Lena è triste.
Da parecchie settimane nessuno riesce a strapparle un sorriso dalle
labbra. La ragazza si rigira nel suo letto sconvolta dalla piega
degli eventi. Ha 10 anni e non ha ancora sognato nessuno.
Sbuffa per l'ennesima
volta in quella giornata e viene sgridata da sua madre.
Annuisce sconfitta e
raddrizza la schiena pronta a subire una delle tante cene di
famiglia.
Lex si avvicina poco
dopo prendendola in disparte. Notano come la cena prosegue
tranquillamente anche senza di loro.
“Che
succede sorellina.” Le domanda il ragazzo.
Lena ama suo fratello.
Lex è dolce, gentile, simpatico. Lex la capisce, la apprezza,
è il suo confidente, suo amico.
Lena sbuffa ancora una
volta, triste e sconsolata.
“Non
l'ho ancora sognata, Lex” Borbotta giocherellando con le sue
scarpe laccate.
Lex sorride, le pone
una mano sui capelli senza scompigliarglieli, la loro madre avrebbe
dato di matto se non fossero stati perfetti, e le da un bacio sulla
fronte.
“Vedrai
che anche tu sognerai la tua anima gemella, non dubitare. Forse è
solo troppo presto.” Lena gonfia le guance intristita. “Ma
ho dieci anni Lex. Dieci. Sono grande ormai!” Risponde piccata.
“Pazienza
Lena, ricorda che la pazienza è una virtù” Le
dice Lex. “Ora andiamo, non vogliamo fare arrabbiare la mamma
ok?” Lena annuisce sconsolata. Forse hanno ragione tutti, i
Luthor non meritano amore. Nessuno ama davvero un Luthor.
Avviene solo dopo
alcuni mesi.
Aveva paura. Si
sentiva soffocare. Lo spazio era piccolo e rumoroso.
Allungò la
testa per vedere dalla piccola finestra e gemette di paura. La
Terra.
Si stava avvicinando
alla terra in piena velocità. Le vibrazioni la fecero
sobbalzare. Il rumore era troppo alto e il suolo era sempre più
vicino.
Non riusciva a
respirare. Provò a toccarsi il collo nel tentativo di aiutarsi
a rifiatare, ma le sue mani non si mossero. Tremava come una foglia
pronta a rinunciare alla propria vita.
“Rao.”
Sussurrò pochi attimi prima di schiantarsi.
Il mondo divenne
nero.
Riaprì gli
occhi e si fissò disorientata. Era viva. Era riuscita a
sopravvivere allo schianto.
“Dove
mi trovo...” Disse a se stessa inquieta.
Sentì un
rumore e vide il tetto di quella strana macchina aprirsi e un uomo,
Superman, sorriderle.
“Benvenuta
sulla terra Kara.” Udì ovattato. Svenne.
Lena
si sveglia sudata. E' terrorizzata. Il sogno l'ha impaurita. Si
guarda in giro calmandosi solo nel vedere la sua stanza.
“Era
solo un sogno...” Sussurra a se stessa prima di capire che cosa
era successo.
“Era
IL sogno! Ommiodio!” Urla felice.
Lilian
entra nella stanza agitata.
“Cosa
succede?” Grida e Lena è costretta ad abbassare i toni.
“L'ho
sognata mamma, ho sognato la mia anima gemella!” Urla.
Lilian
la guarda con aria di sufficienza.
“Mamma
era così strano era...” Si blocca. Non riesce a
ricordarsi nulla del suo sogno. Ricorda solo la sensazione di
pienezza e nient'altro.
“Ora
dormi Lena. Domani c'è scuola.” Le dice Lilian prima di
chiudere la porta.
Lena
annuisce e si sdraia. Aveva la sua anima gemella! Le cose non
potevano andare male!
Il
mattino dopo Lena corre di nuovo da Lex e gli racconta del sogno o
almeno ci prova.
“E'
normale Lena. Quando sogni la tua anima gemella fai fatica a
ricordarti del sogno. Molto spesso non riuscirai a capirlo, altre
volte ti sembrerà strano e diverso. Stai vivendo scorci della
vita della tua anima gemella. Sarà tutto chiaro più
avanti.” Le dice lui saggiamente.
Lena
sorride contenta e mangia la sua colazione pronta per il nuovo giorno
scolastico.
La
volta successiva che sogna la sua anima gemella Lena è meno
sorpresa.
