Digimon Tri.
Kikoku
[Cry]
Note:
Kikoku, il nome della spada di Trafalgar Law (One Piece),
sta per "Pianto del demone". Il precedente titolo di questa storia era
"Cry", che è il pianto, ma anche un urlo. Nella wikia di One
Piece, inoltre, tra le varie Trivia sulla spada è riportato
questo: Kikoku è un termine arcaico giapponese che sta per
"Lamenti di un fantasma senza requie".
Mi sembrava adatto, no? Anche se l'ho scoperto dopo che avevo
già scritto tutto.
In realtà questa storia è nata come One Shot, ma
è piuttosto lunga, perciò, con le dovute
correzioni, ecco una breve long, che considero una sorta di Tri 4.5
(alternativo).
1.
Il crepitio del fuoco accompagnava il fruscio leggero del vento fra la
vegetazione. La calma era finalmente tornata. Dopo due notti e tre
giorni di cammino, i digiprescelti ritennero di essersi allontanati
abbastanza dal settore dove Gennai e due dei Padroni delle Tenebre
avevano teso loro quell'agguato. Quella notte era stata forse la
più stancante della loro vita e avevano riportato non poche
ferite. Sora, in particolare, era piuttosto debilitata e Takeru
zoppicava ancora. Entrambi però erano particolarmente
ottimisti, mentre Meiko era taciturna. Aveva rischiato di morire per
mano di Gennai.
Gennai!
Il loro alleato, la loro guida, il loro amico. Com'era potuto accadere?
Erano certi che non avrebbe ceduto una volta giunto tanto vicino al suo
obbiettivo. Meicoomon era nuovamente fra loro, placidamente
addormentata fra le braccia della sua partner, ma quanto avevano penato
quella notte per restituirle il raziocinio. I loro digimon erano
esausti dai precedenti scontri e, tanto per complicare le cose,si erano
aperti altri digivarchi nel cielo a causa della forza distruttiva della
felina, ma non c'era tempo per pensare a quelli. Non avrebbero potuto
comunque farci nulla se non fossero risaliti alla fonte del problema.
E quel problema era quell'Ygqualcosa, che aveva distrutto i preziosi
legami costruiti coi digimon nel corso degli anni e al prezzo di
lacrime salate, sia di gioia che di dolore. Come poteva il caro Gennai
accusarli di schiavizzare i digimon? Nessuno di loro aveva mai pensato
al proprio caro amico come a un animale domestico, ma come a una parte
di sé. Vederli combattere non era mai stato bello e
tuttavia, nessuno dei digimon aveva mai rifiutato quell'ingrato
compito, spinto dall'amore incondizionato per quelle persone speciali,
quelle altre metà della mela.
Yggdrasil aveva mostrato loro cosa significava trovarsi in un mondo
totalmente sconosciuto, stavolta privi d'ogni appiglio, costringendoli
a ricostruire da zero quei preziosi legami.
Era come se si fossero scambiati i ruoli rispetto a sei anni prima.
D'altra parte...
Hikari aveva ragione su un punto: benché loro stessero
soffrendo, probabilmente per alcuni dei loro digimon era meglio non
ricordare. Eppure era così triste...
Ovviamente, quell'argomento rimase chiuso, almeno quella sera, per il
sacrosanto timore di distruggere quella debole calma e quell'intesa che
s'era venuta a creare. Insistere sul passato avrebbe ferito i digimon,
che non si sarebbero sentiti amati per ciò che erano in quel
presente.
Terminata la frugale cena, dopo un lungo silenzio, Jou prese la parola.
-Forse dovremmo spostarci ancora. Domani, intendo. Non è
sicuro restare fermi nello stesso posto.-
-Hai ragione.- disse Taichi. -Non sappiamo se ci stanno ancora dando la
caccia.-
-Però non possiamo certo continuare a muoverci alla cieca.-
disse Yamato.
I due ragazzi si guardarono e tornò il silenzio. Un silenzio
teso. C'era già stata una discussione simile fra i due in
passato e non era finita bene.
-Secondo voi, quello era davvero Gennai?- domandò Mimi, per
spezzare quel silenzio. Sottecchi guardò Sora accanto a lei.
