DDG03
PROCESSO
Raccogliere testimonianze, in fin dei conti, non fu così
difficile come i tre si aspettavano. Cominciarono con Ethan Birth,
l'unico amico di Borisov. Avevano pensato che fra tutti fosse stato il
più disponibile ad aiutarli, nonostante cosa ci fosse in ballo.
La prima domanda che posero fu se conoscesse la posizione della camera
di Sauli. Ethan inarcò un sopracciglio e disse: - Perché,
non era il luogo del delitto?
Afflitti per questo primo fallimento, continuarono l'interrogatorio
semplicemente chiedendogli se avesse notato nulla di strano sia la
notte che tutta la mattina.
- Sinceramente non saprei. Abbiamo passato una giornata frenetica e...-
si bloccò. Portò la mano al mento e cominciò a
massaggiarselo.
- Forse qualcosa mi viene in mente. Pochi minuti dopo il ritrovamento
del corpo sono andato in bagno e allora ho sentito una sorta di
ticchettio. Mi sono guardato un po' intorno per capire da dove venisse
quando improvvisamente ho sentito un forte spostamento d'aria. Ho
continuato a non vedere nulla e il ticchettio era ormai finito, quindi
non ci ho dato peso e ho ripreso il mio cammino.
- Un misterioso ticchettio e un forte spostamento d'aria, dici, eh?
Interessante...- affermò Grace, completamente assorta. Lo
spostamento d'aria forse era attribuibile ai rapidi movimenti
dell'assassino, che correndo per il corridoio, dopo aver scambiato le
chiavi, stava tornando in palestra. Ma il ticchettio? A cosa poteva
appartenere? Le due cose erano davvero collegate?
Passarono a Noreen Hunt, la Scassinatrice. Lei era sempre rimasta alla
mensa fino a che non era stato trovato il cadavere non era stato
ritrovato e, per insistenza di Zanesi si erano spostati tutti in
palestra; per questo motivo avrebbe potuto sapere chi era rimasto
lì tutto il tempo e chi invece avrebbe potuto effettuare lo
scambio di chiavi.
- Non ricordo con esattezza. Comunque sia mi ricordo che voi tre,
Grissom e Redson eravate andati a cercare De Wit e Sergente Gorilla.
- A quanto pare il nomignolo di Donald è stato adottato anche da altre persone...
- Poi, dunque... il galoppino di Sauli, uno dei gemelli, il muso
giallo, la cavallona, Osborn e la piatta sono usciti poco dopo di voi.
- Chi sarebbero la cavallona e la piatta?- domandò Grace.
- Dare del muso giallo a una compagna orientale è parecchio scorretto, Noreen- la riprese Alfredo.
- Sì, sì, come dici tu, quattrocchi. La cavallona
è quella stronza di Rachel, la piatta invece è Nicole.
Pensavo fosse abbastanza semplice arrivarci. Comunque, lieta di
aiutare. Ci si vede in giro.
Raggiunsero giusto in tempo West, prima che si chiudesse nella sua
stanza e, per loro grande fortuna, acchiapparono Touka che proprio in
quell'istante stava svoltando l'angolo.
- Ditemi, entrambe siete uscite poco dopo che ci siamo avviati a cercare i due assenti all'appello. Cosa siete andate a fare?
- Eeeeh? E da quando sareste diventati dei detective, voi tre?- esclamò Rachel, stizzita.
- State cercando di insinuare qualcosa? A quell'ora Borisov era
già morto. Nessuno sarebbe riuscito fisicamente ad arrivare
prima di voi, strangolarlo e issarlo con la corda- disse la
Sabotatrice, stringendo gli occhi. Le voci correvano in fretta, a
quanto pare.
- No, non stiamo insinuando nulla, Touka, stiamo solo cercando di
seguire tutte le piste possibili. Non possiamo certamente permetterci
di commettere degli errori.
