Oh, somewhere deep inside of these bones
An emptiness began to grow
There's something out there, far from my home
A longing that I've never known
Jack’s lament (The Nightmare Before Christmas)
“Misa, cosa stai facendo?”
L’espressione perplessa della shinigami tradiva una certa curiosità.
La ragazza per tutto il
pomeriggio aveva corso qua e là per le strade della città spostandosi da un
negozio all’altro: prima tappa, un enorme e affollatissimo centro commerciale,
alto oltre tre piani; poi si era precipitata in un emporio poco distante dove
un anziano signore dalla lunga barba raccolta in trecce vendeva oggetti
antichi, curiosi o di seconda mano. Infine, aveva fatto un salto in una
colorata fumetteria, fornitissima di gadgets e materiale per cosplay.
Rem come sempre l’aveva accompagnata senza fare domande.
Era passato un mese da quando aveva lasciato il mondo degli shinigami per
consegnare a Misa il death note di Gelus e ormai si stava abituando alle
bizzarre iniziative della ragazza (anche ai suoi improvvisi capricci), ma ora
che erano tornate a casa, vedendo la ragazza indaffarata a mettere a soqquadro
la propria camera appena terminata la cena, non poté più trattenersi dal
chiedere spiegazioni.
“È una sorpresa, Rem!” rispose
l’idol divertita e misteriosa al tempo stesso, per nulla intenzionata a
lasciarsi sfuggire alcuna informazione prima che l’opera fosse terminata.
Ora, seduta sul pavimento,
indosso solo degli shorts aderenti e una canotta su cui era stampato un cuore
rosa con delle tibie incrociate, la ragazza stava aprendo a uno a uno i
pacchetti frutto dell’intenso shopping pomeridiano. Uno di essi, un tubo lungo
e sottile, conteneva quello che a una prima occhiata sembrava essere un poster.
Anzi, ce ne erano due. Da una busta di plastica, enorme, Misa estrasse invece
un tappetino dalle tinte piuttosto sbiadite, vagamente sul beige. Ma non era
finita qui: c’erano ancora due pacchi, di media grandezza. Nel primo erano
contenute delle lastre di legno. Rem cercò di indovinarne il possibile
utilizzo, senza successo. Sul punto di aprire il secondo pacchetto, di
dimensioni poco inferiori, Misa si voltò leggermente verso la shinigami:
“Potresti girarti per favore?” chiese, senza ulteriori spiegazioni.
La shinigami, pur se confusa,
assentì e obbedì immediatamente: forse la ragazza voleva cambiarsi d’abito per
sentirsi più comoda dentro casa, si disse, cosa che del resto era una sua
abitudine.
Passarono diversi minuti. Misa
non parlava ma era evidentemente impegnata in qualcosa. Rem poteva sentire i
suoi passi veloci mentre –ipotizzava– si muoveva da una camera all’altra.
Fruscii, rumore di oggetti che venivano trascinati, brevi schiocchi. Poi, suoni
sordi, metallici, di cose che venivano sbattute l’una contro l’altra.
“Misa! Cosa..?” esclamò Rem
allarmata, ferma al suo posto ma combattuta dall’istinto che le comandava di
volgersi verso la ragazza per capire cosa succedesse.
“Ho quasi fatto!” trillò
tranquilla la idol.
Passarono ancora altri minuti e
altri ancora. La shinigami risolse che era il caso di prenderla comoda e si
sedette sul pavimento dando le spalle a Misa. Nell’attesa, si mise oziosamente
a contare le innumerevoli videocassette e dvd che la ragazza teneva sul
comodino.
L’annuncio arrivò all’improvviso:
“Ci sono!” Misa era trionfante.
“Mmm?”
“Rem, Rem! Puoi girarti ora!“
La shinigami si alzò con
lentezza, distendendo il suo alto e bianco corpo, poi si voltò. Di fronte a lei
c’era Misa, che la fissava con evidente aspettativa e un sorriso da brigante.
Poi Rem vide tutto il resto: in un angolo della camera da letto ora trovavano
posto un tappeto color sabbia, forse un pò liso in alcuni punti, ma spesso, poi
un poster gigante nero attaccato alla parete su cui scintillavano punti
luminosi simili a stelle, e al quale era stato parzialmente giustapposto un
altro poster che rappresentava, così parve a Rem, una vallata desertica, di
quella tipologia che gli umani chiamavano “canyon”. La shinigami si guardava
attorno confusa e non poté evitare di rimanere a bocca aperta. C’era qualcosa di
.. familiare in tutto questo. Incassato nell’angolo si trovava anche un piccolo
mobile di legno a più scaffali.
