Naomi&Seiko
La
mia Seiko
-Naomi?-
La notte sembra più buia del solito, quando la
tua voce
spezza all'improvviso quel silenzio che si era
creato nella stanza. Mi sto ancora abituando al fatto che tu sia
lì al mio fianco, mentre sono abituata a dormire da sola. Mi
giro dalla tua parte, accennando un sorriso. Lo
stretto spazio che condividiamo non ci lascia chissà quale
ampia
possibilità di movimento, ma va bene anche così. Avevi deciso
che avresti dormito nel mio stesso letto, e così
è stato.
Non avevo alcuna possibilità di controbattere, nè
tantomeno avevo voglia di farlo.
A volte mi stupisco di quanta impotenza io abbia di fronte a certe tue
decisioni avventate, ma del resto "non
si può cercare di contraddire Seiko", come
ha detto un volta Satoshi con ironia quando gli hai intimato di
"trattare bene la tua donna". E nonostante tu sembrassi più
che
seria in quel momento, non abbiamo potuto fare a meno di scoppiare a
ridere.
E poi, questa è la prima volta che
vieni a dormire a casa mia... E stare in due nello stesso letto non si
è rivelata un'idea così cattiva. Sento il calore
del tuo
corpo contro il mio, e il tuo respiro regolare mi mette quasi
tranquillità. E' semplicemente bello sapere che ci sei.
Mi guardi per alcuni secondi come se fossi dubbiosa su
chissà
cosa, quando tutto d'un tratto ti sollevi seduta sul letto; Ora tuo
sguardo è rivolto a qualche punto
indeterminato della stanza. Non so cosa sia successo così
all'improvviso. Abbiamo riso e scherzato fino a sfinirci, poi ci siamo
messe sotto le coperte dandoci la buonanotte, col proposito di
riposarci in vista del festival che si sarebbe tenuto la mattina
seguente a scuola. I preparativi da fare erano tanti, e avevo
più e più volte detto che se non ci fossimo
addormentate
presto non saremmo riuscite a svegliarci in tempo poi, e saremmo state
costrette ad una corsa
spericolata dell'ultimo minuto.
Questa espressione aveva fatto ridere entrambe, e presto avevamo
abbandonato tutti i nostri buoni propositi, come se non ce ne fossero
mai stati.
Quando avevamo finalmente stabilito un silenzio tale da permetterci di
dormire, sapevamo che nessuna delle due ci sarebbe riuscita. Si
alternavano momenti di quiete assoluta a frasi e battute brevi e
sconnesse, che inevitabilmente ci facevano scappare delle risatine.
Poi all'improvviso il silenzio si era fatto totale, al punto che
riuscivo a sentire tutti i rumori della notte che entravano attraverso
la finestra semichiusa. Avevo cominciato a pensare che forse ti stesse
venendo sonno, mentre mi guardavi raggomitolata nelle coperte,
probabilmente più pensierosa del solito. E ora, cosa
c'è?
-Seiko, va... tutto bene?- chiedo io, abbastanza confusa e balbettante.
Mi metto a
sedere a mia volta, in modo che i nostri sguardi si possano incontrare,
e
tengo il mio fisso sul tuo. Stringi a te il cuscino che avevi definito
"il più morbido dell'universo" appena un paio d'ore prima, e
ora
lo tieni come se ti servisse da scudo e averlo fosse questione di vita
o di morte. Vedo nei tuoi occhi qualcosa che non avevo mai visto prima
in te, e mi sento quasi impotente nel non sapere cosa sia. Non
è
tuo solito comportarti così, e comincia ad assillarmi l'idea
che
ci sia veramente qualcosa che ti preoccupa.
Dopo pochi istanti che a me sembrano millenni, rivolgi di nuovo il tuo
sguardo nel mio.
-Quando cresceremo, e tu ti sposerai e avrai dei figli... Passerai
ancora del tempo con me in questo modo?- Chiedi, esitante, con un velo
di tristezza sul tuo volto sempre così giocoso e allegro.
Anche
adesso stai cercando di nascondere questa tua insicurezza dietro un
sorrisetto forzato. Ma vieni tradita dal tono della voce, e non so
perchè sembri quasi sul punto di piangere.
E' veramente questo quello che ti passa per la mente? Sento che
c'è qualcosa che non va, qualcosa di più profondo
e so
che il pensiero ti sta tormentando, ma non riesci a farlo venire fuori.
-Oh, Seiko, certo. Siamo amiche dopotutto, no? E lo saremo ancora molto
a lungo- Ti sorrido con affetto e ti appoggio una mano sulla spalla
cercando di confortarti -Resteremo insieme per
sempre, te lo prometto-
Finalmente riesci a ricambiare
timidamente il sorriso.
-Davvero?-
-Davvero-.
Ti vedo arrossire leggermente, ma cerchi di nasconderti dietro
il
cuscino che stai ancora abbracciando. E' strano
come, nonostante il buio quasi totale che avvolge la camera, i tuoi
tratti delicati vengano risaltati così chiaramente dal
pallore
della luna. Per la seconda volta in tutta la giornata, mi ritrovo a
pensare a quanto tu sia -oggettivamente e soggettivamente- bella.
