Il
giorno seguente aver visto la sorella abbracciare Arthur Dayne,
Rhaenys andò a cercarlo. Una serva le disse che si trovava
nella sua
stanza nella torre dove vivevano i membri della Guardia Reale.
Si
diresse quindi lì e, una volta arrivata davanti alla porta
di legno,
fece per bussare, ma esitò, sentendo una voce di sua
conoscenza
provenire dall'interno. Le pareti di pietra non erano tanto spesse e
se non si parlava abbastanza piano si poteva udire una conversazione
senza troppi problemi.
«Visenya
partirà per il Nord tra sei giorni»
la
voce di sua madre appariva ansiosa.
Ci
fu un attimo di silenzio.
«Allora
vai da Rhaegar e digli la verità»
quelle
parole pronunciate dal ser la sorpresero.
Le
parve di avvertire dei passi m e immaginò che uno dei due
dovesse
essersi mosso all'interno della stanza.
«Non
posso farlo, se lo facessi potremo essere tutti e tre in pericolo»
sua
madre sembrava agitata.
Uno
dei due posò qualcosa su un ripiano, forse su un tavolo.
«Cos'è
più importante per te: la felicità di Visenya o
la tua
reputazione.»
Parevano
troppo confidenziali per i gusti della ragazza e questo la sorprese
insieme a tutto al resto.
«Non
possiamo correre rischi. Non sappiamo come potrebbe reagire Rhaegar
quando scoprirà che Visenya non è sua figlia»
notò
la regina e per poco alla figlia non venne un colpo.
Fece
un passo indietro per non rischiare di svenire e alzò le
mani come a
volersi proteggere da quella notizia scioccante. Incapace di restare
e udire oltre, corse via, desiderosa pure di prendere una boccata
d'aria.
Raggiunse
poco dopo il giardino del castello,
si
sedette su una delle panchine ai lati di una delle stradine e si
portò una mano al petto nel tentativo di riprendere fiato e
riprendersi dalla notizia.
“Forse
ho capito male” pensò disperata, ricordandosi
degli occhi viola
della sorella. “No, non può essere, ci dev'essere
un errore"
aggiunse sistemandosi una ciocca dietro all'orecchio.
«Rhaenys»
una
voce la fece voltare e vide sua sorella in piedi a pochi metri da
lei. «Stai
bene? Sei pallida come la neve»
osservò
preoccupata la principessa con un sorriso sul viso. Le fece segno di
sedersi vicino a lei battendo due volte sulla panchina.
«Sì,
solo
vertigini immagino. Nulla di preoccupante»
rispose
lei, studiando attentamente il volto della giovane alla ricerca di
una qualunque somiglianza tra lei e il padre, però non
riuscì a
trovare nulla e la cosa la preoccupò.
«Aspetti
un altro bambino?»
chiese
l'altra e i suoi occhi parvero illuminarsi a quella
possibilità,
tuttavia Rhaenys scosse la testa.
«Temo
di no, sorellina, l'ultimo mio sangue di luna l'ho avuto circa dieci
giorni fa»
rispose
cercando di nascondere la tristezza sul proprio volto.
"Mi
piacerebbe avere un altro figlio, ma dubito che sarà
possibile.
Renly e io abbiamo faticato parecchio per avere Daemon e, avendo
già
un figlio maschio che sta crescendo sano e forte, non ci sarebbe
motivo, in teoria, per averne un altro” ragionò
mentalmente,
preferendo non rivelarlo alla sorella, sebbene immaginasse che avesse
sentito i pettegolezzi che giravano su suo marito. Una parte di lei
invidiava Lyanna con i suoi tre figli, seppure sapeva perfettamente
che anche il suo non era un'unione d'amore e felice.
«Peccato,
non mi dispiacerebbe avere un altro nipotino o una nipotina»
confessò.
La
ventiquattrenne sorrise e le prese le mani stringendole tra le sue.
«Chi
lo sa, magari tra un anno o due potrei avere un altro figlio. Poi non
penso ci vorrà molto prima che anche se Aegon si sposi e
faccia dei
figli a sua volta»
osservò
consapevole che suo fratello, essendo l'erede al trono, avesse
bisogno assolutamente di un erede a cui lasciare un giorno il trono.
«Conoscendo
Aegon povera chi se lo sposa»
un
sorriso divertito apparve sul volto della sua sorellina dopo che ebbe
pronunciato quelle parole.
La
maggiore notò solo in quel momento un livido dal colore
violaceo sul
polso della ragazza lo fissò perplessa. Quando l'altra se ne
accorse
ritirò velocemente la mano e lo coprì con la
manica del vestito.
