandò Kaname confusa.
"Il sergente Sagara è libero di fare quello che vuole, ma io non
lo lascerò mai a te. Finchè potrò
combatterò per averlo. Ricordatelo."
Ecco perchè Chidori aveva detto che la considerava "in un certo
senso" un'amica. Se non fosse stata anche lei innamorata di Sousuke
avrebbero potuto essere ottime amiche, m questa rivalità era
troppo forte.
"Va bene...me ne ricorderò..." sogghignò Kaname ed uscì.
Nel frattempo nella sala comandi Kurz stava dettando le coordinate del
posto in cui lui e Mao avevano perso le traccie di Leonardo. Il giorno
successivo sarebbe dovuto andare insieme a Mao in quel luogo per
cercare indizi.
Kalinin stava parlando con Sousuke dell'avventura notturna appena
accaduta. Divagavano ipotesi su cosa potessero essere quei mezzi umani
nei cilindri, e tutte le supposizioni erano agghiaccianti.
"Penso che quel pazzo abbia trovato un modo per fare degli AS
più agili e veloci, trasformando degli esseri umani in robot. A
mio parere quei cilindri erano sono dei recipienti di conservazione.
Gli umani all'interno devono essere lavorati di giorno fuori dai
cilindri da qualcuno e alla notte vengono 'messi a letto' li...solo a
pensarci mi viene il vomito" disse Sousuke.
"Se è come dici allora la situazione è peggiore di quanto
pensavamo. Però è inutile fasciarci la testa prima di
averla rotta. Dobbiamo aspettare il rapporto di Mao e della squadra
ricerche." rispose Kalinin.
"Affermativo"
"Quindi...ora Kaname Chidori sa tutto sul tuo passato giusto?"
"Affermativo"
"Come l'ha presa?"
"All'inizio non molto bene...ma poi mi ha perdonato. Ha avuto una reazione simile a quella che aveva avuto lei, maggiore.."
Kalinin sorrise. Se era davvero così allora voleva dire che
Chidori ci teneva davvero molto a Sousuke, esattamente come lui.
"Allora andrà tutto bene no?"
"Suppongo di si..." rispose Sousuke dubbioso.
"Sei davvero diventato un uomo, Sagara. Sono fiero di te." gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"G-Grazie..." rispose Sousuke, non sapendo bene a cosa si riferisse il
maggiore con quelle parole."Vado ad aspettare Chidori fuori dalla
mensa. Sicuramente saranno la a parlare."
"Bravo.." gli sorrise il maggiore.
Era diventato uomo? A cosa si riferiva il maggiore? Non aveva cambiato
molto del suo aspetto. Forse non si riferiva a quello però. Una
frase simile gliel'aveva già detta il giorno in cui aveva
affrontato il consiglio per ribadire che voleva continuare ad andare a
scuola e stare con Chidori. Che si riferisse a questo? Che lui aveva
capito che era cambiato grazie a Chidori?
Si sedette di fianco alla porta e aspettò. Ad un certo punto si
aprì ed uscì Kaname. Appena lo vide gli sorrise. Era
tornata come prima, alla normalità.
"Mi accompagni nella cabina di Mao? Tessa ha detto che posso riposarmi li, ma non so dov'è" gli disse.
"Affermativo" si alzò e senza pensarci le prese la mano. Lei
rimase sorpresa ed arrossì. Vedendola così imbarazzata
arrossì anche lui, sorpreso della sua stessa audacia, e fece per
lasciarle la mano.
"No..." disse lei e gli strinse forte la mano, in modo che lui non la potesse togliere.
Camminarono così, in silenzio, verso la cabina di Mao.
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