La prescelta dell'Amore distolse lo sguardo, imbarazzata e disgustata.
-Tsk. A questo punto non so più che pensare.- rispose
Yamato, reprimendo l'impulso di maledire Gennai in sette lingue
diverse. Fra l'altro, durante un secondo attacco, il bastardo si era
premurato di raccontare (leggi: gridare ai quattro venti) come si era
divertito ad assaggiare un essere umano, ribadendo che gli sarebbe
piaciuto riprovarci e aveva anche osato leccarsi le labbra guardando
Sora. Praticamente si era scavato la fossa da solo.
No, non poteva essere Gennai, nessuno di loro voleva crederci sul serio.
-Tanto per cominciare, non avremmo dovuto trovare Digiworld esattamente
com'era quando siamo arrivati per la prima volta?-
Alla domanda del prescelto dell'Amicizia, Hikari accarezzò
Tailmon dolcemente. La digimon si accoccolò meglio fra le
sue braccia mugugnando qualcosa nel sonno e facendola sorridere.
-E come se non fosse solo tornato indietro il tempo. Piuttosto,
è come se avessero cancellato noi da questo mondo.- disse
piano.
-Senza di noi, i nostri digimon non sono prescelti, quindi anche quello
che Homeostasis ci mostrò, di Piemon che attaccava Gennai e
gli altri nel castello di Vamdemon, non dovrebbe essere accaduto... -
pensò a voce alta Koushirou. - E Tailmon non è
mai stata schiavizzata da Vamdemon, ecco perché il suo
carattere è diverso. Ma se i nostri digimon non erano i
prescelti, ora Digiworld dovrebbe essere uno sfacelo totale. Invece,
non vedo nessun Monte Spirale, nessun Black Gear. E non abbiamo
incontrato nessuna Rete Oscura. Sembra tutto... tranquillo, oserei
dire.-
-Anche troppo. Forse è per questo che sembra quasi un mondo
estraneo.- replicò Jou, con aria triste.
Agumon mormorò qualcosa nel sonno che fece ridere un po'
tutti e Gomamon, addormentato anche lui, gli tirò un
colpetto. I digimon dormivano vicini, un piccolo branco i cui membri
erano cresciuti insieme contando l'uno sull'altro.
Solo gli uni con gli altri per tanto tempo.
Questo almeno non era cambiato.
-Takoyaaaakiiii... - continuò Agumon, con la bavetta alla
bocca.
-Ma non pensa proprio ad altro!- esclamò esasperato Taichi.
Beh, ecco qualcos'altro che non era cambiato.
-Sentite, mi spiace rovinare oltre l'atmosfera ma, torniamo al
discorso.- riprese Yamato.
-Non vi è sembrato che Mugendramon e Metalseadramon fossero
un po' diversi?-
-Silenziosi, vorrai dire. Più o meno.- convenne Sora.
-Anche ImperialDramon.- rispose Jou. -E poi c'è
l'Imperatore. Ok, era Gennai, ma sembra che Yggdrasil stia divertendosi
a mandarci contro i nostri vecchi nemici e amici.-
-E non sappiamo dove si trovino ora.- fece tristemente Hikari. -Cosa
sarà successo loro col reboot?-
Calò un triste silenzio.
-Pensate che Miyako e gli altri... - Mimi non voleva assolutamente dire
quel "siano morti". Voleva credere che Miyako stesse bene e che presto
avrebbero rivisto tutti i loro amici sani e salvi. -Come abbiamo potuto
ignorare che potevano essere in pericolo?-
-Non è colpa nostra... - cercò di
tranquillizzarla Koushirou, ma si sentiva altrettanto in colpa. -Per
tutto questo tempo Gennai ci riferiva che le cose andavano bene a
Digiworld. Come potevamo sapere che stava mentendo?-
-Avremmo dovuto capirlo!- piagnucolò Mimi.-
-Sono certa che stiano bene.- mentì Sora. Più che
esserne certa, ci sperava.
