Laufey sospira, la cena è
interminabile, Loki gli dorme beatamente tra le braccia, il visino
poggiato contro al petto. Attorno a lui tutti festeggiano l'arrivo
del suo piccolo angioletto. Farabuti gli è accanto continua a
sorridere e a cercare di dargli continuamente da mangiare, anche se
lui si sente pieno come un uovo. Loki si agita, inizia ad avere fame,
Laufey si domanda se può allattarlo lì o se il suo
possessivo marito potrebbe dare di matto a vederlo spogliare davanti
a tutti.
“Sta male?” Farabuti fissa
il bambino con quella che potrebbe essere paura.
“Devo dargli il latte, poi starà
bene.” Il piccolo re sorride e si slaccia lentamente la
casacca, attende appena prima di aprirla ed esporre i piccoli seni
pieni di latte.
“Ora si fa la pappa amore mio,
solo un minuto di pazienza.” Sistema il bambino con cura, e gli
accarezza piano la schiena quando inizia a succhiare.
“Sei perfetto marito mio.”
Farabuti guarda ammirato il suo piccolo compagno, è così
dolce con il loro bambino e così gentile con lui, nonostante
sappia quanto è sbagliato. Vorrebbe accarezzare il piccolo, ma
ha paura di fargli male, è così minuscolo, gli starebbe
tutto in una mano. Si limita a guardarlo, il suo Helblindi non è
mai stato così piccolo e silenzioso, era grosso e urlava
sempre. Mentre Loki è perfetto come il suo amato sposo. Le
cene sono diventate più leggere, non se ne era mai realmente
accorto, è tutto merito di Laufey. Stringe con forza il bordo
della sua maglia, non può permettersi parole sbagliate, non
può fare gesti che possano mostrare quanto lui sia inadatto a
stare lì, con tutti loro.
§§§
Laufey mette Loki nella culla, ormai ha
un anno, non può continuare a tenerlo nel letto. Sospira,
lasciarlo lì non gli sembra una cosa buona. Ma la culla è
piena di morbidi cuscini e sete pregiate che avvolgono il piccolo in
un bozzolo confortevole. Si infila la vestaglia e si corica,
inquieto, suo marito arriverà tra poco, potrà far solo
finta di dormire? Si nasconde sotto le coperte, non vuole...
Farabuti entra nel letto nudo, il
dottore ha detto che avrebbero potuto riprendere a fare l'amore
quando Laufey avrebbe messo il bambino nella culla. Non aspettava
altro, vuole sentire ancora il suo amore, vuole unirsi con lui.
Allunga la mano per accarezzare il marito, arriva ai bottoni.
“No...” La voce di Laufey è
carica di tristezza, lui non ne capisce il motivo.
“Non vuoi?” Domanda
avvicinandosi di più.
“Non ho mai voluto. Fai in
fretta.” Laufey è rassegnato, non capisce nemmeno perchè
sia sull'orlo delle lacrime.
“Ma... io...” Farabuti
tentenna.
“Non mi vuoi?” Domanda
ancora, con un filo di voce.
“No.”
“Io... ma io ti voglio.”
Non capisce.
“Io no.”
“Perchè non mi vuoi?”
È confuso.
“Non ti è mai importato,
fai quello che vuoi, non mi posso opporre.” Laufey sospira.
“Ma io ti amo.” Farabuti
inizia a piangere.
“Cosa ho fatto di male? Perchè
non mi vuoi bene?” Singhiozza, il suo amore non lo vuole, cosa
deve fare? Perchè sbaglia sempre?
“Mi hai preso senza chiedere se
lo volessi, senza nemmeno aver mai parlato con me, mi hai trattato
come una bambola, come se il mio volere non importasse.” Laufey
sospira, il marito è in lacrime, forse ha esagerato.
“Non sei una bambola, sei
importante, sei tutto per me.” Farabuti si stringe le braccia
al petto, continuando a piangere.
“Non ti tocco più se non
vuoi, perdonami, non odiarmi.” Non sa cosa fare.
“Calmati, non ti odio. Ma tu non
fare più nulla che io non voglia.” Si gira e accarezza
il braccio al marito.
