NB: In
questo capitolo è presente un codice e la soluzione viene svelata
durante il racconto nelle ultime pagine. Quindi se avete voglia di
perderci del tempo per risolverlo, non leggete fino alla fine! :D
Capitolo
18
Sei
un genio, Aoko!
Aoko
andava in ospedale
tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Il mangiare dell'ospedale era
indigesto all'ispettore e gli portava i suoi piatti preferiti. Con
meno frequenza anche Kaito andava a trovarlo e trascorreva il resto
del tempo nella villetta dei vicini a far compagnia ad Aoko. Soffriva
molto la solitudine di quella casa senza gli strepiti del papà, i
suoi passi pesanti e le camice buttate a casaccio nel bagno. Dopo
quella prima notte era tornato a dormire a casa sua e non ne avevano
mai parlato, come se non fosse mai successo.
La prospettiva che
l'organizzazione fosse a conoscenza della vera identità di Ladro Kid
non era da sottovalutare. L'aggressione a Nakamori poteva essere un
messaggio d'avvertimento, per giungere passo dopo passo alla persona
a cui teneva di più. Il dolce visetto di Aoko e i limpidi occhi
azzurri balenavano nella sua mente.
Jii era sbiancato quando
aveva saputo della sparatoria e Kaito gli vietò di dirlo a Chikage.
La madre si sarebbe preoccupata e sarebbe stata capace di prendere il
primo aereo e non lo voleva: a Parigi era più al sicuro.
Al vecchio aiutante
commissionò la ricerca della talpa all'interno della polizia, in
particolare tra i sottoposti o agenti di grado uguale all'ispettore.
Era evidente che qualcuno era entrato nel sistema informatico e aveva
bloccato l'ascensore. Snake non sembrava il tipo da armeggiare con i
computer ed era già sul tetto quando Saguru era rimasto chiuso in
quei pochi metri di cubicolo.
Kaito decise di dare un
taglio ai furti per una decina di giorni per far calmare le acque e
far riprendere la psiche di Aoko, abbastanza da poterla lasciare sola
e riprendere poi la sua missione.
Un
uomo sulla cinquantina,
capelli scuri e barba fine stava seduto davanti a uno schermo,
indossava un camice bianco con un logo ricamato sul taschino
<< Mi dispiace
nipote, sfortunatamente non potrò darti il risultato prima di due
settimane >>.
<< Ci vuole una
settimana per la comparazione del DNA! >>, protestò
Saguru.
<< Hai ragione ma il
mio tecnico è in ferie e io non posso toccare la strumentazione
>>.
<< Sei il
proprietario! >>.
<< In archivio ci
sono casi di omicidio e rapine affidati dai tribunali. Se qualcosa va
storto sono grossi guai. Mi dispiace Saguru, potrò farti avere i
risultati in questa data >>. Scrisse su un foglietto con
una
matita e glielo porse.
Il detective lesse e
sospirò arreso. Erano otto mesi che dava la caccia al ladro, non
sarebbero state quelle due settimane a cambiare la situazione.
<< D'accordo >>.
<<
Signorino ho
qualcosa >>.
Jii spostò il portatile
in direzione del ragazzo. Era seduto sullo sgabello, in attesa di
buone notizie.
<< Ho incrociato i
nomi delle persone più strette attorno all'ispettore e poi scavato
un po' >>, indicò uno dei nomi toccando lo schermo.
<<
Questo mi lascia perplesso >>.
<< Perché? >>.
<< Ho forzato un
paio di siti e guardi cos'è venuto fuori >>, cliccò un
altro
file.
<< Sono dei reati
minorili... Aspetta, non si può entrare in accademia con la fedina
penale sporca >>, disse Kaito, scorrendo il file e
leggendo con
attenzione.
<< Giusto signorino
>>, confermò Jii. << Questo significa che
qualcuno ha
fatto in modo che sparissero >>.
<< Per infiltrarlo
delle forze di polizia. Dobbiamo accertarci che sia così, se è
quella persona dobbiamo mascherarla con prove più evidenti
>>.
