Cap1
Lo specchio della mente
Cap1
Una
mattina iniziata come tante altre.
Era
questo il pensiero di Watanuki mentre, sbadigliando, si apprestava a
varcare l'ingresso dell'edificio scolastico.
Poche
ore dopo, più precisamente durante la pausa pranzo, i suoi
pensieri erano notevolmente mutati. Non dipendeva dalla dolce Himawari
che, proprio quel giorno, si era data malata privandolo della sua
compagnia, nè tanto meno da quello stupido arciere che, se
possibile, si era mostrato più silenzioso del solito. No,
lui non c'entrava niente, figurarsi.
Watanuki
non avrebbe mai sprecato del tempo prezioso dietro un tale idiota.
°*°
«Dannato
Doumeki!» Sbraitò mentre con aria furiosa, si
avviava verso il negozio di Yuuko. «Ci fosse una volta che si
capisse a cosa sta pensando. Ammesso che pensi, ovvio!»
Era
così concentrato sull'oggetto della propria rabbia che quasi
non si rese conto di essere ormai giunto a destinazione.
Così, quando la strega gli pose quella fatidica domanda,
Watanuki si lasciò sfuggire un sussulto, immediatamente
seguito da un brivido lungo la schiena.
Aveva
capito bene?
«Che...
che ha detto?» Balbettò.
«Ti
ho chiesto se vuoi saperlo.» Rispose la donna, osservandolo
distrattamente dalla comoda amaca, sulla quale stava godendosi la
fresca brezza primaverile.
«Sapere...
cosa...?» Domandò l'altro.
«Quello
che pensa, ovvio.» Il ragazzo si limitò
a fissarla con espressione inebetita. «Sto parlando di
Doumeki-kun.» Concluse lei, con fare annoiato.
Watanuki
sembrò rifletterci per un istante.
«Quanto...
mi costerebbe?» Domandò infine, guardandosi
intorno con aria circospetta per poi tornare a fissare la strega.
«Nulla...»
«Ah,
non ci casco!» Ribattè già
più nervoso.
«Dico
sul serio ma... se proprio insisti... Diciamo che una doppia razione di
sakè a pasto potrebbe bastare.»
«Accetto!»
«Ah,
quindi se ti fa comodo la mia salute passa in secondo piano.»
Ribattè la donna, fingendosi piccata.
«Lei
beve sempre una doppia razione. O crede che non abbia visto le vostre
scorte di alcolici?»
«Ahahah
Che ragazzo simpatico.» Esclamò l'altra,
fissandolo e tornando ad assumere un'espressione seria. «E
dimmi, Watanuki... sei pronto a pagarne le conseguenze?»
Il
ragazzo, deglutì, faticosamente.
«Ma...
aveva detto che bastava...»
«Infatti.
Ma non credere che un simile viaggetto, nella mente di un altro, non
comporti delle conseguenze. Ciò non ha nulla a che vedere
con il pagamento. Si tratta solo di come saranno le cose, dal preciso
istante in cui saprai...»
«Oh,
sono certo che quell'idiota non nasconde che pensieri sul
cibo...» Dichiarò il ragazzo con fare sicuro.
«Piuttosto, cosa intende con viaggio nella mente?»
Yuuko
lo guardò per un secondo. «Questo lo scoprirai a
tempo debito...»
°*°
Mezz'ora
dopo, seduto su un fouton posto al centro della stanza dove era solito
fermarsi a dormire, Watanuki stava rimproverandosi per la sua dannata
curiosità.
Dopo
averlo guidato nel magazzino che già conosceva, Yuuko gli
aveva infatti consegnato uno strano specchio. Poi lo aveva invitato a
chiudersi in camera per osservarne la superficie, ordinandogli di non
muoversi fin quando questa non gli avrebbe inviato delle immagini.
Per
aiutarlo aveva posto un incantesimo sui suoi occhi, obbligandolo a
chiuderli e ponendovi sopra le dita, accompagnando il tutto con una
cantilena tanto buffa da non sembrare neppure reale.
«Ricorda
che quanto vedrai cambierà per sempre ogni cosa.»
Gli aveva sussurrato prima di lasciarlo solo. «È
per quello che i pensieri non sono udibili, sai?»
Già,
le persone normali però potevano vantare una vasta gamma di
espressioni facciali: Doni di cui Doumeki sembrava sprovvisto,
pensò il ragazzo fissando lo specchio e cercando di
concentrarsi.
Guardare
quella superficie opaca, in una stanza dove l'unica luce era data da
quattro grandi candele, era piuttosto stancante per i suoi occhi.
Ciò nonostante, era deciso a scoprire lo strano
comportamento di Doumeki. Non che di solito fosse normale, intendiamoci.
Negli
ultimi giorni però i suoi silenzi si erano fatti
più pesanti del solito e, pur non avendo alcun motivo per
interessarsene, Watanuki si era detto abbastanza curioso da voler
indagare.