Rimani in questa posizione per non so quanto tempo, e sento il tuo
respiro quasi instabile soffocato dal cuscino. Sei chiaramente
ancora nervosa, ma stranamente sento di non dovermene preoccupare
più di tanto, sento che quello che mi vuoi dire me lo dirai
appena sarai pronta, e al momento giusto. Ed è ora che,
persa in
questo ragionamento, comincio ad
accarezzarti delicatamente i capelli con la stessa mano che ti avevo
messo sulla spalla poco prima, quasi impulsivamente.
Il mio gesto ti sorprende, ma sembra anche calmarti un pochino. Vedo
come una scintilla accendersi nei tuoi occhi che ora tieni fissi nei
miei.
Ho la certezza che tu voglia, anzi, senta la necessità di
farmi sapere
qualcosa di così importante che arriva quasi al punto di
opprimerti, di spingere da parte la spontaneità che ti
caratterizza. Qualcosa che ti tieni dentro
da tanto tempo, forse di cui ti vergogni, di certo vuoi che io lo
sappia ma non sai quale sia il modo giusto di dirmelo. O magari
non trovi semplicemente il coraggio per farlo.
Forse sei triste? Sei triste per qualcosa, ma non hai mai voluto
sfogarti con me nè con nessun altro. Oppure, non so,
potresti
essere ferita, o arrabbiata? No, arrabbiata sicuramente no. Non
è da te serbare rancore, e oltretutto non abbiamo neanche
litigato...Cosa succede, Seiko? Cosa vuoi dirmi?
E' solo così, lentamente, che comincio a capire la
verità
su di te. L'ho probabilmente sempre avuta davanti agli occhi, ma
solamente ora mi rendo conto di essere
io quella che non ha mai avuto il coraggio di ammetterla,
o perlomeno considerarla come una possibilità.
Quasi mi avessi letto il pensiero, chiami il mio nome ancora una volta.
Ma questa volta sento che è diverso, c'è ancora
più esitazione nella tua voce, e non solo quella. Dubbio,
paura,
ma anche voglia di dire quella frase una volta per tutte le volte che
avresti voluto farlo.
-T...ti posso baciare?- balbetti infine, confermando ogni mia
insicurezza.
Sento il mio cuore perdere un battito e poi accelerare all'improvviso,
galoppandomi nel petto,
e per qualche istante
mi sento come congelata. Dentro di me avevo la certezza fosse
questo, d'altra parte ero convinta che non sarebbe mai successo.
Continuo a tenere i miei occhi nei tuoi e non ho intenzione di
spostarli, non in questo momento, non dopo quello.
Ho sentito bene? Mi vuoi...baciare? Migliaia di domande cominciano a
tormentarmi, ma è come se non riuscissi ad elaborarne
nessuna.
In questo momento sono concentrata su di te, su di te e basta. Il
cuore continua a battermi all'impazzata, non sono neanche
più
sicura che stia seguendo un ritmo regolare, ma lo sento fin dentro le
orecchie e su per la gola.
So che dovrei darti una risposta, perlomeno. Ma nonostante
mi stia sforzando di parlare, di dire qualcosa che non suoni
completamente sbagliato, rimango a guardarti per un altro paio di
secondi mentre le stesse domande continuano ad assillarmi senza darmi
tregua.
-Perchè?- riesco solamente a sussurrare, con
più
facilità di quanto mi fossi aspettata. Mi rendo conto
solamente
quando abbassi lo sguardo per non sostenere il mio, di aver fatto
proprio ciò che volevo evitare.
Non volevo lasciar intendere il mio stupore, nè alcun tipo
di....disgusto nella
mia domanda. Non c'è disgusto, nè rabbia, ma solo
semplice curiosità. E probabilmente neanche quella, data
l'ovvietà della risposta che sicuramente mi avresti dato. Ma
forse ho fatto qualcosa di sbagliato, e ho ferito i tuoi sentimenti.
Come si rimedia a questo? Nei momenti di silenzio che seguono spero
solamente che non sia vero, e di non averti messa più in
difficoltà di quanto non lo eri stata sicuramente poco
prima.
Vorrei scusarmi con te, e darti una vera risposta. Ma
nella mia testa frullano solo domande, domande, domande. E farei
volentieri a meno di queste.
-Perchè ti amo- Dici infine, e rimango quasi più
sorpresa
dalla sicurezza con cui sei riuscita a confessarlo che dalla frase
stessa. Inevitabilmente te ne penti subito dopo, e abbassi lo sguardo
un'altra volta per nascondere il fatto che stai arrossendo di nuovo.
Ora che te l'ho sentito dire, te l'ho sentito dire davvero,
è come se qualcosa fosse scattato dentro di me.
