Grimox

di Xablerot
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Memories
 
 
Beep! Beep! Beep! Beep! L'allarme della sveglia risuonò nella stanza. Da sotto le coperte spuntò una mano che spense la sveglia. Zankyo si tirò su, sedendosi sul bordo del letto. La prima cosa che fece fu portare lo sguardo alle sue spade, appoggiate al comodino. Quello di dormire con le armi a portata di mano era un'abitudine che si prende con il lavoro per uno Slayer, ma loro tre erano trai pochi che lo facevano sempre, che fossero in città o in missione. Si alzò e si diresse verso il bagno della camera. Era una camera circolare di cinque metri di diametro con le pareti in legno. L'arredamento consisteva in un letto, due comodini a lato, due armadi, una libreria ed una scrivania con postazione Hi-tech incorporata. Tre porte si aprivano sulla stanza, una era quella del bagno, la seconda era quella che dava sul resto della casa e l'ultima era una portafinestra che permetteva di accedere all'ampio terrazzo. Zankyo uscì dal bagno, si cambiò ed imboccò la porta.
Oltre la porta c'era un'altra stanza circolare molto più grande con una scala a spirale lungo la circonferenza che portava verso il piano superiore. I due piani ospitavano tre camere ciascuno, quella di Zankyo era la centrale, a destra c'era quella di Trevor e a sinistra quella di Reina. La porta di quella di Reina era aperta, e si poteva osservare il caos che c'era all'interno. Reina... il giorno in cui il casino in camera tua inizierà ad attaccare la gente ho l'impressione che non sia lontano. Delle stanze al piano superiore solo una era occupata, ma il suo inquilino non tornava ad Heriken da molto tempo ormai. Oltre il secondo piano vi era un attico, che i quattro inquilini di quella casa avevano adibito a sala hobby. Era stato esilarante vedere Reina cercare di far passare il biliardo per lo stretto passaggio delle scale. Sul lato opposto della sala si apriva una porta che dava su un balcone coperto con un tavolo, alcune sedie e un barbecue. Da quel balcone si poteva osservare la casa dei tre Slayer per intero, la quale era composta da tre edifici collegati fra loro.
Ad essere precisi “edificio” non è il termine esatto da usare. Chiunque arrivasse ad Heriken per la prima volta, rimaneva colpito dalla caratteristica che è valso alla città l'appellativo di “dimora silvestre”: le piante. Buona parte degli edifici di Heriken sono stati costruiti utilizzando delle particolari Arti Grimoriche sui mastodontici alberi che crescono su tutto il territorio della città. La città apparive come un mosaico di edifici moderni ed alberi. Fatta eccezione delle zone colpite dal Ragnarok, ovvero il quartiere dove fu costruita la sede operativa degli Slayer, Heriken era uno spettacolo di foglie e vetro, che muta ad ogni stagione.
La villa dove i tre risiedevano era nota col nome di Villa delle Gemme, e si trattava di uno degli edifici più famosi della città. Creato trasformando ad arte tre querce secolari. La quercia sulla destra ospitava le camere da letto al primo ed al secondo piano, l'attico al terzo, un magazzinoed il garage al piano terra. Quella di sinistra conteneva due palestre e l'armeria, mentre al pian terreno c'era un bagno termale in stile giapponese. La quercia centrale, la più grande, costituiva la parte principale della villa, con un ampio salone, sala da pranzo, cucina attrezzata, sala cinema, e molte altre disposte sui primi tre piani, mentre un laboratorio era stato predisposto al quarto. Oltre ad esso, nascosta tra i rami dell'albero, c'era una torre d'osservazione astronomica dove Zankyo si rifugiava quando era in cerca di tranquillità.
Le tre sezioni erano collegate fra loro da passaggi coperti, uno a livello del terreno ed uno al secondo piano. Zankyo scese le scale che portavano dal balcone al passaggio e lo percorse velocemente. Il passaggio portava ad una saletta circolare, dove si congiungeva all'altro passaggio. La stanza aveva altri due accessi, uno portava al pian terreno dell'albero principale, l'altro erano due scale a chiocciola che conducevano al primo piano. Zankyo prese la prima scala e salì.
Salite le scale si ritrovò nel grande open space del primo piano. Il primo piano consisteva in tre sezioni circolari connesse fra loro: la più piccola ospitava la cucina, mentre le altre due contenevano sala da pranzo e salotto. Le scale passavano una vicino alla dispensa, e l'altra accanto il bagno, le uniche due stanze del piano con dei muri. Dietro la cucina si apriva una grande vetrata, coperta da tende. Zankyo prese una teiera, la riempì e la mise sul fuoco, poi si diresse verso la vetrata e tirò le tende.
Quella vetrata concedeva una vista magnifica. Oltre la finestra si stagliava la distesa di vetro e legno che era Heriken, fatta eccezione per la linea nera che quasi tagliava in due la città. Persino dopo nove anni, i segni del Ragnarock erano ancora visibili. Villa delle Gemme era posta su una piccola collina, aveva un grande giardino mantenuto con cura, era uno splendido edificio, tra i più famosi della città, ma impallidiva in confronto dell'edificio più maestoso in assoluto. L'edificio sede del governo di Heriken e, di conseguenza, della Federazione Latiunim, il mastodontico palazzo silvestre, la Corteccia.
Costruito partendo da un unico albero di tamerice, cresciuto a dismisura a causa del Grimox, era situato al centro della metropoli. Davanti ad esso c'era la piazza più grande piazza della città, e quel giorno erano presenti bancarelle di ogni tipo. La Corteccia non aveva rami in cima, il suo aspetto ricordava più un tronco cavo. Ma quello che più catturava l'attenzione erano gli interni finemente decorati, ed i giardini sparsi per tutta la struttura, primo fra tutti il magnifico giardino panoramico in cima alla Corteccia.
La teiera iniziò a fischiare, distogliendo l'attenzione di Zankyo dal panorama. Tolse la teiera dal fuoco e ne versò il contenuto in una tazza, poi prese una miscela di the da uno stipo della credenza. Dopo aver preso un fetta di dolce dal frigorifero, si sedette al lungo tavolo. Sul tavolo c'erano una lettera ed un pacchetto, entrambi indirizzati a lui. Doveva averli messi li Trevor, considerando che ogni giorno si svegliava alle sei e mezza per fare allenamento. Zankyo prese la lettera, sopra di essa c'erano un paio di francobolli ed un timbro recante le lettere “SHQ”. Zankyo sapeva benissimo chi avesse mandato quella lettera, anche se il mittente era anonimo.
-Adori fare le cose vecchio stile...- Aprì la busta e tirò fuori la lettera. Era scritta in giapponese, la lingua madre del giovane.
 
Ciao Zan-kun,
Come stai? Reina e Trevor?
Innanzi tutto vorrei chiederti scusa, quest'anno non ce l'ho fatta a prendermi il giorno libero, quindi sono bloccata al Quartier Generale. Maledetto Necromancer, ha spifferato il mio piano di fuga.
Ma parlando d'altro, Cordelia mi ha mandato una copia del rapporto della vostra ultima missione, un Agualuan eh? Mai una giornata tranquilla voi tre. Avete veramente un ottimo affiatamento voi ragazzi, se ripenso ai tempi in cui eravate in addestramento: se qualcuno vi metteva tutti e tre nella stessa stanza, dopo due secondi vi stavate già ammazzando. Ancora non riesco a credere che ora siate nella Top 5 degli Slayer di Heriken.
Nella scatola c'è un regalo per te. Conoscendoti te la porti sempre appresso, per cui presumo che la sua custodia sia in condizioni pietose. Ecco perché te ne ho procurata una nuova.
Auguri, e salutami gli altri
Mikoto
 
P.S. Portagli dei fiori da parte mia.
 
Mentre Zankyo apriva il pacco allegato alla lettera ripensò ai tempi passati. Tornò con la mente a quattro anni prima, quando stava facendo l'addestramento per diventare Slayer.
 