- Va bene, va bene!- sbuffò Rachel - Io ero tornata qui nella
mia stanza per lavarmi. Suppongo sia normale dopo colazione, no?
- Io invece mi trovavo all'ingresso. Con le apparecchiature di cui
dispongo immaginavo di riuscire ad aprire il portone, ma niente da
fare. Quella ferraglia è impenetrabile.
- Avete notato nulla di strano nel corso della giornata?
- No, non mi pare. Come ho detto prima, sono stata tutto il tempo all'ingresso.
Rachel invece sembrava pensierosa. Quando Russell le chiese su cosa
stesse rimuginando, lei rispose: - Ecco, mi sembra di aver visto Osborn
correre per il corridoio, ma non so bene perché. Forse aveva una
gran fretta di andare in bagno, come Ethan.
- Henry correva per i corridoi? Ne sei sicura?
- Sicurissima, dannazione! Vi sembro cieca?- replicò la Ciclista.
Si allontanarono dalle due ragazze e cominciarono a discutere riguardo gli avvenimenti noti.
- Osborn mi puzzava fin dall'inizio, e la testimonianza di Rachel lo inchioda.
- Adesso non ci resta che scoprire quale fosse la stanza di Borisov per poter avere un piano genera...
*PLIN PLON*
- IL TEMPO A VOSTRA DISPOSIZIONE PER RACCOGLIERE PROVE È APPENA
SCADUTO. SIETE PREGATI DI RADUNARVI NELLA STANZA AD OVEST DELLA SALA
CONFERENZE IMMEDIATAMENTE.
- Troppo tardi. Il processo di classe sta per cominciare, ma credo che
le prove che abbiamo raccolto siano abbastanza, avanti, andiamo.
Tutti gli studenti si ritrovarono nella sala conferenze, confusi
dall'annuncio del preside. Il primo giorno in cui si erano trovati
lì, non c'era nessuna stanza ai lati del posto; invece adesso
una grande porta li sovrastava sul lato sinistro.
Alfredo si fece coraggio e la spalancò. Era praticamente vuota,
giusto quattro bonsai e due panchine. L'unica cosa importante che si
trovava lì era un ascensore particolarmente grande, del genere
che viene tipicamente utilizzato nei cantieri: abbastanza grande da
contenerli tutti e quindici, o meglio, quattordici.
Nonostante il sospetto e l'opprimente senso d'inquietudine, il gruppo
di ragazzi fu costretto ad entrare nella cabina e, dopo qualche istante
di esitazione, il Criminologo schiacciò l'unico pulsante
dell'ascensore. Questo scricchiolò sinistramente, poi
cominciò quella che agli studenti sembrò un'interminabile
discesa verso gli inferi.
Nessuno di loro proferì parola durante tutto il viaggio.
Quando finalmente le porte si riaprirono, ad attenderli c'era
già Kyanid, pronto a spiegare loro come funzionava questa sua
disgustosa trovata.
- Benvenuti, benvenuti ragazzi! Sono felice che uno di voi abbia
tentato la sorte uccidendo un proprio compagno. Fidatevi, sarà
emozionante. Prego, prendete posto.
- Emozionante un cazzo, figlio di puttana!- gridò in un impeto
d'ira Ethan. - Vedrai che riusciremo a scovare il colpevole, Kyanid-
riprese Alfredo.
- Oh, lo spero davvero!- replicò il preside - Se il colpevole
vincesse, sarei costretto ad uccidervi tutti, e il mio divertimento
finirebbe subito. Purtroppo per voi, non sono disposto ad aiutarvi in
nessun modo.
- Come se ne avessimo bisogno...- bofonchiò Grace.
La sala non era molto ampia e presentava il tipico pavimento a
scacchiera dell'accademia; al centro di questa vi era un grande anello
composto da alti banchi di legno, abbastanza simili a quelli che si
trovano in tribunale. In fondo, invece, si poteva vedere un vetro
insonorizzato, dall'altra parte di questo c'era una piccola sala di
controllo. Notando che gli studenti la stavano fissando, Kyanid
cominciò a spiegare.
