A
hundred days have made me older since the last time that I saw your
pretty
face…
Sono
ormai passati anni da quando i miei occhi si sono
posati per l’ultima volta sul tuo viso, il tuo bellissimo
viso. Lo ricordo
ancora nei minimi particolari: la pelle ambrata, le labbra morbide
sempre
incurvate in un sorriso, gli occhi viola che scintillavano di allegria
e mi
ispiravano le migliori composizioni che io abbia mai creato e ogni
volta che ci
ripenso mi chiedo come saresti ora, anche se sono certo che saresti
l’uomo più
bello della Terra anche con delle rughe a increspare quella pelle un
tempo
liscia, proprio come la mia. Perché sì, gli anni
sono passati anche per me,
sono invecchiato, ma sono un Dio e come tale, se tu potessi vedermi,
non
noteresti la minima differenza. Ma se tu fossi ancora qui con me e lo
volessi,
ti starei accanto con l’aspetto di un vecchio; per te
rinuncerei all’oro dei
miei capelli per il colore della neve e permetterei alle rughe di
deturpare il
mio viso e il resto del mio corpo, ora perfetti proprio come nelle
statue che
voi mortali avete scolpito e venerate.
Ad
essere sincero, però, la domanda che più mi
perseguita non è come saresti ora,
ma piuttosto, mi ameresti ancora come nei pomeriggi che trascorrevano
insieme
giocando e amandoci su quei prati verdi e rigogliosi come era anche il
nostro
amore?
A
thousand lies have made me colder and I don’t think I can
look at this the same...
E in tutti questi anni non ho fatto altro che mentire a me stesso,
dicendomi che ti avrei dimenticato e per farlo, ho finto indifferenza
con gli
altri, quando invece dentro di me il dolore diventava sempre
più forte e
neanche il perdermi tra le braccia di altri è riuscito a
placarmi. Sono passato
da un amante ad un’altra, sperando che almeno in uno avrei
trovato l’antidoto
all’amore che provo per te, un veleno che circola nelle mie
vene e che brucia
al solo ricordo di te, ma allo stesso tempo è anche dolce e
io non so più se
ringraziare o maledire l’alato Eros per avermelo
somministrato. Nessuno, però,
aveva ciò che cercavo, nessuno è riuscito a
catturare il mio cuore come invece
hai fatto tu. Ogni volta credevo che quel sentimento che stava
sbocciando in me
sarebbe cresciuto fino a superare quello che sentivo per te, e ogni
volta mi
sbagliavo. Ogni volta si è trattato solo di attimi fugaci in
cui la gioia che
provavo con te era come la debole luce di una candela destinata a
spegnersi
paragonata alla fulgida luce del Sole di cui io sono il Dio.
La cosa peggiore, o forse migliore, è che i loro nomi
sfuggivano alla
mia memoria dopo appena qualche giorno, mentre il tuo nome, Giacinto,
è ancora
così splendente da offuscare tutto il resto, anche ora, a
distanza di anni da
quel fatidico giorno. Il giorno in cui, pur essendo il Dio della
profezia, non
sono riuscito a prevedere cosa sarebbe successo, che quel maledetto
disco
avrebbe cambiato la traiettoria stabilita, colpendoti la nuca,
spegnendo la
luce dei tuoi occhi e cancellando il tuo bellissimo sorriso.
Ho sempre dato la colpa a Zefiro, fin dal primo momento, quando ti ho
preso tra le braccia, già privo di vita, il tuo sangue che
cominciava a macchiare
la mia tunica candida. Gli ho dato la colpa perché era
più facile che
affrontare la realtà, perché nella mia arroganza
non riuscivo a vedere con
chiarezza, ma ero convinto che Zefiro ti avesse strappato dalle mie
braccia
perché troppo geloso e non accettava che tu avessi scelto
me. Ma non era così.
Ho continuato a mentire a me stesso, a negarmi la dura e amara
verità, sperando
che così il mio senso di colpa sarebbe sparito e invece
è solo peggiorato.
Non
posso continuare a nascondermi.
La
verità è che non è stato Zefiro ad
ucciderti, ma io. Sì. Io, con la
mia arroganza e il mio egoismo. Se non fossi stato così
egoista da pensare solo
a me stesso e alla mia felicità e avessi permesso al vento
dell’Ovest di
passare solo un po’ di tempo con te, le cose sarebbero andate
diversamente e
ora non starei piangendo la tua morte. Forse a quest’ora ti
starei stringendo
tra le braccia, ammirando il Sole tramontare. Ma tu non ci sei,
perché le
Parche hanno deciso di far pagare a te il prezzo del mio egoismo.
But
all the miles that separated, desappear now when I’m dreaming
on your face…
Per quanto essere un Dio sia una cosa fantastica con tutti i doni e i
sacrifici che ci vengono offerti, le suppliche, i poteri che abbiamo e
con cui
possiamo far accadere o impedire quasi ogni cosa, è anche
una condanna delle
volte. Questa è una di quelle. Perché nonostante
i miei poteri non posso
riportarti indietro, non posso semplicemente schioccare le dita e
riaverti qui
o scendere negli Inferi e chiedere ad Ade di lasciarti andare.
Ci sono delle leggi che nemmeno un Dio può infrangere.