Nella stanza erano presenti cinque persone sedute da una parte del tavolo. Di fronte a loro c'era un ragazzino, capelli argentei lunghi fino alle spalle, occhi viola e un viso dai tratti delicati, quasi femminili. Quello era Zankyo a quattordici anni.
-Sigh...- Sospirò l'uomo al centro, il capo del comitato d'esame -Senti, non so che fare. È vero che hai passato i test per l'ammissione con un punteggio pressoché perfetto, e che hai il permesso del tuo tutore, ma ho le mani legate. Per accedere all'addestramento devi avere almeno quindici anni prima della fine del corso.-
-Non vedo dove sia il problema: il corso termina il sette marzo, io compio gli anni il sette marzo.- Zankyo rispose senza accennare nessuna espressione, cosa che, combinata al suo volto da bambola, dava una sinistra sensazione ai suoi interlocutori.
-Anche così, non so se è possibile. Ho chiesto al Quartier Generale di valutare la questione.- Pochi istanti dopo arrivò una chiamata al telefono dell'uomo. Quando portò il telefono all'orecchio, per poco non gli venne un infarto. -Lei... c-cosa posso fare per... sì, certo! Sarà fatto... arrivederci.-
-Sigh...- Perché ci deve sempre mettere lo zampino? L'unica cosa che fece Zankyo fu sospirare.
-La situazione è risolta. Tra poco la accompagneranno per l'ultima prova.- Zankyo uscì dalla stanza senza neanche dargli retta. Un paio di minuti più tardi un'assistente lo accompagnò fino alla stanza della prova. Era una stanza sferica con le pareti annerite da bruciature, con al centro un piedistallo con una gemma sopra. Nella stanza era presente un’altra persona: un ragazzo biondo, un paio d'anni più vecchio del grigio.
-Ehm... signor Ellumier, è sorto un imprevisto. Potrebbe venire in sala di controllo mentre il prossimo candidato esegue la prova?- La voce proveniva dagli altoparlanti presenti nella stanza.
-Non mi dà alcun problema.- Il ragazzo inforcò la porta, finendo per trovarsi davanti a Zankyo. I due incrociarono lo sguardo per un istante. Questa ragazzina sarebbe la causa del problema?
Questo qui... Zankyo lo osservò mentre lasciava la stanza ...è forte.
-Prego, prenda posizione davanti all'Essenza.- Zankyo si mise davanti al piedistallo. Sopra di esso c'era una piccola gemma, un'Essenza, appartenente ad un Beaster anfibio piuttosto comune da incontrare, il Gurrino. Lo scopo della prova era connettersi all'Essenza, l'abilità che permetteva di diventare effettivamente Slayer, quelli che non ne risultavano in grado avrebbero ricevuto il rango F. Mentre ci si lega ad una Essenza la prima volta è necessario canalizzare molto Grimox e, di conseguenza, si generano vampe di energia, che vengono misurate durante la prova. Zankyo avvicinò la mano destra all'Essenza -Ehm... entrambe le mani per favore.-
-Una basta...- Lentamente iniziò a canalizzare il Grimox. All'inizio fu solo una minuscola scintilla, poi iniziarono ad alzarsi: vampe di energia alte sino al soffitto iniziarono a frustare con violenza le pareti. Oltre il vetro che separava la sala di controllo dalla sala della prova, nessuno credeva hai propri occhi. Quelle vampate di Grimox erano semplicemente fuori scala.
Scherziamo?!! Mi sono dovuto preparare per due ore per riuscire a raggiungere un alto risultato, e questa ragazzina riesce a canalizzare a livello di un Omega?!!! Chi diavolo è?!! Trevor non riusciva a capacitarsi del risultato ottenuto da Zankyo. Mentre cercavano di riprendersi dallo shock, Zankyo si limitò ad uscire dalla stanza ed andarsene, senza aspettare, gli scontati risultati della prova.
 
Sono passato, ma... dopo aver visto quella scena... Trevor non riusciva a levarsi dalla mente ciò a cui aveva assistito due giorni prima. Ora si stava dirigendo verso la stanza che gli avevano assegnato. Meglio non pensarci. La mia stanza è la 409... 409... 409... Ah, eccola! Trevor si fermò davanti alla porta della sua stanza. Durante le tre settimane di addestramento avrebbe dormito in quella stanza. Le stanze erano per due persone, e fuori dalla porta c'era una targhetta con i cognomi degli ospiti.
-Sh... sci... roi... Sciroi-den?- Trevor cercò di leggere il cognome del suo compagno di stanza, quando il suddetto arrivò...
-4...0...9... oh?- Zankyo si fermò davanti alla porta, e di conseguenza davanti a Trevor. I due si guardarono per alcuni secondi, poi guardarono il biglietto che tenevano in mano ed infine la porta della stanza. Per togliere ogni dubbio Zankyo passò la chiave magnetica nel lettore, e la porta si aprì. -Stanza giusta... a quanto pare saremo compagni di stanza.-
-Eh?-
-Qualcosa non va?- Zankyo lo chiese senza pensarci. Poi sospirò ed abbassò lo sguardo. Ci risiamo.
-Ma che? Ci deve essere un errore.- Ricontrollò la camera che gli avevano assegnato. -Come hanno fatto a mettermi in stanza con una ragazza?- fece per scusarsi ma Zankyo lo fermò.
-Non sono una ragazza! Mi chiamo Zankyo, quattordici anni. Maschio.- Tirò fuori il suo documento d'identità. Il quale riportava esattamente quanto appena detto.
-Ah...- Spostò più volte lo sguardo tra il documento e il volto di Zankyo -Scusa, è che...-
-Gradirei la smettessi, odio quello sguardo.- Zankyo entrò nella stanza -Io prendo il letto a sinistra, obbiezioni?-
La camera era composta da quattro ambienti: un piccolo corridoio d'ingresso, un cucina abitabile, un bagno e la camera da letto. I letti erano disposti ai lati della stanza. Ai piedi di ognuno era stata disposta una scrivania ed oltre un armadio. Zankyo lasciò le sue due borse sul letto. Mentre Trevor appoggiò i suoi davanti alla scrivania sul lato opposto della stanza.
-Io non ho problemi Sciroi-den.- Zankyo si voltò di scatto, completamente rosso in viso per la rabbia.
-Shi-Ro-I-Den!! Il mio cognome si pronuncia così!! Sbaglialo di nuovo e ti strozzo!!- Il grigio gli sillabò il suo cognome urlandogli contro a dieci centimetri netti dal volto. Questo fece notare a Trevor i canini pronunciati del suo compagno di stanza.
-R-ricevuto.-
Saranno sei settimane infernali, con questo qui in stanza!  I due condividevano lo stesso pensiero. Ma prima delle sei settimane di addestramento, il loro problema fu dormire quella notte. Per tutta la notte ci fu un frastuono insopportabile proveniente da un'altra stanza del dormitorio.
 