Come poliziotto aveva
accesso a qualunque dato, era stato presente a tre quarti dei furti
commessi da lui. Se era nato il sospetto che il figlio di Toichi
Kuroba avesse ripreso le vesti di Kid sarebbe bastato osservare,
cercare e fabbricare prove.
<< Eppure... >>,
mormorò, mettendo una mano sotto il mento. << Qualcosa
non mi
torna >>.
<< Che intende
signorino Kaito? >>.
<< Avrebbero anche
potuto sospettare di me, non lo escludo, ma la certezza non potevano
averla. Sparare a un ispettore di polizia non è una cosa di poco
conto nemmeno per quella gente >>.
Jii afferrò subito il
ragionamento. << Qualcuno ha dato inizio hai sospetti su
di
lei! >>.
<< Proprio così.
Jii, ti chiedo di continuare a cercare, in particolare vorrei che
scaricassi i video delle telecamere di sicurezza del Tokyo Midtown.
Ho un dubbio che mi sta lacerando >>.
<< Sarà fatto in
minor tempo possibile! >>.
<<
Eccoci a casa
papà! >>.
Aoko spalancò la porta
d'ingresso. Aveva tirato a lucido l'abitazione per accoglierlo e sul
fornello c'erano i manicaretti che amava.
Kaito sosteneva
l'ispettore e l'aiutò ad entrare in cucina. Faceva ancora molta
fatica e doveva riposare parecchio. Stare senza far niente non lo
rendeva molto felice, sarebbe rientrato a fine agosto in servizio
poiché in mezzo c'erano anche le ferie.
<< Io e Kaito ti
daremo una mano >>.
<< Non sono invalido
figliola, tra non molto tornerai a scuola. Goditi quel che resta
dell'estate >>.
<< Tu sei più
importante! >>. Il tono di Aoko era di quello che non
ammetteva
repliche di alcun genere e i due lo conoscevano benissimo.
L'ispettore accese la
televisione e cambiò canale tre volte prima di fermarsi sul
telegiornale. La giornalista bionda, troppo truccata, parlava
dell'uscita dall'ospedale dell'ispettore dopo una sparatoria ai suoi
danni. I media ipotizzavano che perfino Kid potesse aver premuto il
grilletto per sbarazzarsi di un piedipiatti piantagrane.
Kaito strinse il
bicchiere, quasi umiliato dalle ingiurie ingiuste. Avrebbe dovuto
aspettarselo, i giornalisti sparlavano e inventavano su qualunque
cosa.
<< Quel ladro mi ha
salvato la vita >>, cambiò canale, era stanco di sentire
le
stesse notizie da giorni. << Anche se, ovviamente, non
cambia
la sua sorte >>.
Il ragazzo accennò un
lieve sorriso triste, la gratitudine di Nakamori gli faceva piacere.
<< Salvarti la vita
è stato un grande gesto >>.
Kaito guardò Aoko che
dava la schiena ai due uomini mentre scaldava il pranzo. Quella frase
fece lo sentire meglio perché significava che almeno, in una piccola
parte, gli era grata. Mentre Aoko stendeva i panni fuori, Nakamori si
avvicinò al mago.
<< Avrei una
richiesta >>. Sembrava molto imbarazzato.
Anche lui avvertì un
certo disagio nell'aria. << Parli pure >>.
L'ispettore rimase qualche
secondo in silenzio. << Aoko si sta stressando molto da
quando
mi hanno sparato. Perciò... ecco ... vorrei che tu la portassi fuori
un giorno di questi >>.
<< Come? >>.
Gli antidolorifici gli hanno dato alla testa.
<< Domani io sarò
occupato alla stazione di polizia per stilare il rapporto e sistemare
le cose con il questore Hakuba. Se glielo propongo io, mia figlia non
vorrà muoversi >>.
<< E cosa le fa
pensare che se lo propongo io accetterà? >>.
<< Lo farà >>,
disse con una certa sicurezza che non avrebbe voluto avere visto che
riguardava quel maghetto che faceva troppo lo scemo con la sua
bambina.