“Ehi, Rem... Ti piace la tua
camera?” Misa, gli occhi chiusi in un sorriso soddisfatto, era visibilmente
compiaciuta di essere riuscita a stupire almeno una volta la sempre impassibile
shinigami.
“La mia.. camera?..” Scandì Rem
lentamente.
“Sì!” confermò l’idol con
energia.
La shinigami corrugò la fronte.
Senza dire nulla continuava a osservare disorientata gli oggetti che Misa aveva
disposto. In piedi sul tappeto mosse un lungo braccio fino a sfiorare con gli
artigli una delle stelle pitturate sul nero.
La reazione inintelligibile rese
Misa incerta “Ho pensato che.. insomma..” si intrecciò “ecco, dato che saremo
insieme a lungo, mi sembrava carino che tu avessi uno spazio tutto tuo.. Lo so
che non è una camera nel vero senso della parola, ma sai.. ho solo questa, più
la cucina.. e il bagno ovviamente, ma..” la testa leggermente piegata all’insù
giocava in modo buffo con le dita, premendo indice contro indice, a dissimulare
un’ombra di imbarazzo. “E poi” aggiunse “Ho pensato che potesse mancarti la tua
casa, ehm” si corresse “il tuo mondo. Mi sono ricordata delle cose che mi hai
raccontato, le rocce, il deserto e tutto il resto.. ma non so se è abbastanza
somigliante..” chiese speranzosa.
Dalla shinigami non arrivò nessun
commento. Al momento sembrava impegnata nel voler dare un qualche senso
all’ammasso di punti luminosi o, forse, nella sua mente stava cercando qualcosa
che mancava tra le dune del rosso canyon.
Misa però non si lasciò
scoraggiare: “Ah” esclamò in tono vivace “Ho comprato anche quelli! Ho pensato
che potessero metterti a tuo agio..” Aggiunse, indicando i misteriosi occupanti
degli scaffali del mobile in legno.
Allineati uno di fianco all’altro
apriva la curiosa parata di pupazzi la statuina in resina di un piccolo
gargoyle, nero, le ali da pipistrello spiegate, gli occhi gialli sottili come
fessure, la bocca spalancata e minacciosa a mostrar le zanne. Vicino c’era una
dinoccolata figura in elegante completo chiaro con giacca a doppio petto, un
sigaro tra le mani scheletriche, e una bizzarra testa tubolare su cui era stato
dipinto un teschio stilizzato, con sopracciglia, orbite nere e un ghigno
sprezzante. Il terzo era un mostro per metà rettile, per metà umanoide, una
lunga coda da lucertola, la schiena attraversata da piastre e tubi che si
allacciavano al muso allungato senza occhi, aperto in una doppia serie di zanne
protese all’infuori. Chiudeva il grottesco assortimento uno scheletro
allampanato, seduto a cavalcioni su una tomba tra lapidi e croci, rivestito di
un distinto gessato a fondo nero più papillon: le scheletriche mani
nascondevano con una posa riflessiva il sorriso del bianco teschio, truce e
irriverente, simile per forma e espressione alle rosse zucche poste ai suoi
piedi.
“Ah… ma questo…” La shinigami si
avvicinò all’ultimo pupazzo. Lo afferrò delicatamente, quasi con cautela, per
paura di romperlo. Tirandolo leggermente per le braccia, il teschio si
afflosciò su sé stesso in un inchino involontario. L’occhio di Rem scintillò,
una leggera increspatura percorse le guance della shinigami in quello che
sembrava –o perlomeno così Misa lo interpretò– un sorriso divertito.
“Brava!” L’idol le batté le mani
“È proprio Skeleton Jack.. ! Ricordi il film che ti ho fatto vedere due sere
fa..? Oh, lo adoro!” sottolineò entusiasta mentre saltellava fino a raggiungere
il mobiletto. Si piegò leggermente a salutare gli altri pupazzi. “.. Non sono
de-li-zio-si?” commentò con tenerezza “Eh già, Rem, tu ancora non li conosci
tutti, ma.. a questo rimedieremo presto, vedrai!” Indicò prontamente
l’interminabile pila di cd e DVD alle sue spalle.