Il giorno seguente si presentarono, con evidenti borse sotto gli occhi, nell'aula dove si sarebbe tenuta di lì a poco la prima lezione teorica del corso. In aula ebbero modo di conoscere la causa del trambusto della notte precedente, in ultima fila, seduta al banco all'estrema destra, c'era una ragazza dai capelli neri lunghi fino alle spalle. Secondo le voci che circolavano, quella ragazza aveva avuto un'accesa discussione con gli uomini della sicurezza la sera prima, e ne aveva spedite una dozzina all'ospedale. Dopo colazione, le guardie ricoverate erano diventate una trentina.
La corvina lanciò uno sguardo perforante verso coloro che entrarono dalla porta, mettendoli in soggezione. Gli unici a rispondere a quello sguardo furono Zankyo e Trevor.
Trevor prese posto in ultima fila, dalla parte opposta rispetto alla ragazza, mentre Zankyo al centro della fila. I tre si scambiarono sguardi truci per qualche decina di secondi poi si misero ad ascoltare l'istruttore. La prima lezione del corso riguardava i sistemi alimentati dal Grimox.
E questa sarebbe una lezione per Slayer? Queste cose le spiegano meglio i bambini, l'istruttore non sa neanche la differenza fra i vari componenti di un sistema alimentato a Grimox. Zankyo smise di prestare attenzione dopo meno di quindici minuti, includendo anche il tempo usato dall'istruttore per fare l'appello.
Quello è l'attenuatore di flusso, non il convertitore piezoelettrico. Il circuito non è l'ultimo pezzo del sistema, ma il terzultimo! E questa diapositiva è addirittura al contrario!!! Trevor dovette trattenersi dallo strozzare l'istruttore per la sua incapacità.
Reina invece aveva smesso di prestare attenzione dall'appello.
Dopo altri dieci minuti Zankyo e la corvina si alzarono e presero la porta, attirando l'ira dell'istruttore. I due uscirono senza neanche dargli retta. Camminarono fino ai dormitori senza una parola.
-Ohi, guarda che il dormitorio delle ragazze è a destra.- Reina avanzò quella osservazione quando vide Zankyo girare a sinistra al bivio -O forse vai a trovare il tuo ragazzo?- Dopo questo commento tirò fuori il suo ID e glielo lanciò con forza tale da conficcarlo nel quaderno che la ragazza usò come scudo.
-Tsk!-
-Ohi ohi! Vacci piano...- Guardò velocemente l'ID dopo averlo estratto dal quaderno  -Zankyo?-  Iniziò spostare lo sguardo tra Zankyo e l'ID ripetutamente.
-Ah... inizio a stancarmi di questa scena...- Sospirò il grigio.
-Sul serio? Con q...-
-Fa commenti sulla mia faccia e ti strappò la tua!-
-Wow! Minacce di prima mattina! Hai fegato.-
-Disse la tizia che ha mandato all'ospedale cinquanta guardie.-
-Non è neanche ora di pranzo e le guardie sono già diventate cinquanta?- Sospirò. -In realtà erano solo quattro.-
-La cosa non mi interessa.-
-Ah sì?!- Sulla fronte di Reina si poteva vedere una vena che gli pulsava, mentre cercava di trattenersi dallo strozzare il ragazzo che aveva davanti. -Sicuro? Di come le ho ridotte te ne voglio parlare.-
-Dubito che scatenare un'altra rissa ti sarebbe utile. Sempre se ne esci intera, ovvio.-
I due rimase fermi per diversi istanti. La tensione creatasi poteva essere tagliata con un coltello. Reina osservò attentamente Zankyo, cercando di capire dove colpire. Sfortunatamente Zankyo era avvezzo al combattimento ed era pronto a scattare . Niente, non ha aperture. All'inizio l'ho preso per uno spaccone, ma sarebbe difficile uscirne da uno scontro con lui. E poi, non posso permettermi di perdere questa occasione...
-Tsk! Non voglio altre rogne.- Prese l'ID di Zankyo  e lo rilanciò al mittente con violenza. Il giovane spostò il viso giusto quel poco che bastava per non essere colpito dalla tessera plastifica, la quale si incastrò nel muro. Reina si voltò e prese il corridoio per il dormitorio femminile. -Ci si vede, principessa.-
Appena uscì dal suo campo visivo, Zankyo tirò fuori dal muro il suo ID -Ecco il secondo mostro.-
 
I giorni passarono velocemente, tra gli allenamenti e le lezioni. La situazione trai tre ragazzi non fece che peggiorare: nessuno osava avvicinarsi all'ultima fila della classe, e durante gli allenamenti tentavano di colpirsi in modo serio. Una volta Reina e Trevor erano stato abbinati per un combattimento simulato e avevano completamente devastato la palestra numero due. Erano passate poco più di due settimane dal primo giorno. Quella sera, le cose cambiarono...
Fiamme, ovunque si girasse, fiamme. Edifici in macerie ed alberi carbonizzati, e tra esse un'ombra mastodontica. Per un istante vide due figure venire trapassate da un fascio di luce viola, poi un lampo bianco. Ed il buio.
-AHH!!!!- Zankyo si svegliò urlando. Quell'incubo lo faceva spesso, ed ogni volta si svegliava nello stesso identico stato: terrorizzato. Si guardò intorno per assicurarsi che fosse solo un sogno. Lo faceva sempre, indipendentemente da quante volte aveva fatto quell'incubo. Si trovava nella sua stanza, l'orologio segnava le quattro passate. Sveglio, seduto alla sua scrivania c'era Trevor. Lo guardò per un attimo, poi Zankyo si portò la mano alla testa. Quando dormiva, il ragazzo raccoglieva i capelli, lasciando così scoperta una ferita di anni addietro.
-Brutto sogno?- Trevor glielo chiese col chiaro intento di offenderlo.
-Un ricordo... del peggior momento della mia vita...- Zankyo gli rispose senza neanche pensarci. -Ragnarok.-
-Oh...- L'espressione di Trevor cambiò. A nessuno sano di mente sarebbe venuto da ridere nei confronti di chi aveva passato quell'inferno. Lui stesso aveva una parente che ci era passata. -Scusa. Non dovevo.-
-Non importa...-
-Eri a Heriken durante quel disastro. Non riesco ad immaginare cosa tu abbia passato.-
-Non ero semplicemente ad Heriken. Sono un sopravvissuto dell'Epicentro.- Trevor deglutì. Se il Ragnarok era l'inferno, il suo epicentro era il girone più basso. Era il punto in cui i tredici Omega si erano riuniti dopo il loro arrivo in città. Alla fine del Ragnarok ci fu un'esplosione di energia che andò a formare una colonna di luce. Il numero dei sopravvissuti all'epicentro non fu mai reso pubblico, ma giravano voci che fosse possibile contarli con le dita di una mano, includendo la prima Omega.
-Capisco.- Non voleva chiederglielo, ma lo fece lo stesso. -Vuoi diventare Slayer per vendic...-
-No.-
-Eh?- Il volto di Trevor lasciava trasparire il suo stupore. Finora tutti quelli che aveva incontrato che fossero rimasti coinvolti col Ragnarok cercavano vendetta verso i Beaster. Ne conosceva solo uno di Slayer, che non provasse astio verso di loro, nonostante fosse ad Heriken quel giorno. -Allora, perché vuoi diventare Slayer?-
-Risposte.- Prese fiato prima di continuare. -Mia madre era con me. E morì. Questa ferita me la sono fatta quel giorno. Rimasi in coma per quattro mesi, e ho solo ricordi confusi di quello che successe. Ma di una cosa sono certo. Mia madre non è morta a causa dei Beaster. Ogni volta che faccio quell'incubo, rivedo quella scena: mia madre che viene colpita al petto da un raggio di luce!-
-Non poteva essere un'arte di uno dei Beaster?-
-Nessuno di loro aveva abilità basate sulla luce, senza contare che finora non si è mai visto un Beaster in grado di usarne. E poi mio padre era un ingegnere. So riconoscere un laser quando lo vedo. No, mia madre fu uccisa. E per avere delle risposte devo parlare a quattr'occhi con una persona. Devo arrivare al rango Omega per avere una chiacchierata con lei.-
I due rimasero in silenzio per un po', persi nei loro pensieri.
-E tu invece?- Fu il turno di Zankyo di porre domande. -Quasi ogni sera resti sveglio a lavorare su qualcosa. Perché lo fai?-
-Ahh... conosci il fondatore della Lumien Corporation?-
-Il fondatore?-
-Fondatore e primo amministratore delegato della Lumien Corporation, venuto a mancare in un incidente d’auto due anni fa, Stephen Ellumier. Mio padre.- Prese in mano un quadernetto, un oggetto raro da vedere a quei tempi. -Un incidente d'auto. Come no! A chi la vogliono dare a bere!!-
-Ora sono io a non capire...-
-Come saprai la Lumien Corporation ha sviluppato diverse armi e tecnologie militari duranti gli ultimi due anni. Mio padre odiava la guerra, e aveva rifiutato più e più volte di sviluppare l'azienda in quel settore. Inoltre risulta che non abbia fatto testamento. Mia sorella maggiore sta cercando di riprendere l'azienda.-
-E questo che centra col diventare Slayer?-
-Non partirono indagini sull'incidente. Dissero che probabilmente fu un incidente dovuto alle condizioni della strada e alla pessima manutenzione del veicolo.-
-Dubito che il più famoso ingegnere grimorico del pianeta non prestasse attenzione alle condizioni della sua macchina.-
-Esatto. Mio padre ed io avevamo modificato quell'auto personalmente. Non avrebbe mai sbandato, neanche in mezzo ad un tifone. Ma ebbi la conferma che qualcosa non quadrava appena ci consegnarono i suoi effetti personali. Mancava un oggetto, era impossibile che non ci fosse. L'ho cercato per giorni, ma niente. Poi ne ho trovato traccia nei video della sorveglianza stradale.-
-Tiro ad indovinare: l'incidente non è stato ripreso.-
-Ovviamente. Ma quello che ha attirato la mia attenzione era una delle persone accorse sul posto dopo la polizia. Teneva in mano il ciondolo di mio padre. Tieni, al segnalibro.- Trevor lanciò a Zankyo il quadernetto, e lui lo aprì alla pagina segnata, dove vi erano riportare diverse equazioni complesse. -Quello è uno dei due motivi per cui punto all'Omega. Avere i fondi per completare la ricerca di mio padre. L'altro, è riprendere quel ciondolo, possibilmente dal cadavere dell'assassino di mio padre.- Cadde nuovamente il silenzio tra i due. Finché Zankyo non si alzò e ridiede il quaderno al suo proprietario.
-Io vado a farmi una doccia.- Si fermò davanti alla porta del bagno. -Solidificare il Grimox...-
-Lo hai capito? Giusto, tuo padre è un ingegnere.-
-Era. Ragnarok si è preso anche lui. E comunque io non me ne intendo. Però ti dico questo: non focalizzarti sul meccanismo, devi lavorare prima sull'Arte alla sua base.-
-Come si chiamava tuo padre?-
-Midora.- Zankyo lasciò la stanza, lasciando Trevor a rimuginare.
-Midora... Midora... dove ho già sentito questo nome...-
Nel frattempo, sotto la doccia, Zankyo si interrogava sul quadernetto. Gli appunti raccolti in esso provenivano da una mezza dozzine di persone, ma due calligrafie in particolare la facevano da padrone. E una la conosceva. Quella calligrafia è di mio padre.
 