Kaito guardò Aoko: era
pallida e si meritava una mezza giornata di svago e, ancora una
volta, glielo doveva.
<< So già cosa fare
>>.
<<
Capo, è andato
tutto secondo i piani. L'ispettore è uscito dall'ospedale
>>.
<< Perfetto >>.
<< Ancora due
settimane e avremo la conferma >>.
<< Non mi serve
nessuna conferma >>.
Snake trasalii. <<
Che vuol dire? >>.
<< Non ho dubbi
sulla sua identità >>.
<< Allora
uccidiamolo! >>.
<< Non ancora >>.
La figura in ombra dava la schiena al suo subalterno, con la sedia
girata verso le ampie finestre. << Ho un'altra idea prima
>>.
Ho voglia di divertirmi
un po', Kid.
Prima
di pranzo Aoko stava
ritirando i panni stesi di prima mattina. Kaito si affiancò a lei,
togliendo il resto dei panni e gettando le mollette nel cestino
giallo.
Lei fece un salto
indietro. << Kaito! Mi hai fatto prendere un colpo. Sei
silenzioso come un gatto! >>.
O come un ladro. <<
Qui finisco io. Tu vai a vestirti >>.
<< A vestirmi? >>.
<< Fra dieci secondi
suonerà il campanello >>, le sorrise.
<< Hai bevuto? >>,
esclamò lei. << Fammi sentire l'alito! >>.
<< Tre, due, uno...
>>.
Il campanello suonò.
<< Ma cosa...? >>.
<< Magia! >>,
le fece un occhiolino.
Aoko corse ad aprire la
porta e trovò i suoi amici. Keiko e Akane le sorridevano cordiali e
Akako, seppur infastidita per essere stata costretta ad uscire dal
suo antro, era amichevole. Saguru era stato invitato da Kaito solo
perché sapeva che all'amica avrebbe fatto piacere.
<< Qualcuno mi
spiega? >>. Era totalmente confusa.
<< Devi chiederlo al
ragazzo dietro di te >>, rispose Akako.
Kaito le mostrò un
fazzoletto da entrambi i lati, si ingrandì e poi lo fece sparire.
<< Un cestino da
picnic? >>.
<< Andiamo al lago
Ashi a goderci un pranzo sull'erba >>, agitò il cesto
<< Ma papà... >>.
<< L'ispettore
resterà tutto il giorno in prefettura con il mio >>, la
tranquillizzò Saguru. << Quindi puoi prenderti questa
giornata
libera >>.
Aoko guardò gli amici e
poi si soffermò su Kaito. Aveva fatto una cosa bellissima per lei e
non poteva deluderlo.
<< Vado a cambiarmi!
>>. L'entusiasmo della ragazza rallegrò il gruppo.
<< Ti aspettiamo
fuori >>, disse Akane.
La ragazza stava per entrare in
camera da letto per preparare una borsa e Kaito la seguì.
<< Ah, porta anche
quel bel costume bianco... Ci faremo il bagno al lago >>.
Un'ora
e mezza dopo erano
al bellissimo lago Ashi.
Il monte Fuji era lo
sfondo perfetto di quella natura incontaminata. Il lago era
circondato da alberi verdi, alti e ombrosi. Sotto le loro fronde
c'erano trenta gradi, le acque erano tiepide e un leggero vento
rinfrescava la giornata afosa. Akane e Keiko avevano cucinato ed
erano due brave cuoche, Aoko doveva ammetterlo e Kaito, in cuor suo,
ne era sollevato. Apparecchiarono sull'erba e Aoko sembrò riprendere
colore e buon'umore.
Qualche barca solitaria
solcava il lago di tanto in tanto e qualcuno faceva il bagno,
sfidando le acque non proprio calde.
Intorno alle due, Keiko e
Akane sparecchiarono e andarono a fare due passi intorno al bacino
d'acqua, Akako e Saguru si sedettero su una panchina davanti al lago,
chiacchierando di vari argomenti e la strega ne approfittò per
giocare un po' con lui.
