Like an uncommon ray

di Shattered_
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Like an uncommon ray
"Like an uncommon ray,
you make the world so less grey,
and I'll never let you go away"
1.
In front of us a scary shadow.

L'inverno era arrivato in anticipo a Stoorybroke, cogliendo tutti di sorpresa. Tutti, ma non Mr Gold: nessuno avrebbe mai avuto la soddisfazione
di vederlo sorpreso per qualcosa. Si trovava, come ogni giorno, nel suo negozio, intento a sistemare un vecchio orologio a cu-cu.
Passava in quel negozio la maggior parte della sua giornata, e a volte ci passava anche la notte. E sebbene il suo essere chiuso
avesse dato motivo agli altri abitanti di creare storie sul suo conto, lui non era interessato a questo: a lui interessava soltanto che pagassero l'affitto, per il resto avrebbero potuto fare quello che volevano. Quel giorno di metà Ottobre, si era recato a lavoro molto presto. La casa gli era sembrata più vuota del previsto: si sentiva come se gli mancasse un pezzo di sé, una sensazione che non riusciva a spiegarsi.
Il piano era restare in negozio fino a sera, liberare la mente e non vedere e parlare con nessuno. E ci sarebbe anche riuscito, se qualcuno,
non curandosi di leggere il cartello "CHIUSO", non fosse entrato nel suo negozio, disturbandolo.
-Signor Gold, dobbiamo parlare!
Mr Gold fece un mezzo sorriso, lasciò andare il cacciavite e concentrò tutta la sua attenzione sull'intruso. Moe French gli stava davanti,
quasi minaccioso.
-Temo, signor French, che il negozio sia chiuso- Disse Mr Gold, paziente. -La prego di tornare un altro giorno.
-Ma lei ha fatto chiudere il mio negozio!- Protestò l'uomo, battendo un pugno sul banco.
-Il negozio è comunque chiuso- Disse Mr Gold, ghignando.
Era cosa nota che Mr Gold aveva un senso dell'uomorismo tutto suo, e che non si curava dei problemi altrui. Tutto quello che voleva era che le persone pagassero in tempo l'affitto e lo lasciassero in pace.
-Come faccio a pagarle l'affitto, se mi chiude il negozio?
-Signor French, se i problemi altrui fossero mia competenza, farei il lavoro del signor Hopper.
-Lei è una bestia!
-La prego di uscire dal mio negozio e tornare quando avrà trovato i soldi- Ribatté l'uomo, non curandosi dell'insulto -O quando leggerà "APERTO".
Moe French era più alto e più robusto del signor Gold, avrebbe quindi potuto stenderlo facilmente, ma, sebbene provasse vergogna ad ammetterlo,
lo temeva e non avrebbe mai alzato un dito contro di lui. Mr Gold sapeva come vendicarsi.
-Padre, perché siete qui?
La porta del negozio era stata aperta ancora una volta, e Mr Gold sbuffò infastidito dal fatto che nessuno leggeva il suo cartello.
Spostò lo sguardo sull'intrusa, per poi tornare e fissare lo sguardo sul signor French.
-Ti avevo detto di restare a casa, figlia mia!- L'ammonì il padre, che si era voltato a fissarla.
-Gaston mi ha detto tutto!- Rispose lei, avvicinandosi.
-Di solito, le riunioni di famiglia avvengono nelle case dei parenti...- S'intromise Mr Gold, sarcastico.
-Non me ne vado finché non risolve la situazione, signor Gold!- Protestò Moe French.
-Io non posso fare nulla, signore. Lei, d'altra parte,- Spiegò Mr Gold, sorridendo -potrebbe cercare quei soldi che mi deve.
La giovane donna rabbrividì quando l'uomo davanti a lei rise. Non aveva mai incontrato un uomo così privo di umanità: eppure lei sapeva che per giudicare bene una persona bisognava conoscerla.
-Papà, andiamo- Disse la donna, trascinando via il padre. -E' una battaglia persa.
Mr Gold fece finta di non sentire, si voltò e tornò al suo lavoro. Quando padre e figlia furono usciti, ed il silenzio fu tornato padrone del negozio, sorrise. La calma che aveva tanto sperato finalmente era arrivata.

-Qualcosa non va, Belle?
Belle alzò lo sguardo per incrociare quello della sua migliore amica, Ruby. Fece un grande sorriso, senza però risultare convincente.
-E' per il matrimonio?- Continuò Ruby, cercando di farla parlare. -Non sei più convinta del luogo, dello sposo...
-Oh, Ruby!- Disse Belle, ridendo.
-Non hai toccato cibo,- Riprese l'amica, preoccupata. -e non hai aperto libro.
Belle guardò il suo piatto: il panino e le patatine erano ancora intatte, ed il bicchiere era ancora pieno di té alla pesca. Lo stomaco le si era chiuso, dopo quella mattina.
-E' per mio padre,- Esordì Belle. -ha un debito con il signor Gold e...
-Ed il signor Gold non fa mai sconti.
Ruby l'abbandonò per servire un tavolo, e la giovane donna ritornò ai suoi pensieri. Sapeva che il padre aveva avuto dei problemi con il lavoro, anche se aveva fatto di tutto per tenerla all'oscuro; e ci sarebbe anche riuscito, se il suo fidanzato, Gaston, non glielo avesse fatto presente.
E Belle sapeva ora come la situazione sarebbe stata risolta: Gaston sarebbe intervenuto, pagando la somma dovuta.
-Se posso aiutarti in qualche modo,- Disse Ruby, cogliendola di sorpresa. -sai che devi solo chiedere.
Belle sorrise, ma in cuor suo sperava di non dover ricorrere all'aiuto altrui ancora una volta. Si sentiva impotente, e per questo provava vergogna.
Aveva sempre voluto essere un'eroina, ma non riusciva a salvare neanche suo padre, senza un aiuto esterno. E, sebbene avesse sempre voluto vedere il mondo, era ancora bloccata a Storybrooke, una cittadina che le risultava sempre più stretta.
Quando capì che Gaston non sarebbe venuto all'appuntamento, si alzò dalla sedia, salutò la sua amica, e s'incamminò verso casa.
Faceva freddo, e nel cercare di scaldarsi si pentì di non aver bevuto il thé alla pesca che aveva ordinato da Granny's.
Continuava a ripetersi che le cose sarebbero migliorate, che il suo sogno si sarebbe avverato. In cuor suo, sperava che tutto questo sarebbe successo il giorno dopo.



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Salve, ho deciso di postare una storia sulla Rumbelle che sto scrivendo. Spero vi piaccia.
Grazie per aver letto!

Shattered_




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