Desperate Times Call for Desperate Measures - A mali estremi, estremi rimedi di Sleepyheadven_ita (/viewuser.php?uid=1023484)
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“Non ci posso credere che l’ha capito! Nessuno finora ci ha scoperti!
Che abbiamo fatto di diverso stavolta?” aveva detto Hanji, pensando a
voce alta mentre si lasciava cadere teatralmente sul letto della loro
stanza di hotel.
Prima che Levi potesse rispondere, Hanji lo aveva interrotto. “Forse
dovremmo sbaciucchiarci più spesso? Dobbiamo inventare qualche ridicola
storiella romantica?” aveva detto quasi tra sé e sé, a bassa voce, con
uno sguardo contemplativo fisso sul soffitto.
“Che vuoi dire?” aveva chiesto l’altro confuso.
“Dobbiamo recitarla meglio questa farsa, Levi!” era stata la risposta
determinata di Hanji.
“E come dovremmo fare?” aveva domandato l’altro, annoiato.
“Se lo sapessi te lo direi” era stata la risposta di Hanji, data in un
soffio, con un tono sconfitto. Si era messa su un fianco, ritrovandosi
a guardare gli occhi chiari di Levi che stava accanto a lei. Si era
lasciata osservarlo, le piaceva come la luce fioca cadeva sui suoi
lineamenti dal taglio così deciso.
Aveva sentito le sue guance diventare sempre più calde quando Levi
aveva inclinato la testa e incontrato il suo sguardo. La stanza era
silenziosa, fatta eccezione per il suono dei loro respiri, ampliato dal
silenzio che li circondava.
“Levi?” lo aveva chiamato mormorando, insicura.
L’altro aveva deglutito e distolto lo sguardo da lei. “Hm?”
Hanji si era girata, appoggiandosi con lo stomaco sulla superficie del
letto e reggendosi sui gomiti. Non riusciva a capire da dove venisse
questo bisogno improvviso che sentiva di schiacciare le labbra su
quelle di lui, ma stava diventando un desiderio troppo prepotente per
ignorarlo. Non era sicura di cosa volesse dirgli, sebbene fosse stata
lei a cominciare quella conversazione.
“Tutta questa situazione è stupida” aveva mormorato Levi, piegando la
testa in modo che era stata a pochi centimetri dal viso di lei.
“Tu sei stupido” aveva risposto prontamente Hanji, sorridendo appena
mentre si rendeva conto che si stava lentamente avvicinando a lui,
quasi contro la sua stessa volontà.
Levi non sembrava infastidito da quello che stava facendo, dato che
aveva sollevato la testa, venendole incontro.
Le loro labbra erano entrate in contatto goffamente, il naso di Hanji
si era scontrato con quello di Levi, ma non si erano lasciati fermare
da questo inizio incerto. Le era uscito un gemito direttamente dalla
gola quando Levi aveva intrecciato bruscamente le dita nei suoi
capelli, facendola avvicinare ancora di più a lui.
Anche le mani di Hanji si erano posate sui capelli di Levi dopo che si
era mossa in modo da sdraiarsi su di lui. Avevano aperto la bocca, le
loro lingue si erano incontrate, toccandosi l’un l’altra, la stanza si
era riempita del suono dei loro baci e dei brevi respiri che
intercorrevano tra un bacio e l’altro.
Nello staccarsi da lui, Hanji si era seduta rimanendogli addosso
cavalcioni. Aveva sospirato appena, aveva le guance rosse e le labbra
appena gonfie, i capelli ancora più scomposti del solito. Levi aveva
notato che le donava quel tipo di agitazione.
Con il palmo delle mani Hanji si era appoggiata contro il suo petto,
dopo averlo accarezzato appena facendole scorrere verso l’alto. Levi
aveva sentito il desiderio prepotente di provare ancora il gusto delle
sue labbra mentre le cingeva con forza i fianchi con le mani.
Hanji aveva riso appena percependo la sua impazienza, poi si era
chinata su di lui afferrando il collo della sua camicia, fondendo
insieme ancora una volta le loro labbra.
Era stato facile invertire la loro posizione, sentendo il suo peso
contro di lei, a Levi era sfuggito un basso gemito quando Hanji aveva
sollevato appena il bacino facendolo scontrare con il suo, quella
reazione l’aveva fatta ridere appena.
“Ma che stiamo facendo?” aveva chiesto divertita, con un piccolo
sorriso sulle labbra mentre guardava l’uomo che stava sopra di lei.
“Ci comportiamo da imbecilli” aveva bofonchiato Levi, mentre cominciava
a esplorare con le labbra il suo collo, quasi a testare la sua
reazione.
“Forse rimpiangeremo di averlo fatto in men che non si dica” aveva
replicato l’altra, preoccupata, sentendo il bisogno di razionalizzare
quello che stava succedendo.
