Alcibiade o 'l'Albero della Vita'

di Ancient_Mariner
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III

UN PICCOLO VIAGGIO

 
"Nessuna voce parla più all’uomo, venendo da pietre,
Piante o animali; né l’uomo si rivolge a essi
Convinto che possano udire".
(Carl Gustav Jung)

Mi trovavo, qualche tempo fa
In una città sconsacrata,
O, per meglio dire, poco accogliente;
Ed entravo con te in un modesto esercizio,
Niente di che,
Per di più in una squallida periferia.
Ma un tempo,
Un tempo
Era dimora di un famoso profeta.
C’era una donna, al bancone
E vendeva, su polverosi scaffali,
Inutili oggettini,
Scatolette di tonno
Graffette arrugginite
Pettini sdentati
Molle di ferro
Coltelli spuntati
Libri privi di alcune pagine
Pezzettini di spago
Mine da disegno
Pentole senza manico
Bicchieri scheggiati sul bordo
Camicie sdrucite
Massimo due o tre fiammiferi
Bottiglie di plastica vuote
Qualche coccio di terracotta
Batterie scariche
Uno specchio crepato
E poi un calendario,
Vecchio di almeno sei o sette anni.
Proprio il tempo peggiore dell’anno
Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo:

Per un piccolo, semplice viaggio,
E, tutto sommato, privo di piacere.
Ma nel cuore si innalzano
Le necropoli dell’anima,
Come alberi arsi all’alba
Da vive fiamme azzurre,
La cui fioca luce
È per chi li ascolta crepitare. 


 
Angolo dell'autore
L'ispirazione mi deriva dal sogno tra la notte tra il 22 e il 23 aprile 2015. Mi trovavo a casa del grande Carl Gustav Jung, lo psicoanalista che in un certo senso segna il mio modo di pensare e di scrivere; a torto si dice sia stato allievo di Freud, quando ha solo condiviso con lui una collaborazione in un determinato momento della sua vita - la loro formazione era agli antipodi. Jung teorizzava che non esistesse solo un inconscio personale (sede di traumi, desideri inespressi...) ma anche un inconscio collettivo, appartentente all'umanità intera, contenente gli Archetipi, paradigmi universali comuni a tutte le culture (la Madre, il Vecchio Saggio, Anima e Animus...). Forse qualcuno conoscerà il suo lavoro per i più famosi Tipi Psicologici. Nel sogno però lui non c'era, ma solo una delle sue figlie, che appunto stava ad un bancone di un negozio e vendeva cose inutili.
I vv. 31-32 sono d
a T.S. Eliot, Journey of the Magi.
Vorrei ringraziare chi mi sta leggendo e mi sta facendo sapere che ne pensa di questa raccolta (la prima che pubblico in EFP, tra l'altro).
Auguro a tutti voi tante belle cose.




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