“Uh.. sì” assentì la shinigami,
il piccolo scheletro di plastica nella sproporzionata mano. “Ma.. queste cose
sono per me?” Rem indicò l’angolo con il tappeto e i posters, il mobile e i
pupazzetti.
“Certo!” confermò Misa con un
sorriso soddisfatto” Non lo avevi capito?”
“Mmm. Non dovevi disturbarti..”
farfugliò la shinigami alla ricerca di una appropriata formula di
ringraziamento. Si sentiva presa in contropiede: non aveva mai ricevuto un
regalo.
“Figurati!” minimizzò la ragazza
“Piuttosto..” Misa, seduta sul letto, si stiracchiò “che ne dici se ora andiamo
un pò fuori, sul balcone?.. Qua dentro è così caaaldo” si lamentò.
“Va bene” annuì la shinigami.
“Ah, prendo l’aranciata!” l’idol
corse in cucina e ritornò con un bottiglione e un solo bicchiere. “Tanto tu non
la vuoi, vero?”
Rem scosse la testa, aprì
delicatamente le ante della finestra che dava sul terrazzo e lasciò passare
Misa. La ragazza appoggiò con cura sul pavimento del balcone bicchiere e
bottiglia; poi rientrò a passi svelti nella camera.
Rem uscì, si mise a sedere
lentamente, la schiena scheletrica appoggiata alla parete, le lunghe gambe
incrociate.
Misa fu presto di ritorno. Aveva
recuperato dal labirinto dei suoi armadi una stuoia e la gettò a terra per
stendersi, sospirando di soddisfazione: sì, si stava davvero meglio!
I rumori della notte giungevano
ovattati, distanti. Il brusio lontano di qualche televisore acceso, il monotono
sferragliare al passare del treno, parole e voci dei pochi in strada, metri e
metri più in basso, le frenate improvvise di automobilisti disattenti. Il cielo
era sgombro di nubi, trapuntato di stelle.
La ragazza prese fiato e una lunga sorsata di aranciata.
Per una buona mezz’ora illustrò a Rem le sue personali considerazioni e
commenti su manager e colleghe. La Nakamura era troppo severa con lei e la
sottoponeva a orari di lavoro assurdi.. anche fino alle undici di sera!..
Antipatica! e con quegli occhiali che la invecchiavano di almeno dieci anni
oltre a far risaltare quel suo –bleah!– profilo aquilino. Come era più
divertente quando il loro manager era Yokota (Fujimaro-chan!), mooolto più
giovane.. e così carino! Aveva sempre la battuta pronta e spesso le
accompagnava anche a fare shopping. Quanto alle colleghe.. ieri Chisato l’aveva
fatta davvero arrabbiare! Che presuntuosa! Si dava tante arie solo perché era
stata scelta dal regista Go Sato per la sua nuova fiction TV. Figuriamoci! Non
sapeva mettere insieme due parole in croce e la sua capacità recitativa era
pari a quella di una scopa di paglia! Quanto sarebbe resistita?..
Rem ascoltava, annuendo.
..Meno male che c’era Akemi! Così graziosa e così gentile!
Vestiva sempre all’ultima moda ed era una fonte inesauribile di preziosissimi
consigli: quando andavano in giro insieme per fare compere le sapeva sempre
indicare l’abbinamento di rossetto più azzeccato o l’accessorio –apparentemente
privo di valore– capace di reinterpretare l’intera mise. Anche Sachiko sapeva
essere simpatica, per quanto non uscisse spesso con lei; in qualcosa era simile
a sua sorella e..
Misa si
bloccò. Passarono diversi minuti in silenzio.
La
shinigami, stupita ma discreta, non fece domande.
Poi, la
voce della ragazza si riaccese: “Rem.. Tu hai una famiglia..?”
“Mmm?”
“Dei genitori, dei fratelli.. Una famiglia.”
Rem valutò la domanda ma non si dilungò in spiegazioni:
“No, Misa. E, a essere del tutto sincera, non saprei neanche dirti quando sono
nata. Il tempo scorre molto lentamente per noi shinigami.”