- Quella che state guardando con grande interesse è la mia
postazione. Da lì coordinerò il processo e
comunicherò con voi. Come già vi avevo detto il primo
giorno che ci siamo visti, se voterete all'unanimità uno di voi
e questi sarà davvero il colpevole, egli verrà
giustiziato. Se invece avete votato contro la persona sbagliata,
morirete tutti e il colpevole sarà libero di abbandonare
l'accademia. Ora, senza ulteriori indugi, diamo inizio al nostro
processo!
I tavoli erano disposti in modo tale che tutti i ragazzi potessero
guardarsi negli occhi senza difficoltà. Dato che nessuno aveva
ancora avuto il fegato di puntare il dito contro qualcun altro, Kyanid,
dalla sua stanzetta, attivò un timer di dieci minuti.
- Forza, ragazzi miei! Devo per forza usare questo tipo di incentivi per farvi lavorare?- domandò spazientito il robot.
Ethan allora abbassò lo sguardo ed emise un breve suono
gutturale, come un ringhio, e disse: - Mi pare ovvio, non c'è
neanche bisogno di questa coglionata di processo... è stato quel
De Wit!
La sua affermazione rimbombò per la stanza. Gli occhi di Donald si assottigliarono, carichi d'odio.
- Come hai detto, scusa?- fece con voce tremante.
- Hai sentito bene, stronzo! Sei l'unico che non si trovava nella mensa
prima delle undici. Trovo palese che sia difficile sollevare un corpo
come quello di Sauli, per questo motivo, dopo averlo strangolato, te la
sei presa comoda per farlo sembrare un suicidio!
- Vaffanculo! Io stavo dormendo, non ne sapevo nulla di questa storia!- gridò in preda all'ira l'accusato.
- Bell'alibi del cazzo. Avanti, confessa e risparmiaci i restanti otto
minuti di processo- Touka aveva incrociato le braccia e lo stava
fissando con disprezzo.
- Un momento!- li interruppe Russell - Qui c'è ancora qualcosa
che non mi quadra. Trovo normale che accusiate Donald, in quanto ancora
non siete a c0n0scenza di quello che siamo venuti a sapere durante la
nostra piccola indagine.
- Avanti, sputa il rospo, Curlings. Devo ricordarti che abbiamo un
tempo limite?- sbraitò Rachel. Lei e molti altri di tanto in
tanto rivolgevano occhiate nervose al timer che ticchettava poco
lontano da loro. Già, un ticchettio. Russell ancora doveva
trovare una risposta a quello.
- Il Tiratore Scelto non è stato ucciso nella sua stanza,
bensì in quella di qualcun altro. Avevamo riscontrato problemi a
mettere in sicurezza la scena del crimine in quanto la chiave sembrava
non essere quella giusta. Quando ci siamo allontanati le chiavi sono
state sostituite a tempo record con quelle del colpevole.
- Le chiavi che avevamo trovato le avevo prese io dai pantaloni di
Borisov e avevano il suo volto sopra, quindi non posso essermi
sbagliata- aggiunse Grace.
- Oltre a questo, alcuni testimoni hanno affermato che Sauli non ha mai
frequentato quell'ala del dormitorio. Un'altra prova a sostegno delle
nostre idee.
- Quindi, secondo voi, quale sarebbe la dinamica del caso?- Logan
sembrava incuriosito e, quasi certamente, credeva alle loro parole. Gli
altri invece ancora erano scettici.