Il giorno successivo ebbero una spiacevole sorpresa in mensa. Normalmente si recavano li prima, in modo da reclamare un tavolo ciascuno, costringendo gli altri a stringersi per un posto a sedere. Tuttavia quel giorno erano stati trattenuti da un istruttore, e l'unico tavolo rimasto con dei posti liberi era quello occupato da Reina, visibilmente scocciata dalla presenza dei due ospiti non invitati.
-Avete dieci secondi per sparire dalla mia vista.-
-Perché, altrimenti?- Trevor le rispose con il suo solito tono freddo e distaccato, provocando l'ira della corvina. La ragazza si alzò pronta a colpirlo con un diretto.
-Sicura di potertelo permettere?- Reina si fermò alle parole di Zankyo -Alla prossima infrazione ti sbattono fuori, vero?-
-Tsk!!- Si rimise a sedere. -Come hai fatto a capirlo?-
-È dal primo giorno che causi problemi, viene ovvio pensarlo. Ma tu continui a scatenare risse.-
-Cosa devo fare per farti stare zitto?-
-Rispondi ad una domanda.-
-Spara.-
-Perché sei qui?-
-Sigh... nel mio paese natale non potevo prendere parte all'addestramento, ecco perché. Contento?-
-Non è quello che ho chiesto. Perché sei qui? Cosa ti spinge a fare di tutto pur di rimanere in questo posto? Perché vuoi diventare uno Slayer?-
Quella domanda aveva lasciato senza parole la corvina. Nessuno chiedeva la ragione di uno Slayer, normalmente erano due: fama o vendetta.
-Che razza di domanda è? È ovvio che...-
-Fama? Direi di no. Vendetta? Neppure. Hai qualcos'altro che ti spinge ad allenarti fino a notte fonda.-
-Tu...- Rimase in silenzio per alcuni istanti. Reina aveva violato più volte il coprifuoco per allenarsi. -Io... c'è una persona con cui devo parlare, lei... è Wave master.-
-Wave master?- Ad interromperla fu Trevor. -Intendi dire la ragazza nominata Omega cinque mesi fa?-
-Si, proprio lei. Ho una faccenda in sospeso con lei, una cosa molto importante, che devo assolutamente sistemare.-
-Anche tu...- Trevor e Reina si guardarono negli occhi per alcuni istanti.
-A quanto pare ognuno di noi ha una ragione importante per essere qui.-
-La battaglia che ci attende sarà un fardello dal peso inimmaginabile.- Forse fu l'istinto a suggerire a Zankyo di usare quelle parole. -Per sostenerlo dobbiamo trovare un motivo, una ragione, ancorata nel nostro cuore, che ci faccia andare avanti. Tuttavia, queste ragioni non devono essere accompagnate da ricordi negativi. Se a quella ragione per combattere è legato anche un singolo momento di gioia, concentrandoci su di esso ne otterremo una forza senza pari...-
-...queste parole mi sembrano familiari.- Si persero a ragionare in quelle poche frasi.
-La prima parte è tale e quale al discorso fatto della prima Omega il giorno della fondazione degli Slayer, ma la seconda...-
-Mikoto ha provato il discorso un'infinità di volte insieme a me e alla zia Haki. E alla fine non è neanche riuscita a dirlo per intero.-
-Mikoto?- Trevor e Reina si scambiarono uno sguardo pieno di sorpresa, per poi guardare Zankyo. -S-soyokaze Mikoto? La prima Omega?-
-Yeah. Sua madre è il mio tutore legale.-
-Scherzi?!!!- Il grigio li zittì immediatamente. Non voleva che nessuno venisse a saper del suo legame con la prima Omega. Ad eccezione di quei due.
-Sentite: tutti e tre abbiamo intenzione di passare l'esame, ed io so come fare.-
-Ah sì? Parla.- Nuovamente i suoi interlocutori parlarono all'unisono.
-L'intero corso è stato ideato per mettere in evidenza le proprie capacità individuali, ad eccezione di una prova, l'ultima. Durante l'ultima prova si viene posti in gruppi, e bisogna abbattere dei droni per guadagnare punti. È comunque possibile rubare i punti agli altri team, prendendogli le medagliette raccolte dai droni. I punti non possono essere rubati se vengono depositati sul mezzo di supporto. Maggiore è il punteggio alla fine delle 48 ore della prova, maggiore è il rango che guadagna il team.-
-Ma non è controproducente? Intendo che si può finire in un gruppo squilibrato, o in uno con gente con cui non vai d'accordo.-
-Appunto. Dicono che è per vedere come ce la caviamo a lavorare in gruppi improvvisati, ma...-
-Ma non è vero, giusto?- In risposta al commento di Trevor, il quattordicenne alzò la mano indicando il numero tre con le dita.
-Coloro che si piazzano trai primi tre posti nella graduatoria del corso hanno il diritto di scegliere i componenti del proprio team. Ovviamente fino all'ultimo i risultati sono tenuti segreti.-
-Ci stai proponendo di formare un team con te?- Per quanto non volesse ammetterlo, Reina era allettata da quella offerta.
-Ho prenotato la palestra numero quattro, per le sedici. Se la mia offerta vi interessa vi aspetterò lì. Ho una cosa da mostrarvi.- I due rimasero a riflettere per diverso tempo.
Il tempo passò, ed arrivarono le sedici.
Zankyo attendeva appoggiato alle porte della palestra. Osservò nuovamente l'orologio, i minuti passavano inesorabili, ma dei due nessuna traccia. Dopo dieci minuti, decise di entrare in palestra, ma fu fermato dalla voce di Reina, e dalla sua mano che gli si appoggiò sulla spalle. Portò lo sguardo verso la donna e vide che, accanto a lei, c'era Trevor.
-Spero di non averti fatto aspettare, principessa.-
-Godkiller, chiamami nuovamente principessa e giuro che ti stacco la trachea a morsi.-
-Adoro le tue minacce.- I due ragazzi erano certi che la corvina avrebbe continuato a stuzzicarlo fino alla fine del corso, se il grigio non la faceva fuori prima.
-Dacci un taglio.-
-Allora? Avete deciso cosa fare?-
-Io ci sto.- La donna sembrava convinta dalla sua scelta, e per dimostrarlo tese la mano a Zankyo. Lui la strinse, felice di aver trovato una compagna d'armi.
-E lo stesso posso dire io. Sono con te.- Trevor ripeté lo stesso gesto di Reina. Quei tre ragazzi si sarebbero supportati per molto tempo dopo quel giorno.
-Ho la vostra parola che non farete mai parola di quello che vedrete oggi?- Zankyo aprì lentamente la porta della palestra. Dietro di lui, i due rimasero in silenzio.
-Hai la mia parola.-
-Sull'onore della mia famiglia, hai la mia parola.- Dopo quel giuramento entrarono nella palestra.

