ReggaeFamily
From
the Inside
[Chester,
Rest In Peace]
Ehi,
Chester...
No,
forse non dovrei cominciare così, riproviamo...
Ciao,
Chester!
No,
è troppo da stupida...
Caro
Chester,
non
so se questo sia il modo migliore per cominciare questo mio flusso di
pensieri, e in effetti mi sento piuttosto sciocca mentre scrivo
qualcosa del genere nei confronti di qualcuno che non c'è più.
Parto
col dirti che sono incazzata con te, sì, lo sono parecchio.
Ultimamente non tenevo più conto di ciò che stavi
combinando, a livello musicale i tuoi lavori con i Linkin Park non mi
sono piaciuti.
Sono
piuttosto old school, se così
si può dire; forse non è neanche la giusta definizione,
ma sono una di quelle persone che hanno amato la tua band ai tempi
d'oro, quando Hybrid Theory e
Meteora erano qualcosa
di innovativo e davvero figo, davvero emozionante. Inoltre, le tue
doti canore venivano messe in evidenza, e a me facevi davvero
impazzire.
Mia sorella mi ha odiato,
lei non sopportava la mia fissa per i Linkin Park, mi diceva che a
lei non piacevano e che per colpa mia li stava odiando sempre più.
Ma io come potevo evitare di ascoltarti, Chester? Tu e Mike eravate
dei punti di riferimento, voi e la vostra voce siete stati la voce
della mia adolescenza. Voi e gli altri componenti della band siete
stati in grado di farmi amare il rock, di avvicinarmi a quelli che
poi sono diventati i miei gruppi di riferimento.
Tutto è cominciato
con voi e con i Blink182, per poi proseguire verso strade diverse, ma
non tanto. È grazie a te che ho scoperto i Limp Bizkit e la
loro incredibile energia, i Korn e il modo cupo che avevano per
esprimersi. Ho scoperto gli Slipknot e il casino che combinavano, ma
che dietro nascondeva un talento come Corey Taylor e la sua voce
incredibile.
E poi, be'... poi mi avete
spinto tra le braccia dei System Of A Down, loro che poi sono
diventati i migliori per me, i pilastri della mia adolescenza, sì,
ma anche di quella che è la mia vita, ora.
Forse, se non avessi amato
tanto la tua musica, non sarei mai arrivata a fare il possibile per
andare a sentirli dal vivo, il mese scorso.
Chester, ti rendi conto di
cosa cazzo hai fatto?!
Adesso
Daron sta soffrendo per la tua scomparsa, tutti stanno soffrendo. Ci
hai pensato, eh, alla povera Vicky? La moglie del tuo amico Chris
Cornell ora sta malissimo,
credo che per lei questo sia stato un colpo durissimo. Suo marito
è andato via soltanto due mesi fa... e tu? Tu cosa fai?
Sicuramente mi sbaglio,
sicuramente non dovrei parlare così, perché nessuno ha
il diritto di giudicare i gesti che fanno gli altri, specialmente
dopo tutto quello che hai passato, dopo tutta la sofferenza che c'è
stata nella tua vita. Ma davvero non riuscivi a riscuoterti? Per me è
strano, mi sembra una coincidenza troppo grossa il fatto che tu abbia
fatto ciò che ha fatto Chris proprio nel giorno in cui lui
avrebbe compiuto cinquantatré anni.
No, ci deve essere qualcosa
di premeditato, non lo so... non so più cosa pensare. Ma forse
non dovrei pensare a niente, sicuramente tu non vorresti essere
giudicato da una perfetta sconosciuta, quindi... la smetto qui e ora.
I miei ricordi legati a ciò
che hai rappresentato per me sono molti, ma ci sono delle cose
veramente nitide nella mia memoria: ero in seconda superiore e avevo
scoperto da poco la vostra musica, e nel frattempo mi ero presa una
bella sbandata per un mio compagno di classe. Questa sbandata è
durata circa tre anni, un'eternità! Be', lui adorava i Linkin
Park, perciò questo fattore mi ha aiutato molto ad avvicinarlo
e a trascorrere più tempo con lui.
