Alienazioni

di Lavandaisabella_
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Il paesaggio era bellissimo.
I suoi occhi neri si perdevano nell'incredibile cobalto del firmamento, macchiato da fasci di luce cristallina. Alzò lo sguardo - solo un poco in su - e la vide: era la Luna e gli pareva ancor più grande e vicina.

In quel momento un mare di ricordi lo sommerse, il tiepido bagliore si offuscò e divenne sbiadito e immensamente lontano. Il verde scuro delle colline, che pochi istanti prima appariva chiaro e definito, ora pareva di un grigio gelido che aveva sopportato per troppi anni.

La monotonia delle sbarre cilindriche balenarono nella sua mente irrigidita dal tempo. Ricordò con vaghezza i letti dimora di parassiti, l'asfalto delle strade caotiche che brulicavano di persone disfatte e insetti, bestie come lui. La prigionia l'aveva plasmato brutalmente.

Così come erano venuti, i ricordi svanirono: ad un tratto s'accorse che era finito. Ripensò all'impresa appena compiuta e si mormorò: "Sono evaso".

Ripeté più volte la frase, la mise in salvo intatta in fondo al suo cuore.
S'alzò sulle gambe arrugginite che finalmente potevano correre, saltare e respirare quell'aria di libertà.
In cielo, più che nuvole, idee di nuvole: l' umidità era rigata da lacrime di sole all'orizzonte. In un angolo remoto, proprio nell'attimo in cui il cielo incontra la terra, nell'immenso ignoto irraggiungibile, si protendevano l'alba e quel suo rosa leggero, quasi trasparente.

Eppure qualcosa mancava: guardò a fondo, lontano. S'accorse che, per quanto si sforzasse, vedeva solo cielo e terra, campi e nuvole, blu e verde.
Era solo.




Tema di Italiano
10 Agosto 2010
Maradona Pietro, I media




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