Ha
dodici anni ormai, è un'adulta.
“Kara!”
Sentì urlare. Si voltò verso la fonte della voce in
lontananza.
“Alex!”
Sentì la sua voce.
Si guardò
intorno sorpresa. Era in una scuola. Sembrava simile ma molto diversa
dalla sua.
-E' pubblica- Pensò
Lena.
“Allora,
sorellina. Come è andata la tua giornata?” Voltò
il capo verso la ragazza.
“Oh,
è andata benissimo Alex! Ho imparato un sacco di parole nuove
come... accipicchia!”
La ragazza dai
capelli castani sorrise e l'abbracciò
In un primo momento
si irrigidì sorpresa prima di lasciarsi andare e ricambiare
l'abbraccio.
“Ti
voglio bene Alex.” Disse con gioia.
“Anch'io
Kara, anche io.” La ragazza le prese la mano.
“Andiamo
in mensa avanti, l'ultima che arriva regala il gelato all'altra! E
non barare.” Urlò la ragazza iniziando a correre.
Lena
si sveglia completamente rilassata.
La
sua anima gemella è amata. Ricorda la sensazione di amore e
affetto incondizionato verso l'ombra che l'aveva accompagnata nel
sogno, l'immagine di quest'ultima invece è completamente
scomparsa.
Odia
che i suoi sogni spariscano poco dopo. Lex le aveva ripetuto di
aspettare. Le aveva detto che sarebbe stato diverso. Ma cosa? Cosa
sarebbe cambiato?
A
sedici anni sogna ancora la sua anima gemella.
Succede
dopo una lite.
Lilian
l'ha sgridata perché ha deciso di farsi l'elix all'orecchio
destro. Lo avevano tutte al college e lei non poteva essere da meno.
Ha nascosto il tatuaggio fatto poco sotto il seno sinistro. Una S
stilizzata. Non ne capisce il motivo ma quella S continua a tornarle
in mente.
“Non
sono più una bambina, mamma! Ho sedici anni! Posso fare quello
che voglio!” urla a sua madre prima di rinchiudersi nella sua
stanza e piangere.
Lilian
è troppo oppressiva, troppo assillante. Le manca la sua vera
madre.
Sdraiata
a letto non si accorge neanche di essersi addormentata.
Questa volta era in
cielo. Lena sgranò gli occhi sorpresa. Era in cielo e stava
volando.
Urlò
internamente allo spavento ma si accorse di non stare cadendo.
Osservò il panorama che si stendeva sotto di lei. I campi di
grano si espandevano a macchia d'olio.
Notò che era
sera. Rilasciò il respiro sorpresa quando sentì il
corpo muoversi e iniziare a volteggiare. Si sorprese a toccare le
nuvole sentendole eteree e incorporee sotto il suo corpo. Chiuse gli
occhi e si godette il vento freddo sul viso.
Si sentiva libera,
libera e felice.
Si
risveglia come sempre con una sensazione di benessere. Come al solito
il sogno è sfocato e, per quanto si sforzi, non riesce a
ricordarlo.
Col
sorriso sulle labbra si dirige a scuola.
Non
sogna la sua anima gemella fino a ventidue anni.
Ormai
è laureata, lavora alla Luthor Corp come ricercatrice e studia
una cura per il cancro con Jack. Sogna di curare le malattie del
mondo.
Jack
è simpatico, dolce, gentile e l'ama.
Lena
si sente male nel rifiutarlo ma gli spiega di aver sognato la sua
anima gemella. Gli dice che il suo cuore, come del resto il suo
corpo, appartengono alla persona che la fa sentire bene con solo un
sogno.
Jack
annuisce tristemente e si fa da parte. Prima di farlo però le
chiede come fa a essere così sicura di incontrarla.
“Credo
nel destino, Jack. So per certo che incontrerò la mia anima
gemella e quando succederà... beh” sorride ed arrossisce
all'idea. “Sai, la mia anima gemella mi fa sentire bene con un
solo sogno. Vale la pena aspettarla e rischiare di non incontrarla
mai.”
Jack
annuisce, contento della risposta. “Spero per te che la
incontrerai presto Lena, te lo meriti.”
Si sentiva triste.
Correva avanti e dietro con un vassoio in mano.
-Una cameriera-
Pensò Lena nel vedere il suo riflesso allo specchio. Allargò
la bocca nel vedersi.