Certo,
io ho sbagliato tutto, ero così sciocca, ma i brani dei vostri
primi due album, così come qualcuno di Minutes to
Midnight sono diventati la
colonna sonora del mio amore platonico per lui; ogni volta che
ascoltavo quella musica, c'era lui nei miei pensieri, ogni volta che
succedeva qualcosa di più o meno significativo tra noi,
sentivo il bisogno di ascoltarvi.
Lui aveva una brutta
malattia, Chester, e sono sicura che tu e i ragazzi lo avete aiutato
molto, lo avete reso più positivo, lo avete reso migliore.
Lottava con la sclerosi multipla e aveva sempre il sorriso sulle
labbra, era forte, determinato e capace di infondere allegria e
leggerezza a chi lo circondava. Pochi sapevano che era malato, quasi
non si notava, tant'era la sua forza interiore e il suo attaccamento
alla vita.
Forse è per questo
che me ne ero innamorata – se così si può dire.
Forse è per questo che lo stimavo e ammiravo tanto, perché
lui riusciva a essere forte e io non ce la facevo.
Quando lui si fidanzò,
io soffrii tantissimo, sempre con la vostra musica nelle orecchie.
Chester, vedi? Sei stato, in qualche modo, un compagno di avventure e
sventure per me.
Un giorno lui finì
all'ospedale, non so bene per quale motivo, ma era qualcosa legato
alla sua malattia. Trascorsi diverse settimane senza riuscire ad
ascoltare i Linkin Park, erano troppi i ricordi e le emozioni legate
a voi e a quel ragazzo che, per una volta, era stato vinto dal suo
male.
Poi lui si riprese, certo,
si sarebbe sempre ripreso e non avrebbe mai smesso di lottare. Ora,
sicuramente, lotta ancora, ma non so dove sia, non so cosa faccia.
Sono solo certa che non si sia arreso, perché amava la vita e
adorava vedere il sorriso sul volto altrui.
Questa
storia non era delle più allegre, me ne rendo conto. Però
ricordo anche altro: io che, come una stupida invasata, cantavo tutte
le vostre canzoni e riuscivo a malapena a seguire le mille parole di
Mike; io che cercavo di imitarti
quando, in Given Up,
prolungavi quel grido quasi all'infinito; io che ero
in fissa con From the Inside
e la ascoltavo in loop mentre mia sorella mi intimava di smetterla;
io che mi piantavo di fronte al televisore per seguire i concerti e
gli speciali che venivano trasmessi su MTV.
E poi io che ho visto un
gruppo che amavo cambiare stile, io che sono rimasta piacevolmente
sorpresa dalla vostra collaborazione con il mio amato Daron Malakian,
io che pian piano ho lasciato perdere le vostre canzoni perché
non mi rispecchiavano più.
Recentemente,
ho cominciato a cambiare canale quando, su Radio Freccia, passavano
la vostra Heavy o Good
Goodbye. Recentemente non ti
reggevo tanto, mi domandavo perché fossi cambiato in maniera
tanto radicale, cosa avesse spinto te e i ragazzi a divenire così
diversi,
irriconoscibili per chi, come me, vi ha conosciuto in passato.
Eppure, quando ieri ho
saputo, sono rimasta sconvolta.
E
quando stamattina ho sentito Burn It Down su
Freccia, sono scoppiata a piangere e mi sono chiesta mille volte
perché lo hai fatto, perché ci hai lasciato, perché
hai fatto sì che un'era si concludesse.
E ora capisco cosa
intendesse una persona a me molto cara quando, in seguito alla morte
di Chris Cornell, mi disse: «Lui ha fatto parte della mia
adolescenza. Ora non c'è più e io, a trentasette anni,
solo ora, ho capito che non sono più una ragazzina. La morte
di Chris è stata la fine di un'era, e io ho pianto tantissimo
anche per questo».
Ecco, Chester, lo stesso
vale per me.
E niente, non ho più
niente da dire, anche se vorrei dire tutto, tanto, vorrei parlare
all'infinito.
Come tu dicesti nella
lettera per Chris, io ora auguro a te di aver trovato la pace che
cercavi e di esserti ricongiunto con le persone che anche tu, lungo
il cammino, hai perso.
Sì, Chester, mi
mancherai, nonostante tutto.
From
the inside,
Kim
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