- Nessuno di noi si fidava di Sauli, in quanto era palese ci avrebbe
tradito come nulla fosse. Evidentemente è stato invitato nella
camera del colpevole per pianificare insieme un omicidio, ma il piano
dell'individuo era ben diverso: cogliendo di sorpresa il bulgaro
è riuscito a strangolarlo e ad appenderlo al soffitto. Non
avendo a disposizione l'ora del decesso non potremmo scagionare Donald
ma quando l'abbiamo trovato alle undici era chiuso a chiave nella sua
camera, cosa che non avrebbe potuto fare, non avendone tecnicamente una
copia.
- Giusto. Chiunque abbia ucciso Succhiavodka ha vagato per il piano
senza meta o si è trovato un posto dove rimanere fino al
ritrovamento- aggiunse Donald ghignando.
- Proprio a questo stavo pensando. Il colpevole si è
erroneamente portato dietro le proprie chiavi, senza pensare che
avrebbe dovuto accedere alla camera della vittima. Così, dopo
aver portato via dalla stanza i bagagli, si è accorto
dell'errore. Lo scambio delle iconcine 8-bit rappresentanti le nostre
figure potrebbe essere avvenuto un po' prima. Ormai era tardi per
tornare indietro e frugare sul corpo di Borisov, rischiando così
di farsi scoprire- Il discorso di Zanesi era senza dubbio molto logico,
infatti fu seguito da alcuni mugugnii di assenso.
- Io... devo fare una confessione- esordì Touka. Tutti si
girarono verso di lei con gli occhi sgranati. - Questa notte Borisov
è passato a visitarmi, voleva coinvolgermi in un piano di
omicidio multiplo. Ha detto di aver già trovato un valido
complice. Comunque sia... mi sono rifiutata.
- E noi come facciamo a saperlo? Sei anche arrivata in ritardo a mensa- insinuò Chuck Dasper.
- Aspettate, Sauli... è passato anche da me- Russell sorprese
tutti. Grace lo scrutava carica d'apprensione; aveva fatto molto per
evitare che quella cosa venisse fuori, e adesso lui ne parlava come se
nulla fosse. Una mossa forse troppo azzardata? - Non so che ore fossero
perché non porto nessun orologio con me, ma non ha detto nulla
riguardo un complice, dunque posso supporre che sia andato prima da me,
poi dal potenziale colpevole ed infine da Touka.
- A meno che, ovviamente, non sia tu il complice- concluse Rachel.
- Non diciamo assurdità! Ho visto la stanza di Russell, mi
ricordo dov'è. Lo possiamo pure escludere dai sospetti,
così come Grace e Donald. Credo di potermi anch'io escludere
dalla lista, immagino che tutti abbiate sentito le lamentele riguardo
la posizione della mia stanza- affermò Zanesi. Molti l'avevano
ascoltato mentre bisticciava con Kyanid, che l'aveva piazzato proprio
davanti ai bagni.
- Va bene, va bene. Ma quindi siamo a un punto morto, non ci sono sospetti. O mi sbaglio?- ricominciò Dustin.
- Al contrario. Alcuni di voi sono usciti dalla mensa e poco dopo,
prima che arrivassimo al cadavere di Borisov, le chiavi erano state
sostituite. Di queste persone che sono uscite, nessuno conosce
l'ubicazione delle loro stanze. Sto parlando di Nicole, Ethan, Rachel,
Henry e Touka. E anche uno di voi due gemelli- disse Russell,
squadrandoli.
- Come vi ho detto prima, ero all'ingresso, cercando di aprire il
portone principale- Touka stava sudando. Le sue emozioni erano un misto
di rabbia e paura. Non voleva che gli studenti la accusassero senza
pensarci troppo, anche lei era consapevole che il suo carattere fosse
tutt'altro che rassicurante.
- Il gemello che è uscito sono io, Chuck. Ero andato un attimo
in cucina a prendere del peperoncino per strofinarlo sul cuscino di
Logan. Quell'incosciente ha lasciato la porta di camera sua aperta,
perciò ho pensato di fargli un tiro mancino.
- Bastardo...- grugnì il fratello.