“Faccio quello che vuoi, tu puoi
farmi quello che vuoi. Io ti amo, sono tuo.” Per Farabuti è
semplice, infatti non ha realmente capito il suo sbaglio, ma è
sicuro che il suo Laufey farà la cosa giusta.
“Mio?” Laufey lo guarda
annuire convinto. Non aveva mai pensato ad una cosa simile, aveva
pensato che Farabuti volesse dominarlo, che lo pensasse inferiore.
Ora capisce che suo marito non ha mai pensato a quello.
“Puoi abbracciarmi, nulla di
più.” Dice tranquillo, facendo sorridere il re, che se
lo stringe al petto.
§§§
Laufey guarda il marito e il figlio che
cercano di prendere le bolle di sapone. Sospira e prende un altro dei
documenti che deve controllare prima di passarli ai consiglieri, ha
quasi finito e poi può raggiungerli. Loki ha appena compiuto
tre anni e uno spiccato piacere a chiedere 'perché?' su
qualsiasi cosa, mettendolo spesso in difficoltà. Spesso è
proprio Farabuti a rispondere al piccolo, con la semplicità e
la dolcezza che dimostra sempre quando è nelle loro stanze
private. Cerca di concentrarsi sul lavoro, ma gli risulta
tremendamente difficile. Sbuffa e alza il viso, guardando le finestre
che danno sul guardino privato. Sussulta appena a vedere Helblindi
che spia il padre, non pensava gli importasse. Finisce in fretta il
lavoro e poi va a cercarlo.
“Sire.” Il ragazzino si
inchina appena lui entra nel salone.
“Helblindi, non mi chiamare così,
sono il tuo patrigno, niente formalità nei quartieri privati.”
Laufey sorride tendendo la mano.
“Vieni con me.” Dice
tranquillo.
“Dove?” Helblindi prende
incerto quella mano tesa.
“Andiamo a giocare con Loki e
Farabuti.”
“No... Papà non mi vuole.”
Abbassa la testa, triste.
“Vedrai.” Laufey
praticamente lo trascina per il corridoio.
“Papà, papà, le
bolle!” Loki urla e agita le braccia.
“Non si prendono.” Dice
pensieroso, poi una piccola bolla gli va vicino e lui cerca comunque
di afferrarla.
Farabuti si ferma e guarda il marito e
il figlio maggiore, non sa cosa fare, dovrebbe comportarsi da re, ma
quello è il loro giardino privato.
“Facciamo le bolle che si
prendono?” Laufey sorride dolce, quello è il primo
incantesimo che ha imparato, ghiacciare le bolle di sapone per il
marito.
“Bolle!” Farabuti sorride
felice, è il suo gioco preferito scoprire quali bolle
esplodono e quali no.
“Blindi, vieni, le bolle sono
belle...” Dice incerto, se il marito lo ha portato lì
vuol dire che può comportarsi come sempre?.
“Posso?” Il ragazzino lo
chiede piano.
“Farabuti, insegnali il gioco.”
Laufey sorride.
Laufey non sa dire quando e come il
gioco sia degenerato, sa solo che ora ha tre bambini completamente
fradici che sguazzano nel fango e lui che cerca di fuggire, invano,
dal marito, che ha deciso che lui è troppo asciutto. Ride
mentre si contorce tra quelle braccia forti, che lo trascinano
inesorabilmente verso il fango.
“Io... Felice.” Farabuti lo
stringe piano a se, sa che il marito è diverso da lui, e non
lo capisce, ma lo ha accettato. Anche se gli manca fare l'amore con
lui è contento di averlo accanto.
§§§
“Sono grande!” Loki lo dice
serio, sdraiato nel lettino della sua nuova cameretta.
“Sei un bambino grande.”
Farabuti sospira.
“Se ho bisogno c'è Blindi
nella stanza accanto.” Sembra che sia il piccolo a dover
rasserenare il padre.
“E passeranno a controllarmi
durante la notte, ho sentito papà dirtelo.” Continua
serio.
“Non mi succederà nulla.”
Sorride.
“Ora faccio nanna.”
“Dolce notte piccolo mio.”
Laufey sorride e gli rimbocca le coperte.
“Fai dolci sogni piccolo angelo.”