“Oh” commentò l’idol, senza nascondere un pizzico di
delusione. Ma non era certo tipo da mollare la presa; e per questo Rem non si
meravigliò quando la ragazza, tempo una brevissima pausa, tornò all’attacco:
“Ma.. non hai nemmeno degli amici nel tuo mondo?”
Amici? “Mmpf. Noi shinigami non siamo per natura
di indole socievole. Forse perché in fondo non abbiamo realmente bisogno gli
uni degli altri. E questo è il motivo principale per cui i più tra noi
conducono una esistenza solitaria. Anche se.. Sì, avevo un amico.” La voce di
Rem si arrestò seccamente.
“Ah!” Misa, sorpresa dalla stuzzicante rivelazione,
rotolò a pancia in giù, gomiti puntati a terra, chiaramente curiosa di saperne
di più.
“No.” Rem aveva già capito il suo gioco, ma non voleva
parlare, non voleva ricordare. Non ora. Non ancora.
“Uff!” sbuffò la ragazza “Non ti fidi?.. Misa-Misa sa
ascoltare..” suggerì con un sorriso accattivante.
“Un’altra volta” le assicurò Rem “un’altra volta.”
Tutto a
un tratto una scia bianca divise in due il cielo, illuminandolo.
“Uao!”
Misa sgranò gli occhi e saltò subito in piedi, le mani in alto. “Rem, Rem! Una
stella cadente!” avvertì indicando l’evanescente traiettoria.
“Mmm.
Ho visto, ho visto” gracchiò la shinigami “..ma non capisco cosa ci sia di
tanto particolare” commentò in tono distaccato, grata di poter cambiare
discorso “in fondo si tratta di un fenomeno atmosferico molto comune, che si
verifica quando un meteorite raggiunge l’atmosfera terrestre e, in virtù di...”
“Oh,
REM!” la bloccò Misa “Questo non c’entra nulla!” esclamò stizzita, arricciando
il naso.
“Come no?” la shinigami alzò leggermente un sopracciglio,
confusa. “Eppure l’ho letto in uno di quei volumi impolverati che si trovano
sullo scaffale alto della tua libre..”
“La
prima cosa da fare quando si vede una stella cadente è esprimere un desiderio.”
Sentenziò la ragazza portando solennemente un dito alla bocca.
“Un..
desiderio?” Rem si sforzò di capire quale connessione logica ci potesse essere
tra le due cose.
“Sì.”
confermò Misa “Tutto quello che chiedi alle stelle si avvera. Parola di
Misa-Misa.”
“E tu
sai già cosa chiedere?” domandò la shinigami, sinceramente curiosa.
“Sì..”
La luce della camera, ancora accesa, illuminò il sorriso di Misa. “Voglio che i
miei genitori sappiano di quello che sto facendo, del mio impegno, vedano come
sto realizzando il mio sogno. Io diventerò una star!” concluse raggiante,
alzando un braccio al cielo.
“..Rem.” Misa si voltò verso di lei “Io ho espresso il mio
desiderio. E tu..?”
Rem non
rispose. Gli shinigami non hanno desideri. Hanno l’eternità.
Misa
interpretò il silenzio della creatura come un no e scrollò le spalle. Poi,
quasi avesse improvvisamente perso ogni energia, tornò a distendersi, la testa
ora appoggiata sulle gambe della shinigami. Rem la lasciò fare, per quanto non
le sembrasse una posizione granché comoda per la ragazza. Misa teneva gli occhi
ancora fissi nel cielo. “Se mi vedessero, Rem..” la voce sottile sembrava sul
punto di spegnersi da un momento all’altro. “..dalle stelle..” Un umido
riflesso velò le sue pupille ma fu solo per un attimo. Chiuse gli occhi,
rilassò le spalle adagiandosi sul corpo immobile della shinigami. Poi non disse
più nulla. Passarono minuti. Altri minuti. Ancora. L’unico rumore che
interruppe il silenzio fu il rimbombo dei motori di un aereo che attraversava
il cielo. Rem ne scrutò la luci in movimento, intermittenti. Poi, rivolse la
propria attenzione a Misa, impensierita dal suo mutismo. La ragazza si era
assopita. Era evidentemente sfinita –pensò la shinigami– Non si era fermata per
un solo attimo e anche le ore di lavoro erano state più impegnative del solito.
