Hurt

di Edmond Dantes
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Hurt

“I hurt myself today 
To see if I still feel 
I focus on the pain 
The only thing that's real”
- Hurt; Johnny Cash
           

La sigaretta aveva lasciato un cerchio di cenere biancastra sulla mano. Sapeva che sotto quell’apparente candore si trovava un segno rosso e palpitante; e sapeva anche che dopo poco tempo sarebbe diventato biancastro, pallido, quasi invisibile. Ricordava le braccia di sua madre, costante memento del furore paterno.

Daryl serrò gli occhi, concentrandosi sul pulsante bruciore che dalla mano si spandeva lentamente per il resto del corpo. Si chiuse in sé stesso; tutto ciò che lo circondava era ormai ridotto a un flebile ronzio: lui, dentro; il resto del mondo, fuori.
           
Sentiva lacrime calde scorrergli sulle guance. Ma non era il dolore a causarle. O, meglio, non era dolore fisico. Erano quelle continue pugnalate immaginarie, al petto, che continuavano da settimane. Quasi tre settimane. Diciassette giorni, per essere precisi. Era quella treccia oro, quei grandi occhi azzurri, che non abbandonavano la sua mente. Era quel sangue, tutto quel rosso, che macchiava i suoi capelli, il pavimento, i vestiti.
           
Daryl non amava Beth. Almeno, non in quel modo. Per quelli come lui, ci voleva tempo ad aprirsi, a fidarsi così ciecamente di una persona. No, a lui mancava tutto ciò che rappresentava. Erano diametralmente opposti; Beth era ciò che lui non era, e ciò che mai sarebbe potuto essere: gentile, ottimista, amata. Eppure, era riuscita a farlo sperare. Era riuscita a fargli credere che ci fosse del buono in lui, del bello. Che valesse la pena lottare. Vivere, non sopravvivere. E forse, magari, un giorno anche Daryl sarebbe stato un po’ più come lei. Più aperto, più sorridente, più amato.
           
Non gli sarebbe mancata la sua risata, la sua voce cristallina, il modo in cui, seppur così fragile, era la più stabile di tutti. Daryl andava oltre quei cliché. Gli sarebbe mancato ciò che rappresentava per lui: un ideale, irrealizzabile, e che comunque cercava di raggiungere.
           
Daryl riaprì gli occhi. Si scosse la cenere dalla mano, rivelando una piccola ustione rotonda. Si asciugò il volto, sì alzò. Meglio andare, si disse, senza più prestar attenzione a quel lieve bruciore, insignificante, ma che gli ricordava che era vivo.

 




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