«Cosa
hai fatto lì?»
domandò
senza tentare di nascondere il nervosismo e l'ira nel suo tono.
La
bruna distolse lo sguardo e si voltò verso una quercia che
si
trovava a pochi metri di distanza a destra della panchina in mezzo
all'erba.
«Niente»
il
suo tono non convinse la Baratheon che l'afferrò per le
spalle e la
costrinse a guardarla.
«Visenya,
ti conosco: quando ti si chiede se è successo qualcosa di
grave, tu,
prima di smentire, ti giri sempre dall’altra parte ogni volta
che
invece qualcosa è successo e ne sei rimasta coinvolta»
affermò
nervosa guardandola attentamente negli occhi.
La
ventenne tirò un sospiro e abbassò lo sguardo
fissandosi le mani.
«Zio
Viserys e io abbiamo avuto una discussione e lui ha perso la
pazienza»
rispose
timidamente.
Conosceva
bene il loro zio: Viserys sembrava aver ereditato la follia tipica
dei Targaryen che invece non avevano preso suo fratello e la sua
sorella-sposa Daenerys. La zia era indubbiamente una bellissima donna
magra e bassa dai lunghi capelli bianco-argentati e gli occhi viola.
Secondo la gente assomigliava ad una loro antenata ed era una donna
gentile e dolce, ma che il tempo aveva reso forte e tenace,
perfettamente in grado di tenere testa al suo coniuge. I due non
avevano figli e di questo il principe riteneva responsabile la
moglie, inoltre in giro si sussurrava che Daenerys prendesse di
nascosto il tè della luna perché non voleva
assolutamente un figlio
da quel mostro che considerava essere suo fratello.
«Su
cosa?»
chiese,
accarezzandole prima il capo e poi una delle guance del viso. La sua
pelle era morbida come del resto i suoi capelli.
«Lui
mi vuole, mi desidera. Continua a ripetermi che vuole sposarmi e che
io gli dia i figli che Daenerys non può»
confessò
tutto d'un fiato.
«Ma
lui non può sposarsi, è già sposato
con nostra zia»
commentò
scuotendo leggermente il capo.
«Vuole
annullare il matrimonio accusando la zia di essere sterile e nel
frattempo mettermi incinta del suo bambino, in modo da semplificare
la cosa e ottenere l'annullamento più facilmente»
spiegò.
Se
suo zio credeva che Rhaegar avrebbe ceduto facilmente, si sbagliava
di grosso. Rhaenys già non capiva come mai avesse lasciato
che lo
zio sposasse la loro sorella se non voleva più incesti in
famiglia.
"Valeva
solo per i suoi figli, della zia chissenefrega se avrebbe sofferto"
realizzò e in quel momento capì quanto fosse
importante che la sua
sorellina si sposasse in fretta.
«Devi
partire presto per il Nord, in modo da poter sposare Robb prima che
sia troppo tardi.»
“...Ovvero
prima che riesca ha violentarti e metterti incinta” aggiunse
mentalmente senza osare pronunciare ad alta voce quelle parole.
Visenya
scosse la testa con gli occhi pieni di lacrime e si alzò in
piedi.
«Io
amo Jon e voglio sposarlo»
esclamò
disperata.
La
Baratheon si drizzò in piedi anche lei e l'abbraccio,
stringendola
forte a sé nel vano tentativo di consolarla.
«Mi
dispiace tanto, sorellina, ma è nostro padre che decide e tu
non hai
altra scelta.»
La
principessa si liberò dalla sua stretta e si
portò una mano alla
bocca singhiozzando. Vederla così sofferente faceva male
alla
sorella, ma non c'era nulla che potessero fare per cambiare le cose.
Quella
sera
Anche
Jon era triste a causa del suo fidanzamento annullato, ma non c'era
proprio nulla che i suoi genitori potessero fare e nemmeno sembravano
interessati a farlo: sua madre non aveva mai voluto che sposasse
Visenya, mentre suo padre appariva felicissimo all'idea di sua figlia
che diventava regina sposando il principe. A quel punto l'erede di
Capo Tempesta non aveva avuto altra scelta che arrendersi all'idea di
sposare Margaery Tyrell. Aveva sentito parlare della sua bellezza
che, a ciò che si diceva, era perfino superiore a quella
della
sua ex-promessa sposa, tuttavia questo
non importava al giovane poiché lui amava Visenya e non
l'avrebbe
dimenticata tanto facilmente.
