The
end of you
La
notte, solitamente fresca e tranquilla, con quella luna nel cielo che
splende di una luce pallida che abbraccia tutto intorno a
sé, quella
volta era diversa: il peso del pericolo si avvertiva ovunque, il
destino aveva deciso di mostrare tutte le sue carte.
Queste
erano le uniche certezze della piccola Raf, mentre osservava i due
fratelli fronteggiarsi in una battaglia per il dominio sull'altro.
La
luce rossa che proveniva dal cielo rendeva l'ambiente minaccioso,
stranamente in linea con lo spettacolo in corso.
“ Un'
apocalisse in miniatura...” pensò la giovane,
osservando i due
ragazzi ancora fermi, l'uno con lo sguardo puntato in quello
dell'altro: da una parte Sulfus, attento a individuare ogni mino
movimento dell'altro, le braccia lungo i fianchi e pugni serrati,
pronto all'attacco ; dall'altra parte, Flare, imperturbabile e
sfrontato come sempre, il corpo teso e pronto ad attaccare.
Raf
non riusciva più a rendersi conto del tempo che i due
passavano
fermio, in quella posizione, senza dare alcun segno di cedimento.
“
Forse
la situazione si
può risolvere senza alcuno scontro”
pensò ottimista, spostando il
peso da un piede all'altro. Convinta, iniziò ad avvicinarsi
ai due,
intenzionata a far finire la disputa in quel preciso istante e ,
magari, cercare di convincere Flare ceder loro qualche informazione
sulla strana storia che coinvolgeva il suo diavolaccio.
La
ragazza riuscì a fare pochi passi, che i devils iniziarono a
scagliarsi l'uno contro l'altro, finendo per afferrarsi per il bavero
della giacca. - No, fermatevi!- gridò l'angel – Ci
deve essere un
altro modo.-
I
ragazzi si voltarono per guardarla:- Non sono affari tuoi!-
risposero, riprendendo la loro schermaglia. Sulfus fu il primo ad
attaccare, sferrando un pugno dritto al petto dell'avversario,
facendolo indietreggiare per la violenza del colpo;
approfittò del
momento per rifilare una scarica di colpi, che il fratello
riuscì in
buona parte a schivare o parare, trovando così l'occasione
di
contrattaccare sferrando un gancio e allontanando l'avversario.
Successivamente, gli sferrò un calcio allo stomaco,
riuscendo a
farlo cadere, così che potesse continuare a tempestarlo di
colpi.
“ Così
non va” pensò Raf preoccupata, “ Se
voglio far finire tutto
questo, devo usare un po' di astuzia.” Mentre i ragazzi erano
distratti , Raf preparò il Rock Fly e si lanciò
verso Sulfus,
avvolgendolo nel suo bozzolo protettivo e parando il colpo sferrato
dal gemello.
Flare
fissò pensieroso lo scudo per qualche secondo, poi
– come
folgorato da un'idea- avanzò verso i due con un sorrisetto
malvagio
stampato sul volto; dopodiché, bussò sullo scudo
con finta
innocenza e iniziò ad attuare il suo piano:- Già
sapevo che come
devil non valevi un granché, ma che anche come uomo fai
cilecca...
questa mi è nuova!-
Continuò
a fissare,a fissare, a fissare... Ma niente, nessuna
reazione:”
Devo toccare un tasto molto più dolente dell'orgoglio, a
quanto
pare.” Si schiarì la voce con intento di scherno e
proseguì
ridendo:- Ma quanto sei caduto in basso? Non capisco nemmeno come tu
possa essere stato scelto!- Rimase in silenzio, per creare
l'atmosfera giusta per il colpo di grazia:- Mamma e papà si
rivolterebbero nella tomba.-
Il
dado era tratto, la trappola era scattata: il bozzolo cedette sotto
le spinte del moro, che scattò urlando di rabbia.
Bloccò saldamente
il rosso a terra sfruttando la forza dell'impatto e tutto il suo
peso,con gli occhi brillanti dalla furia e il respiro affannoso:-
Come osi usare il loro ricordo per i tuoi luridi fini?-
Flare
lo fissò per un istante, cercando di rimettere ordine nei
suoi
pensieri scombinati dalla sfacciataggine e ipocrisia del fratello:
come poteva permettersi di fare il gradasso con quella recita? Lui
“sapeva” la verità e l'avrebbe fatta
pagare cara a quel
traditore che si permetteva di insultarlo.
Disgustato,
avvicinò il suo viso a quello di Sulfus con uno sforzo
assurdo,
vista la posizione:- Ti mi chiedi come oso. Proprio tu, che sei la
causa di tutto!-
Delle
lacrime iniziarono a formarsi negli occhi color miele del devil: era
confuso, non riusciva minimamente a capire cosa stesse dicendo il
fratello, né riusciva a rendersi conto del rancore che
nutriva nei
suoi confronti. Le cose andavano sistemate quella notte stessa,
voleva salvare quella amicizia che si era creata tra i due e
ricominciare tutto da capo, dimenticare quella sera fatale in cui
persero tutto.
Distratto
da questi pensieri, Sulfus non si accorse che il fratello era
ritornato all'attacco allungando le braccia verso il suo collo; se ne
accorse solo quando iniziò a sentire la mancanza d'aria,
troppo
tardi per reagire.