- Posso confermarlo. La planimetria del primo piano è piuttosto
semplice: a nord la sala conferenze, a sud le cucine e a est e a ovest
le due sezioni dei dormitori. Al centro la mensa, la palestra, le
classi e tutto il resto. Da quello che ho capito le sezioni sono
collegate solo dalla grande parte centrale, dunque se ho visto Chuck
andare a sud, non può essersi spostato in altre zone- intervenne
Dustin.
- Potrebbe essere sgusciato per le classi, no?- fece Noreen.
- Impossibile. La cucina è direttamente collegata alla mensa- ribatté il Biologo.
- Nicole, invece tu dove ti trovavi?
- Stavo cercando il deposito bagagli, temo di aver dimenticato una delle mie pregiate borsette!
- Temo di aver dimenticato una delle mie pregiate borsette! Cocooo!
Cocooo!- Chuck aveva unito le braccia a forma d'ala e imitava il
comportamento di una gallina.
- Zitto, rifiuto umano! Ci stai solo facendo perdere tempo prezioso!-
gridò la ragazza, quasi con le lacrime agli occhi. L'attenzione
degli studenti fu nuovamente catturata dal timer. Ancora quattro minuti.
- E comunque vorrei ricordarvi che ho partecipato all'indagine con voi.
Sono stata via pochi istanti prima del vostro ritorno dopo aver
scoperto della morte di Sauli e probabilmente sono stata la prima ad
uscire dalla mensa...
- Anche Ethan e Rachel ci hanno detto dove si trovavano e nonostante
non possiamo ancora confermare il loro alibi, rimane solo una persona
che non ha ancora detto nulla. Giusto, Henry?
- Co... cosa? Io?- lo Sceneggiatore prese a sudare. Fino a quel momento
era rimasto con le braccia incrociate a seguire il corso del processo e
adesso che veniva coinvolto si sentiva completamente impreparato.
- No! Vi sbagliate! Io non c'entro niente!
- Allora dimostralo. Rachel ha detto di averti visto correre per i
corridoi. Ovviamente nessuno con passo normale avrebbe potuto
precederci per prendere le fatidiche chiavi e tu mi sembri anche un
tipo parecchio sportivo...
- Dannazione, che cazzo state dicendo! Rachel non avrebbe mai potuto
vedermi correre, questo perché non ci siamo mai incontrati! E
oltretutto io non mi sono mai messo a correre...
- Qualcuno mi ripeta l'alibi di Rachel- Sherley stava guardando la
Ciclista in cagnesco. Fu in quel momento che l'illuminazione
colpì Russell. Aveva capito, o almeno sperava di aver capito.
Quella doveva essere l'ultima prova: se si sbagliava era finita per
tutti, il killer avrebbe vinto. Ma se invece era nel giusto avrebbe
salvato tutti.
- Due minuti allo scadere del tempo. Mi sto divertendo parecchio
però, purtroppo, non posso aggiungere altri minuti. Non si
possono mica cambiare le regole del gioco metà della partita...
Il suono ossessivo del ticchettio fu la spinta finale per Russell.
Alzò lentamente il braccio e puntò il dito contro Rachel
West, la Super Accademica Ciclista. - Sei stata tu, vero?- disse
semplicemente.
Lei rimase allibita per qualche istante. Il piccoletto l'aveva davvero appena accusata? Scoppiò a ridere fragorosamente.
- Coglionazzo, starai scherzando, spero! Ci rimane pochissimo, cerca di
concentrarti su Osborn, invece! Lo ripeto, l'ho visto correre!
- Il vero problema è che tu sei stata l'unica a vederlo, dico bene?
- Be', ecco...
- E non è tutto. Ascoltatemi bene tutti! L'alibi che Rachel mi
ha fornito poco fa è questo: "Io ero tornata qui nella mia
stanza per lavarmi. Suppongo sia normale dopo colazione, no?"