Ed
ora si trovava a farne le spese, perdendo il suo tempo dietro uno
strano specchio che non si decideva ad inviargli alcun tipo di immagine.
Nonostante
quei pensieri, tutt'altro che allegri, si obbligò a
concentrarsi fin quando gli occhi non presero a lacrimare. Ci mancava
solo questa, pensò.
Poi,
d'un tratto, ogni cosa sembrò mutare aspetto, i suoi occhi
gli lanciarono un lampo di luce nera e, quando riuscì a
chiedersi cosa fosse successo, scoprì di trovarsi da
tutt'altra parte.
Davanti
a lui c'era una luna splendente, per metà celata dai lunghi
rami degli alberi di ciliegio.
Dove
era finito?
Si
guardò intorno nel tentativo di riconoscere quel luogo
stranamente familiare dove, alla fine del lungo viale alberato, si
intravedeva un tempio.
Ma
certo, in fondo era per lui che si trovava lì.
Deciso
a capirci qualcosa tentò di alzarsi, scoprendo di non averne
il potere.
Quel
corpo che si muoveva, trasmettendogli immagini, evidentemente non era
il suo.
Cercò
di mantenersi calmo valutando ogni possibilità sul da farsi,
quando un suono improvviso gli attraversò la mente.
«Chissà
se è lì che si incontrano...»
Si
mosse d'istinto, senza ovviamente riuscirci. Quella voce... Era stato
Doumeki a parlare?
Rimase
in ascolto fin quando un nuovo pensiero non giunse, rapido come il
precedente.
«Nonostante
sia uguale a me...»
Nonostante
sia uguale a me... cosa?
Si
ridestò di colpo, scoprendosi ancora sul fouton nella stanza
improvvisamente piena di luce.
«Visto
qualcosa di interessante?» Domandò la strega,
sorridendogli.
A
quella domanda un'ondata di frustrazione lo assalì
violentemente.
«No!
Quell'idiota sembra silenzioso anche quando pensa.»
Borbottò.
«Probabilmente
devi farci l'abitudine. Sostare nella mente altrui non è una
cosa da niente.»
Sostare...
«Yuuko-san,
quando ero in quel posto non riuscivo a muovermi...»
La
donna si limitò ad annuire, come fosse la cosa
più ovvia del mondo.
Sostare...
«Ah!»
Urlò il ragazzo, alzandosi in piedi «Non
vorrà dirmi che ero dentro la sua testa?!»
Yuuko
lo fissò con aria rassegnata. «Eppure mi sembrava
di avertelo detto.» sbottò.
«Si
ma...» Watanuki sembrò rifletterci per qualche
istante «Credevo fosse solo un modo di dire...»
«Ancora
non hai imparato l'importanza delle parole, eh, Watanuki?»
Il
ragazzo strinse lo specchio ancora tra le sue mani.
«Già...
Eppure non mi ha rivelato nulla di nuovo» mormorò.
«Ne
sei sicuro?»
Watanuki
la fissava evidentemente in attesa e, consapevole che da solo non
sarebbe mai giunto ad alcuna conclusione, la strega decise di provare a
spiegarsi.
«Doumeki-kun
è un ragazzo di poche parole ed anche i suoi pensieri
possono sembrare pochi.» Dichiarò.
«Prova a concentrarti su quelli in sottofondo, probabilmente
scoprirai molto di più.» Lo fissò con
attenzione «La stessa cosa, ovviamente, vale anche per
te.»
«Per
me? Non capisco.» Domandò il ragazzo sempre
più confuso.
La
strega lo guardò con aria rassegnata. «Lo capirai
quando sarà il momento» Esclamò
allontanandosi.
«Yuuko-san...
Questo...» Sollevò lo specchio per mostrarglielo.
«Posso... tenerlo?»
La
donna annuì. «Stai attento
però» Aggiunse, fermandosi sulla porta e
lasciandola scorrere per uscire nel corridoio «Più
andrai a fondo e più difficile sarà ignorare
quanto sceglierai di mostrare ai tuoi occhi.»
Watanuki
crollò stancamente sul fouton.
«Figurarsi...»
Borbottò.
Nonostante
tutto, non aveva ancora imparato ad ascoltare gli avvertimenti della
strega con l'attenzione che meritavano.
Nyaaa. Un caloroso grazie a
chi è arrivato a leggere fin qui ed uno ancor più
caloroso a chi di voi lascerà un commentino.
Inoltre, ci tengo a ringraziare Harianne per avermi fatto da beta
reader. Thanks! Thanks! Anche da Doumeki... :P
Un saluto va anche agli splendidi personaggi che si sono gentilmente
prestati. Seeeee come no.
Che altri dire? Ah si... Per chi lo desidera il prossimo capitolo
sarà online, a breve, su questi schermi.
Ps. Per coloro che hanno recensito le precedenti storie. Giuro che
risponderò al più presto. By
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