Aoko si distese su una
coperta colorata e chiuse gli occhi. Intorno c'era l'odore degli
alberi, l'acqua del lago e il profumo dolce di qualche fiore. Gli
unici rumori che udiva erano i grilli in lontananza e le foglie mosse
dalla brezza.
Un profumo familiare le
fece aprire gli occhi e Kaito si era disteso accanto a lei, le mani
sotto il capo, anche lui per riposarsi. Aoko non poteva saperlo ma
anche per Kaito erano giorni difficili: il senso di colpa e il dolore
bruciavano, in particolare quando era da solo nel letto, la notte.
Era impegnato a scavare nel passato della presunta talpa e ricercava
altri gioielli che potevano essere Pandora.
Kaito sentì la mano di
Aoko sfiorare la sua.
<< Quante volte
ancora dovrò ringraziarti? >>.
Non rispose, quanto
avrebbe voluto dirle la verità.
<< Mio padre ti ha
chiesto di farmi uscire vero? >>.
<< Sei la degna
figlia di un detective! >>.
Rise. << Credo di
essere diversa >>.
La guardò negli occhi,
come se potesse leggerci la risposta. << Che intendi?
>>.
<< Credo di aver
acquisito sicurezza e di aver smussato molti lati del mio carattere
>>.
Aveva ragione perché era
stata quella crescita personale a innescare l'amore di Kaito nei suoi
confronti. C'era sempre stato un sentimento acerbo per lei, dentro il
suo cuore. Ma quando Aoko aveva preso consapevolezza delle sue
capacità, delle qualità che possedeva... lui aveva perso la testa.
Non era ancora giunta a quella consapevolezza che quel mix di
sicurezza unita all'ingenuità e alla goffaggine l'avevano resa
irresistibile.
<< Lo credo anch'io
>>.
Aoko rotolò sul fianco,
più vicino a lui. Kaito era in una situazione rischiosa, molto
tentatrice e che metteva l'autocontrollo in seria difficoltà. Se si
fosse spostato, poteva darle dubbi incomodi.
<< Allora, cosa
farai per il resto dell'estate? >>.
<< Riposo assoluto
>>. Era in iperventilazione.
Le ombre di Saguru e Akako
si pararono davanti a loro. La strega li guardò con un certo
disappunto ma comunque lusingata dalla chiacchierata con il
detective.
<< Akane e Keiko si
sono messe il costume e stanno per fare il bagno. Ci uniamo?
>>,
domandò Saguru.
Kaito sapeva che l'aveva
fatto apposta a rompere l'idillio. In fondo, per quanto fosse
fastidioso, gli era grato.
Si mise seduto. <<
Sicuro >>.
C'erano delle cabine in
cui gli ospiti potevano cambiarsi. Aoko indossò il costume bianco
che tanto piaceva a Kaito e provò qualche acconciatura per sembrare
più carina. Poi si disse che era una sciocca, che non c'era nessun
motivo per voler essere più bella e si fece una treccia di lato per
poi legarla alla nuca con dei fermagli.
Uscì per ultima e gli
altri si erano già buttati. Aoko mise un piede nell'acqua e lo
ritirò subito.
<< Dai Aoko! >>.
Akane agitò il braccio, lei si era già fatta una nuotata.
<< Non è così
fredda quando ti butti! >>, la incitò Keiko.
<< Credo che
aspetterò in riva >>, si arrese, camminando all'indietro.
Kaito le arrivò dietro a
sorpresa e la buttò in acqua. Aoko riemerse furiosa, i capelli
appiccicati in faccia e il tempo sprecato per non bagnarsi i capelli
gettato insieme a lei.
<< Kaito! >>,
prese un ramo da terra, minacciosa.
<< Almeno ti sei
buttata! >>.
Si rincorsero nel lago e
il gruppo rise, fino a quando Kaito non si gettò sott'acqua e rubò
il bastone ad Aoko, facendolo sparire. Lei gli mise la testa
sott'acqua e poi finirono a ridere e la risata si spense pian piano
per poi ritrovarsi a guardarsi.
