Aspettando l'Arca

di G RAFFA uwetta
(/viewuser.php?uid=90941)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




Pensiero stupendo

Oggi, voglio sentirmi avvilita,

il disagio che mi sommerge fino a soffocare

ogni mia resistenza.

Non provare a salvarmi,

ti umilierei! Tu e le tue buone intenzioni.

Non sei la mia coscienza: lei rispetta me!

Poco importa se l’eco delle parole si disperde tra i monili antichi,

dietro le mille sfaccettature di un diamante puro. Puro

come la mia anima non sarà mai.

A riva, laggiù dove ogni cosa prende forma,

la rena densa e scura dei nostri ricordi, si sgretola

all’assalto insistente del mare.

Pensando a ritroso

affogo nella nebbia di luglio:

un sudario avvolgente e palpitante, come la goffa carezza

di un amante inesperto.

È uno specchio di lattea verginità

contro cui si infrangono i rumori della notte.

Non importa quanto può essere macchiato di rosso un sorriso, il mio

di certo non è amore.

Come nuvole alla deriva in un cielo di stagno, io seguo la corrente.

E agli albori del nuovo giorno,

un sonno agitato coglie impreparato l’orizzonte.

Il faro, degno di nota per il suo presagio,

dispensa luce obliqua,

pungente come le stelle profumate di neve;

incastonate a testa in giù nell’empireo defunto.

Oppressa dall’ingombrante presenza degli alti steli del grano,

rifuggo la via che, con insistenza, porta a te.







Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3690807