Levi aveva sollevato gli occhi su di lei, svuotando il suo sguardo di
qualsiasi tipo di emozione Hanji potesse leggerci. “Molto probabilmente
hai ragione” le aveva detto sospirando, rotolando via da lei
improvvisamente. Hanji aveva resistito all’impulso di afferrarlo per
fare in modo che tornasse su di lei, immediatamente le era mancato il
calore e la sensazione che le aveva dato averlo addosso.
“Questa finta relazione ci sta dando alla testa?” si era chiesta ad
alta voce, imbronciandosi.
“Forse.”
“Provi qualcosa di diverso per me?” gli aveva chiesto piano, incerta su
se voleva davvero avere una risposta a quella domanda.
“Forse, non lo so” era stata la semplice replica dell’altro.
A quelle parole, Hanji aveva acceso la televisione con il telecomando.
“Vuoi guardare un film francese con me?” gli aveva chiesto con
un’espressione allegra sul viso, mettendosi poi in una posizione comoda
sul letto.
Si era accomodato anche lui sui cuscini mentre una donna in televisione
piangeva per l’uccisione del marito. “Non mi pare di avere molta
scelta” aveva replicato con calma, mentre aveva sentito la testa di
Hanji posarsi sulla sua spalla, con i capelli scomposti che gli
solleticavano una guancia.
Si era concentrato su di lei, escludendo dalla sua mente i suoni, non
badando minimamente al film che davano in televisione, ma solo ad Hanji
che ridacchiava ogni volta che vedeva qualcosa che le sembrava
divertente.
Non era certo di cosa si aspettava succedesse tra loro, che fossero
rimasti semplicemente amici o che ci fosse la possibilità di avere
qualcosa di più era certo che gli sarebbe andato bene comunque. Averla
nella sua vita era abbastanza, aveva ammesso a se stesso.
-
Quella notte, quando Levi si era arreso al sonno, Hanji era rimasta
sveglia, incapace di rilassarsi. I suoi pensieri correvano nella sua
testa senza fine, mantenendola vigile mentre la causa di
quell’agitazione dormiva tranquillo accanto a lei. Aveva sospirato
piano, cercando una posizione più comoda su un fianco, stando bene
attenta a fare piano dato che non voleva disturbarlo.
L’aveva osservato con uno sguardo dolce, sembrava di anni più giovane
senza l’onnipresente broncio che aveva di solito in faccia. I capelli
neri gli ricadevano sulla fronte, ed era stato difficile per lei
trattenersi dalla grande voglia di spostarglieli dal viso per poi
passargli le dita lungo le ciocche scure.
Aveva realizzato quanto questo suo piano aveva complicato le cose.
Certo, aveva tenuto a bada la terribile personalità sua madre, ma a che
costo? Dell’amicizia con Levi per cui si era tanto impegnata? Se
davvero i sentimenti che provava per il suo imperturbabile amico erano
qualcosa di più che platonici, e non era di fatto quella farsa a
confonderla, questo cosa avrebbe comportato per loro due? Avrebbero
potuto iniziare una felice e salutare relazione? E se le cose non
avessero funzionato e non fossero nemmeno riusciti a riportare il loro
rapporto alla normalità, a com’erano abituati?
O forse ci sarebbero riusciti, non ne era sicura. Quello che sarebbe
stato era imprevedibile, in generale. Era possibile che le loro
personalità avrebbero generato tra loro un eccessivo attrito in una
relazione sentimentale, differentemente da come invece caratterizzava
la loro ironica amicizia.
“Hanji, mettiti a dormire.”
Levi l’aveva fatta trasalire, distraendola dai suoi ragionamenti. Nella
sua voce si sentiva la sua stanchezza: di solito parlava in modo
brusco, quasi tagliente, in quel momento invece strascicava
inusualmente le parole.
“Ti ho svegliato?” gli aveva chiesto preoccupata, a bassa voce.
Levi aveva aperto un occhio, la sua iride tinta di solito di un grigio
azzurro sembrava quasi del tutto nera nella semi oscurità della stanza
illuminata soltanto dalla luce della luna che entrava dalla finestra.
“Posso praticamente sentirti pensare” le aveva detto piano sospirando
appena, chiudendo nuovamente i suoi occhi assonnati.
Era stato solo in quel momento che Hanji s’era resa conto di quanto
quei pensieri l’avessero messa in tensione. Evidentemente Levi l’aveva
percepito, aveva pensato appena in imbarazzo.
“Scusa” gli aveva detto non proprio convinta, poi con un improvviso
moto di sicurezza in se stessa gli aveva fatto una carezza, portandogli
via i capelli dalla fronte, gentilmente. “Non posso farne a meno” aveva
aggiunto dopo un secondo di silenzio.
Era rimasta sorpresa del fatto che le stesse permettendo di toccarlo in
quel modo, senza che la sua reazione fosse di insultarla o di scacciare
via la sua mano, era insolito per lui.
