Love is... a color!

di cabin13
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Sangue


[SoMa]


Era paralizzata dalla testa ai piedi. La paura non la faceva ragionare in maniera razionale.

Stringeva la falce tra le dita con forza, i denti digrignavano, ma non osava utilizzare l’arma per difendersi dai micidiali colpi di Crona; poteva solamente continuare a schivare.

Non poteva azzardarsi a parare le stoccate del nemico, per salvare se stessa rischiava di ferire la sua arma, rischiava di ferire Soul. Aveva provato a intercettare gli affondi della spada demoniaca, però quando i due metalli si erano incrociate il suo partner aveva trattenuto un gemito e gocce di sangue rosso vivo erano sprizzate in aria.

Sentiva l’albino gridarle di parare gli attacchi, ma nella sua testa la voce era ovattata e lontana e anche le parole con cui rispondeva lei sembravano un eco distante.

La sua schiena urtò il duro legno del portone della basilica, Maka si voltò e provò a spingerlo ma quello non si muoveva di un millimetro e il panico iniziò a salirle in gola. Crona si avvicinava sempre di più menando fendenti minacciosi. Soul continuava a intimarle di difendersi, ma lei non ci riusciva.

Crona adesso era proprio di fronte a lei e si preparava a trafiggerla con un colpo mortale. La ragazza sentì il sangue che si ghiacciava nelle vene, il cuore che smetteva di battere sapendo già cosa sarebbe successo dopo. La lama nera luccicava proprio sopra la testa del nemico e iniziava la sua corsa verso il petto della giovane.

Una saetta albina si mosse e si frappose sulla traiettoria dell’arma con un grido facendo da scudo al corpo della maestra d’armi.

E poi il sangue rosso di Soul schizzò sul suo volto, sul pavimento, sulla spada demoniaca, ovunque…

Soul!!

Maka si tirò su di scatto, sudata e ansimante. Era notte fonda e lei era nella sua stanza a Death City, la basilica e quell’orribile avvenimento erano stati solo un orribile sogno. Si guardò intorno riconoscendo i rassicuranti mobili che arredavano la camera.

Aveva il fiato corto, dovette fare un paio di profondi respiri per calmarsi e per riportare il suo cuore ad un battito regolare.

– Ehi, Maka… - un mormorio provenne da qualcuno accanto a lei.

La bionda si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Soul. Il ragazzo si era svegliato, si era messo seduto e adesso la guardava con aria molto preoccupata: – Era solo un incubo. Io sono qui, tranquilla.

La maestra d’armi, nell’udire quelle parole, distese le labbra in un sorriso rilassato. La basilica di Firenze e i suoi cupi avvenimenti erano lontani; nessuna goccia di sangue scarlatto a ricordarglieli. Di rosso c’erano solamente gli ardenti occhi del suo compagno, che la osservavano pieni di amore e apprensione.

L’albino passò un braccio intorno alle spalle della partner e insieme si ridistesero sul materasso. Soul abbracciava Maka e la ragazza aveva la testa poggiata sul suo petto, sentiva il sangue del giovane che scorreva e faceva battere il suo cuore.

E proprio al ritmo di quel battito la bionda si addormentò.

Soul era lì con lei. E non sarebbe mai andato via.

Hola gente

Questa è la prima storia che scrivo su Soul Eater e spero vi piaccia.

È ambientata in un periodo imprecisato dopo la sconfitta del kishin e come si è capito (spero) Soul e Maka stanno insieme.

Ringrazio chi vorrà lasciarmi una recensione (credeghe ndTutti) e anche chi leggerà e basta.

Alla prossima gente

Adios





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