E l’immortalità non fa che peggiorare le cose,
perché vivrò per sempre
e questo dolore che mi opprime il cuore non sparirà mai, ma
sarà un mio
compagno costante fino alla fine, se mai ci sarà.
Quando i tuoi occhi alla fine si sono chiusi, dal tuo sangue ho creato
quei bellissimi fiori cremisi che portano il tuo nome e che ogni
giorno,
solcando il cielo con il mio dorato carro, vedo punteggiare i prati, un
promemoria dolceamaro di ciò che successe quel giorno, un
pallido riflesso di
te. Gli ho dato anche il tuo nome, un suono così dolce che
qualsiasi poeta
dovrebbe usarlo almeno una volta in una delle sue opere. E ogni volta
che li
guardo mi assale un senso di nostalgia e tristezza, ma allo stesso
tempo è come
se ti rivedessi, come se non fossero passati tutti questi anni. Hanno
anche il
tuo profumo, dolce e inebriante, che riporta inevitabilmente la mia
mente a
quei giorni felici e se chiudo gli occhi riesco ancora a vederti,
davanti a me,
con i tuoi ricci neri che incorniciavano scompigliati il tuo viso
dandoti
un’aria sbarazzina che ti donava, gli occhi grandi, le labbra
non troppo
carnose, fatte apposta per baciare e per un attimo riesco a immaginare
che il
tempo si sia fermato a quando ti cullavo dolcemente tra le mie braccia,
quando
esistevamo solo noi due.
I’m
here without you baby but you still long my lonely mind…
Ora, però, tu non ci sei più e io sono qui, nel
nostro prato preferito,
con l’unica compagnia dei giacinti, ma stai tranquillo,
perché nella mia mente
tu vivrai ora e sempre.
I’m here without you baby and
I’ll dream about
you all the time
I’m
here
without you baby but you still with me in my dreams…
Anche quando non sono qui non faccio altro che pensare a te, sognarti
ad occhi aperti. Basta qualsiasi cosa per farmi pensare a te: il
gorgoglio di
un ruscello mi ricorda la tua risata, il cinguettio degli uccelli la
tua voce,
le stelle i tuoi occhi e…forse è meglio se mi
fermo qui, anche se potrei
continuare a fare l’elenco per tutto il giorno. Ma non ce
n’è bisogno, tu lo
sai già, Giacinto, non c’era giorno in cui non te
lo dicessi.
And
tonight it’s only you and me…
Ricordo che ogni giorno mi dicevi che non potevo trovare nessun altro
paragone tra te e quello che ci circondava e sempre, invece, riuscivo a
sorprenderti, trovando un paragone ancora più bello del
precedente.
Avevi
un modo talmente carino di arrossire, che mi veniva voglia di
dirtene un altro, ma mi trattenevo, era il nostro gioco e le regole,
che
nessuno aveva detto, ma che entrambi conoscevamo, permettevano un solo
paragone. Eppure, nonostante quei complimenti ti facessero arrossire,
non c’era
timidezza in te, quando di notte, da soli in una caverna, sul prato o
in
qualsiasi altro posto fosse abbastanza confortevole, mi accarezzavi e
baciavi
anche in punti proibiti, per premiarmi di un paragone che ti era
particolarmente piaciuto e lasciavi che io facessi lo stesso con te.
Vorrei
solo che ora, alla luce delle stelle, potessi fare lo stesso e
assaggiare le tue labbra, la tua pelle e sentire le tue mani sul mio
corpo, di
nuovo insieme, di nuovo solo tu ed io.
Everything
I know and everywhere I go it gets hard but it won’t take
away my love…
Essendo il Dio della profezia, so cosa sta succedendo ora in tutto il
mondo e cosa succederà anche fra mille anni, eppure non
riesco a prevedere
quando avrà fine il dolore che provo per la tua morte, forse
per il semplice
motivo che non succederà mai. Perché, ti
prometto, che dovunque andrò,
qualunque cosa farò, per quanti anni possano passare non
dimenticherò mai
l’amore che provo per te.
And
when the last one falls and when it’s all said and done it
gets hard but it
won’t take away my love…
Neanche quando Zeus, il più
potente degli Dei, Signore del Cielo, l’essere più
potente dell’Universo cadrà
assieme a tutto il resto, quando l’ultima stella
smetterà di brillare, l’ultima
montagna si sgretolerà, l’ultimo albero
seccherà, quando l’ultima parola al
mondo verrà pronunciata e l’ultimo gesto compiuto,
il mondo intero cadrà in
pezzi e io insieme ad esso, cambierà qualcosa nei miei
sentimenti. Perché anche
allora, quando non sarà rimasto niente, il mio amore
continuerà ad esistere,
forte e puro come il primo giorno, perché una creatura come
te, Giacinto,
merita di essere ricordata anche quando non esisterà
nient’altro e dopo quello
che ti ho fatto, permetterti di essere ricordato è il minimo
che io possa fare.
Ti amo Giacinto, ora e sempre.
NDA:
Ciao a tutti e grazie per aver speso qualche minuto del vostro tempo
per leggere questa mia piccola creazione :-). è la prima ff
che pubblico su questo fandom, perciò spero tanto che vi sia
piaciuta, anche perchè sono molto affezionata a questa
coppia e personalmente il risultato mi piace. Fatemi sapere cosa ne
pensate nel bene o nel male che sia.
RosaNera_Rinnegata_30613
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