Takeru vide che Meiko taceva a capo chino (sicuramente si dava
nuovamente la colpa di tutto) perciò si affrettò
ad aggiungere con un sorrisetto sfacciato: -Insomma, stiamo parlando di
Daisuke. Chi volete che lo faccia fuori quello?-
-Staranno cercando di venire a capo della cosa come noi.- convenne
Yamato, cercando di auto convincersi delle parole del fratello. Poi
riprese. -A parte Yggdrasil, non conoscevamo né
Alphamon, né quell'altro tizio. Non sappiamo da che parte
stiano, né quali siano i loro obiettivi. Sia Alphamon che
Gennai volevano Meicoomon- a quelle parole Meiko alzò il
capo -quindi, verrebbe naturale pensare che stiano dalla stessa parte,
ma... i Padroni delle Tenebre? Loro, che combattono per la
libertà dei digimon? Seriamente?-
-E se non erano loro?- ipotizzò Sora -Magari neppure quello
è Gennai.-
Ci sperarono tutti. Yamato fece una smorfia e Mimi ci godette come un
riccio, ma non lo punzecchiò oltre.
Koushirou notò uno scambio di sguardi fra il prescelto
dell'Amicizia e quello del Coraggio.
-Che c'è?-
-E' da prima che cerchiamo di arrivarci: secondo noi abbiamo vinto
troppo facilmente.- replicò il primo.
-Mica tanto facilmente... - fece Mimi. -Aspetta, voi due andate
d'accordo?!-
I due la ignorarono.
-E i nostri digimon sono riusciti a evolvere a livello Mega, nonostante
il reboot. Non è strano?- rincarò la dose Taichi.
-Sono anche molto più forti rispetto a prima. Andiamo, dei
livello Intermedio che la spuntano su dei Mega?-
Mimi s'illuminò.
-E se qualcosa fosse rimasto? Se i loro ricordi ci fossero ancora da
qualche parte dentro di loro?-
-Sarebbe bello... - intervenne Jou -Ma forse è meglio non
affidarsi troppo alle congetture... -
-Hai ragione, ma vorrei dire un'altra cosa.- continuò il
prescelto del Coraggio.
-Siamo d'accordo che Mugendramon e Metalseadramon erano strani, no?
Quando Metalseadamon ci ha trascinato sott'acqua, avrebbe potuto
ucciderci là sotto, invece, ha aperto la bocca e ci ha
lasciato tutto il tempo di fuggire.-
Il gruppo guardò prima il leader, poi Yamato che
annuì.
-Mentre Mugendramon ha reagito all'ologramma di Tentomon, finendo sotto
quelle rocce... - rifletté Koushirou -Pensavo fosse una
strategia un po' stiracchiata, perciò mi ha sorpreso. E in
più è rimasto là sotto per un pezzo...
-
-Vi ricordo che Sora è stata attaccata con ferocia. Avrete
avuto fortuna con Metalseadramon.- ribatté Mimi.
-Ma sono convinta... - iniziò Sora - ... che se avesse
voluto uccidermi, gli sarebbe bastato un colpo.-
-Forse era per la presenza di Gennai, sott'acqua non c'era!-
esclamò Takeru con speranza, per poi incupirsi -Evvai, altri
misteri... e se ci stessero chiedendo aiuto? Se fosse un libro ci
starebbe... -
-Loro? Aiuto? A noi?- replicò il fratello con sarcasmo.
-Guarda che anche tu sei contorto, fratellone.- lo sfotté
con un sorrisetto irritante. -Per questo so che hai avuto la stessa mia
idea.-
-Stai diventando pessimo.- il maggiore fissò il minore con
gli occhi stretti a fessura.
Ci fu una risatina generale, poi Meiko disse: -Scusate se v'interrompo,
ma forse per arrivare alla soluzione, l'unica cosa da fare è
trovare Yggdrasil. Forse Koushirou potrebbe scoprire dove si trova. Ci
deve essere un modo per rintracciarlo. Forse delle fonti energetiche...-
-Se avessi un attimo di tregua per riordinare le idee, potrei lavorarci
sul serio.- disse l'interpellato -Solo che senza il supporto di Gennai
mi mancano anche i mezzi... -
Cadde nuovamente un triste silenzio, perciò Taichi decise
che era il momento di interrompere il dibattito.