Farabuti bacia Loki sulla fronte, prima di venir trascinato via dal
marito.
Laufey si sdraia sul letto, sorride.
“Starà bene, ha già
sei anni, Blindi dorme solo da quando ne aveva quattro.”
“Non per scelta mia. Io lo volevo
con me, ma...” Farabuti sospira e scuote la testa.
“Dimmi tutto.” Il piccolo
re lo dice facendo segno al marito di andare accanto a lui.
“Diceva che se non lo mandavo via
si sarebbe accorto che ero sbagliato e mi avrebbe odiato. Che poteva
diventare come me.” Farabuti si sdraia accanto al marito,
coprendosi gli occhi con le mani.
“Tu non sei sbagliato, e Blindi
ti adora. Tu sei diverso da noi, ma ti vogliamo bene lo stesso.”
Laufey sorride dolcemente al marito.
“Anche io vi amo.”
§§§
Laufey è sdraiato sul
letto a leggere un libro, anche se definirlo tale gli sembra strano,
è praticamente un elenco di sconcezze che lui non si era mai
nemmeno immaginato, ma che lo fanno sentire strano. Non ha mai
desiderato niente sul piano sessuale, ma quelle descrizioni smuovono
qualcosa dentro di lui. Sarà che sono scritte da un punto di
vista che lui non ha mai nemmeno pensato di provare. È stato
preso senza la sua approvazione, ora è sicuro di non voler mai
più essere in quella situazione. Però... guarda il
libro. Lo chiude con un colpo secco del polso. Non vale la pena
pensarci, non potrebbe mai succedere. Mette il libro dentro al
comodino, non vuole di certo che qualcuno lo trovi, sopratutto il suo
curiosissimo figlio. Trema al pensiero delle domande che potrebbe
fargli, fortuna è ancora abbastanza piccolo da non metterle in
pratica prima di chiederlo.
Farabuti entra in camera e
poi nel bagno, il marito è inquieto da alcuni giorni, sa il
motivo, ma gli è stato detto di non fare nulla e ora non sa
proprio come far ritornare il sorriso su quel bel volto. Si spoglia
in fretta prima di entrare nella vasca da bagno, sospira, gli manca
non poter amare il marito. Cosa può fare? Si lava in fretta,
non deve pensare a quelle cose, non quando è così
vicino alla fonte di tutte le sue fantasie. Si domanda se Laufey si
arrabbierebbe a sapere che deve toccarsi tutti i giorni, quando è
solo, per far abbassare quello che ha tra le gambe. Lo fa pensando
sempre a lui, a come quel corpo è cambiato nei lunghi anni in
cui gli è accanto. Come sarebbe averlo ora? Si domanda
accarezzandosi sovra pensiero. Potrebbe anche farsi prendere, forse
il suo amore vorrebbe? In fondo Laufey è più
intelligente, più regale, più tutto. Si guarda allo
specchio, forse il suo splendido marito vorrebbe qualcuno meglio di
lui. Se si fosse sbagliato e il suo amore volesse lasciarlo per un
altro? Gli occhi gli si riempiono di lacrime. Cosa farebbe se Laufey
se ne andasse? Perderebbe tutto, è sicuro che i sui figli lo
seguirebbero, nessuno sceglierebbe mai lui. Inizia a singhiozzare.
“Farabuti?”
Laufey bussa piano alla porta, ma non riceve risposta. Sospira ed
entra nella stanza da bagno.
“Cosa...” Si
avvicina al marito, accarezzandogli la testa.
“Non mi lasciare, ti
prego amore mio...” Farabuti è seduto per terra, non si
era accorto del suo arrivo.
“So che sbaglio
sempre, ma non mi lasciare solo... io...” Singhiozza troppo per
continuare a parlare, cade in ginocchio e stringe a se il marito,
affondando il viso nel suo petto.
“Cosa succede?”
Laufey sospira, non capisce cosa stia passando per la mente del
marito, a questo punto può solo cercare di ridurne il pianto.
“Non ti lascio...”
La frase resta a metà, la sua mente l'ha finita in un modo che
crede sbagliato. Il cuore gli batte forte, passa le mani tra i
capelli cortissimi del marito, non capisce quello che gli ha detto il
suo stesso cuore. Lui ama Farabuti? Com'è possibile che ami
l'uomo che lo ha violentato, che lo ha costretto a cambiare la sua
vita, che ha ucciso così brutalmente tutti i suoi sogni...