Keiko e Akane trattennero
il respiro, attendendo qualcosa e Akako preferì non guardare. Saguru
pensò all'enorme delusione di Aoko da lì a dieci giorni, sperava
solo che quella ragazza non soffrisse troppo.
Kaito la lasciò andare e
si allontanò prima che fosse troppo tardi, prima che potesse
commettere un errore terribile come quella notte di un paio di mesi
prima. Dopo la sparatoria all'ispettore non poteva metterla in
pericolo. Se davvero l'organizzazione conosceva la sua identità, se
avessero scoperto che l'amava potevano ucciderla per farlo soffrire.
Aoko guardò l'amico
allontanarsi, ancora una volta si sentì delusa e non sapeva perché.
Aoko
si era messa una
felpa sopra il costume e si era seduta sulla riva, lanciando
sassolini. Akane si sedette vicino a lei: era una ragazza con un
carattere schietto e diceva sempre quello che pensava.
<< Pensi a tuo
padre? >>.
<< Anche >>.
<< Pensi a Kaito?
>>.
L'amica cercò di
dissimulare, senza successo, con una risatina. << No!
>>.
<< Vi abbiamo visti
tutti poco fa >>.
<< Non avete visto
niente. Stavamo giocando >>.
<< No >>,
controbatté Akane. << Io ho visto due persone molto
attratte,
molto vicine e con la voglia di oltrepassare il muro dell'amicizia
>>.
<< Non sono il tipo
di Kaito >>.
<< Questo lo deve
decidere lui >>, la ragazza stese le gambe fino a
sfiorare
l'acqua con i piedi.
<< Forse ho bisogno
del tempo per rifletterci >>.
<< Prenditi il tempo
che ti serve >>. Akane si alzò e stiracchiò.
<< Vado ad
aiutare Keiko a riporre tutto. Tra un po' parte il treno
>>.
<< Vengo ad aiutarvi
anch'io >>.
Kaito
scese nel
nascondiglio, era tornato a casa e doveva sbrigare alcune faccende.
Doveva ricaricare la spara carte e rifinire un paio di trucchi, oltre
che sistemare l'abito. Aveva riposto le carte da qualche parte e
stava mettendo a soqquadro la stanza, non si ricordava dove le aveva
messe.
Nel cercare, caddero dei
libri dalla piccola libreria accanto al bancone. Sbuffando, li rimise
al loro posto a casaccio. Aveva messo l'ultimo manuale quando udì un
click. Li sfiorò e sembravano come ogni giorno.
Poi la sua attenzione fu
catturata da una delle vecchie bottiglie sulla credenza, sembrava
rialzata come se fosse su un gradino. Alzò la bottiglia impolverata
e vide un piccolo rialzo, lo toccò e si aprì. Dentro il piccolo
scomparto c'era un pezzo di carta ingiallito.
<< Deve essere uno
scomparto a pressione >>.
I libri, messi in un certo
ordine, creavano il peso ideale per far scattare quel piccolo
nascondiglio e, per puro caso, li aveva messi nell'ordine giusto.
Srotolò delicatamente il
foglio e lo lesse.
<< Non ci posso
credere! >>.
<<
Non ne sapevo
niente >>. Jii leggeva e rileggeva quel foglio.
<< Papà deve averlo
lasciato prima di morire >>.
<< Forse voleva
mostrarmelo dopo lo spettacolo ma... >>, si interruppe,
ripensando a quel doloroso ricordo.
<< È
un codice, non so ancora decifrarlo >>.
Il foglietto riportava
delle cifre e un punto interrogativo.
2x2+24
7x2+7
?
1x1+2
4x3+6
2x3+2
1x5+2
2x4+0
3x5+5
5x2+1
1x2+1
2x10+0
2x4+8
4x4+1
3x7+7
1x1+1
<<
Questa serie di
numeri pare non avere senso. Poi perché una delle colonne ha una
cifra in più? >>. Kaito picchiettava con una matita sul
blocco
di fogli che aveva davanti, riflettendo.
<< Il maestro Toichi
era un uomo furbo, signorino >>, disse Jii.