Non fu facile per i tre attuare il loro piano. Reina si era già distinta per la sua forza, mentre Trevor per la sua conoscenza della tecnologia. Zankyo, fortunatamente per loro, non aveva ancora dato sfoggio di talento in nessun campo. Pianificarono di ingannare gli altri allievi continuando a dimostrare la propensione solo in un particolare campo, o in nessuno, così da renderli una preda facile per ottenere punti. Il fatto che nessun risultato venisse reso pubblico e che tutti i test pratici si svolgessero in privato, gli tornò estremamente utile.
Arrivò infine il giorno dell’esame. La prova si sarebbe tenuta su una piccola isola ad un paio d’ore di nave dalle coste meridionali della Francia. La nave in questione era il veliero a tre alberi Unitas, capitanato dall’ex-ammiraglio Tiberon. Appollaiato sulla coffa dell’albero maestro, Zankyo aveva modo di osservare l’intera imbarcazione. Poteva vedere Reina intenta a saltare tra le sartie, Trevor intento a controllare il suo equipaggiamento, ed il capitano Tiberon che, con l’amata pipa alla mano, stava polemizzando con gli istruttori della poca spina dorsale degli aspiranti Slayer. Poi vide uscire dalle cabine il loro principale problema: Brutus Orley, il più narcisista ed ego-maniacale aspirante Slayer dell’intero corso. Carne fresca. I tre lo osservarono per qualche istante, mentre si faceva largo tra gli altri partecipanti, molti dei quali in preda al loro primo viaggio in barca, e relativo mal di mare. Brutus si atteggiava a capo di tutto e tutti perché aveva il paparino a guardargli le spalle, non per le sue abilità. Durante gli allenamenti, per poco non faceva saltare in aria l’aula sbagliando una delle più elementari Arti di fuoco, avendo anche il coraggio di attribuire la colpa all’istruttore che gli aveva “spiegato male” il Vocabolo. L’istruttore fu licenziato quella stessa sera.
Quando finalmente calarono l’ancora, la nave si svuotò in meno di tre minuti. Molti iniziarono a risalire il dislivello tra la spiaggia ed il centro dell’isola senza neanche aspettare gli istruttori, con Brutus alla testa del gruppo, ricoperto dalla sua armatura pesante e con il fucile grimorico pesante appeso alla spalla destra.
-Sono l’unico a pensare che finirà male?- Rimasto sul ponte, Tiberon espresse le sue preoccupazioni a Reina, Trevor e Zankyo, intenti a ricontrollare l’equipaggiamento. I tre gli risposero in coro, anche loro erano della stessa opinione.
-Corazzati pesantemente, armi da fuoco grimoriche e una pessima organizzazione. Disastro assicurato.- Trevor si assicurò di aver prelevato tutte le frecce che riteneva necessarie dall’armeria della nave. I tre avevano optato per un equipaggiamento leggero, sia per le armature, composte da scaglie di acciaio e tungsteno, nascoste sotto il cuoio, sia per le armi. Nessun fucile o pistola alimentata a Grimox.
-L’isola è un misto di colline e boschi. Con quelle armature saranno a corto di fiato prima ancora di cominciare.- Aggiunse Reina.
-È il motivo per cui sei stato tutto il tempo su in coffa? Osservavi l’isola?- Il capitano si rivolse a Zankyo, intento a soppesare varie spade.
-In battaglia, la conoscenza è metà della vittoria.- Dopo aver assicurato la spada ad una mano e mezza alla cintura, scambiò uno sguardo d’intesa coi suoi compagni -Ambiente, modus operandi, clima, ogni singolo dettaglio, per quanto insignificante è essenziale. E durante questa prova, quello più importante viene completamente ignorato: non conoscono i propri compagni.-
-Parole sagge, ragazzo mio.-
-Anche se… io ho un brutto presentimento.- Caricatasi in spalla la claymore, l’arma più pesante che fosse riuscita a recuperare, Reina scese dalla nave e si avviò verso il punto di partenza della prova, seguita a breve distanza da Trevor e Zankyo.
Arrivati sul posto, ignorarono completamente Brutus, attirando le sua ira. Dal suo punto di vista, loro tre erano delle nullità; non aveva neanche lontanamente pensato a lavorare in gruppo con gente come loro. Convinto di essere superiore a tutti i presenti, iniziò a guardarsi, in cerca di una preda nella distesa d’erba che li circondava. C’erano diversi piccoli Beaster erbivori, motivo per cui continuò a cercare. Vide infine un piccolo Beaster nero, una grossa lucertola lunga1 non più di un metro e mezzo, con le zampe anteriori molto più grandi e lunghe di quelle posteriore. Attorno al collo aveva una corta criniera di pelo grigio scuro. Il piccolo Beaster si stava avvicinando ad un cervo, tenendosi fuori dalla suo campo visivo. Considerando come teneva alta la coda, per poi nasconderla velocemente, era semplice capire che quella era la prima caccia del cucciolo. Brutus imbracciò il suo fucile e si diresse verso di esso, incurante delle lamentele dell’istruttore. Brutus si avvicinò ulteriormente, rendendo palesi le sue intenzioni; gli altri aspiranti Slayer iniziarono ad incitarlo, senza che nessuno si rendesse conto delle proporzioni dello sbaglio appena commesso. Nessuno a parte il gruppo di Zankyo: conoscevano bene quella specie di Beaster, e sapevano per istinto che le cose avrebbero solo potuto peggiorare. Quello era un cucciolo, e sull’isola poteva esserci arrivato in una sola maniera: c’era nato.
Brutus lo schiaccio contro il terreno con il piede e gli puntò contro il fucile. Il Beaster iniziò ad emettere squittii disperati, cercando inutilmente di liberarsi. Mentre la folla diventava sempre più euforica, Trevor, Reina e Zankyo estraevano le loro armi, pronti al peggio.
-Vattene da lì imbecille!!!!- Zankyo urlò contro Brutus a pieni polmoni, zittendo al contempo tutti i presenti.
-Eh?!- Brutus si voltò verso il ragazzo, visibilmente contrariato. Nel voltarsi, allentò la pressione sul piccolo Beaster, facendo sì che liberasse.
-Hai idea di quello che hai fatto?!!- Questa volta fu Reina ad urlargli contro. Trevor, intanto, seguiva con lo sguardo il cucciolo. Lo vide salire lungo una collinetta e fermarsi senza un’apparente ragione. Il giovane intuii velocemente il perché.
-Cos’è?! Avete paura di quel microbo?!-
-Praticamente è morto. Sono in tre.- Trevor estrasse una cortissima freccia con una sfera trasparente incastonata nella punta. Con un rapido e deciso movimento estese la freccia retrattile ad una lunghezza consueta, per poi incoccarla.
-Quello era un cucciolo di Bewolgen!!- Le parole di Zankyo fecero gelare i presenti. Tutta la spavalderia che Brutus aveva mostrato finì nell’oblio, sostituita da puro terrore. Non osava voltarsi. Meno di un secondo dopo il suolo si riformò, alzandosi sotto forma di una lancia di roccia, la quale ridusse in mille pezzi il fucile dell’uomo, portandosi con sé anche buona parte del braccio con cui lo impugnava. Urlò di dolore cadendo a terra, e temendo di essere colpito di nuovo, iniziò a strisciare. Ma i tre Bewolgen erano concentrati su altro: Zankyo era scattato verso lo sventurato nel istante stesso in cui la lancia iniziò a formarsi. Le tre lucertole, lunghe trai cinque ed i sei metri, si sporsero dalla collinetta, scatenando grida di paura. Zankyo, nel frattempo, continuava dritto, senza curarsi dei tre rettili neri. Destra Zankyo si spostò leggermente nella direzione opposta, schivando con naturalezza il medesimo attacco che aveva colpito Brutus pochi istanti prima. Sinistra… Destra… Destra… Davanti… Gli attacchi dei Bewolgen arrivarono esattamente come anticipato dal grigio, il quale schivò senza rallentare i colpi. A pochi metri da Brutus iniziò a rallentare; cogliendo l’occasione i Beaster gli scagliarono contro un attacco bidirezionale. Zankyo scivolò sotto i due speroni rocciosi che collidevano.
-Trevor!- Prese di peso Brutus senza alcuno sforzo, nonostante fosse il doppio di lui.
-Sul serio… sei una cosa impossibile.- Scagliò la freccia, ormai carica di Grimox contro i tre lucertoloni. Arrivata vicino a Zankyo, esplose in una sfera di luce e fragore, accecando e assordando i Bewolgen. Il grigio, si mosse approfittando dei pochi secondi fornitigli dalla flash-bang. Raggiunse il mezzo di supporto e mollò Brutus lì a fianco, poi prese la radio in esso installato e le parole che pronunciò presero tutti di sorpresa.
-Mikoto. Metti. Giù. La. Spada.- Per un secondo ci fu silenzio -So che sei a bordo della nave.-
-Coff… coff… Non c’è nessuna Mikoto qui, Zan-kun.- rispose una voce femminile.
-Sei l’unica persona del globo a chiamarmi così, Mikoto-nee.-
-Ah, già… vero.-
-Resta lì. È il mio esame! E ti sei già messa in mezzo prima!- La conversazione ricordava tanto una lite tra fratelli.
-Vuoi che me ne resti in disparte con dei rango X in giro per l’isola?-
-Come se non sapessi gestirli. Okay, non mi lasci altra scelta: se osi scendere ti taglio la fornitura di dolcetti e mi sbarazzo della tua riserva segreta. Si, so dove la tieni.-
-…-
-Allora?- Zankyo spense la radio.
-Tutto ma non questo!!!!!!- Riuscirono a sentire le urla disperate della prima Omega, che si trovava nella sala riunioni della nave.
-Trevor, Reina! Quei tre sono esemplari giovani, non sono sicuramente da soli. Trevor tu raggiungi il gruppo ad est, Reina, lasciò a te quello a ovest.-
-Oui!-
-Ricevuto!- I due si lanciarono verso gli altri gruppi, mentre Zankyo, spada alla mano avanzava verso i tre.
-Cominciamo.-
 