Però sentirlo piangere gli muove qualcosa dentro, era da tanto
che non succedeva, forse è quello il motivo del suo assurdo
pensiero.
“Andiamo a dormire.”
Non riesce a pensare a qualcosa per consolare il compagno. Farabuti
lo segue senza smettere di piangere, tenendolo per mano. Solo quando
sono sotto le lenzuola si rende conto che non l'ha fatto vestire.
Forse il marito lo vuole prendere ancora senza il suo consenso? No,
non è possibile, ha capito che è uno sbaglio. Cosa
farebbe se dovesse provare? Ora non è più il bambino di
un tempo, è diventato un re, un guerriero.
“Posso toccarti?”
Farabuti lo sussurra piano, facendogli domandare cosa ci sia di
strano, dormono sempre abbracciati, annuisce senza capire l'intento
del marito. Sussulta quando sente la grossa mano sbottonargli la
vestaglia, ma non ha il tempo di dire nulla quando sente la grande
mano del marito chiudersi sul suo membro morbido.
“So che non vuoi che
io ti prenda, ma...” Farabuti tentenna.
“Puoi prendere tu me?”
Sussurra incerto, ma forse non sta sbagliando, nella sua mano il
marito sta diventando duro.
§§§
“Andiamo a caccia?”
Loki guarda il papà con gli occhioni dolci, sa che non gli
verrà negato nulla.
“Io e te, Blindi e
Padre possono restare qui per una volta.”
“La settimana
prossima.” Laufey sospira.
“Oggi! Ho già
avvisato Blindy, e padre, e preparato le provviste, e scelto i
soldati, e...”
“Fermo, fermo...”
Blocca la lista del figlio.
“Da cosa scappi
stavolta?” Sospira.
“Se te lo dico
domani?” Loki lo dice piano piano, cercando di intenerirlo.
“Blindi, sai cosa
fare, controlla Farabuti, evita che i guerrieri lo travolgano, se ci
sono problemi facci chiamare.” Laufey sorride al figliastro,
che annuisce serio.
“Farabuti...”
Sospira.
“Torniamo in pochi
giorni, non preoccuparti, Blindi è con te.” Accarezza
dolcemente il viso del marito.
“Ti aspetto...”
Il bosco ghiacciato è
bellissimo, Laufey è uscito sempre di più da quando
Loki è entrato nella pubertà. Non sempre per piacere,
spesso perchè il suo piccolo terremoto ha combinato qualche
guaio e lui ha dovuto trascinarlo via da palazzo. Non lo farebbe mai
fare a Farabuti, lui è troppo malleabile nelle abili mano del
figlio minore.
“Sembra che ci siano
degli Guru in questa zona, a padre farebbe piacere averne una pelle.”
Loki sorride troppo.
“Cos'hai fatto
stavolta?” Laufey sospira, le guardie si tengono lontano da
loro per suo ordine.
“Nulla...”
“Loki!” Lo
sgrida con un rapido sguardo.
“Agnoborda, il gigante
di fuoco che ha fatto da ambasciatore alcuni mesi fa...” Il
ragazzo si guarda attorno, finge indifferenza.
“Credo sia tornato
oggi per vedermi.”
“Perchè lo
credi? Ma, sopratutto, perchè lui vorrebbe vedere te?”
Il re sprona il cavallo verso una piccola valle, farà
preparare lì il campo.
“Ci siamo scritti.”
Loki smonta da cavallo con grazia, lo assicura al limitare di una
piccola radura.
“Solo che lui ora
vuole troppo. Non gli bastava chiacchierare di incantesimi e pozioni,
no. Lui doveva uscirne con cose assurde!” Sbotta, alzando le
mani. Sospira e si passa le dita tra i capelli neri.
“Vieni, siedi con me.”
Laufey sorride al figlio, si toglie gli stivali prima di immergere i
piedi nel piccolo fiumiciattolo al lato della radura.
“Non capisco cosa ci
trovino in me.” Loki sbuffa infastidito.