Era bionda, alta,
bellissima. Lesse la targhetta posta sul seno. “Kara da
Noonan” “Kara!” Udì una voce
urlare. “Arrivo!” Si sistemò la coda e si
diresse verso il banco.
“Tavolo
tre, corri!” Un uomo le diede la comanda.
Kara, wow il nome
sembrava così bello, correva per il ristorante sempre col
sorriso sulle labbra.
“Per
voi signori. Buon appetito.” Disse con un sorriso.
Una volta tornata al
suo posto abbassò il volto sconsolata.
Lena sentì
che non era questa la vita che la sua anima gemella si aspettava di
vivere, sentì la sua tristezza che diceva che era destinata a
grandi cose. Si sentì inutile e sottovalutata. Odiava la
sensazione.
Quando
si sveglia, per la prima volta da quando ha iniziato a sognare la sua
anima gemella, si sente triste. -Noonan... Noonan-
La
parola le torna in mente come un mantra. La scrive sulla mano per non
dimenticarla.
Prima
di prepararsi per il lavoro accende il computer e digita la parola.
Tra
i risultati trova un ristorante a National City. Qualcosa le sembra
familiare ma non riesce a capire.
Deve
andare a National City.
Non
sogna la sua anima gemella fino a ventitrè anni.
Lex
è impazzito e lei è diventata la nuova amministratrice
delegata della Luthor Corporation.
Odia
Lex. Odia come ha distrutto il nome già affossato dei Luthor.
Odia
come le sue responsabilità siano cresciute a causa di un
errore non suo.
Odia
essere guardata, studiata e criticata per ogni cosa che succede nella
sua vita.
Si trovava in una
casa, era calda, poco arredata e ricca di foto. Si soffermò a
guardare le foto quando si sentì tirare. Sorrise e abbracciò
la ragazza rossiccia.
“Dobbiamo
festeggiare, Kara.” La ragazza le passò un bicchiere di
vino.
“Sono
stata presa! Ci credi Alex? Da domani sarò la nuova assistente
personale di Cat Grant!” Urlò esagitata.
-Cat Grant?- Si
domandò Lena. La sua anima gemella era l'assistente di Cat
Grant?
Si sentì
tirare in un abbraccio e rise. Si sentiva così felice.
Finalmente poteva fare qualcosa di diverso.
Vide la ragazza
ballare e si unì alla danza urlando e ridendo a crepa pelle.
Non si era mai
sentita così libera.
Lena
si risveglia quel giorno con una strana sensazione.
Come
tutti i giorni si prepara per andare a lavoro.
Odia
il suo lavoro. Odia il fatto che tutti ormai la vedono solo come la
prossima Luthor che sta per impazzire.
Passa
le sue ore dietro la scrivania fino a quando non va ad assistere alla
sua prima conferenza con il consiglio.
Gli
uomini le consigliano di spostare la Luthor Corp lontana da
Metropolis e le chiedono di ricostruirla da zero.
Un
flash le torna in mente: National City.
Suggerisce
la città ai suoi uomini e loro accettano.
Sta
per spostarsi a National City.
Le
cose non vanno come aveva programmato.
Il
Venture scoppia e tutti accusano lei per l'incidente. Nessuno si è
preso la briga di controllare perché non era sul razzo.
Esce
dal laboratorio intorno alle dieci del mattino, Jess le ha ricordato
che ha un incontro con Clark Kent alle dieci e trenta.
Kent,
pensa, il giornalista che ha rovinato la vita a suo fratello. È
giunto da Metropolis per rovinare anche la sua?
“C'è
una spiegazione più che ragionevole per la mia assenza sul
Venture.” Dice camminando verso lo studio. Aveva incrociato il
ragazzo al piano superiore.
“Siamo
qui per questo.” Dice il ragazzo.
“C'è
stata un'emergenza riguardo l'organizzazione di una cerimonia che
terrò domani.” Continua allora poggiando il cappotto
sull'appendi abiti. “Cambio nome all'azienda di famiglia, ho
dovuto annullare.”
“Ah
che fortuna.” Sorride trattenendo l'astio verso il ragazzo.
Non la conosce, ma sente bene l'odio verso il suo nome.
“La
fortuna è che superman sia intervenuto” Dice allora
tentando di sviare il discorso.
Il
ragazzo sorride “Non ci si aspetta che lo dica una Luthor.”
