Titolo: A strange guy in the metro
Fandom: Inuyasha
Autore: moi.
Genere: generale, commedia.
Avvertimenti: AU, OOC.
Rating: pg.
Introduzione: fiction scritta per il Multifandom
contest indetto da
ro-chan su EFP e BL. [seguito coming soon]
Note dell’autore: 1. non betata, scusate
eventuali
errori.
2. prima fiction su Inuyasha e prima AU.
3. commenti - e critiche - graditi come sempre.
A
STRANGE GUY IN THE METRO
"Chiacchieri chiacchieri, non sai
fare altro!”
pappagallo Laverdure - Zazie dans le métro
Kagome sospira, cercando di tenere fermo il libro sulle sue
gambe, mentre il movimento della metropolitana rischia di farlo cadere.
Tiene
ferma una pagina con le dita, ma le scivola via facendole perdere il
segno.
Sbuffa, spazientita. Qualche testa accanto a lei si gira e alcuni
sconosciuti
le lanciano un’occhiata furtiva.
La metropolitana frena di colpo, facendole cadere il libro
dalle gambe.
“Oh, cavolo.”
mormora Kagome, abbassandosi per riprenderlo.
Mentre si rialza una risata le arriva alle orecchie. Lancia
uno sguardo sul sedile di fronte a sé, sul quale
è seduto un ragazzo poco più
grande di lei. Ha i capelli lunghi, raccolti in un codino dietro la
schiena, e
gli occhi dorati, di un colore così particolare che la
colpiscono subito.
Se la sta ridendo di gusto, e Kagome non capisce per un
attimo il motivo. Si guarda intorno, ma è tutto normale.
Perciò sta per forza
ridendo di lei, anche se non le sembra di aver fatto molta scena.
“Lo trovi divertente?” gli domanda, riducendo gli
occhi a
due fessure.
Lui smette di ridere, ma un sorriso divertito gli rimane
sulle labbra.
“Ad essere sincero sì, sei buffa.”
“Solo perché mi è caduto un
libro?”
“No, non solo per quello.” replica, senza smettere
di
sorridere. “Ti stavo osservando.” dice, a
mo’ di spiegazione.
“Cosa sei, una specie di maniaco?”
“No.” si affretta a rispondere.
C’è un attimo di pausa.
“Comunque è una domanda stupida da fare, chi ti
direbbe mai di sì?” aggiunge,
alzando un sopracciglio.
“Ottima osservazione.”
L’altro scrolla le spalle. “Lo so.”
Kagome si sistema il libro sulle gambe, riprendendo a
leggere. Si concentra e non percepisce l’ombra che le passa
davanti e che si
siede vicino a lei.
“Che stai leggendo?”
Lei cerca di non sbuffare, non le piace che qualcuno la interrompa
nel mezzo di una lettura, soprattutto se quella persona è
uno sconosciuto
appena incontrato in metropolitana che, per quanto lei sappia, potrebbe
essere
benissimo un maniaco.
Alza lentamente gli occhi per guardare di fronte a sé, ma
non c’è più nessuno. Si gira di scatto
e sobbalza, trovandoselo di fianco. Il
libro le scivola dalle mani, ma lui è veloce e lo afferra
prima che tocchi - di
nuovo - terra.
“Sei proprio sbadata.” commenta, porgendole il
libro.
Kagome lo riprende con un gesto veloce, allontanandosi poi
di un sedile.
“Te l’ho detto, non sono un maniaco.”
“Mi hanno insegnato a non parlare con gli
sconosciuti.”
“Questa scusa potresti usarla se avessi cinque
anni.”
“Non parlo con gli sconosciuti.” ripete lei,
fissando un
punto imprecisato di fronte a sé.
“Eppure continui a farlo.”
“...sì, bè…”
Si gira, e per la prima volta lo guarda veramente. Da vicino
gli occhi che prima l’hanno colpita sono, se possibile,
addirittura più belli. I
capelli riflettono la debole luce del vagone della metropolitana,
brillando
piano. Le labbra, piegate in un sorriso, lasciano intravedere i denti
bianchi e
perfetti.
Kagome rimane senza parole e senza fiato, incantata per un
attimo. Lui le sventola una mano davanti al viso e lei scuote piano la
testa,
rimettendo a fuoco la figura di fronte a sé.
“Tutto ok?” le domanda, quasi
preoccupato.
“Sì.” mormora Kagome, con voce bassa.
Abbassa lo sguardo per l’ennesima volta, concentrandosi
sulle pieghe della gonna della divisa scolastica.
“Ti sto stufando?” chiede improvvisamente lui, e
con la coda
dell’occhio Kagome vede che si è girato verso di
lei.
Ridacchia. “No.”
“Bene.”
Un altro momento di silenzio.
“Sicura?”
Kagome si volta verso di lui, senza reprimere un sorriso. Deve
ammettere che quel tipo la diverte.
“Sì, sono sicura.” lo assicura.
“Ma voglio farti una domanda.”
“Spara.”
“Perché stai parlando con me?”
Lui aggrotta la fronte. “Lo sapevo, ti sto
stancando.”
“No!” si affretta a rispondere lei.
“Volevo sapere perché fra
tutti quelli dentro a questo vagone -” si guarda attorno e il
suo sguardo cade
su ragazze più grandi e più carine di lei.
“- tu abbia iniziato a parlare con
me.”
“Te l’ho detto. Sei buffa.” replica,
facendo spallucce. “E
sei carina.” aggiunge, con un sorriso.
Lei rimane spiazzata. “Certo che sei proprio
strano.” si
limita a commentare, inclinando la testa di lato.
“Spero strano in
modo positivo.”
Non ha il tempo di rispondere perché la metropolitana
rallenta, fino a fermarsi. Il ragazzo si alza( dicendo qualcosa del
tipo questa è la mia) e
le porge un piccolo
pezzo di carta, prima di scendere.
“Ci si vede.” lo sente urlare Kagome, e la sua voce
sparisce
dietro alle porte che si chiudono.
Si rigira tra le dita quel bigliettino, sul quale lo strano
ragazzo ha appuntato il suo numero di telefono, e il suo nome, Inuyasha( ‘che
strano nome’, pensa lei), scritto con calligrafia
troppo
precisa ed elegante per un ragazzo. Kagome ridacchia piano, scuotendo
la testa.
Sì, proprio uno strano
ragazzo.
* ATTENZIONE Postato seguito QUI. Grazie a ro-chan per i banner ~
|