<< Se ha
creato un codice aveva paura che l'informazione potesse cadere nelle
mani sbagliate >>.
Per questa informazione
era morto?
<< Forse papà aveva
trovato una dritta su Pandora ma non ne era sicuro, ecco spiegato il
punto interrogativo >>. Gettò la matita sul bancone.
<<
Cos'hai scoperto di nuovo sulla possibile talpa? >>.
<< Ho violato il
sito del centro commerciale >>, sbloccò il portatile e
aprì
una cartella, poi lo porse a Kaito. << Guardi qua
>>.
Avviò il lettore e il
video iniziò a scorrere. Kaito aguzzò lo sguardo nel frame in cui
lui era in piedi sulla teca dopo aver rubato i Bracciali Gemelli. Si
concentrò su Nakamori, poi era corso fino all'ascensore e dietro di
lui l'ispettore e Saguru. Fermò l'immagine e modificò
l'angolazione.
<< Ha lasciato la
posizione >>.
<< Devo reperire i
video della sala controlli? >>.
<< Sì, voglio
essere sicuro che sia come penso >>.
Kaito sentiva che c'era
una svolta e tornò a casa a piedi, per schiarirsi le idee. Dopo mesi
di furti, bugie e delusioni qualcosa si stava smuovendo, poi magari
si sarebbe risolta nel nulla ed era una traccia fasulla. Sulla metro
fissò quel foglietto ancora una volta e poi lo ripose in tasca.
Le cifre non
corrispondevano a nessun segno dell'alfabeto giapponese. A casa cenò
in solitaria e steso a letto fissava quel foglietto. Provò a
risolvere quelle cifre come se fossero calcoli ma non avevano
comunque senso, erano una colonna di numeri.
Li mise in fila, li
scompose, li sommò, tentò diverse formule matematiche. Lasciò i
fogli scarabocchiati sul comodino e si addormentò stremato.
Dopo qualche ora si
ritrovò in un sogno.
Era vestito come il suo
alter ego, in piedi sul tetto di un alto grattacielo. Aoko era in
piedi al centro e dietro di lei c'era una figura, la pistola
scintillava e l'amica piangeva.
<< Kaito salvami!
>>.
Il ladro aveva i piedi
incollati, non riusciva a muoversi per quanto ci provasse. L'ansia e
l'orrore crescevano e gli impedivano di respirare.
<< Questo succede a
chi si mette in mezzo alla nostra organizzazione >>.
Lo sparo lo fece svegliare
di soprassalto, sudato.
Scese in cucina a bere un
bicchiere d'acqua ghiacciato, il sogno sembrava così reale da fargli
perdere qualche battito. Erano le sei e mezza e non sarebbe riuscito
a riprendere sonno, così decise di andare a correre per sfogare il
nervoso.
Quando rientrò un'ora
dopo, sentì dei rumori al piano di sopra. Camminando a passo
felpato, strisciò lungo il muro del corridoio, sbirciando dentro la
sua camera da letto. Saltò dentro, pronto a difendersi
dall'intruso.
Aoko stava spolverando la stanza, un fazzoletto in
testa e un grembiule. Si guardarono per qualche secondo.
<< Si può sapere
cosa ci fai alle otto del mattino a pulire la mia stanza?!
>>.
<< Ti ho visto
uscire e alle sette dovevo cambiare il bendaggio di papà
>>,
disse, stizzita per il tono.
<< Pensavo ci
fosse... un ladro >>, pronunciò l'ultima parola con una
smorfia.
<< Certo >>,
scoppiò a ridere. << Ladro Kid >>.
Kaito raccolse una maglia
e un pantalone. << Vado a farmi una doccia
>>.
<< Posso buttarli?
>>, gli mostrò i fogli accartocciati.
<< Fai pure >>.
<< Dopo la doccia
devi pulire il giardino >>.
<< Sei peggio di una
schiavista! >>.
<< Simpatico >>.
Kaito si fermò sulla
soglia. << Cosa? >>.
Agitò il pezzo di carta.
<< Sembrano quegli indovinelli delle settimane
enigmistiche >>.