Sul versante est dell’isola, era iniziata una battaglia che vedeva cinque Bewolgen contro una ventina di cadetti. Lo scontro, però, era palesemente a favore dei mostri: le armi dei cadetti non volevano saperne di sparare, e l’istruttore aveva riportato un brutta ferita. Trevor arrivò di corsa, con due frecce incoccate, pronte a partire. Cinque…
-No… sei.- Il sesto Bewolgen era rimasto in disparte, mimetizzato grazie al suo potere. Era appena alle spalle del francese, pronto a colpirlo con una zampata. Trevor eseguì un salto mortale, schivando l’attacco, contemporaneamente scagliò le due frecce, che si conficcarono nella spalla destra del mostro. -Tsk!- Tra le oltre duecento frecce retrattili che si era portato dietro dalla nave, solo una dozzina erano perforanti, troppo poche per sprecarle. Passo mentalmente in rassegna le sue munizioni, maledicendo l’assenza sia di frecce esplosive, sia di quelle a punta oscillante, le uniche con cui avrebbe potuto abbattere velocemente i Beaster. Pensa, pensa… trovato. Se non posso abbatterli con la forza… Schivò un altro attacco e si infilò sotto al Bewolgen, per poi scoccare una freccia nella giunzione tra collo e testa.
-Userò l’astuzia.- Il Beaster cadde a terra privo di vita. Trevor estrasse dalla faretra altre due frecce, con una differente punta. Ora aveva tutta l’attenzione delle lucertole nere. Uno si alzò sulle zampe posteriori, esponendo così il petto alle frecce di Trevor; una semplice Arte elettrica ed il suo cuore si fermò. Altri due caricarono il biondo, ma li evitò con un salto. Mentre era in aria scagliò varie frecce nelle spine dorsali dei Beaster -Meno quattro.- Prese quattro frecce perforanti e le piantò nel cranio del quinto. Il sesto, ben più grosso rispetto agli altri, assaltò con rapidità il giovane. Usò le altre otto frecce perforanti rimastegli, ma il Bewolgen le deviò con la coda: aveva imparato dalla disfatta dei fratelli. Provò una decina di frecce diverse, ma senza effetto. Aveva bisogno di più potere di fuoco. In cerca di una soluzione posò gli occhi su un cadetto ed il suo fucile. Lasciò una flash-bang carica sul posto e si diresse verso il cadetto. Afferrò con la mano destra il fucile, per poi voltarsi subito dopo il lampo, sparando una sfera di energia esplosiva addosso al Beaster.
Diede un rapido sguardo all’arma. Vi era inciso il simbolo della Lumien Corporation; in uno sfogo di rabbia lo gettò addosso al cadetto al quale lo aveva preso.
-Ma il fucile… non funzionava…- Disse ancora sotto shock il cadetto.
-Due cose. Primo: un fucile laser grimorico non ha munizioni, ma bisogna canalizzare al suo interno il Grimox, perciò bisogna rimane sempre concentrati.- Estrasse altre tre frecce dalla faretra -Secondo: togliere la sicura aiuterebbe.- Passando affianco all’ultimo Bewolgen, gli piantò le frecce in pieno petto. L’esplosione doveva averlo ucciso, ma non si è mai troppo cauti.
 
