Una vita che cambia

di Biker
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Forza! Più veloce! Corri! Non mi importa se sei stanca devi correre! Non mi importa se hai freddo o se fa' male! Avanti! Così la voce del Sergente Muscle, profonda e potente, mi incita a continuare quella corsa estenuante sotto una pioggia fredda che batte violenta sull'asfalto e sul mio corpo stremato. Sfinita mi fermo per respirare un po' di quell'aria gelida di metà novembre. All'improvviso un violentissimo calcio sulle spalle mi scaglia a terra facendomi rotolare per due metri «Non ti ho detto di fermarti! Alzati e torna a correre!» Stordita provo ad alzarmi e sollevando la testa vedo gli altri membri della Muscle League osservare la scena con poco interesse, come se tutto ciò fosse normale dialogando tra loro anche un po' annoiati. Sono di nuovo in piedi ma per il Sergente sono stata troppo lenta, mi prende per il collo e mi spinge «muoviti». Slanciata in avanti riprendo a correre, intanto la pioggia non cessa di cadere. Ma che diamine mi detto la testa, diventare un wrestler. Ma ad un tratto incomincio a ricordare il perché sono qui è tutti i miei ricordi si susseguono nella mia testa come a formare un film. Rabbia e odio iniziano a ribbolirmi dentro e a bruciare come fuoco. Quella stessa rabbia e quello stesso dolore che rinchiusi quando decisi di entrare nella M.L. invece che nella D.M.P. Tutto ciò mi da la carica necessaria per finire questa corsa, sopportando l'immensa fatica che il mio corpo è sottoposto. D'un tratto il Sergente mi ordina di fermarmi. Sfinita cado a terra. Il Sergente mi fissa con i suoi occhi di ghiaccio. Riprendo fiato, mi alzo e riprendo compostezza. Prima cosa: mai farti vedere debole. «l'allenamento per oggi è finito» si allontana e mi lascia qui tremante, senza alcun aiuto. Con le mie deboli gambe cerco di raggiungere gli spogliatoi. L'acqua calda scorre sul mio corpo. Mi rilasso per un po'. Quando ho finito raggiungo il letto. Domani sarà un altro giorno come questo.




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