- E quindi? Cosa vorrebbe significare? Anzi, a maggior ragione, il fatto che sia tornata nella mia stanza dovrebbe scagionarmi.
- Nient'affatto, perché ti sei contraddetta poco dopo.
- Che stai dicendo, come avrei fatto a contraddirmi?
- Riferendoti alla corsa di Henry hai detto: "Forse aveva una gran fretta di andare in bagno, come Ethan."
- Non significa nulla, Curlings! Rimane poco più di un minuto!
SMETTILA DI FARCI PERDERE TEMPO!- strillò. Il suo volto era
contratto da un'orrida smorfia di rabbia primordiale.
- Prima del processo sono tornato di nuovo a parlare con Ethan. La
stanza di Zanesi si trova esattamente davanti ai bagni, infatti il
Modellista l'aveva riconosciuta.
- Lo sentite? Sta farneticando! La pressione lo sta facendo uscire di testa, poveretto!- tentò la Ciclista.
- Fa silenzio, West. Credo che Russell stia dicendo qualcosa di molto interessante- la zittì Alfredo.
- La tua stanza è nell'altra sezione del dormitorio, Rachel. Se
tu fossi davvero andata in camera tua a lavarti, non avresti mai potuto
vedere Ethan andare in bagno!
- Eh? Allora devo essermi sbagliata. L'avrò sentito alla mensa,
poco prima di uscire. Voglio comunque ricordare a tutti quelli che
erano presenti che sono andata nella sezione ovest del primo piano,
dove si trova la mia stanza...
- Già, ma al contrario della cucina ci sono diversi modi per
passare da un'ala all'altra senza dover attraversare la mensa. Potresti
semplicemente aver attraversato le aule- Un nuovo intervento di Dustin
che sembrava colpire perfettamente il centro della situazione.
- E per quanto riguarda il ticchettio misterioso udito da Ethan, solo
ora ci sono arrivato. Si trattava della catena della tua bicicletta. Ti
sei rapidamente diretta ad ovest non solo per sviare i sospetti su di
te, ma per recuperare dal deposito bagagli la bicicletta, che non era
dentro la tua stanza in quanto dopo aver assassinato Sauli e
dimenticato le chiavi su di lui, non avevi un posto dove portare i
bagagli. Avevo notato precedentemente il modello che usi, in quanto hai
passato un bel po' a vantarti di quanto fosse moderno e silenzioso, una
sorta di dono della Hope's Peak Academy che hai ricevuto grazie alle
tue incredibili doti... Anche per questo eri una delle prime a trovarsi
in mensa, perché hai vagato fin dall'ora del delitto! Hai preso
la bici e hai pedalato celermente fino a fare caso e sorpassare Ethan.
Perciò ti sei ricordata che stava andando in bagno. Per
concludere, ci hai preceduti e hai sostituito le tue vecchie chiavi con
quelle di Borisov, rimediando al tuo primo errore ma lasciandoti dietro
una lunga serie di palesi tracce!
Russell ansimava, tutto quel lungo discorso senza mai prendere fiato,
tutto per colpa di quel maledettissimo timer che, anche se gli aveva
fatto dono di una preziosa intuizione, continuava a snervarlo sempre
più. Comunque sia, sembrava che tutto si incastrasse senza
problemi, ma Rachel voleva ancora combattere.
- A... avanti, ragazzi, davvero non crederete a questo scricciolo? Come
avrei fatto, io, una ragazza qualunque, a strangolare e impiccare un
gigante come Sauli?
- È questo che potrebbe dare da pensare, inizialmente. Ma non
bisogna dimenticarsi che tu sei un'atleta e invece di averlo
strangolato con le braccia, avresti potuto farlo con le gambe, ed
è forse stato il profumo che ho trovato su Borisov a darmene
conferma. Tu, oltre ad esserti finta sua complice, ti sei finta anche
sua amante. Infatti, non voglio conoscere i dettagli, in un modo o
nell'altro è finito con la faccia tra le tue gambe. Poi, dopo
averlo ucciso, hai fatto un goffo tentativo di farlo sembrare un
suicidio e, se le mie supposizioni sono giuste, l'hai issato sul
soffitto legandoti alla corda!