Contemporaneamente, Reina si avvicinava al gruppo ad ovest. Appena arrivata poté vedere un totale di quattro Bewolgen, uno dei quali intenzionato ad azzannare un cadetto. La corvina saltò, arma in pugno, dal crinale roccioso su cui si trovava. Fu un istante, e la testa del Bewolgen rotolò per terra, tranciata di netto dalla claymore della ragazza. Altri due iniziarono ad attaccarla, mentre l’ultimo si mimetizzò. I due tirarono zampate e colpi di coda contro la corvina, bloccata fra di essi, senza però riuscire a colpirla.
-Yven Gunar Fohr Tarew. Heracles’ Strength!- La ragazza afferrò la punta della coda di un Bewolgen e con uno strattone lo scaraventò addosso al fratello. Prima ancora che potessero levarsi uno da sopra l’altro Reina gli piantò la claymore attraverso il torace, impalandoli entrambi.
-Dietro…- Un cadetto cercò di avvertire la ora disarmata Reina che l’ultimo Bewolgen la stava per colpire. Ma Reina fermò la zampa con una mano sola, poi eseguì una proiezione, mandando contro una parete rocciosa la lucertola. -…di te.-
Il Beaster si rialzò, trovandosi davanti Reina. La giovane gli tirò un montante che quasi non gli staccò la testa. Un decimo di secondo dopo, il secondo pugno rispedì a terra il Beaster, lasciandolo esposto alla successiva raffica di colpi. Appena ebbe finito andò a recuperare la sua arma. Il tutto sotto lo sguardo allibito dei cadetti.
-Ah, ora mi sento meglio.- Reina prese in mano la testa del primo Bewolgen. -Quasi quasi me la porto a casa.-
-Istruttore, possiamo andarcene?- Chiese un cadetto.
-Ora che è finita, è meglio evacuare.-
-Non è finita.- Intervenne Reina, facendo andare nel panico parecchie persone. -Non è il momento di andare nel panico.-
-Che vuoi dire?-
-Lezione rapida di biologia Beaster.- Sollevò la testa del Beaster e l’avvicinò ai cadetti, facendo svenire un paio di persone -I Bewolgen dispongono di uno strato di scaglie lamellari che rende la loro pelle estremamente resistente. Tuttavia, servono circa tre anni perché questo strato cresca completamente: fino ad allora il Bewolgen non lascia il nido. Questi qui non ce l’hanno. E questo significa che?-
-Che c’è una madre sull’isola…?-
-Bingo!- Lanciò lontana la testa e sorridente disse -Ora potete andare nel panico.-
 
Rimasto col gruppo principale, Zankyo stava fronteggiando i tre esemplari più anziani. Possedendo quindi una discreta esperienza di combattimento, unito al loro istinto animalesco, li rendevano avversari estremamente pericolosi. I tre riuscivano a coordinarsi nel corpo a corpo con grande abilità, costringendo Zankyo sulla difensiva. Per liberarsi di loro dovette evocare una cortina di nebbia. I Bewolgen si ritirarono avendo ridotta visibilità. Quello a sinistra del grigio alzò leggermente una zampa.
-Indietro voi! Attacco in arrivo!- Una lancia di rocce si generò alle zampe del Beaster, per poi incurvarsi in direzione del grigio. Il ragazzo incanalò del Grimox nella spada, creando un’aura bluastra attorno ad essa, e contrattaccò con un affondo, infrangendo la lancia. Gli altri due imitarono il fratello, sollevando due grossi massi e scagliandoli con un colpo di coda; Zankyo rispose nuovamente con degli affondi, nullificando gli attacchi. La successiva mossa delle lucertole nere consistette in sei grosse lance rocciose, le quali conversero in un unico punto, quello in cui si trovava Zankyo. Aumentò la quantità di Grimox nella lama della sua arma, e, con un fendente ben piazzato, mandò in frantumi i sei speroni. La sua spada non era adatta a quel genere di combattimenti, infatti delle minacciose crepe iniziavano a diramarsi per tutta la sua lunghezza. Doveva finire in fretta il combattimento, oppure si sarebbe trovato disarmato.
-Dein Ralaish Entuw Fitnof Grytug! Danza al mio canto Madre Terra!- Il suolo ai piedi di Zankyo fu scosso da una piccola onda tellurica, poi da una più forte, seguita in velocità da altre, ad intensità crescente. Infine il terreno eruttò una quantità mostruosa di speroni di roccia. Comparati alla portata e alla potenza dell’Arte, gli attacchi dei Bewolgen erano miseri stuzzicadenti. Prima ancora di rendersi conto cosa stesse succedendo, un Bewolgen si ritrovò la testa mozzata dalle rocce. Il secondo invece, tentò di allontanarsi, non riuscendoci: finì travolto dalla valanga di rocce acuminate. Il terzo con un lungo balzo si portò lontano dalla zona di attacco, dietro a Zankyo. Si voltò immediatamente, pronto a colpire il cadetto. Sfortunatamente per lui, Zankyo si era già preparato.
-Rauhs Servif!- In seguito a l'uso dell'Arte attorcigliata al suo braccio sinistro vi era una serpe di pura elettricità. La lasciò andare, e questa, istantaneamente si lanciò sul Beaster, perforandogli una spalla. Come dotata di vita propria, la serpe invertì la direzione, avventandosi sul Bewolgen che si contorceva a terra. La serpe colpì il suo fianco sinistro, il Beaster tentò di togliersela, ma con le sue zampe non poteva raggiungere il suo ventre. L’arte si fece velocemente strada verso il cuore del Beaster, ed una volta raggiunto lo ridusse in cenere. Nonostante il terzo Bewolgen fosse appena morto, Zankyo non abbassò la guardia. Al contrario si voltò verso il bosco, pronto a ricevere un ulteriore attacco. -I tuoi figli sono stati un buon riscaldamento. Vogliamo cominciare?-
Lentamente dal bosco emerse la regina dell’isola. La sua stazza era quattro volte quella della sua prole, tale da permetterle di uccidere qualunque cosa respirasse sull’isola con una semplice zampata. Ma ciò che la rendeva pericolosa sopra ogni altra cosa era la sua esperienza in combattimento, come testimoniavano la numerose cicatrici che possedeva, molte della quali causate da armi umano, come la vistosissima ferita da arma da fuoco che aveva sulla spalla. Fece pressione sul terreno con le zampe, con una tale potenza da deformare il terreno, per poi balzare in avanti, percorrendo quasi istantaneamente la distanza tra la piana ed il bosco. La sua zampa anteriore calò con violenza sulla posizione di Zankyo. La Bewolgen alzò la zampa, ma non vi erano resti: ora era sicura di averlo mancato.
-Sì. Mi hai mancato.- Con un’agilità sovraumana aveva schivato l’attacco, ed ora si trovava in piedi sulla spalla del Beaster. Questa, per quanto stupita, reagì immediatamente rotolando su un fianco, nel tentativo di schiacciarlo. Il ragazzo si limitò a saltare e ricadere menando un fendente verticale. La Bewolgen notò l’aura attorno alla spada, e seguendo il suo istinto si rimise in piedi e schivò, vanificando l’attacco nemico; poi immerse la coda nel terreno, come se fosse un liquido, e tirandola fuori con una rapida manovra, scagliò decine di pietre verso il grigio. Zankyo, mostrando una sopraffina abilità con la spada, le intercettò facilmente. La Bewolgen si innalzò sulle zampe anteriori e ruggì: la rocce intorno a lei si sollevarono, frantumandosi in seguito. Ai lati della creatura era ora presente un sbarramento di grosse pietre acuminate, pronte a partire. -Gra Luint tyrnag vurlcas!- Il Grimox iniziò a turbinare attorno al ragazzo diventando via via di un colore rosso acceso.
-Blaze Tornado…- Disse in preda allo stupore uno degli istruttori. Era il nome della tecnica che Zankyo stava utilizzando.
-Blaze Tornado? L’Arte di fuoco superiore a zona? Ma non ha pronunciato neanche la metà del vocabolo!- Intervenne un altro.
Il Grimox divenne fuoco, e aumentò la velocità del suo moto vorticoso. La Bewolgen non aspettò oltre e lanciò la sua mortale raffica. Con un semplice gesto il ragazzo fece innalzare le fiamme che lo circondavano, creando un tifone di fuoco: la sua temperatura era tale da fondere istantaneamente le pietre. Il tornado si allargò e poco dopo si estinse. Della piana verdeggiante che aveva ospitato la battaglia non rimaneva che una distesa di pietre e cenere. La Bewolgen aveva lo sguardo fisso su Zankyo, non osava distogliere lo sguardo, anche se poco più in là vi erano prede facili. Se avesse spostato lo sguardo anche solo di poco sarebbe morta: l’essere umano che aveva davanti l’aveva messa alle strette.
-Merda!!- Trevor e Reina potevano vedere la piana dal crinale su cui si trovavano il campo di battaglia tra il loro compagno ed il Beaster. -Muoviamoci Reina!!-
-Ohi, Trevor!- Il francese si fermò al richiamo di Reina. -È solo una mia impressione o gli occhi di Zankyo brillano?- Nonostante la distanza che li separava da lui, potevano vedere chiaramente gli occhi del giovane brillare di un luminoso viola chiaro.
Constatando che il terreno era cambiato a suo favore, la Bewolgen ricorse al suo asso nella manica: l’invisibilità. Mimetizzazione non era il termine corretto per indicare le capacità di occultamento della sua specie. Per mimetizzarsi c’è bisogno del giusto ambiente, ma un Bewolgen è in grado di sparire letteralmente nel nulla anche in mezzo ad una piana priva di ostacoli come quella su cui si trovavano. La Bewolgen divenne lentamente invisibile, pronta a finirlo con il prossimo attacco. Nonostante avessero perso il contatto visivo col suo bersaglio, gli occhi di Zankyo seguivano qualcosa: non si trattava di impronte, essendo ormai il terreno composto di sole rocce, o fili d’erba piegati, divenuti cenere. Sorrise.
-Sul campo di battaglia alcuni concetti sono fondamentali: primo, comprendere lo schema del proprio nemico. Secondo…- Rovesciò l’impugnatura della sua arma ed eseguì una mezza giravolta, tenendola all’altezza delle spalle. La spada incontrò resistenza. -Localizzare i punti deboli. Normalmente gli occhi sono il punto meno resistente.-
Lentamente l’invisibilità della creatura svanì, rivelando il risultato della battaglia: la spada di Zankyo era conficcata in un occhio della Bewolgen e fuoriusciva dall’altro. Non vi era dubbio sulla letalità del colpo. Zankyo estrasse la spada ed il corpo della dominatrice del isola cadde al suolo privo di vita.
-Dimenticavo: posso vederti.- La luce emanata dagli occhi di Zankyo si spense, mentre i suoi compagni lo raggiungevano.
 
