Titolo: Haru no hikari.
Fandom: Inu-Yasha
Avvertimenti: nessuno.
Personaggi: Inu-Yasha,
Kagome
Higurashi.
Note dell’autore: 1. non betata, scusate
eventuali errori.
2. partecipa al concorso indetto da Emiko su EFP (Four
Seasons). Ho scelto la primavera.
3. commenti - e critiche - graditi come sempre.
Premessa: ok,
dovrei essere piegata sui libri a studiare, ma mi sono pianificata ogni
giorno,
per darmi almeno due orette libere…che ovviamente sfrutto
scrivendo u.u Perciò
eccomi qui con questa one-shot scritta per il concorso di Emiko.
Timeline: fine ch.
557 e metà del ch. 558.
HARU NO HIKARI(*)春
“Haru no hikari atsumetara
hana sakasete”(**) Four Seasons, Namie Amuro
L’aria è piena di petali rosa di ciliegio che
cadono a
spirale, trasportati dal vento leggero. E’ la stagione della
vita, della
rinascita. Anche la luce, se possibile, è diversa.
I prati sono mari di colori, in cui fiori variopinti di ogni
genere si mischiano, liberando il loro profumo nella brezza primaverile.
Anche tra il grande albero sacro e il pozzo i fiori
sbocciano, risvegliandosi dal sonno invernale.
Ma il legno del pozzo è ormai marcio, rovinato dallo
scorrere del tempo, in contrasto con la natura circostante.
L’edera ha
cominciato a crescere nel momento stesso in cui il pozzo ha perso la
sua magia,
ritornando ad essere un semplice buco nel terreno. Il luogo da cui
tutto ha
avuto inizio è ormai morto,
mentre la
vita continua attorno a lui.
Eppure lui è
ancora lì, le orecchie che si muovono piano per cercare di
sentire se arriva
qualcuno.
Non vuole che altri lo vedano.
Non vuole che altri capiscano perché va al pozzo,
perché si
avvicina a quel luogo quasi ogni giorno.
Non vuole. E’
troppo orgoglioso per ammettere che lei gli
manca.
Avrebbe potuto dirle semplicemente che importanza aveva lei
per lui e forse non si sarebbe ritrovato solo. E’ sempre
stato troppo
orgoglioso, cocciuto, stupido.
Annusa l’aria, una parte di lui spera che il suo odore
appaia così, all’improvviso, portato dalla brezza
primaverile. Ma per tre
lunghi anni è una speranza effimera.
Fino a quel giorno.
Risentire quel profumo è come ricevere uno schiaffo. Lo
colpisce con violenza, lasciandolo per un attimo senza fiato. Pensa sia
impossibile,
che si sia immaginato tutto, ma l’odore nell’aria
è troppo forte per non essere
reale, e lo diventa sempre di più quando comincia a correre
verso il pozzo,
lasciandosi dietro i suoi amici.
E un solo pensiero gli invade la mente, colpendolo come un
martello.
Kagome…
Kagome Kagome Kagome Kagome Kagome Kagome.
E quando la sua mano incontra quella di Kagome, che emerge
dal pozzo, tutto svanisce. Il profumo dei fiori, la lieve brezza, i
colori
vivaci della primavera. Tutto.
Tutto quello che i suoi occhi riescono a vedere è il viso
sorridente di fronte a lui. E nella sua mente si imprime ogni
dettaglio, dalle
piccole fossette accanto alle sue labbra alla luce nei suoi occhi, fino
alla
sensazione della sua pelle che sfiora la sua.
“Scusami Inu-Yasha. Mi stavi aspettando?”(***)
“Kagome….”
Gli sembra ancora tutto un’illusione, ma la Kagome che ha di
fronte a sé è reale, non è frutto
della sua immaginazione. La avvicina a sè e
la stringe forte, e una parte di lui, la stessa che attendeva con
trepidazione
il suo ritorno, vorrebbe dirle quello che tre anni prima si era
rifiutato di
dirle.
“..stupida.” si
limita a mormorare, perché, in fondo, Inu-Yasha è
sempre il solito testardo.
FIN
(*) Traduzione letterale: la luce della
primavera. Il kanji indica haru, ovvero primavera.
(**) Dovrebbe essere “Raccogliere i
fiori che sbocciano alla luce
della primavera”, ma ho trovato anche questa
traduzione: “Quando la luce della
primavera riscalda, i
fiori sbocciano”. In ogni caso il sento
è quasi lo stesso.
(***) Tradotto dal manga in
inglese. I dialoghi sono tratti dal ch. 558, perciò non mi
appartengono. Sfortunatamente non ho il volume in italiano(da me non è arrivato - sacrilegio!, lo so), perciò li ho dovuti tradurre.
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