Fandom:
Harry Potter
Personaggio:
Regulus Black
Prompt:
29: Attesa
Rating:
verde
Disclaimer:
Regulus Black e quasi tutti i
personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Tabella:
http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Nascita
1961
Orion e Walburga Black vivevano
al numero dodici di Grimmauld Place, a Londra, in una dimora antica che
risaliva all’Ottocento, magicamente occultata alla schiera di
case adiacenti,
abitate da Babbani. Diversamente da quanto ci si sarebbe potuti
aspettare
guardando dall’esterno la porta di semplice ebano che
presentava un solo
batacchio decorato da un serpente d’argento, era una casa
lussuosa, arredata da
mobili in legno, marmi, tappeti raffinati e costosi.
Quella dei Black era una famiglia Purosangue ricca e
potente, rispettata
da tutta la comunità magica ma che, fino a un anno prima,
aveva corso il
rischio di estinguersi. Cygnus e sua moglie Druella avevano dato alla
luce tre
figlie femmine, e le uniche speranze dei Black erano riposte
nell’altra coppia
della famiglia.
Orion e Walburga erano cugini di terzo grado e avevano
deciso di
sposarsi, più che per amore, soprattutto per
l’affinità caratteriale che
condividevano. Erano entrambi freddi e arroganti, superbamente convinti
della
propria superiorità rispetto a tutti gli altri. Orion
riteneva Walburga l’unica
strega degna di lui, l’unica che potesse trattare veramente
alla pari, sicura
di sé, determinata e glaciale come nessun’altra.
Lei ragionava più o meno allo
stesso modo, e inoltre aveva molta fretta di sposarsi, dopo avere
già varcato la
soglia dei trent’anni. Suo fratello Alphard, per scherzare,
diceva sempre:
“Quell’arpia di mia sorella ti sta
fregando, Orion. Tu credi di fare un
affare, ma chi ci guadagna è soprattutto lei. Ma forse
è per questo che ti
piace: è la sola al mondo che può competere con
te”.
Ma Orion si era sempre limitato a rispondere che a
guadagnarci sarebbe
stata la famiglia, perché un figlio maschio era necessario.
Tuttavia,
nei primi anni di
matrimonio, non c’era stata alcuna traccia di un erede, cosa
che provocò una
grande frustrazione in Orion e frequenti crisi nervose in Walburga.
Sembrava
che i Black fossero destinati a scomparire… fino a che non
nacque Sirius.
Il primogenito fu accolto come una benedizione, ed
entrambi i genitori
ebbero fin da subito grandi progetti sul suo conto. Si aspettavano
molto da
lui, perciò non cedevano praticamente mai a melense
dimostrazioni di affetto,
convinti che avrebbero potuto rammollire un Black; e i Black non
potevano
essere dei rammolliti.
Un anno dopo la nascita di Sirius, Walburga era di nuovo
incinta. Tutti
quanti speravano che fosse un altro maschio, in modo che la famiglia,
oltre a
sopravvivere, si sarebbe potuta addirittura allargare. Mancava ancora
un mese,
e quel giorno nessuno si sarebbe mai aspettato quello che accadde.
Sembrava una giornata come tante altre. Orion era sul
punto di recarsi
al Ministero, subito dopo la colazione, e Walburga aveva appena finito
di far
mangiare Sirius, mentre Kreacher sparecchiava la tavola.
“Orion!” esclamò Walburga
all’improvviso.
“Che cosa c’è?”
chiese lui, già sulla soglia, attirato dal tono
spaventato della moglie.
Ma lei non gli rispose, perché si
era piegata in due sulla sedia, urlando dal dolore e tenendosi una mano
sul
ventre.
“Padrona!” sciamò Kreacher,
lasciano perdere i piatti e accorrendo al
fianco della donna, la quale, dopo alcuni istanti, si era rilassata di
nuovo.
“Ho le contrazioni” disse quella
inquieta.
“Non è possibile, non sei neanche
arrivata al nono mese” la contestò suo
marito, all’inizio molto scettico, ma le sue parole furono
coperte dalle urla
della moglie, provocate da una seconda contrazione, con
l’aggiunta di qualche
imprecazione nei confronti del suo scetticismo.
“Ti dico che sta nascendo!”
“Padrona, Kreacher la aiuterà, non
deve preoccuparsi” disse l’elfo
domestico mentre Orion, convinto, si decideva a fare qualcosa.
***
Nella sala da tè del numero
dodici di Grimmauld Place, un uomo andava su e giù per la
stanza a grandi passi
tanto che, se solo avesse potuto, avrebbe scavato un lungo solco da una
parete
a quella opposta. Nonostante cercasse di mantenere fredda e distaccata
la
propria espressione del viso, dentro di sé era in preda al
panico. L’ansia lo
stava soffocando, perciò si portò due dita al
collo per allargare il colletto
dell’abito da mago, una lunga tunica elegante, cercando di
respirare
regolarmente.