<< Cioè? >>.
<< In genere
corrispondono a una lettera dell'alfabeto europeo >>.
<< Non esiste la
ventottesima lettera >>.
Aoko appoggiò la mano che
reggeva lo scopino sul fianco. << Effettivamente hai
ragione.
Se fosse tipo la ventiseiesima lettera sarebbe la zeta
>>.
Buttò il foglietto nel cestino.
Al ragazzo si illuminò
improvvisamente la risposta e iniziò a scrivere velocemente su fogli
a caso.
<< Aoko sei un
genio! >>, le baciò la fronte e fuggì fuori dalla stanza.
La ragazza rimase
bloccata, rossa per il bacio e molto perplessa.
<< Ehi aspetta! E il
giardino?! >>.
<<
Zaffiro speranza!
>>.
Kaito irruppe nel bar di
Jii, era vuoto. Il vecchio aiutante stava sistemando i bicchieri e le
tazze per il nuovo giorno lavorativo.
<< Ha decifrato il
codice?! >>.
<< Più o meno >>,
evitò di includere Aoko. << Bastava sommare le cifre,
spostarle di due e usare l'alfabeto europeo. Il risultato è Zaffiro
Speranza >>.
<< Conosce il mito
di Pandora? >>.
<< Era una donna
dell'antica Grecia a cui fu affidato un vaso contenente tutti i mali
del mondo, le ordinarono di non aprirlo mai. Però Pandora, presa
dalla curiosità, non mantenne la promessa e lo scoperchiò: i mali
fuoriuscirono e si sparsero sul globo. Richiuse il vaso prima che
potesse uscirne la cosa più importante: la speranza >>.
Jii cercò su Internet e
in pochi minuti ebbero la risposta.
<< Lo Zaffiro
Speranza esiste, guardi >>.
La pietra era incastonata
in una collana. Ritrovato in una miniera australiana all'inizio del
novecento, fu venduto a un ricco americano e poi a un facoltoso
proprietario terriero giapponese come regalo di nozze all'unica
figlia.
<< È
stato chiamato con questo nome perché il ricavo della vendita
permise a un villaggio povero australiano di riprendersi dalla
terribile siccità e fame che vivevano ormai da anni >>,
lesse
Kaito.
<< La figlia lo
porta solo in occasioni speciali. Qual è la prossima? >>.
<< Signorino... >>.
<< È
Pandora! Ne sono sicuro! >>. Kaito era certo con ogni
fibra e
cellula del suo corpo che finalmente l'aveva trovata.
<< La famiglia
Ohayashi festeggerà il ventunesimo compleanno del loro terzogenito
domenica prossima, festa chiusa >>, disse, rassegnato,
Jii.
Kaito fissò la foto della
collana. Papà l'aveva
trovata...
Toichi era morto perché
aveva realmente trovato Pandora. Qualcosa era andato storto e non
erano riusciti a reperire l'informazione dopo la sua morte. Il
ragazzo fremeva dalla voglia di chiudere quella storia: avrebbe
distrutto l'organizzazione e reso giustizia al padre. Nessuno sarebbe
più stato in pericolo e Aoko avrebbe continuato la sua esistenza
senza sapere niente della vita segreta di Kaito e, cosa più
importante, avrebbe potuto confessarle i suoi sentimenti.
Angolo autrice!
Salve lettori!
Questo
capitolo è la calma prima della tempesta perché nel prossimo farà
la sua entrata in scena il boss e ci saranno mille pericoli non solo
per il mago al chiaro di luna, ma per tutti i personaggi!
Grazie mille a chi l'ha
letta!
Shinici e ran amore:
Grazie mille per averla inserita tra le ricordate e le preferite!
Adoro le tue recensioni e sono felice che la storia ti piaccia!
Difficilmente lascio andare i miei personaggi quindi con molta
probabilità farò un sequel :)
144kagome_alice144:
Sono
veramente felice che ti piaccia la storia, ho letto la tua recensione
con piacere! Grazie anche a te per averla messa tra le seguite!
A
presto lettori! :D
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