“Tratto sempre tutti
male se provano a fare qualcosa, e poi... Perchè? Che gli
passa per la testa?” Si siede su un masso vicino alla riva.
“Non vorrei essere di
parte, ma sei bellissimo, intelligente, dolce... be' almeno lo sei
quando vuoi.” Il re ride divertito.
“Mio sire, una missiva
urgente dal principe Helblindi.” Al quarto giorno di caccia un
soldato arriva a cavallo.
“Papà, tutto
bene?” Loki si avvicina.
Laufey annuisce appena, cosa
può dire davanti a tutti? Che suo marito ha dato di matto
quella mattina non è cosa da far sapere a nessuno.
“Dobbiamo tornare a
palazzo, affari urgenti.” Guarda il sole, ha il tempo di
tornare a palazzo se partono solo lui e Loki.
“Sellate i nostri
cavalli, saremo più veloci, voi sistemate tutto, fate con
calma, partite domani.” Va nella tenda sua e di Loki, per
prendere il minimo necessario per il breve viaggio.
“Cosa succede?”
Il figlio lo raggiunge subito, iniziando a preparare in fretta la sua
bisaccia.
“Farabuti non sta
bene, si è chiuso in camera nostra e dice che l'ho lasciato
perchè è stato cattivo... Sinceramente non capisco il
motivo come non lo ha capito Blindi, che mi ha solo chiesto di
tornare subito a casa.” Sospira, perchè quella cosa
strana? Gli sembrava che le cose stessero andando bene, cosa sta
passando nella mente del marito stavolta?
“Papà, fammi
entrare, non hai nemmeno fatto colazione o pranzo, dimmi cosa
succede, ti prego.” Helblindi cerca ancora di entrare nella
camera.
“Sono sbagliato.”
Farabuti singhiozza. Ha dimenticato di prendere le sue pozioni, ora
ha fatto un danno e il suo amore non lo vorrà più
accanto. Si stringe nelle coperte, piange ormai da ore, smette solo
quando deve correre in bagno a vomitare.
“Papà, lo sai
che Laufey ti ama, come ti amo anche io e Loki, nessuno di noi ti
lascerà mai, te lo giuro!” Il figlio non si vuole dare
per vinto.
“Ho fatto una cosa
grave, non gli ho chiesto se voleva...” È sicuro che
verrà lasciato, il marito era stato chiaro, doveva chiedergli
ogni cosa prima di farla. Non lo ha fatto. Non importa il motivo, ha
sbagliato, non doveva dimenticarsi di una cosa così
importante. Si alza per vomitare ancora. Poi sospira e apre la porta
al figlio, se non lo volesse neppure lui? Torna sotto le coperte a
singhiozzare.
“Papà, cosa
succede... Sono qui, puoi dirmelo.” Le mani di Blindi gli
accarezzano piano la schiena.
“Ho dimenticato. Ho
fatto un danno. Lui vuole che io gli chieda il permesso. Invece ho
dimenticato di prendere la medicina. Mi odierà.”
Farfuglia frasi che per il figlio non hanno alcun senso, ma non se ne
rende conto.
“Cosa succede?”
Laufey guarda prima il figlio adottivo e poi il curatore, intuisce
che l'ammasso enorme di coperte nel letto sia suo marito.
“Sta male, ma non
vuole che lo tocchi nessuno. Continua a dire che ha sbagliato.”
Blindi sospira.
“Ha vomitato tutto il
giorno.” Continua alzando le spalle, non può dire che ha
anche pianto disperatamente.
“Lasciateci soli.”
Laufey aspetta che loro escano prima di sedersi sul bordo del letto.
“Farabuti...”
Chiama dolcemente, riceve in risposta solo un piccolo singhiozzo.
“Dimmi cosa succede,
prometto di ascoltarti e di non arrabbiarmi.” Dice tirando
piano la coperta.
Farabuti si mette a sedere,
gli occhi lucidi di lacrime, le guance scure dal pianto.
“Non mi lasci?”
Sussurra incerto.
“Dimmi cosa hai
fatto.”
“Ho dimenticato di
prendere le pozioni. Da quando ho te non le ho più prese. Poi
le ho dimenticate e ora... So che dovevo chiederti prima di fare
qualcosa, ma ora non so cosa fare. Non mi lasciare, ti prego.”