“Ah
e c'era anche Supergirl!” Dice la ragazza che Clark si era
portato vicino. Lena osserva la ragazza, sente qualcosa di
familiare in lei ma non sa spiegarsi cosa.
“E
tu chi sei esattamente?” Le domanda versandosi un bicchiere
d'acqua.
“Sono
Kara Danvers, non sono del Daily Planet ma del CatCo Magazine”
Dice la ragazza.
Lena
solleva il sopracciglio e sorride.
La
giornata continua senza alti ne bassi. Si sente ancora strana per
l'incontro con i giornalisti e, in particolare, si sorprende a
pensare alla ragazza bionda venuta con Kant.
Per
la prima volta le è sembrato di non vedere l'astio negli occhi
di qualcuno da quando Lex è impazzito.
Quando
è il momento di dormire si chiede se rivedrà la
ragazza.
Sentì
l'agitazione subito nelle sue viscere. La sua anima gemella era
nervosa.
Era alla CatCo, e
camminava nervosamente per il palazzo. Vide una persona, un uomo, e
sentì quest'ultimo che le diceva di seguirla.
Si ritrovò in
un ascensore con l'uomo e sentì ancora di più il
nervosismo che risaliva lungo la spina dorsale.
Seguì il
ragazzo non prestando attenzione all'ambiente circostante, persa nei
suoi pensieri.
“C'è
una spiegazione più che ragionevole per la mia assenza sul
Venture.”
Alzò lo
sguardo sconcertata. Come era possibile? Era lei. Era l'intervista
avvenuta quella mattina.
Non era possibile,
questo significava che...
“Siamo
qui per questo”
Si voltò
verso il ragazzo. Era Kent, lo stesso Kent che l'aveva intervistata
quella mattina.
Respirò
profondamente prima di sentire una sensazione di rispetto verso se
stessa. La sua anima gemella, Kara Danvers ricordò, la
rispettava.
La sua anima gemella
non la odiava a causa del suo nome!
Ascoltò il
resto dell'intervista procedere normalmente come era successo nella
realtà con poco interesse.
Il suo cervello era
impegnato a decifrare le sensazioni che avevano attraversato Kara in
quell'incontro.
Una volta conclusasi
sentì augurare una buona giornata a se stessa e seguì
Clark Kent.
Scesa ormai per
strada, ascoltò mentre la sua anima gemella parlava col
giornalista.
Il suo cuore parve
scoppiare nel sentire le parole della ragazza.
“Senti,
so di non essere una reporter ma a me è sembrata sincera”
Sta piangendo. Sa di star piangendo. La sua anima gemella credeva
in lei.
Quella
mattina apre gli occhi sorpresa.
Per
la prima volta ricorda. Ricorda tutto.
“E'
questo che intendevi Lex?” Dice a se stessa.
Si
lava e si veste in pochissimo tempo. Non vuole tergiversare, non
vuole aspettare.
Chiama
il suo autista e corre verso CatCo magazine pronta ad incontrarla.
Una
volta nel palazzo cerca Kara per tutti i piani ritirandosi quando non
la vede da nessuna parte.
Sconsolata
scende per dirigersi al suo ufficio. “Avrò altri
momenti per conoscerla” Si dice mentre oltrepassa le porte di
CatCo.
Svolta
l'angolo, diretta ormai alla macchina quando la vede.
Sembra
shockata come lei.
La
vede muoversi verso di sé e, quasi senza volere, si avvicina
alla donna.
“Sei
tu.” La bionda sussurra indicandola.
Lena
sorride ed annuisce prima di allungare la mano per salutarla. “Sono
Lena, Lena Luthor.” Le dice felicemente.
“Il
mio nome è Kara, Kara Dan... Kara Zor-El e credo di doverti
dire una cosa molto importante di me.”
Ciao
a tutti. Questa inizialmente doveva far parte della supercorp Week
indotta dal gruppo di fb “A Luthor and a Super working
together” ma dato che non ho capito che fine ha fatto
l'iniziativa ho deciso di postarvela così. Spero vi piaccia.
Al
solito voglio ringraziare la mia beta speciale Cwtch
che come sempre ha letto e betato la storia e a Najara
che mi ha dato alcune idee per renderla più decente. Che
dire, aspetto recensioni <3 ciao :) Ps ne ho un'altra in fase
di elaborazione (è bugia è scritta ma non ve la posto
perché sono stronza e assetata di recensioni) quindi aspetto
voi.
Grazie per l'attenzione
Hinata93.
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