Mi ritrovo ancora ad osservarti, a guardare quel viso che avevo visto
tutti i giorni, ogni giorno della mia vita. Il pigiama che ti avevo
prestato questa stessa sera e che sta così bene su di te
nonostante sia di qualche taglia più grande; I tuoi lunghi
capelli castani che di solito tieni in sempre in ordine, che ora sono
spettinati e ricordano solo vagamente la forma dei boccoli che sei
solita farti. E anche se ti ho guardato tante volte da sapere a memoria
ogni singolo dettaglio di te, non credo di aver mai provato una
sensazione così strana -e per me del tutto nuova- solamente
standoti accanto.
Tra noi cala di nuovo quel silenzio che ci avrebbe messo terribilmente
in imbarazzo solo pochi minuti fa, ma non adesso. Nonostante le domande
continuino il loro via-vai nel mio cervello e il mio cuore vada ancora
a mille, ora mi sembra tutto stranamente più semplice. E
vorrei
dirtelo, vorrei dirti che anch'io ti amo, anche se non so che tipo di
amore sia e se riuscirà a durare. Vorrei dirti che va tutto
bene, che non penso che tu sia pazza perchè, se abbiamo
trovato
il coraggio di ammetterlo solo adesso, probabilmente siamo pazze
entrambe.
Ma mi limito a metterti di nuovo la mano sulla spalla, e ti sento
sussultare
leggermente mentre i nostri occhi si incontrano un'altra volta. Sei
sorpresa, sì, ma lo sono anch'io -è la prima
volta in
tutta la mia vita che mi sento in questo modo, che non so nemmeno come
definire. Spaventata? Speranzosa? Felice? Ti tiro leggermente
verso di me e tu non opponi alcuna resistenza, anzi sembriamo quasi
coordinate, come due ballerini che si apprestano a fare il loro Pas de Deux alla
fine dell'esibizione. Anche se per noi è solo l'inizio.
Mano mano che ti avvicino, sento un calore farsi sempre più
intenso, non so nemmeno se provenga dal tuo corpo o dal mio. E' solo
quando le nostre labbra si incontrano per la prima volta che mi rendo
conto che se c'è mai stato un calore nella mia vita, uno
spiraglio di luce, una certezza, quella sei sempre stata tu.
Chiudo gli occhi. E' così piacevole, dopotutto. Ho sempre
pensato che la felicità fosse qualcosa di irraggiungibile,
un'illusione, un'ingannevole fiaba, o un qualcosa di così
lontano e remoto che io, sola con i miei singoli sforzi, non sarei mai
riuscita a provare. L'ho pensato mille volte prima di questo
momento, ma
credo di non avere mai lontanamente immaginato che l'avrei trovata così.
Abbiamo passato praticamente tutta la nostra vita una accanto
all'altra. Abbiamo affrontato mano nella mano momenti allegri,
divertenti, difficili, tristi, e non posso fare a meno di chiedermi per
quanto tempo tu abbia voluto dirmi quello che provi, e per quanto tempo
io l'abbia negato. So solo che in questa notte stranamente luminosa,
circondate da un piacevole silenzio, siamo riuscite a rompere ogni
barriera che c'era in mezzo a noi. E ora più che mai vorrei
fermare il tempo, nel desiderio che tutto possa rimanere
così per
sempre.
Concludiamo il nostro primo bacio dolcemente impacciato semplicemente
abbracciandoci. Ed è abbracciandoci che riusciamo finalmente
ad
addormentarci non più di cinque minuti dopo, vinte dalla
stanchezza e con un peso in meno da portarci nel cuore.
Mentre guardo il tuo sorriso ancora più bello sotto la luce
della luna, con gli ultimi secondi di coscienza prima di cadere nel
sonno, sorrido anche io con la consapevolezza che saremmo veramente
state insieme per tutta la vita.
La mia Seiko.
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Angolo
autrice: (Meh, autrice. Scrivo ogni
morte di Papa e ho ancora il coraggio di definirmi tale).
Comuuuuunque.
Salve gente! Spero che qualche pazzo sclerato come me sia finito a
leggere questa storia, e che non mi consideri più pazza del
dovuto. Ma comunque my OTPs, my rules, e io
continuerò a shippare yuri fino alla fine dei
secoli.
Okay,
questa era piuttosto corta, ma suppongo di essere capace a scrivere
solo storie corte e che provano ad essere intense (?). E siccome non ho
abbandonato la mia grandissima carriera di scrittrice di fanfiction *fischi
di sottofondo* eccovi a voi una cosa che ho sempre voluto
scrivere, la coppia delle coppie (o quasi, dai, ammetto che gli ho dato
una spintarella).
Un'altra
cosa da dire è che questa scena del pigiama party
è parzialmente tratta da CP: Book of Shadows, a
cui mancava solo il bacio finale (T-T) Ma hey, io sono qui per
questo.
E' in
arrivo un'altra serie di robe (sì, robe,
sempre incentrate su Corpse Party) a cui sto attualmente lavorando e
qualche storia originale. Spero che nessuno mi odierà.
Cos'altro dire? Non voglio fare le note finali più lunghe
dell'intera storia come al mio solito, quindi spero solamente che vi
piaccia nonostante io sia un po' arrugginita.
Alla prossima ;3
-bakajanai-
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