Storia scritta nel gennaio del
2016, è rimasta nei meandri del computer per lungo tempo. Ho
deciso di fare "pulizia" e pubblicare le vecchie
novità.
Dubbi
Dany
era nella sua stanza nella piramide di Mereen. Alle sue
spalle, Missandei le stava pettinando i capelli con delicati colpi di
spazzola.
La chioma di Daenerys era ricesciuta lunga e fluente in pochi anni e
ora le
arrivava poco oltre le spalle. I raggi obliqui del sole al tramonto
filtravano
nella stanza in un caleidoscopio di colori, i capelli argentei della
regina
mandavano riflessi infuocati, come le fauci di un drago.
«Mi
manca. Mi manca la sua voce, mi mancano i suoi consigli.»
esclamò Daenerys rompendo il silenzio.
«Manca
a tutti noi, Maestà. Ser Barristan era un uomo
valoroso…»
«Non
sto parlando di Ser Barristan... Mi riferisco a Jorah.»
L’aveva detto. Per settimane si era tormentata nel buio della
sua stanza. Aveva
pensato a quel nome, senza mai trovare il coraggio di pronunciarlo ad
alta
voce. Per giorni, mentre il mondo all’esterno stava cadendo a
pezzi, mentre a
poco a poco perdeva il controllo sulle città che aveva
liberato, si era
domandata se le cose sarebbero andate diversamente se avesse avuto il
suo orso
accanto.
C’era
voluta la morte di Ser Barristan per farle ammettere
che forse si era sbagliata. Missandei restò in silenzio. Da
diverso tempo
vedeva la sua regina tormentata. Scorgeva gli occhi arrossati
dall’insonnia e
dal pianto silenzioso che le straziava il cuore; e aveva visto la
maschera che
indossava ogni giorno. Una maschera molto più letale di
quella portata dai
Figli dell’Arpia. Ma ora quella maschera era improvvisamente
caduta, non di
fronte ai sudditi, non di fronte agli Immacolati e nemmeno di fronte
all’uomo
che le scaldava il letto la notte; ma davanti ad una giovane ancella,
unico
conforto e voce amica rimastale.
Missandei
ascoltò, in silenzio.
«Daario
dice che sono stata fin troppo buona con lui. Avrebbe
meritato la morte, ma…» la voce di Daenerys
tremò. «Lui non era presente quando
il mio “sole e stelle” mi ha lasciato. Non
c’era quando ho perso mio figlio.
Nessuno di voi c’era. Solo Jorah. Lui c’era
sempre. Nei momenti più bui e
in quelli di sole. C’era nella Desolazione Rossa, quando
persi i miei cavalieri
di sangue e la speranza. Ed era accanto a me quando vedemmo le porte di
Quarth che ci venivano chiuse in faccia.»
«Credo
che sua Maestà abbia preso la decisione giusta.»
«Lo
pensi davvero?» Dany si girò verso
l’ancella. «Non mi ha
mai abbandonato. Mai. Io, invece, l’ho cacciato. Senza
ascoltarlo.»
«Maestà,
io sono una semplice ancella.»
«Sei
mia amica, Missandei. Una delle poche che mi sono
rimaste. E ora non ti parlo da regina.» Daenerys
ripetè la domanda. «Credi
che abbia fatto bene a cacciare Ser
Jorah?»
Missandei
deglutì e abbassò lo sguardo. A Daenerys
bastò.
Tutto quello che in quel momento voleva era risentire la voce del suo
cavaliere.
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