Riprende a singhiozzare.
“Non ti lascio, stai
calmo.” Laufey non ha ancora capito cosa sia successo, ma se è
solo una dimenticanza perchè il marito è così
disperato?
“Che pozione ti sei
dimenticato?” Forse è quello il punto della situazione,
ma cosa può centrare lui con le pozioni del marito?
“Quella
anticoncezionale.” Farabuti lo guarda con gli occhioni tristi.
“Perchè stai
male?” Il piccolo re non sa se sperare di aver capito o di
aver frainteso.
“Aspetto un bambino.
So che hai detto che dovevo chiederti tutto quello che facevo con te,
ma ho dimenticato le pozioni, non ho fatto apposta!”
“Calmati, va bene...”
A Laufey manca il respiro. Un bambino... Non aveva mai pensato a una
simile possibilità. Allunga la mano sulla pancia piatta del
marito. Lui ha messo lì un bambino.
“È una cosa
bella, amore mio.” Sorride e viene abbracciato forte.
“Ora però deve
visitarti il dottore, e dobbiamo mangiare, non puoi digiunare, il
bambino ha bisogno di crescere.” Accarezza dolcemente il viso
del marito. Un essere così grosso, che sembra così
forte, in realtà è fragile e dolce molto più di
lui.
“Papà, tutto
bene?” Helblindi guarda il padre, il pianto sembra finito, ma
non è sicuro di cosa ci sia adesso su quel viso.
“Non lo so...”
Farabuti risponde incerto, è seduto nel comodo divano, ma il
marito è andato ad ordinare la cena, lasciandolo solo.
“Laufey torna, vero?”
Cerca conferma nel figlio.
“Certo, lo ha detto
solo due minuti fa, non se ne sta andando, papà, non ti
lascia. Sembrava anche felice.”
“Felice?”
Domanda con un filo di voce, il figlio annuisce convinto.
“Padre, stai bene?
Guarda, ti ho portato un altro ciondolo per la tua cintura.”
Loki si siede sul braciolo, mostrando il piccolo pendaglio a forma di
falco.
“Com'è bello.”
Farabuti lo guarda con gli occhi che brillano.
“L'ho creato da un
corno, con la magia.” Il ragazzo si vanta, è orgoglioso
di saper usare il seidr.
“Sei bravissimo.”
“La cena arriverà
tra poco, oggi abbiamo da festeggiare.” Laufey arriva a sedersi
con il marito, ha un sorriso che gli illumina il viso.
“Cosa si festeggia?”
Helblindi lo domanda sorpreso, festeggiano forse il mancato
annegamento nelle lacrime del papà?
“Le Norne ci hanno
benedetto ancora.” Laufey lo dice divertito.
“Avrete presto un
piccolo fratellino da viziare.” Sussurra stringendo il marito
per la vita.
“C-cosa!?” Loki
guarda i genitori con gli occhi spalancati.
“Fratellino? Chi...”
Helblindi crede di aver capito, ma è una cosa alquanto strana.
“Farabuti è di
due mesi.” Il giovane re lo dice orgoglioso, ma la reazione che
riceve in cambio lo fa ridere, entrambi i figli sono arrossiti.
§§§
Tanto tanto tempo fa...
Lo so i miei tempi sono
lunghi, ma fate finta di nulla.
Avevo proposto un piccolo
gioco a premi, l'unico partecipante è stato l'unico vincitore
^^ ma il premio se lo è meritato comunque <3
Quindi ecco tutto per
KriElysia
quello che doveva essere una oneshot, ma è almeno di due
capitolini. Come da richiesta è ambientata nello stesso mondo
della long 'La forza della fragilità', ma è tutta
cuoricini e fiorellini... bè, quasi ^^ io ci tento, ma
qualcosina mi sfugge sempre.
Questa storia inizia dopo il
capitolo undici, ma con una piccola differenza, la guerra non c'è
stata, il piccolo Loki non è mai stato portato nel tempio e
non è stato 'rapito' da Odino ^.^
Spero vi piaccia >,< e
che mi lasciate un commentino...
A presto (spero)
Veleno
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