“Stelle..”
mormorò Rem, osservando Misa che le riposava in grembo, i capelli sciolti e
sparsi tra le pieghe tortuose delle sue ossa. Reclinò la testa, lasciando che
bianchi tentacoli cadessero in avanti a coprire la benda che attraversava il
suo volto e l’unico occhio, chiuso a richiamare ricordi, immagini sbiadite,
lontane..
Misa..
nel mondo degli shinigami non ci sono le stelle che tu hai disegnato, ma solo
nebbia e sabbia, fumo e polvere, e ombre. Non ci sono colori. Non ci sono
fiori. Non c’è vento. Ferro e pietra e di tanto in tanto lo sbattere sui sassi
dei dadi. Le stelle appartengono al vostro mondo. Noi, dèi della morte,
possiamo vederle solo attraverso le vuote caverne di pietra da cui controlliamo
voi umani. Gelus.. ne era affascinato. Qualche volta credo che sia stata
proprio la loro luce ad accendere in lui la curiosità della vostra Terra. Poi, ha
trovato te. E da allora non ha fatto più caso alle stelle.”
Sospirò.
Misa ancora dormiva, una ciocca di capelli biondi arricciata da un alito di
vento, lucente, le labbra distese. Così calda. Così candida. Così innocente.
Istintivamente, Rem aprì le sue ali a circondarla. Forse per proteggerla. Dal
freddo, dal buio, dal male che –lei sapeva– possedeva quella città. Forse, per
trattenere la sua luce e averla tutta per sé.
Con la
coda dell’occhio percepì un rapido movimento nel cielo. Un’altra stella cadente.
Ora
anche io ho un desiderio.
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NOTA AUTRICE: Grazie a voi che siete arrivati fin qui! Scrivere Stelle è stato davvero impegnativo.. un pò perché l’ispirazione originaria mi ha colto diverso tempo fa, ma a causa del troppo lavoro ho dovuto “trattenermi”; un pò perché è stato difficile (ma stimolante) far convivere nello stesso pezzo una certa leggerezza di toni e sprazzi di malinconia. Alla fine però quello che è venuto fuori mi ha abbastanza convinto e ora lo potete leggere e dire la vostra (ne sarei contenta e onorata).
Per la citazione di Skeleton Jack in apertura.. ha un significato e forse nel corso della narrazione si intuisce; è una opinione del tutto personale però credo che Rem e il Re Zucca abbiano realmente qualcosa in comune: entrambi sono due creature sovrannaturali legate al mistero della morte, che pure sentono, a un certo punto della loro esistenza, il richiamo di qualcosa di diverso: della luce, del colore, della gioia.
Volevo dare più spazio a questo parallelo e svilupparlo, ma poi la vena astronomica :D ha preso il sopravvento e il titolo da "Skeleton Jack" è diventato "Stelle". E credo sia andata meglio così.
PS: finalmente non c'è Light! lol O.o
@Neko88: Grazie mille, sei sempre molto gentile :) Sono contenta che tu abbia apprezzato anche Stelle. Eheh, sì, senza Light Misa sembra quasi un'altra persona.. tuttavia, mi è risultato abbastanza facile caratterizzarla (non credevo, e invece!) .. e mi è piaciuto pensarla così, una ragazza apparentemente come tante altre, ma con un grande dolore e un grande sogno. Rem.. è Rem O.o Con tutti i suoi sentimenti, indecifrabili, profondi, assoluti (ali comprese, ormai è un must, ne sono troppo affascinata e non riesco a non inserirle nella narrazione!). Sono felice che dalla FF traspaia un senso di dolcezza: era proprio l'emozione che volevo trasmettere, dolce, e un pò triste. Grazie ancora, un bacio :)
@Misa_4ever: Grazie mille delle tue parole :) Stavo per suggerirti, dato che Stelle ti è piaciuto, di dare un'occhiatina anche alle altre cose che ho scritto su Rem e Misa ma ho visto -con piacere- che mi hai preceduta. Sono contenta di aver stuzzicato la tua curiosità, grazie ancora della fiducia :D
@Violet Nearina: Grazie Violet che mi segui sempre :) lo apprezzo molto. Addirittura perfetta? :O Mi sento lusingata, soprattutto perché so che questi non sono proprio i tuoi personaggi preferiti... Secondo me è l'assenza di Light il segreto del successo, lol! un bacio. |