USS
UNA
SERATA SPECIALE
[Sequel
di “a cena dai suoi” & “ una piccola mendokuse” ]
A
Kaho, per il suo compleanno qualche settimana fa,
A
Lee, per il suo compleanno qualche mese fa,
A
Ele, per il suo compleanno circa un secolo fa.
Scusate
il ritardo.
È
domenica mattina, un'altra domenica mattina.
Sono le nove, ma me ne sto beatamente a
letto, fino a che Ino non inizia saggiamente
(questo è il suo punto di vista) ad urlare come
un'ossessa.
“Shika! Che ore sono?” mi sbraita
nelle orecchie, mentre mi chiedo se per guardare l'orologio ha
bisogno di me.
No.
Infatti dopo tre, e dico tre, secondi,
si rimette ad urlare più forte.
“Sono quasi le nove! Cazzo, mi devo
alzare, devo cucinare!” ah, tutto bene fin qui...
“E ti alzi anche tu, mister Nara,
accidenti! Devi darmi una mano!”
Ecco, finita la fase del “Tutto
bene”, inizia quella del “Perché non ho sposato Hinata?”.
Ho sonno, ma non c'è niente da
fare, mi alzo titubante e seguo Ino in cucina, mentre lei inizia a
preparare il cibo per stasera.
“Yukiko?” chiedo, sbadigliando.
“Shikamaru! Possibile che non ti
ricordi mai niente? È a dormire da Tomoko, era troppo agitata
per il grande giorno.”
Il grande che...?
Apro la bocca e la
richiudo, creando così l'effetto pesce-palla-sveglio-da-poco.
“Dimmi che almeno
sai di cosa parlo, Nara!” urla mia moglie, e, prima che gli venga
un esaurimento, penso a che cosa potrebbe trattarsi, e l'idea
improvvisa e giusta (sono o non sono
quello-più-intelligente-degli-altri da una vita?) mi balena
nel cervello.
“C'è quel
tizio a cena?”
Ino annuisce e
storce la bocca: l'appellativo quel tizio non le piace molto,
ma almeno su come esprimermi posso decidere io.
Credo.
X
Busso alla porta di
mio figlio e, senza aspettare la sua risposta, la apro.
“Papà, che
cazzo bussi a fare, se poi apri senza che ti dica niente?” sbuffa.
Ma non stava
dormendo, era di nuovo al computer.
Teddy ha quindici
anni ed è un genio dell'informatica, riesce infatti a fare
qualsiasi cosa al computer, ed adesso sta montando un video, facendo
una nuova grafica per un forum e parlando su Facebook con una decina
di persone.
“Papà?”
sbuffa, scocciato, mentre tamburella le dita sulla scrivania , ed io
mi stupisco ancora del suo essere così autoritario.
“Sì,
scusa” borbotto; so che non ama che io guardi i suoi lavori.
“Ehm, Ted?”
riesco a chiedergli, cercando di non sbirciare di nuovo il suo
schermo.
“Mmh?”
“Stasera viene a
mangiare quel tizio e...”
Lo so, sono sleale,
ma volevo l'appoggio di mio figlio per boicottare quello là;
comunque, non faccio in tempo a dirglielo...
“Chi, Mito?
Evvai! È troppo figo, quello! Adoro i suoi modi di fare, e
suona una musica troppo rock! Ti piacerà sicuramente!”
“Mmh” lo imito,
rispondendo così, e chiudendomi la porta alle spalle.
X
È
l'una e quaranta, ed io, Ino e Ted mangiamo il nostro pranzo
preconfezionato mentre le sfarzose lasagne per stasera giacciono nel
frigo.
La mia cosiddetta
metà e il cosiddetto sangue del mio sangue parlano di
qualcosa che non riesco a seguire (scuola, amici, compiti in classe,
malattie, le solite cose).
Io continuo a
pensare a cosa dirò stasera al famigerato Mito e sulla
faccia mi si forma un ghigno: è la prima volta che, nella mia
vita, stimo il padre di Ino che mi fece passare la più brutta
cena della mia vita, e lo capisco.
X
Sono le tre e dieci
ed il mio caro figlioletto ha appena cambiato canale, mettendo uno di
quei rumorosissimi programmi su Mtv dove qualche ragazzetto stupido
decide di fare l'attore, il cantante o il modello (ancora peggio!)
distraendomi così dalla mia amata partita.
“Papà!”
urla Ted “Il calcio è proprio out! Come fa a piacerti? È
così scialbo... senza senso, tutti corrono dietro a una
palla... mah”
Guardo Ino, che a
sua volta mi guarda (male), poi mi alzo.
“Vado da Choji”
“Si, è
meglio”.
X
Mentre esco di casa
mi viene in mente quando è nato Teddy e dovevamo decidere il
suo nome.
Io volevo chiamarlo
Asuma, in omaggio al mio vicino di casa a cui io ed i miei amici
eravamo molto legati, che era morto troppo prima del previsto per
via di un incidente di moto in cui aveva pure ragione.