Noreen allora sollevò la canottiera sportiva di Rachel, rivelando le abrasioni causate dalla corda.
- Il tempo è scaduto, studenti. Siete pronti per la votazione?
Dai tavoli sbucò un piccolo tastierino sul quale apparivano le versioni 8-bit degli Accademici. Ormai l'esito era ovvio.
Sullo schermo apparve il volto di Rachel West e le luci della sala si spensero.
- Quindi è davvero stata lei...- Ethan aveva la fronte corrugata
e non riusciva ad incrociare lo sguardo con la colpevole.
- Non voglio crederci- borbottò Nicole.
- Lo so, è dura scoprire che uno di noi abbia trovato il
coraggio di strappare la vita di qualcun altro. Ma la verità
è questa e non la si può negare in alcun modo- disse il
Criminologo. Aveva chiuso gli occhi ed aveva assunto un aspetto molto
solenne, una lieve nota di amarezza poteva udirsi nella voce.
Molti altri tremavano, forse sia per il forte nervosismo dovuto al
processo che per la forte paura di cosa sarebbe accaduto da un momento
all'altro. Persino Russell, che era riuscito a mantenere un insolito
sangue freddo, era sul punto di collassare. Soltanto Grace, Donald e
Alfredo sembravano ancora in loro stessi, anche se quest'ultimo qualche
emozione, a malincuore, la tradiva.
Rachel invece scivolò lentamente in ginocchio, singhiozzando
sommessamente, per un attimo fu anche scossa da qualche conato di
vomito, che represse a malapena.
- Vo... voi non capite... io dovevo uscire di qui! La mia brillante carriera... io ero la migliore di tutti...
- Signore e signori, non andatevene! Lo spettacolo non è ancora finito!- attaccò con un tono allegro Kyanid.
Una gracchiante voce metallica fece sobbalzare i presenti. - RACHEL
WEST, SUPER ACCADEMICA CICLISTA, È STATA SELEZIONATA COME
COLPEVOLE DELL'OMICIDIO DI SAULI BORISOV, SUPER ACCADEMICO TIRATORE
SCELTO. DI CONSEGUENZA, LA SUA ESECUZIONE AVVERRÀ TRA POCHI
ISTANTI.
Subito tutti i ragazzi si trovarono incatenati ad una sorta di congegno
che li trascinò lungo un corridoio appena rivelato da una falsa
parete della sala dei processi. Il luogo dove giunsero era molto
particolare: erano separati da una colossale ruota di bicicletta da un
parapetto e da una barriera di vetro.
- Cos'è questo posto?- domandò irrequieto Donald.
- Che sia...- provò Grace.
- LA SALA DELLE ESECUZIONI!- esclamò pieno di gioia Kyanid. -
Sapete, fin quando vidi i film di Saw per la prima volta mi ammaliarono
nella maniera più assoluta. Ed io, personalmente, sono sempre
stato molto fantasioso. Infatti non adotterò le noiose
fucilazioni, o iniezioni letali e via dicendo; bensì
creerò delle macchine letali basandomi sul vostro talento e
personalità, per rendere le cose più divertenti e
interessanti!- Quando vide che Grace stava cercando di aprire il
portone appena chiusosi alle loro spalle, riprese nuovamente parola. -
E, naturalmente, voi sarete costretti ad assistere- disse, chiudendo il
discorso.
