A hug for you

di Jade Tisdale
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Thirteenth hug - Where are you, mommy?

 

Personaggi: Purin e sua madre

 

 

 

 

 

Quando sua madre morì, Purin fu quella che soffrì più di tutti. All’epoca Heicha era nata da pochi mesi e i suoi fratelli erano troppo piccoli per capire cosa fosse successo. E come se non bastasse, nel giro di poco il padre aveva lasciato tutto nelle sue mani, come se una bambina delle elementari potesse portare avanti una famiglia da sola.
Eppure, ce l'aveva fatta.
Un pomeriggio autunnale di cinque anni dopo, Purin si accovacciò sull’erba bagnata, inspirando l’odore che la pioggia aveva lasciato alle proprie spalle. La bambina prese ad accarezzare dolcemente la foto di sua madre, dopodiché posò delle rose a terra, vicino alla sua tomba.
La signora Huang era morta col sorriso sul volto. Erano passati anni, ma Purin ricordava perfettamente i suoi lineamenti e la luce emanata dalle sue labbra ogni volta che la sua primogenita la andava a trovare.
A quel ricordo, alla piccola Mew Scimmia venne a mancare il fiato. Subito dopo iniziò ad inspirare e ad espirare, ricordando le ultime parole della madre: aveva fatto promettere alla figlia che avrebbe continuato a sorridere, perché a suo parere, quando lo faceva contagiava chiunque.
La biondina, però, fu costretta a rompere quella promessa proprio in quel momento. Era troppo da sopportare. Scoppiò a piangere all'improvviso, gridando innumerevoli volte il nome della madre, pregando con tutta sé stessa che quel dolore scomparisse al più presto.
Poi la vide, e come d’incanto Purin smise di piangere. Era bella come la ricordava, se non di più. Sua madre si trovava di fronte a lei con le braccia aperte e Purin non riusciva a credere ai suoi occhi. Non sapeva se fosse il suo fantasma o se si trattasse di un’illusione, ma non le importava. Si fiondò sulla signora Huang, lasciando che le sue mani la stringessero a più non posso, fino a farle mancare il respiro e le lacrime.
Era quella l’unica cosa che a Purin importava davvero.

 












Essendo una raccolta di flash-fics devo mantenere un limite di parole, ma vi giuro che avrei voluto allungare questo capitolo mooolto di più per farvi piangere. Sono cattiva, lo so, ma un po’ di angst non guasta mai. Xoxo





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