Yukiko aveva solo
tre anni ma anche la determinazione più incredibile che avessi
mai visto, ed è entrata nella stanza d'ospedale mentre mia
moglie partoriva, berciando a volume massimo e fregandosene dei
richiami delle infermiere.
“Si chiamerà
Teddy! TEDDY!”
Il nome le era
venuto guardando il suo orsacchiotto preferito, Teddy, appunto, che
portava con sé da tutte le parti.
Quando poi il
bambino nacque lo diedero ad Ino ed un'infermiera ci chiese, così,
per sapere, il nome; Yuki allora ripartì con la sua litania ed
io e la Yamanaka ci guardammo negli occhi e poi fissammo il bimbo
sorridendo, e mormorando a bassa voce un Teddy che non ci sembrava
più un nome tanto ostile, adatto ad un orsetto di peluche.
A ripensarci mi
spunta un sorriso, e mi accorgo che sono quasi arrivato da Choji.
X
Cho è il mio
migliore amico da una vita, ed ha fatto tutto quello che voleva: è
realizzato, gli manca solo un figlio.
Fa il cuoco in un
ristorante che con il tempo è diventato suo, ma nonostante là
dentro sia il padrone continua a cucinare per il piacere di farlo.
E non solo questo
lavoro è quello che vuole e nessuno potrà mai
licenziarlo (il capo, in fondo, è lui), ma si è pure
trovato una donna!.
Sta con Temari solo
da due anni e mezzo ma sono piuttosto affiatati, ed a me, tutte le
volte che li vedo, scappa da ridere.
Lei, manager e
stilista, donna in carriera sempre indaffarata, precedentemente cotta
di me, ha l'aria fredda e altezzosa tipica delle donne di successo.
Lui, ristoratore e
cuoco, uomo dal sorriso sempre aperto e troppi chili da perdere, ha
l'aria spensierata e simpatica tipica degli amici su cui puoi contare
sempre.
Loro, insieme, sono
incredibili; ma, contro ad ogni previsione, sopravvivono.
X
Il mio amico mi
apre in grembiule blu e con le mani sporche di farina, in casa c'è
odore di dolce diffuso.
“Hei” lo
saluto.
“Yo!” risponde
lui, mentre mi abbraccia.
“Temari?”
chiedo, sperando che non ci sia (è un po' imbarazzante pensare
che, quando le piacevo io, me la stavo spassando con Ino, e magari le
fa male, sentirselo dire)
“È
a Tokyo per lavoro” sorrido e mi chiudo la porta alle
spalle.
X
Quando saluto
l'Akimichi sono le sei e mezza circa, ed è incredibile quante
cose è riuscito a dirmi:
mi ha detto che io
e Ino siamo la coppia perfetta, che lui e Temari invidiano il nostro
rapporto che mio figlio è un genio e che mia figlia è
uno schianto.
Mi ha detto che
Mito è uno che mi piace, uno a cui, secondo lui, non riuscirò
mai a “fare il culo”,
e mi ha anche
sorriso mentre diceva che ammirerò Inochi, sì, ma non
sarò mai come lui.
Alla fine di questa
lunga conversazione, Cho mi dà un pacchetto pieno di biscotti
alla crema, quelli che mia moglie e mio figlio finiscono sempre, ed
uno di quelli al cioccolato, per me e per Yuki che in cucina abbiamo
gli stessi gusti.
Lo saluto e mi
sento meglio di prima, lo abbraccio e per un istante penso che è
veramente triste che non abbia ancora figli: il mio amico, infatti, è
il padre perfetto, molto più di quanto lo sia io.
X
Alle sei e quaranta
sono a casa e, quando entro, Ino mi corre incontro e mi abbraccia,
come se si sia dimenticata che abbiamo quasi litigato, prima.
Io sorrido e mi
stacco, timoroso che Ted possa sbucare da qualche parte ed
inorridire: a quell'età, vedere i propri genitori che
pomiciano, fa piuttosto schifo.
Mia moglie ha
apparecchiato in grande stile, con la tovaglia nera ed impeccabile ed
i piatti bianchi e pulitissimi.
“Wow” dico, e
lei annuisce, canticchiando.
Poi si avvicina al
mio orecchio e, sorridendo, sussurra: “Sai, Shika, ho riflettuto.
Non farai niente, a Mito. Tu non sarai mai come mio padre. Ti ho
sposato anche per questo”.
Ed io inizio a
chiedermi perché tutti mi conoscono meglio di quanto mi
conosco io, che fino ad un'oretta fa credevo di farlo nero.
X
Yukiko bussa alla
porta alle otto, in leggero ritardo, ma piuttosto in orario per i
suoi standard;
è fasciata
in un tubino blu scuro, ed è stupenda.
Dietro di lei, il
famoso ragazzo la segue, senza riuscire a staccarle gli occhi di
dosso. Credo abbiano appena fatto sesso, si vede dalla sua
espressione beata.
