Rating: verde.
Genere: nonsense, parodia.
«Quello
che la gente chiama
comunemente "il destino" è costituito per lo più
dalle proprie
stupide gesta.»
(Schopenhauer)
Era
una mattina di Giugno, come al
solito ero uscita per andare a fare la spesa.
Non
dimenticherò mai quel giorno, perché
quello fu il più bello ma contemporaneamente il
più brutto della mia vita.
Ero
nel reparto Latticini (si,
insomma, quello dove c'è il latte e derivati...) quando,
mentre stavo cercando
disperatamente la confezione della mia marca di latte preferita, vidi
d'avanti
a me l'uomo della mia vita: alto, moro, occhi chiari, pelle
abbronzata...
era... perfetto! Sfortunatamente stava mirando all'ultima confezione di
latte
che volevo io, allora decisi di batterlo sul tempo e prendere l'oggetto
del
nostro desiderio.
Allungai
la mano. Toccai la sua. Fu un istante bellissimo.
«Scusa.»
mi guardò con i suoi occhioni da cerbiatto, poi
ritirò velocemente la mano.
«Ma
no… figurati!» risposi io imbarazzata guardandolo
come un’idiota.
Prese
velocemente un altro cartone di latte e andò alla cassa. Lo
stesso feci io
continuando a fissarlo.
Una
volta usciti tornai a casa continuando a fissare nel vuoto
immaginandolo ancora
una volta, sospirai appoggiando il bicchiere stracolmo
d’acqua sul tavolo.
Perché il destino è così crudele?!
Ad
un
certo punto guardai fuori dalla finestra.
«ODDIO!»
urlai alzandomi di scatto facendo rovesciare il bicchiere bagnando
totalmente
la tovaglia.
Il
destino voleva che lo incontrassi? Allora alla fine non era
così cattivo!
Uscii
fuori di casa ed iniziai a seguirlo, insomma... non era un vero e
proprio
pedinamento… e poi era a fin di bene…
Dopo
almeno un quarto d’ora smarrii totalmente il mio uomo.
Cominciai a vagare per i
meandri del paese dove non ero mai andata… era davvero un
posto strano… ed
iniziavo ad aver paura.
«oddio…
in che situazione sono finita…?!» pensai tra me e
me mentre mi accorsi di
essere pedinata.
Qualcuno
toccò la mia spalla, io iniziai ad urlare come un idiota.
«Scusa!
Calmati, dai!» era quel bellissimo uomo che cercava di
tranquillizzarmi… che angelo!
«oh,
ma sei tu…» dissi arrossendo da brava ebete.
«Si,
io…
posso sapere… che ci fai in un luogo come questo?»
Balbettai
qualcosa di incomprensibile, poi riuscii a dire solo
«è destino…», lui mi
guardò perplesso.
«Tesoro!»
arrivò un uomo vestito da poliziotto che si agitava da
femminuccia, lui lo
guardò malissimo.
«Dimmi…»
«Andiamo!
Andiamo!» poi mi guardò male «lui
è mio!».
Rimasi
impietrita… l’uomo perfetto per me…
era… gay?! Lo guardai con le lacrime agli
occhi mentre veniva trascinato dal suo lui… e rimasi
lì… a terra, a piangere
come una disperata…
***
«Ma
chi era quella?»
«Una
pazza, mi ha pedinato tutto il tempo.»
«uhuh!
Hai fatto centro!»
«Ma
sta zitto, idiota! C’era bisogno di fare il
frocio?!»
«Eddai,
alle donne piacciono i gay!»
«Ma
perché sono circondato da pazzi?! Su, torniamo a lavoro, i
criminali non si
prendono da soli.»
Fine.
Wolf