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“Allison”
la chiamò bussando con le nocche di due dita. “Posso entrare?”
“Non
sono ancora vestita” replicò lei.
Elijah
scosse poco il capo e si mise in attesa.
Passarono
sì e no dieci secondi e la porta si aprì; Allison indossava solo dei jeans e un
reggiseno. E la sua collana ovviamente.
“Cosa
fai?” gli chiese.
Lui
corrugò la fronte. “Aspetto che tu sia pronta.”
La
donna gli prese una mano e lo trascinò dentro la stanza, richiuse la porta e si
voltò a guardarlo facendo ondulare la coda di cavallo.
“Ti
ho detto di entrare.”
“No,
mi hai detto che non eri ancora vestita” disse lui indicandola con un dito.
“Cosa che è vera. A metà quantomeno.”
“Elijah”
lei fece un grosso respiro e alzò le mani sulla sua cravatta, iniziando a
snodarla. “Se chiedi ad una donna di poter entrare nella sua stanza e lei ti
risponde che non è ancora vestita, in realtà ti sta invitando ad entrare.”
L’Originale
sorrise guardandole le mani. “Non avevo colto il messaggio tra le righe” le
disse. “Me lo ricorderò per la prossima volta.”
“Uh”
sussurrò Allison. “La prossima volta… è una proposta per caso?”
Elijah
la prese in braccio avvolgendole la vita con un braccio. “Consideralo un
invito” scherzò prima di baciarla.
Allison
aprì piano gli occhi e la prima sensazione che provò fu quella del prato freddo
sotto il suo corpo, ne sentiva i fili tra i capelli, sotto le mani. Con un
sforzo si sollevò piano per guardarsi intorno, prima in direzione della casa,
poi dall’altra parte dove il vampiro con cui si era scontrata stava fermo, piegato
sulle ginocchia, in attesa di chissà cosa.
La
donna si chiese quanto tempo era rimasta incosciente e considerando che Hayley
e gli altri non erano ancora tornati, realizzò che doveva essere poco. “Hope”
mormorò. “Hope!” provò ad urlare ma la voce le venne fuori strozzata mentre un
dolore fortissimo si irradiava dal suo fianco fino al petto.
“Oh
non preoccuparti” le disse il vampiro. “La piccola sta bene. Per ora. Ma tra
pochi secondi sarai morta dissanguata e allora brucerò l’intera casa con lei
dentro.”
“Stai
lontano da lei!” sibilò Allison ma si accorse che non faceva paura a nessuno.
“Ah
sarà meraviglioso” lui si rimise in piedi. “Tu morirai, la figlia di Klaus
morirà e io diventerò una leggenda. Il vampiro che ha ucciso Allison Morgan e
la figlia di Niklaus Mikaelson. Immagina...”
Allison
pianse, non perché la morte le facesse paura, ma perché se ne stava lì
impotente mentre Hope era in pericolo. Sperò che Hayley e gli altri arrivassero
presto; per salvare la piccola non lei. Un grosso respiro e piano si mise in
piedi; aveva la nausea e si reggeva a malapena in piedi ma avrebbe lottato fino
all’ultimo.
“Proprio
non vuoi saperne di morire con le ferite che già hai vero?” domandò il vampiro
tirando fuori dalla tasca una specie di coltello. “E va bene allora. Ecco il
colpo di grazia.”
Il
coltello, o qualunque cosa fosse, affondò nella sua carne, all’altezza dello
stomaco; Allison sentì il freddo della lama, poi il dolore lancinante.
“Elijah”
sussurrò prima di cadere in ginocchio, prima che il buio la avvolgesse.
****
Allison
fu sorpresa di vedere Elijah seduto accanto a lei sul letto quando il dolore
l’aveva svegliata. Sorpresa ma felice. Il bell’Originale aveva l’aria stanca,
gli occhi rossi e gonfi indicavano che aveva pianto, per lei. Se ne stava lì a
guardarla in silenzio ma il suo sguardo sapeva parlare più di mille parole. Tra
loro due in fondo era sempre stato così.
Piano
allungò la mano e gli accarezzò il viso. “Non si può mai stare un attimo in
pace con me intorno, vero?” abbozzò un sorriso.
Anche
il vampiro ne accennò uno e con delicatezza le prese la mano e ne baciò il
palmo. “Come ti senti?”
“Meglio
adesso che sei qui...”
“Allison”
Elijah le accarezzò la fronte con una mano. “Hey, sei sveglia...”
Lei
lo guardò con gli occhi arrossati, il viso imperlato di sudore. “Elijah?”
“Sì,
sono io. Come ti senti?”
“Come
se un camion mi avesse travolta ripetutamente” Allison chiuse di nuovo gli
occhi per un attimo. “Come mai sono ancora viva? Ho sentito... il coltello
qualunque cosa fosse, trafiggermi. Hope… Hope sta bene?”
“Sta
bene.” L’Originale la aiutò a mettersi un po’ più dritta. “Siamo arrivati
giusto in tempo. Freya ha fatto un incantesimo di guarigione per la ferita più
estesa ma il tuo... corpo è troppo debole per quel tipo di magia e così abbiamo
dovuto occuparci delle ferite meno gravi alla vecchia maniera.”
“Intendi
punti di sutura improvvisati e strumenti disinfettati con del whisky?”
“Più
o meno” Elijah ridacchiò senza però lasciarle la mano. “Ho pensato che saresti
morta.”
“L’ho
pensato anche io ad essere onesti” Allison sospirò. “Mi dispiace di averti dato
uno schiaffo qualche giorno fa.”
“Mi
dispiace di averti detto come devi affrontare tutto questo. Non ho il diritto
di farlo. È solo che...”
“Ho
fatto un sogno” lo interruppe la donna. “La sera che vi ho detto della mia
malattia, ho fatto un sogno. Ho sognato che venivo svegliata dal dolore e tu
eri qui, esattamente dove sei seduto adesso. I tuoi occhi erano rossi e gonfi,
credo che avessi pianto.” Si fermò un attimo e deglutì a vuoto. “Rimanevi in
silenzio, come ora ma i tuoi occhi parlavano tanto, proprio come in questo
momento.”
Lui
sorrise un po’ e si spostò per esserle più vicino.
“Io
ti dicevo che con me non si può mai star tranquilli” continuò Allison.
“Allungavo la mano e te la poggiavo sul viso. E tu...”
“Io
cosa?”
“Tu...”
lui sembrò capire da solo, si piegò e la baciò con dolcezza.
Quando
le loro labbra si separarono, Allison gli prese il viso con entrambe le mani. “È
stato allora che ho capito che ho paura. Non di morire, ma di morire senza di
te che mi tieni la mano. Non voglio andarmene sapendo che mi odi perché ho
scelto di arrendermi.”
Iniziò
a piangere e l’Originale lasciò cadere qualche lacrima mentre la baciava di
nuovo. “Questo non potrà mai accadere Allison perché io ti amo. Quello che odio
è l’idea di perderti.”
La
donna chiuse gli occhi e lo strinse forte. “Ti amo anche io.”