Confession.

di Anemone Grace
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Confession


Ho avuto a che fare con tante persone prima di te, ma chi ha avuto la pazienza di ascoltare?
Di capire?
Di non essere giudicato per ciò che mettevo a nudo?

Forse solo lei lo faceva.
Ma lei, ormai, se n’é andata per sempre dalla mia vita.

Ho teso la mano verso la tua schiena e l’ho ritratta quando le persone hanno iniziato a circondarti.
Ho avuto paura.
Paura di un no, paura di essere guardato come si guardano quelli come me quando se ne prova disgusto.

Ma tu non sei come gli altri, non lo sei stato dalla prima volta, né lo sei adesso.
Mentre ti guardo e ti osservo fino a cogliere ogni dettaglio, ogni gesto, ogni muscolo contratto sulla tua faccia.

Tutto quello che penso per avvicinarmi è provare a sfidarti.
La sfida è l’unica arma che posso usare per non rimanerne scottato.
Forse è anche l’unica che ho sempre conosciuto.
Così la butto su un gioco, perché a quelli ho sempre saputo di essere molto bravo.

“Perché io?”

È stata così improvvisa quella domanda a fine partita, così a bruciapelo.
Ho perso un battito o due, e le farfalle che da un po’ avevo nello stomaco hanno cominciato a battere forte le ali, scombussolando ogni cosa dentro di me.
E hai abbattuto ogni difesa, ogni muro messo tra me e il mondo.
Tra me e te.

Aver capito tutto prima ancora di parlare apertamente, questo non lo avevo previsto.
A dire il vero nemmeno te avevo previsto.
Ma è reciproco questo, non è così? 

E tendere le mani verso la tua schiena non fa così paura adesso.
È piacevole e caldo.
Ma mai quanto poter riempire le mie mani con le tue. 

“Perché mi piaci, Grace. E l’amore è qualcosa a cui non si applicano logiche, quindi, perché non tu?”





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