Si
trovava coricato sul letto a baldacchino dalle tende di colore
giallo, sotto alle coperte incapace di dormire, quando sentì
bussare
alla porta. Per nulla addormentato, si voltò verso di essa e
scese
dal letto con addosso solo dei calzoncini di colore grigio chiaro che
gli fungevano da biancheria intima e gli arrivavano poco sopra alle
ginocchia, lasciando gran parte delle sue gambe magre e pelose
scoperte.
«Avanti»
non
gli sfiorò neanche l'idea di chiedere chi fosse e rimase
sorpreso
quando la porta si aprì mostrando l'oggetto dei suoi
desideri e
pensieri tormentati.
Senza
dire una parola, la bruna entrò dentro alla camera e si
chiuse la
porta alle spalle. Indossava una camicia da notte di colore azzurro
chiaro con delle spalline bianche, che lasciavano scoperte le spalle
e le braccia esili, e con un’ampia scollatura dalla quale si
intravedeva gran parte dei seni. "Questa camicia da notte è
perfetta per una prima notte di nozze" rifletté mentalmente
e
il suo amico là sotto doveva pensarla allo stesso modo, dato
come si
stavano facendo stretti i calzoncini.
«Non
voglio sposare Robb.»
Si
aspettava una cosa del genere. Aveva intuito che pure lei lo amava.
«Andiamo
via»
propose
avvicinandosi a lui e avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
Ma
il giovane uomo scosse la testa in risposta e le afferrò i
polsi
allontanandola da sé.
«Non
possiamo, quando mia madre ha rotto il suo fidanzamento con
mio
padre per scappare con il tuo è successo un putiferio che ha
portato
quasi alla guerra civile»
esclamò.
Lei
lo guardò dritta negli occhi con aria supplichevole.
«Le
cose sono diverse d'allora»
rispose,
ma di questo il Baratheon non n'era proprio sicuro e scosse ancora la
testa poco convinto.
«Abbiamo
delle responsabilità, Visenya»
disse
prendendo il suo viso tra le mani e sfiorandole la fronte in un
tenero bacio.
«Non
intendo sposare tuo cugino senza aver prima fatto l'amore con te.
Voglio sapere cosa si prova a giacere con la persona che ami per
davvero e non con quella che sei costretta a sposare»
replicò lei,
poi prese l'estremità dei lacci che tenevano la camicia da
notte e
li tirò scoprendo ulteriormente i seni.
Una
parte di lui avrebbe voluto resistere e dirle che con il tempo
entrambi potrebbero innamorarsi dei loro futuri coniugi com'era
successo a suo zio Ned e sua moglie Catelyn, ma anche lui la desidera
ardentemente. La baciò con passione, stringendole la vita
con le
mani, e avvertì il sapore amaro delle sue lacrime.
Fecero
l'amore quella notte avvolti nell'oscurità di una notte buia
senza
stelle né luna ad illuminare il cielo, come se gli Dei
volessero
celarli agli occhi della gente che li criticherebbe.
L'alba,
infine, arrivò troppo presto per il gusto dei due amanti e,
prima di
separarsi definitivamente, scelsero di fare l'amore un'ultima volta
che si rivelò ancora più amara delle precedenti.
Quando
Visenya lasciò la camera di Jon, non si accorse di Lyanna
che la
guardava in fondo al corridoio. La Stark non disse una parola,
rimanendo a fissarla addolorata mentre si allontanava velocemente.
Un
mese dopo, Jon sposò Margaery Tyrell e pochi giorni a
seguire
Visenya si unì in matrimonio al principe Robb Stark.
Poco
più di sette mesi dopo, a Grande Inverno nacque una bambina,
la
primogenita di Visenya e Robb, una neonata dai capelli
bianchi-argentati, gli occhi grigi e la pelle olivastra che la coppia
decise di chiamare Raya. Quando la notizia arrivò ad Approdo
del Re,
Rhaegar scherzò sul fatto che sua nipote avesse i capelli
dei
Targaryen mentre sua moglie rimase perplessa.
Pochi
mesi dopo, Margaery diede al marito un forte e sano bambino dai
capelli castano scuro come quelli della madre, gli occhi grigi e la
pelle olivastra, che la coppia decise di chiamare Robar.
Un
anno dopo pure Cassana diede ad Aegon una figlia: Rhaella, una
neonata dai capelli neri, la pelle chiarissima dei Targaryen e gli
occhi viola.
A
quei bambini ne seguirono molti altri e perfino Rhaenys ebbe altri
tre figli. Gli altri due figli di Visenya ereditano rispettivamente
uno i capelli ramati e l'altra gli occhi azzurri dei Tully, solo a
Raya toccarono gli occhi grigi degli Stark.
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