Sunny day.

di Anemone Grace
(/viewuser.php?uid=112405)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sunny day

 

Un altro giorno ancora.
Solo uno.
Ade, fa che passi in fretta. 

Dondolando con le gambe al bordo del letto, le cuffie nelle orecchie che sparano a tutto volume una musica degli Iron Maiden.
Voglio solo che passi questo giorno, così arriverà domani.
Mi sento come la volpe del Piccolo Principe, in trepida attesa del suo “amico”.
È stata Annabeth a regalarmi quel dannato libro la prima volta che sono arrivato al campo.
In realtà gliene sono grato, ma non glielo dirò. 

Ancora un paio di ore e sarà mezzanotte.
Chiudo gli occhi e penso che non ci può essere niente che potrebbe andare storto, niente.
Li riapro e crucciato fisso il soffitto scuro, lo stesso colore che ha il resto della stanza. 

Se solo non avessimo litigato questo pomeriggio.
Se solo non ci fossero sempre i soliti fraintendimenti che si possono avere con una testa di mattoni come quella di Jason.
È sempre così, prima di vederci dobbiamo discutere, dobbiamo arrabbiarci per quella che è un’enorme stronzata.
E tra i due non so chi è più testa calda.

Sbuffo e cerco di non pensarci, di cacciare via questo fastidioso formicolio che provano i miei occhi stanchi. 

Fa caldo e mi ritrovo a correre per arrivare al punto di ritrovo tra i due campi, è così dannatamente difficile da raggiungere quando si devono usare i mezzi dei mortali.
Ma ne vale la pena.
Vale la pena di sudare, di imprecare contro la lentezza dei mezzi, di maledire la gente che non si lava e va comunque per strada, nonostante giugno non sia tra le mie stagioni preferite. 

Ed eccoti lì, ad aspettarmi mentre osservi distratto la vetrina di un centro commerciale.
Mi imbroncio, i ricordi del giorno prima risalgono a galla tutti insieme ma durano poco, perché quando ti sono a due passi di distanza la prima cosa istintiva che mi viene da fare è quella di stringere tra le mani quella stupida maglietta viola e tirarti giù verso di me.
Dei…quanto mi sono mancate le tue labbra, quanto mi è mancato il tuo profumo. 

Mi perdo giusto uno, due, tre battiti, prima di scendere di nuovo a terra con la pianta dei piedi e staccarmi da te.
Hai una faccia così da prendere a schiaffi per quanto sei sorpreso e a disagio per il fatto che ci troviamo in un posto pubblico.
E per quanto la cosa possa essere poco da me, in questo momento, dopo settimane che aspetto questo giorno, me ne frego di chi ci circonda o di chi ci guarda.

“Dai andiamo, Grace. Abbiamo un film da vedere o hai cambiato idea?”

Sorridi con me e alla fine sei il primo a volere un contatto anche in mezzo a tutta quella gente.
Alla fine, è questo che succede dopo i giorni di pioggia: esce sempre il sole.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3673684