Scaglie
di cielo sulle ali di piombo
È
tutto blu quassù, blu come il pigiama in flanella di Anja,
con le
nuvole che si sfaldano in batuffoli di cotone grezzo e minuscole case
che rilucono a terra nell’imitazione abbozzata di ricami
sfumati di
sole. C’è una quiete quasi surreale in questo
stralcio di cielo
che nemmeno il rombo assordante del motore può sovrastare,
né il
rondò infinito delle eliche che mi tartassa i timpani in
queste ore
di massacri: potrei giurare d’udire i sospiri
dell’Altissimo
quando volge i Suoi occhi cangianti su di noi, osservandoci e
forgiando i nostri volti nella memoria affinché
l’unico confine
sul quale ci sarà concesso sorvolare allo scoccare della
nostra ora
saranno le porte dell’Inferno.
Ma
non lo è forse già questo stesso, freddo suolo
deturpato d’infiniti
solchi che ci ostiniamo a chiamare casa?
Ed
è lì che ti ho lasciata, con la tua fragile,
fragile innocenza che
s’incrina e si fa cristallo delicato dinanzi i mali del
mondo. O,
amore mio, mi ameresti ancora... se sapessi ch’io,
l’uomo a cui
hai votato ogni fibra del tuo puro essere, ogni fibra di te,
quassù
in questi cieli di zucchero recito il crudele ruolo di superba Parca
con falci ben più affilate di semplici forbici? Rideresti
ancora di
me e con me mentre osserviamo Helga e Marie contendersi un ultimo
bacio ruvido dopo la buonanotte? Mi lasceresti ancora poggiare il
palmo contro il tuo ventre traboccante di vita, o l’orecchio
per
carpirne il segreto?
Il
cielo si tinge di rosso all’orizzonte, ma l’alba
è ancora
lontana: è la sfumatura cupa delle nostre anime martoriate,
che si
fanno indegne persino del fresco alito stantio che ci accarezza il
viso in spifferi leggeri nello sganciare l’ennesima bomba
s’un
fazzoletto di terra innocente.
♡ post
scriptum.
In
sezione si parla così spesso di ufficiali delle SS e
conflitti
morali che il tutto è quasi diventato un orribile
cliché, se non
l’è già, ma la mia intenzione nel
buttar giù questo brano non
era di certo quella di condividere un sermone a riguardo. Francamente
non credo ci sia nemmeno molto da dire su questo scritto, se non che
il protagonista è un anonimo pilota della Luftwaffe tedesca
in volo
su un’altrettanta anonima città britannica.
È tutto un
concatenamento di ricordi e speranze e disillusioni come solo una
visione romanzata di un conflitto di tali entità
può essere, niente
di più e niente di meno... Perché
l’orrore di un massacro senza
senso stravolge e sradica qualsiasi certezza e oggi, a settantotto
anni dal via di quelle barbarie, il mio passo ancora vacilla dinanzi
la disumanità di cui l’uomo è capace.
aki
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