“Ora
non fa più il santerellino, eh?”
Dall'altra
parte, Raf guardava quello scontro con terrore: era davvero possibile
che il suo diavolaccio si fosse praticamente arreso? Ma, in fondo, la
risposta la sapeva, cioè sapeva che Sulfus non era in grado
di
nuocere veramente alle persone che amava; ecco perché non
avrebbe
mai inflitto il colpo finale.
Ora,
l'unica cosa a cui pensare era come tirare fuori il ragazzo da quel
guaio: quello a cui pensò l'angelo non era un piano
elaborato o di
chissà quale genialità, ma era sicura che avrebbe
funzionato. Si
alzò da terra di qualche centimetro, per avvicinarsi
silenziosamente
alla coppia, mentre una piccola e densa palla di fuoco si
materializzava sul suo palmo.
Approfittando
della distrazione di Flare, caricò il braccio a spinse la
sfera
sulla schiena del nemico, che reagì cacciando un urlo di
dolore e
lasciando la presa sulla sua vittima: i due fratelli giacevano
sfiniti e doloranti a terra, mentre Raf raggiungeva il moro.
Tutti
e tre, però, commisero un errore fatale, poiché
nessuno notò come
l'ambiente circostante mutò: l'aria era completamente
immobile, la
temperatura invece era diventata stranamente calda per qual periodo
dell'anno e la luce della luna diventava più forte e
sanguigna. I
ragazzi impiegarono una frazione di tempo indeterminabile per
capire
come si fosse prodotto un tale cambiamento, interrotti solo da una
strana sensazione, come di un filo tesissimo che finalmente si
spezza.
Sembrava
qualcosa di poco importante, un cambio semplicemente di atmosfera, ma
nel concreto, la situazione precipitò tragicamente,
soprattutto per
Sulfus: Inizialmente, sentì come un grande peso su di
sé, come se
qualcuno si fosse poggiato su di lui e poi iniziò ad
ansimare, a
causa del caldo tremendo che sentiva, come se bruciasse. Raf
osservò
stranita il comportamento del ragazzo e cercò quindi di
allungarsi
verso di lui per capire, ma venne bloccata dallo stesso,che la spinse
via e cacciò un potente urlo di dolore: la pelle e le ali
cominciarono a spaccarsi, mostrando la carne viva dei muscoli, mentre
le corna si creparono. Il dolore era così intenso che calde
lacrime
spuntarono dagli occhi, seguite dalle continue urla strazianti,
interrotte solo dallo schioccare fulmineo di un'enorme lingua di
fuoco che avvolse completamente il demone.
Raf,
sconvolta, cercò di raggiungere il ragazzo per tirarlo fuori
dal
rogo – Cosa diamine credi di fare?- disse Flare afferrandole
saldamente il polso.
-Il
fuoco!- balbettò lei,ricevendo uno sguardo confuso come
risposta, -
I,. fuoco non dovrebbe bruciarlo! Lui ne ha sempre avuto il
controllo!-
Allora
il ragazzo si rese conto della gravità della situazione, ma
non
volle comunque allentare la stretta: non poteva sacrificare quella
ragazza per il bene di un condannato o per la riuscita della sua
missione. La ragazza capì subito che non sarebbe riusctia a
uscire
da quella situazione, ma non voleva nemmeno arrendersi. Decise allora
di giocare l'ultima carta: rivolse al ragazzo uno sguardo disperato,
ma allo ste4sso tempo audace : -Ti prego, fallo per me, unicamente
per me. Ti prometto che restituirò il favore.-
Lui
la trattene ancora, fissandola in quei occhi cristallini, in cerca di
una qualsiasi traccia di inganno; decise quindi di lasciarla andare,
sicuro che la ragazza avesse in mente un piano.
Forte
del fatto che anche lei fosse immune alle fiamme, avvicinò
cautamente la mano al falò, arrivando quasi a toccare le
lingue di
fuoco: “Ancora un po' e riesco a tirarlo fuori”.
Era sempre più
vicina, ma vene fermata all'improvviso dalla voce di Sulfus: la
guardava, la sofferenza dipinta sul volto, ma nonostante tutto
riuscì
a trovare la forza per un ultimo gesto, ovvero cercò di
spingere le
fiamme verso l'angelo che, stupita, si allontanò
all'istante. Lui la
guardò e, rivolgendole un ultimo sorriso, lasciò
che le fiamme lo
divorassero fino alla violenta esplosione che seguì.
Una
potente ondata di calore mandò a terra gli altri due
sempiterni che,
dopo essersi ripresi, fissarono lo spettacolo davanti a loro con
orrore: del ragazzo, non rimase che polvere.
Angolo della vergogna
Eh
già, proprio così: oggi mi scuso per aver tardato
così tanto a puybblicare un capitolo (tra l'altro, una bozza
già l'avevo). Potrei scusarmi enumerando tuti gli impegni di
questo lunghissimo periodo, ma non mi scuserebbe comunque. Detto
ciò, spero possiate godervi il capitolo. Inoltre, prometo di
essere più veloce (il prossimo è già
in fase discrittura su quadernetto!) e di rimettere mano alla storia: i
primi capitoli sono un po' confusianri, dunque una sistematina ci vuole
proprio!
Anyway, vi
auguro buone vacanze estive e tanto divertiemento!
See you
next time!
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