Non
appena la campanella suonò le due ragazze presero il proprio
zaino e, uscirono dall'aula.
Giorgia iniziò subito con le domande mentre camminavano
lentamente nel corridoio.
- Che ha detto la Vipera?-
- Sono in punizione per due settimane- le rispose Sara scoraggiata.
-Cosa? Ma che
stronza!
Sà benissimo che è sempre
lui a cominciare!-
dichiarò l'amica con tono oltraggiato.
- Forse ho esagerato anche io tirandogli la bottiglietta.-
annunciò facendo dei lunghi respiri profondi.
- Ma non dire cavolate! Quello si salva solo perchè ha un
botto
di soldi!- esclamò Giorgia per abbracciarla improvvisamente
in
segno di conforto - Speriamo solo che questa volta tua madre non si
arrabbi...-
La ragazza fece un lungo verso di pura sofferenza. Sua madre, quando si
infuriava, era davvero implacabile e Sara non osava mai
rivolgersi a lei quando aveva la luna storta altrimenti, addio
gustosa cena, spuntino di
mezzanotte e permessi per uscire.
- Bene, bene, Sparvieri.
Sono proprio curioso di
sapere cosa la nostra amata preside ha deciso di rifilarti
per punzione.-.
A pronunciare quelle parole era stata una voce dietro le
loro spalle: canzonatoria e scherzosa.
Sara si voltò di scatto verso il ragazzo che la tormentava
ormai da anni e, vedendo il suo ghigno strafottente, scoppiò
dalla rabbia. Con velocità sorprendente lo raggiunse in
poche
falcate e, prima che lui potesse anche dire o fare qualcosa, uno
schiaffo lo colpì sulla guancia destra.
- Mi hai veramente rotto le palle Granieri. Sei soltanto un ragazzino
che non si prende la respondabilità delle proprie azioni.
Sei un
codardo e
sono stufa di finire
sempre nei guai per colpa tua. Vattene a fanculo!- la sua voce si era
alzata di qualche ottava ed era sicura di avere la faccia rossisima e
gli occhi spalancati dalla furia mentre lo guardava disgustata.
Il Biondo davanti a lei le rivolgeva uno sguardo squisitamente sorpreso.
Certo, la Sparvieri era sempre stata l'unica a ripondergli a tono ma,
addirittura dargli uno schiaffo?
Rapido come un felino, le afferrò saldamente il polso che
aveva lasciato a mezz'aria, lo strinse forte e la osservò
con uno
sguardo gelido.
- Stai giocando con il fuoco, Sparvieri.- le disse con un tono
tranquillo mescolato a un velo di minaccia.
- Preferisco
bruciare
e
soffire
piuttosto che rimanere indifferente di fronte al tuo atteggiamento da
idiota!- gli rispose lei fiera e senza abbassare lo sguardo.
Il ragazzo, in riposta, le strinse ancora con maggiore forza
il
polso ma, lei non fece nemmeno uscire un gemito di dolore dalle proprie
labbra.
Altezzosa e
sprezzante.
- Non amo picchiare le ragazze ma, vuoi che faccia un'eccezione solo
per te?- le disse risoluto stringendo ancora di più la mano
che
divenne quasi violacea.
Sara non rispose e continuò a guardarlo con sfida.
Dopo pochi
istanti, che a lei parverò un eternità, quando
ormai il
suo polso le faceva un male insopportabile ed era decisa a invitarlo
gentilmente a
lasciarla andare; lui diminuì gradualmente la presa per poi
spingerla lontando da sè.
La ragazza si strofinò il polso dolorante e, susurrando un
"mi
fai schifo", afferrò il braccio di Giorgia che era rimasta
letteralmente paralizzata dalla scena e la trascinò via. Era
sicura che se sarebbero rimaste lì, Granieri le avrebbe
davvero fatto del
male.
Per tutto il tragitto fino alla fermata dell'autobus rimasero entrambe
in un silenzio quasi esasperante e solo quando furono ormai comodamente
sedute sul mezzo di trasporto, Giorgia la osservò
titubante.
- Ancora mi chiedo come ho fatto ad avere un'amica testarda come te!-
esclamò con un sbuffo ma facendo nascere sul proprio viso un
espressione divertita.
- Non sono testarda. Semplicemente
detesto
quelli come lui.- le rispose Sara mentre sistemava bene il suo zaino ai
loro piedi.
- Immagina se ci fosse stato anche Guido!- esclamò Giorgia
arrosendo all'improvviso.
Era innamorata di Guido Mastronardi, il migliore amico di Daniele
Granieri, ed era totalmente sicura che l'avrebbe portata presto
sull'altare.
-Come minimo gli svenivi tra le braccia- disse Sara sghignazzando.
Guido era proprio l'opposto di Granieri. Dolce, gentile, simpatico.
Aveva sempre un sorriso disponibile per chiunque e, non si rifiutava
mai di dare una mano a qualche studente disperato per i compiti.
Ancora non riusciva a capire come, quei due, riuscissero ad essere
amici!
Giorgia arrossì ancora di più e probabilmente
ora stava
fantasticando sull' incontro con il suo pincipe azzurro in cui lei gli
cadeva nelle braccia e lui la stringeva forte per non lasciarla
andare.
Sbuffò divertita lasciando, come al solito, la sua amica nel
Mondo Dei Sogni Ad Occhi Aperti per alcuni minuti. Era tipico di
Giorgia perdersi dietro sogni e fantasticherie visto che aveva avuto,
sin da piccola, una fervida immaginazione.
Quando finalmente la ragazza accanto a lei si riprese dalla trance e
puntò gli occhi su Sara trovò uno sguardo
divertito che la scrutava con l'aggiunta di qualche ghigno.
A quel punto, Giorgia, sentendosi presa in giro, scagliò la
sua offensiva.
-E' inutile che mi guardi come se fossi una pazza rincitrullita!-
esclamò risentita -Quando si tratta di ragazzi perfino
tu inizi ad avere
un aria
sognante.
Perciò, dimmi un pò, come sta il tuo adorato
Lorenzo?-
A quel punto fù Sara quella ad
arrossire
inconsapevolmente.
-Il mio dolce e tenero fidanzato lo vedrò
domani. Oggi è andato a fare compagnia alla nonna che stava
male.-
Giorgia sorrise lievemente - Ah, solo tu riesci ad avere il ragazzo
perfetto. Un altro non sarebbe mai andato a trovare una vecchia
rimbambita ma, l'avrebbe lasciata sola a morire!-.
Sara rise sfacciatamente mentre l'autobus si fermava di fronte a casa
sua. Ben presto, la sua mente, vorticò introno ad un unico e
inquietante
pensiero.
Non poteva più permettersi di pensare a Lorenzo,
nè a
quello squilibrato di Granieri, perchè ora aveva un arduo
compito
da risolvere:
Trovare le parole giuste
per dire alla sua indomabile madre della punizione...
- Che Dio mi salvi!-
***