Orion Black era sempre stato un uomo rispettato e temuto
da tutti,
rinomato per la maschera di ghiaccio che mostrava al mondo, ma quel
giorno
anche chi lo conosceva bene avrebbe faticato a ricollegarlo
all’immagine gelida
che aveva sempre dato di sé. Gli occhi scuri sembravano
infuocati, mentre si
afferrava i capelli neri per lo sconforto.
“Orion, cerca di tornare in te stesso, per la
barba di Salazar!” disse
una voce.
Orion rivolse lo sguardo verso il
ritratto del suo antenato, Phineas Nigellus Black, ma non smise di fare
avanti
e indietro.
“Non ci riesco” disse.
“Bè, vedi di riuscirci. Prima di
tutto, ti stai comportando come una
mammoletta qualunque, non da vero Black. Secondo, sai quello che ti ha
detto il
Guaritore O’Rey. Potresti avere problemi al cuore e non devi
prendere troppi spaventi”
rispose Phineas, tuttavia senza il consueto tono di chi è
preoccupato per la
salute di qualcuno. La sua era semplicemente una constatazione.
“Lo so” disse Orion, e finalmente si
fermò, appoggiandosi alla spalliera
di una sedia, convinto più dall’accusa di non
avere un comportamento degno di
un Black che dalla seconda osservazione, “ma sento che la
situazione è grave.
Sono chiusi in quella stanza da due ore e mezzo. E poi non doveva
succedere
adesso. Non è neanche finito l’ottavo
mese…”
“Lo sai che Walburga non è
più una ragazzina, Orion, ha già superato i
trentacinque anni. Dovevate pensarci prima di mettere al mondo dei
marmocchi”
osservò Phineas, sempre imperturbabile. “In fondo
anche l’anno scorso ci sono
stati dei problemi e siete stati avvertiti del fatto che una seconda
gravidanza
sarebbe stata ugualmente problematica…”
“Ma Sirius non è nato
prematuro”.
Orion ricordava bene la nascita
del suo primogenito. Il bambino non voleva uscire, così i
Guaritori erano stati
costretti a estrarlo con un cesareo. Ma il secondo…
Il bambino aveva deciso di nascere con più di
un mese di anticipo, e
Orion aveva mandato a chiamare i migliori Guaritori
dell’Ospedale San Mungo.
“Se lo farete nascere, vi pagherò
quanto volete” disse ai tre uomini.
“Altrimenti…”
Non aveva aggiunto altro, ma il
concetto era chiarissimo. Non era nell’indole di un Black il
perdonare. E
comunque, tutti avevano paura di lui e della sua famiglia.
Tuttavia erano quasi tre ore che non si avevano notizie e
i Guaritori
ancora non erano usciti dalla stanza della partoriente. Era
un’attesa
snervante.
Orion adesso giocherellava distrattamente con la bacchetta
magica,
meditando sulle maledizioni più dolorose e crudeli da
utilizzare nel caso in
cui fosse andato tutto storto… ma non voleva pensarci. Non
poteva succedere
proprio a suo figlio.
“Vedila così” intervenne
Phineas. “Se sopravvive, sarà gracile, ma
almeno non sarà un Erumpent come suo fratello”.
In effetti, Sirius aveva
dimostrato di possedere un carattere inquieto fin da subito: aveva
tutte le carte
in regola per diventare una vera peste.
“A proposito, vado a vedere cosa sta
combinando” disse Orion.
“Meglio, ma non portarlo qui! Non voglio
più gli schizzi delle sue
dannate pappette sulla mia cornice d’argento!”
Orion alzò la mano per fargli
capire che il concetto era chiaro e uscì.
Sirius era insolitamente tranquillo, anche
perché Kreacher lo aveva
collocato nel suo lettino, per evitare che combinasse altri guai mentre
i suoi
genitori avevano altro cui pensare. Tuttavia Sirius non urlava
né scrollava
violentemente le sbarre di legno del letto, nel tentativo di evadere,
ma
sembrava a sua volta sovrappensiero, come se anche lui si preoccupasse
per la
nascita del fratello, o della sorella che fosse.
Orion lo osservò per qualche minuto, in preda a
qualcosa che non sapeva
definire. Mai si sarebbe aspettato di agitarsi così tanto
per la nascita di un
figlio o di sentirsi così soddisfatto per ogni piccolo,
anche minimo, progresso
di Sirius.
Guardò di nuovo l’orologio. Non ne
poteva più. Ancora alcuni minuti e
avrebbe cominciato a dare in escandescenze…
In quel momento tuttavia udì una porta aprirsi
al piano inferiore.