-E' meglio decidere i turni di guardia e andare a dormire quanto
possibile. Domani vedremo se la notte ci ha portato consiglio. Anche
perché adesso non capisco neppure il vaffanculo.-
Un sonoro sbadiglio e un caloroso vaffanculo da parte del prescelto
della Speranza, con conseguente battibecco.
-Anch'io ti amo, Take.-
-Scusa, Tai, il mio cuore appartiene a un altro.-
-Smettetela di guardarmi!- arrossì Yamato.
-Non fare il tundra!- lo beccò Mimi.
-Tsundere! Tsundere! Impara il giapponese!-
-Visto? Lo ammette anche lui!- lo prese in giro la prescelta della
Sincerità.
Da lì il battibecco sfociò in una nuova risata
collettiva che rasserenò gli animi quanto bastava.
Iniziarono i preparativi per la notte, col raggruppamento di foglie per
creare giacigli e il raduno di legna per il fuoco. Mimi e Yamato
stavano battibeccandosi amichevolmente quando un fruscio sospetto mise
tutti in allarme.
Si guardarono intorno.
La luna era stata appena oscurata dalle nubi, il che rendeva il tutto
più inquietante e non aiutava a minimizzare. Il buio
naturale della foresta era divenuto improvvisamente minaccioso. I
digimon si svegliarono di soprassalto con peli e piume arruffate, i
denti scoperti e le pupille strette a fessura. Pessimo, pessimo segno.
Un secondo fruscio più vicino, poi iniziò
l'attacco.
-Ehi... Mimi, attenta!-
La prescelta della Sincerità si voltò verso
quello della Conoscenza. Non fu abbastanza rapida a scansarsi. Le dita
del ragazzo si chiusero intorno alla sua gola e strinsero la presa. Jou
corse subito a liberare l'amica, mentre Koushirou, in preda al panico,
urlava.
-Non è colpa mia!-
-Non può essere... - mormorò Hikari, portandosi
le mani al viso.
Sora cercò di dar man forte a Jou, ma, come gli fu vicino il
ragazzo le diede una gomitata allo stomaco che la fece piegare in due
dal dolore.
Yamato e Pyomon corsero da lei, mentre Taichi cercò a sua
volta di allentare la presa delle dita di Koushirou dal collo di Mimi.
La ragazza iniziava a diventare cianotica e a perdere le forze.
-Fatemi smettere!- urlava Koushirou, sempre più nel panico
-Fatemi smettere, vi prego!-
-Sora, mi dispiace!- esclamò Jou, affranto.
-Sto bene, pensate a Mimi!-
-Dannazione, non ci riesco!- Taichi strinse i denti e lottò
con la presa ferrea del rosso.
-Taichi, fa qualcosa! Rompile se vuoi, ma ti prego, fermami!- lo
supplicava il prescelto della Conoscenza.
Taichi ebbe un tuffo al cuore.
Spezzargli le dita?
Non poteva... non...
Una risata infantile sovrastò ogni altra voce e dalla
vegetazione comparve davanti agli ormai cresciuti bambini prescelti un
altro vecchio nemico di cui avrebbero volentieri fatto a meno.
-Pinocchimon... - emise Takeru.
Note:
Questa forse è la parte pallosa della storia,
con le varie teorie dei ragazzi (le mie teorie, ciò che non
torna ecc). Quando la scrissi omisi il finale di Soushitsu/Loss,
perciò oggi l'ho accennato e modificato per adattare la
cosa. Non credo arriverò a scrivere di Yggdrasil,
né a svelare chissà cosa, è una
disavventura intermedia per soddisfare il mio lato di fangirl affamata
di angst, quindi è tutto basato sulle mie teorie.
Probabilmente non potrà ricollegarsi a Kyosei, insomma.
Curiosamente, a soffrire non sarà il povero Yamato (insomma,
giusto un po' xp), ma qualcuno d'inaspettato. Ogni tanto evito di
maltrattarlo, sì. Ma non cullatevi troppo XD
Ai prossimi capitoli!!
|