“Lo so” era stata la semplice, stanca risposta di Levi.
Hanji aveva mugolato appena replicando, poi si era fatta più spavalda
con quella carezza sui suoi capelli non più in ordine, passandoci in
mezzo le dita per tutta la loro lunghezza. Le aveva dato una strana
sensazione di calma farlo, e probabilmente era quello che doveva
provare anche lui, dato che il suo respiro si era regolarizzato di
nuovo.
Si era fermata per un attimo per la sorpresa di sentirlo intrecciare le
gambe alle sue con un rapido gesto, mentre nel frattempo appoggiava la
guancia sulla sua spalla, finendo poco dopo a metterla direttamente sul
suo petto. Hanji aveva respirato a fondo, godendosi il profumo del suo
shampoo.
“Perché hai smesso?” aveva mormorato Levi assonnato, tenendo gli occhi
chiusi.
Hanji aveva sorriso, ridendo appena guardandolo. Sembrava proprio che
Levi fosse un tipo bisognoso di attenzioni quando era molto assonnato,
o mezzo addormentato.
Aveva registrato quell’informazione nella sua mente.
“Scusa brontolo” si era scusata di nuovo, mettendogli un braccio
intorno alle spalle e portandolo più vicino a lei.
Aveva portato le mani sulla sua testa, ricominciando ad accarezzarlo,
sentendo che il sonno si impossessava di lei e le palpebre che si
facevano pesanti contro il suo volere. Però voleva godersi questo
momento a fondo, per quello che era, si trovava in verità ad apprezzare
questi attimi di pace sempre di più.
Il suo cuore si era stretto nel ricordare che non sarebbe durata. Una
volta che sarebbero stati sull’aereo di ritorno per Seattle quella
farsa sarebbe terminata una volta per tutte e le cose sarebbero tornate
come prima.
Si era trovata a riflettere su se voleva che andasse così, e no, non lo
voleva per niente. I suoi sentimenti per Levi stavano crescendo
differenti da quello che erano stati prima, ormai si era fatta una
ragione di questo fatto, e sembrava che anche lui si sentisse
diversamente nei suoi confronti, dato come le stava adagiato addosso in
quel momento.
“Sei così carino” aveva bisbigliato nella notte, strofinando appena il
naso nei suoi capelli.
Tutto sommato si era decisa a cercare di avere una relazione
sentimentale con uno dei suoi migliori amici, non importava quanto
pauroso sembrasse. Se significava poterlo stringere nel modo in cui lo
stava facendo in quel momento ogni volta che voleva, nel frattempo
mantenendo il fondamento di amicizia su cui era basata quella
relazione, improvvisamente non poteva nemmeno capire perché avesse
avuto tutti quei dubbi in primo luogo.
-
Levi si era svegliato malinconico dopo aver avuto la notte di sonno
migliore che potesse ricordare. Aveva sbattuto le palpebre qualche
volta prima di realizzare quale fosse la situazione in cui si trovava.
Le braccia di Hanji gli circondavano le spalle, le sue gambe erano
intrecciate a quelle più lunghe di lei. Doveva essersi addormentato con
la testa sulla sua spalla, aveva dedotto non senza un po’ d’imbarazzo
per le sue azioni. Avrebbero dovuto prendere le cose con calma, ed ecco
che invece le stramazzava addosso senza considerazione.
Tuttavia non sembrava che ad Hanji dispiacesse troppo, aveva pensato
mentre la guardava con affetto. La sua bocca era lievemente aperta, ne
usciva un lieve russare, era leggermente accigliata, l’espressione di
qualcuno che stava sognando, forse.
Lui e Hanji erano invitati a casa di sua madre per quel giorno per una
festa che stava per dare, dire che temesse quell’evento era quasi poco.
Elizabeth era estremamente seccante e assolutamente ignara di esserlo,
cosa che infastidiva Levi immensamente.
Dopo aver sospirato e lasciato il suo sguardo posarsi per l’ultima
volta sulla brunetta, si era alzato ed era andato a fare una doccia.
Buonasera a tutti,
vi lascio un piccolo messaggio in
coda per dirvi che per le prossime tre settimane vi abbandono per un
po’ di ferie. Veramente non volevo pubblicare affatto ad agosto, ma
dato che l’ultimo aggiornamento di luglio ci aveva tenuto un po’ col
fiato sospeso per quanto riguarda la trama, mi sono detta che era un
po’ crudele lasciarvi così!
Credo che questo fosse in assoluto
il capitolo più corto tradotto finora, ma conto che abbiate trovato il
contenuto abbastanza interessante dal non curarvi affatto della
lunghezza!
Vi ringrazio ancora tutti per
l’interesse, l’incoraggiamento e la dedizione con cui seguite la
traduzione.
Passate buone vacanze, chi ci va,
il 30 agosto ricominciamo coi nostri mercoledì!
Con affetto,
FoolThatIam
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