Uscito sul pianerottolo, Orion si ritrovò davanti al
Guaritore più giovane il
quale, scorgendo la bacchetta sfoderata e puntata contro di lui, con
una certa
urgenza si affrettò a dire:
“Tutto bene, signor Black! Ci sono stati alcuni
problemi ma ora si è
risolto tutto!
“Buon per voi” rispose Orion,
riponendo la bacchetta, e quello trasse un
respiro di sollievo.
I due si diressero verso la
stanza adibita a sala parto e Orion entrò per primo. Sua
moglie era distesa sul
letto, l’espressione distrutta ed esausta di chi ha trascorso
ore di tormenti.
Un Guaritore la stava ancora assistendo con l’aiuto di
Kreacher, mentre l’altro
si avvicinò a Orion, tenendo tra le braccia un fagotto
minuscolo.
“Congratulazioni, signor Black, è un
altro maschietto” disse,
porgendoglielo con cautela.
Orion non mosse un muscolo del
viso, ma dentro di sé stava esultando per la
felicità, osservando il neonato
che già dormiva profondamente. Non sapeva neanche spiegare
cosa provasse.
Sapeva solo che in quel momento si sentiva estremamente emozionato.
“Se la caverà” disse il
Guaritore, parlando in tono professionale.
“Abbiamo fatto qualche incantesimo per aiutarlo a…
sopravvivere. In fondo non è
il primo bambino a nascere prematuro. Mi offro di venire di persona
tutti i
giorni, a controllare che vada tutto bene. Dovrete solo provvedere a
tenerlo
sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro, almeno per il primo
mese.
Lasciarlo solo sarebbe un’imprudenza, mi
raccomando”.
“A questo penserà Kreacher”
rispose Orion, senza distogliere lo sguardo
da quel bambino con gli occhi chiusi, la bocca semiaperta e qualche
ciuffo di
capelli neri. Per lui era davvero stupendo.
“Fatemelo vedere” parlò in
quel momento Walburga, la voce irritata ma
spezzata dall’affanno del parto.
Orion si avvicinò, mettendole il
neonato tra le braccia.
Walburga era una donna ancora più glaciale del
marito ma quel giorno si
sentiva diversa: stringere quel corpicino indifeso riusciva a far
breccia anche
nel suo cuore di ghiaccio. In fondo era suo figlio e il solo fatto che
fosse
nato dopo tutte quelle complicazioni aveva contribuito a convincerla
che fosse
molto più bisognoso di attenzioni del fratello maggiore.
Sirius era molto più
resistente: bastava pensare a quanti chili pesasse appena nato e alla
quantità
enorme di cibo che mangiava ad ogni pasto.
“Non ho mai visto un bambino così
tranquillo. Ha pianto appena, quando è
nato. Avete già scelto un nome?” chiese il
Guaritore più anziano.
“Avevamo detto che, se fosse stato maschio, lo
avremmo chiamato Regulus
Arcturus, come mio zio e mio padre” rispose Orion in tono
pomposo.
Walburga annuì, senza staccare
gli occhi dal neonato che aveva appena socchiuso gli occhi ma, accecato
dalla
luce, li aveva richiusi subito. Tuttavia sua madre ebbe il tempo di
vedere il
color grigio delle sue iridi, proprio come le sue e quelle di Sirius.
01. |
Addio. |
02. |
Ricordi. |
03. |
Speranza. |
04. |
Bellezza. |
05. |
Fotografia. |
06. |
Gatto. |
07. |
Cane. |
08. |
Musica. |
09. |
Fuochi d'artificio. |
10. |
Cioccolato. |
11. |
Carta. |
12. |
Paura. |
13. |
Sole. |
14. |
Sangue. |
15. |
Bambola. |
16. |
Ali. |
17. |
Cuscino. |
18. |
Candela. |
19. |
Dolce. |
20. |
Amaro. |
21. |
Pelle. |
22. |
Ghiaccio. |
23. |
Sogno. |
24. |
Incubo. |
25. |
Risveglio. |
26. |
Incontro. |
27. |
Vertigine. |
28. |
Lacrime. |
29. |
Attesa. |
30. |
Noia. |
31. |
Felicità. |
32. |
Dolore. |
33. |
Solitudine. |
34. |
Silenzio. |
35. |
Campanello. |
36. |
Nascosto. |
37. |
Gelosia. |
38. |
Nodo. |
39. |
Caldo. |
40. |
Freddo. |
41. |
Tempo. |
42. |
Bacio. |
43. |
Sorriso. |
44. |
Desiderio. |
45. |
Illusione. |
46. |
Specchio. |
47. |
Latte. |
48. |
Caffè. |
49. |
Potere. |
50. |
Strada. |
*Angolo autrice*
Ciao a tutti! Ho
deciso di usare la mezzatabella per scrivere un'altra storia su
Regulus. Credo che aggiornerò una volta a settimana come
minimo, perchè d'estate sono molto pigra!
Julia Weasley
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