Ci
sono, da secoli e secoli, delle meravigliose ed imponenti montagne
che dominano l'orizzonte per moltissima strada. Sono alte, maestose e
talmente belle da lasciare senza fiato chiunque si fermi ad
osservarle. Gli inverni, sopra queste montagne, sono cruenti e feroci
ed esse sono ricoperte per lunghi mesi da una spessa coltre di neve,
mentre in estate la natura esplode in tutto il suo splendore. Boschi
di conifere svettano per chilometri e chilometri, fiumi zampillanti
bagnano la terra e la rendono rigogliosa, e sterminati campi di fiori
dai più variegati colori tingono i prati. E le vette, con le
loro
rocce nude e i loro ghiacciai perenni, dominano e osservano dall'alto
tutto quel che succede, senza che nulla sfugga al loro occhio vigile.
Gli
abitanti di queste montagne, così belle e così
selvagge, vivono da
sempre in piccoli villaggi di baite di legno e stalle, in completa
armonia con la natura rigogliosa che li circonda.
Dolomiti,
questo il nome con cui sono conosciute, le cui vette e valli sono
diventati, nei secoli, luoghi mitici e magici.
Dolomiti...
Sinonimo di pura bellezza... Non esistono al mondo montagne
altrettanto belle, maestose e che lasciano senza fiato chi le
osserva.
Il
loro nome è intriso di magia, leggende, personaggi unici e
esseri
fatati, come raccontano le mille storie che si narrano su di esse.
E
sulle Dolomiti, un essere magico, ci ha vissuto davvero. E da
quattrocento anni ci guarda mentre percorriamo i sentieri fra i
prati, mentre scaliamo le vette delle montagne, mentre gustiamo un
delizioso strudel di mele a una fiera di paese. Lui è
lì, da
sempre. E col suo sguardo furbo e da malandrino, ci segue, a volte
ride di noi, a volte ci tira degli scherzi e a volte ci aiuta a non
perdere la strada di casa.
Il
suo vero nome, Mattheus Hansele, lo conoscevano in pochi,
perché per
tutti lui era solo e soltanto Pfeifer Huisele, lo stregone, e gli
piaceva essere chiamato così, tanto che a volte persino lui
finiva
per dimenticare il suo vero nome; era vanitoso, dal pessimo carattere
e temuto da tutti. Di lui dicevano che conoscesse pratiche magiche
proibite e che avesse per amici il diavolo ed i demoni, spettri e
fantasmi, elfi e fate del bosco, e che i suoi aiutanti fossero troll,
folletti e gnomi; Si narra anche che fosse in grado di capire il
linguaggio degli animali, con cui riusciva a chiacchierare come se
fossero persone.
Era
nato a
Ratschings,
nella
Val Ridanna, ma
era a Pennes, piccolo villaggio
a nord di Bozen,
nella Val Sarentino, che si era trasferito raggiunta la maggiore
età.
Nessuno sapeva nulla
del suo passato né dove
avesse appreso le arti magiche e nessuno osava avvicinarsi troppo a
lui, se non per estrema necessità.
Era
sempre solo e spesso spariva per giorni, se non per settimane, fra le
montagne. Dove
andasse,
cosa facesse, con chi si accompagnasse era
un mistero, tutti
sapevano solo che al ritorno portava con se delle ceste piene di una
miracolosa e magica acqua che gli serviva, si raccontava, per
compiere i
suoi
incantesimi. E che
vendeva, su richiesta, a caro prezzo agli abitanti di Pennes che ne
necessitavano per curarsi dai piccoli malanni che li affliggevano.
L'acqua di Mattheus infatti curava influenze, raffreddori, mal di
gola, dolori reumatici e persino la gotta.
Nessuno
amava parlare con Mattheus ma tutti erano ben disposti a dargli
qualche moneta in cambio di un'ampollina contenente la famosa e
magica acqua che vendeva. Era davvero una medicina infallibile
quell'acqua, e tutti tornavano a stare meglio dopo averla bevuta.
Non
sapevano da dove provenisse, da dove la prendesse e nessuno si era
mai azzardato a seguire di nascosto Mattheus per scoprirlo, nel
timore della sua ira nel caso li avesse scoperti. Lo stregone era
temuto e tutti si tenevano distanti da lui quando non avevano bisogno
del suo aiuto.
A
causa del suo pessimo carattere e delle dicerie che giravano sul suo
conto era malsopportato a Pennes, ma la sua presenza era tollerata
perché indispensabile al benessere del piccolo paese. Tutti
prendevano qualcosa da Mattheus e lui, dietro pagamento, dava loro
quel che chiedevano. Moneta dopo moneta, in tutta la valle si
raccontava che fosse diventato molto molto ricco...
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