Mito ha i capelli
scuri del padre, ma sono tagliati corti e leggermente mossi; ha gli
occhi nocciola e rassicuranti di Tenten, che gli danno un aspetto un
po' più umano di quel che credevo; è sei-sette
centimetri più alto di Yuki ed indossa una maglietta bianca
con disegnato il sottomarino giallo* della canzone dei Beatles;
sorride, e trascina la sua chitarra dietro di sé.
“Salve, signor
Nara. Lei fa il fotografo, vero?” mi chiede, mentre mi stringe la
mano, ed io rivedo talmente tanto me in lui che non riesco a non
sorridere: si è già costruito una conversazione, in
mente ha sicuramente le mie varie risposte e sa cosa mi risponderà
se dirò questo, o se dirò quello.
Ino e Cho mi
conoscono bene: non gli farò mai il culo.
X
“Come vi siete
conosciuti?” parte Ino, classica, mentre porta il vino in tavola.
“Beh...a un corso
di musica, che io ho interrotto dopo poco” risponde Yukiko.
Mito ride,
divertito da un pensiero, mentre si passa una mano fra i capelli, ed
a me viene in mente la faccia di Kiba quando gli avevo detto che
stavo con Ino.
In sincronia con i
miei pensieri, parla.
“Non mi chiedete
se l'ho drogata per convincerla?” chiede, facendo ridere tutti.
“Nah. C'è
chi ha vissuto situazioni simili” rispondo io, tirando un occhiata
di straforo alla Yamanaka.
Ridono tutti di
nuovo ed io scopro di essere davvero in sintonia (troppo) con
il ragazzo che doveva passare “la peggiore serata della sua vita”
e, mentre Teddy gli parla di computer, voglio capire fino in fondo se
mi assomiglia davvero così tanto.
“Mito”
borbotto, interrompendo il mio figlio minore “Tu preferisci la
birra, vero?”.
Conto fino a tre e
poi inizia a ridere, mentre annuisce.
“Seh. Il vino, a
dire la verità... Mi inquieta. Mi sembra sempre che...” si
interrompe, cercando qualcosa di appropriato da dire, e, chissà
perché, decido di aiutarlo.
“Tutti lo bevano
per forza” dico, e lui mi guarda e annuisce di nuovo, con gli occhi
sbarrati.
È
sorpreso quanto me.
X
Quando Mito se ne
va, Yukiko mi abbraccia forte e scoppia a piangere.
“Grazie, papà”
mugola, ed io le accarezzo i capelli, e, dentro di me, fingo che lei
abbia ancora cinque anni, e che debba ancora portarla in un asilo
dove è la bambina più intelligente.
Ino mi sorride
talmente tanto che penso si farà male alle mascelle, e Ted mi
chiama in corridoio.
“Papà”
inizia “visto che il ragazzo di Yuki ti è piaciuto,
magari... se io mi mettessi con una ragazza... beh...” è
imbarazzato, ed è buffo vedere il genio autoritario tutto
rosso, che balbetta: è cotto.
“Chi è?”
domando, senza giri di parole.
“È...
ehm... beh... la sorella di Mito” sbuffa velocemente, e poi mi
guarda, aspettando la mia reazione.
Io vorrei dirgli
tante cose, ma mi viene da ridere, e quindi rido, rido, rido.
“Beh,” gli
spiego, quando vedo l'espressione interrogativa che ha “quando ti
presenterai alla famiglia, tieni conto che suo padre è Neji
Hyuga, che già sarà incazzato perché suo
figlio è pigro e cazzone come lo ero io, e come lo sono
un po' ancora, e che ti farà un culo che parte da qui e va a
finire...”
“Va a finire?”
“Mmh... Non
finisce. Magari, quando ti presenti a loro, porta la videocamera, e
fai un filmino: mi piacerebbe vedere come reagisci”.
A letto, sorrido
ancora, di più, mentre Ino si distende al mio fianco e dice:
“Temari mi ha chiamata. È incinta. Fa' le congratulazioni a
Cho, io gliele ho fatte adesso per telefono”
A Shogi, contro Inochi,
stravinco, e lui si stufa dopo poco.
“Allora?” domanda
“L'hai trattato male, alla fine?”
“Macchè”
sbuffo “Ti ho ammirato per come hai trattato me, ma io non ci sono
riuscito.”
“Tsk. Ci avrei
scommesso”
“Tutti ci avrebbero
scommesso tranne io?”
“Sì. Sei
prevedibile, Nara, e Mito, accanto a Yukiko, fa la stessa identica
figura dello sfigato che tu fai accanto ad Ino”
“Secondo me si
sposeranno, un giorno”
“Sicuramente.”
Buongiorno
gente, quanto tempo...
come
va? io...mmh...beh...ho conosciuto tempi migliori...
mi
preparo per latino/greco a settembre e cerco di riprendermi dallo
stress, per il resto, sto bene XD.
Mi
scuso per il ritardo che ho avuto con i regali (immenso, riguardo Ele
specialmente) e ringrazio infinite volte Rancia che mi ha betato ( e
non sei affatto fuori allenamento) ed Hily che mi ha fatto usare la
sua fic.
Grazie.
Adesso
io vado, e voi commentate, se ce la fate.
Francy
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