Per quanto perdersi nei ricordi potesse risultargli rilassante, Zankyo aveva diversi impegni per quella mattina. Uscito di casa, percorse la lunga strada che lo condusse lungo una delle strade principali di Heriken. Anche se la distanza che lo separava dalla sua destinazione era considerevole, voleva farla a piedi; ci mise un po’, ma infine arrivo al Viale delle ceneri. La grande strada che dalla Corteccia conduceva alla Sede degli Slayer, era invasa da bancarelle di ogni tipo e dimensioni. A poco più di metà strada dalla Corteccia c’era una piazza, al centro della quale era stato eretto un monumento. La destinazione di Zankyo era lì. Tuttavia, mentre si dirigeva lì, una donna intenta a discutere col proprietario di una bancarella di cibarie.
-35 aura per due porzioni?! È un furto!!- Aura, abbreviativo di Aureo Ratio, la moneta unica entrata in vigore alla fine della Guerra Grimox, secondo il Trattato di Washington, in tutto il mondo. -Capisco che ho preso due crèpe Special XL con doppio tutto, ma il prezzo è eccessivo!-
-E ci credo che costino 35 aura!! Mai sentito parlare del termine moderazione, Michelle?- Il giovane intervenne pagando al commerciante quanto gli doveva la donna. Doveva aver passato da non molto la trentina, aveva lunghi capelli rossi, raccolti in una treccia, poggiata su una spalla, e occhi scuri, contornati da occhiali da vista, piuttosto spessi e goffi. Appena si furono allontanati dalla bancarella, Zankyo gli sussurrò in un orecchio. -O dovrei dire presidentessa Tirnagogh?-
-Shhhh!!!- La donna lo zittì subito. Sotto quegli occhiali e il colore dei capelli, in verità biondi, si celava la persona più importante della Federazione: la presidentessa Michelle Tirnagogh. Aveva ottenuto quella carica in seguito alla morte del precedente presidente, e, l’allora vice-ministro delle pubbliche relazioni, in seguito alle vicende del Ragnarock, ricevette la carica. Dopo i due anni necessari alla ristrutturazione della città, fu eletta nuovamente con una schiacciante maggioranza. Ora si trovava al suo secondo mandato. -Se Huldgen mi scopre sono morta!- Consigliere anziano di Heriken, il vecchio Huldgen era un conservatore, ed il principale avversario politico della presidentessa, che differentemente da lui, aveva investito nella riapertura dei commerci con gli altri stati del mondo. Inutile dire quanto avrebbe voluto trovare un qualsiasi scandalo su Michelle: quali le sue fughe dalla Corteccia come quella di oggi.
Zankyo le tolse gli occhiali dal volto con una mano, per poi osservarli. Questo fece notare alla donna il mazzo di fiori che Zankyo teneva con l’altra mano.
-Stai andando a fare visita al monumento alla memoria?-
-Come tutti gli anni. Mi accompagni?-
-Okay, ma vedi di ridarmi gli occhiali.-
-Tolto il fatto che hai le lenti a contatto, questi sono talmente spessi che ci puoi bloccare un proiettile.- Gli lanciò gli occhiali. Questa, una volta presi al volo, decise di metterli via.
Dopo cinque minuti, sufficienti alla donna per ingoiare i suoi acquisti, arrivarono alla piazza ove si ergeva un monumento. Al centro si trovava un corno, proveniente dal Maghellan, circondato da una statua di metallo dorato raffigurante esseri umani che vincevano sui Beaster. Anche se era un monumento alla memoria delle vittime, non dava quell’impressione. Forse perché era stato il consiglio della Slayer Organization a decidere il design. Nonostante tutto la gente continuava a portare fiori e foto, in quello che nove anni prima fu l’Epicentro. Il grigio posò il mazzo di fiori e si mise a pregare, così come Michelle.
-Mamma. Papà. Zio Shun.-
-Velys...- Seppure non conoscesse i dettagli, Zankyo sapeva che Michelle e sua madre avevano un qualche legame. Lui non approfondì mai durante tutti quegli anni. -Andiamo alla Sede?-
-Andiamo. Giuro che se Reina mi tira di nuovo i coriandoli, l’ammazzò.- I due si incamminarono verso il grande edificio circolare in fondo alla strada.
-Oh, ma dai, sono solo dei coriandoli. Che festa sarebbe senza?-
-L’ultima volta, mi ha slogato una spalla.-
-Con dei coriandoli? Com’è possibile?!-
-Qualsiasi cosa tirata da Reina è potenzialmente letale.-
-Ti userò come scudo allora.-
-Ma grazie.-
-Mikoto c’è?-
-No. E neanche la dottoressa.-
-Peccato.-
La Sede quel giorno era chiusa per festività. Si trattava di uno dei pochissimi giorno in cui lo era. Ma Cordelia aprì loro la porta. Mentre entravano, Michelle annullò l’Arte che le tingeva i capelli.
All’interno c’erano Trevor, Reina, Cordelia e Tiberon, intenti a sistemare le ultime cose per una festa, e a tenere la Corvina a debita distanza dagli alcolici. La donna aveva il divieto di toccare alcol all’interno della Sede, e nella maggior parte dei locali della città: era capace di scolarsi una distilleria, restando sobria. L’esatto opposto del grigio, che non lo reggeva minimamente.
-Siamo tutti?- Chiese Cordelia.
-Si, Mikoto e Megan non vengono. Zia Haki arriva più tardi.- Rispose Zankyo.
-Allora…- Trevor versò nei bicchieri dei presenti una bibita e cominciò il discorso. -Là fuori stanno festeggiando per i tredici mostri schiattati nove anni fa, o per la licenza da Slayer nuova di zecca. Noi, invece, abbiamo qualcuno da festeggiare. Insieme…-
-Buon compleanno Zankyo!!- Il gruppo brindò felicemente in onore dell’amico.
Ciao a tutti dal vostro Xablerot!
Eccomi col capitolo due di Grimox. Ci vediamo domenica con terzo.
Per domande, suggerimenti e commenti non fatevi problemi a recensire

alla prossima, Xablerot!




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