Rachel urlava con tutto il fiato che aveva in corpo mentre veniva
separata dai compagni e posta parecchi metri sopra quella gigantesca
ruota, che nel frattempo aveva cominciato a girare sempre più
velocemente, fino a provocare una violenta corrente d'aria,
strattonando qua e là la sventurata ragazza. Il volto aveva
quasi del tutto perso il suo colorito abbronzato e i lunghi capelli
tinti di viola scuro, raccolti in una coda di cavallo, ormai
svolazzavano in tutte le direzioni. Il suo robusto corpo era,
ironicamente, sorretto solamente da un'esile corda.
Continuando ad agitarsi e tentando di aggrapparsi alla corda, infine
questa cedette e la disgraziata cadde tra i raggi della ruota, finendo
completamente tritata dai sottili fili di ferro. Alti schizzi di sangue
raggiunsero persino il parapetto degli studenti.
Gli occhi di Russell si rivoltarono e, sentendosi totalmente privo di forze, si accasciò a terra e perse i sensi.
- Kyanid, ho bisogno di chiederti una cosa.
- Oh, prego, dimmi pure, Grace. Quest'esecuzione mi ha messo di buon
umore, dunque potrei essere più disponibile del solito.
- Stavolta abbiamo avuto fortuna nello scoprire subito che non era un
vero suicidio. In caso contrario, ci saranno processi anche per dei
veri suicidi?- domandò la rossa.
- Il processo di classe scatta ogni volta che un cadavere viene
rinvenuto da uno studente. Che sia un suicidio, un omicidio o una morte
accidentale non ha nessuna importanza, voi dovrete ugualmente arrivarci
indagando e dovrete dimostrarlo durante il confronto collettivo con gli
altri compagni. Sarebbe troppo semplice per voi e poco divertente per
me- spiegò il finto preside.
- In questo particolare caso ho anche oscurato la parte dei file nella
quale si parla del luogo di ritrovamento, per rendere le cose un po'
più complesse ed eccitanti!
- Maledizione, quindi normalmente dovrebbe essere citata?
- Esattamente. Ora che ho svelato il trucchetto, però, non credo
che lo farò ancora in futuro. Farlo più di una volta non
avrebbe senso...
Appena conclusa la breve conversazione, dalla stanzetta collegata alla
sala delle conferenze uscirono Alfredo e Sherley che reggevano uno per
le braccia e l'altra per le gambe il povero Russell, che ancora non
aveva ripreso conoscenza.
- Sarebbe gentile da parte tua se venissi qua a darci una mano. Per
quanto sembri leggero, non lo è affatto in realtà-
effettivamente il Criminologo aveva un aspetto piuttosto provato, forse
più per il processo che per altro.
Quando Grace si girò di nuovo verso Kyanid, questo era scomparso
nel nulla. Un piccolo brivido le attraversò la schiena;
detestava quando lo faceva.
- Allora, vieni o no?
Volse un ultimo sguardo allo sgangherato ascensore che li aveva portati
nelle profondità della scuola. Si ripromise che non ci sarebbero
più tornati, mai più.
Prima che un altro dei loro compagni potesse anche solo pianificare un
omicidio, lei e Russell avrebbero risolto il mistero che si celava
nella Hope's Peak Academy e allora sarebbero stati liberi.
- Va bene, arrivo!
NOTA DELL'AUTORE
Sì, può sembrare strano pubblicare tre capitoli tutti di
fila, ma cercate di capirmi: è quasi più di un anno che
il primo è pronto e non ho mai pensato di metterlo online. Ora
ho appena finito il terzo e sono già al lavoro per il quarto e
sinceramente volevo sapere cosa ne pensassero i lettori. Questo
è il mio primo tentativo di tirare su un gialletto il più
semplice possibile, e l'universo di Danganronpa mi sembrava l'ideale...
Comunque sia, sono contento di aver deciso di non sospendere la stesura
di questa storia, mi piace come si sta sviluppando! Non dimenticate di
lasciare una recensione, trovo importantissimo leggere i pareri dei
lettori, specialmente se sono critici (una buona occasione per
migliorarmi).
Al prossimo capitolo!
- Don
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