Capitolo 6
Durante la notte, eveline fece un sogno strano, la notte dell’incidente rivedeva il suo scontro con l’albero e ora sentiva anche una voce di donna..
Uscì dalla macchina e lei apparve dietro di sé, era vestita di rosso e il suo viso era coperto da un velo per non farle vedere i suoi occhi.
“Sono qui, dietro di te, Eveline!”
Lentamente si girò dalla sua parte e fu sorpresa di vedere una donna bellissima, ma non si spiegava la ragione per cui nascondeva il suo volto.
“Chi sei tu?”
“Io sono la donna che ti vuole morta”
“Perché ce l’hai tanto con me?”
“Perché mi piace la morte e soprattutto quella delle persone come te e il
tuo stupido ragazzo!”
“Sarà facile ora avere la tua anima!”
“Invece ti deluderò perché non l’avrai tanto facilmente!”
“Vedremo”
Un’infermiera che stava passando di lì per il suo solito controllo,
notò che stava avendo una crisi, il suo corpo tremava mentre il suo cuore
diminuiva i battiti.
Chiamarono sua madre e Edward che era a meno di cinquanta metri dalla
stanza e dovettero assistere a quella scena piena di tensione.
Eveline continuava ad essere colpita da quella donna, era molto forte ma presto sarebbe morta davvero se non l’annientava.
“Non hai più scampo Eveline, arrenditi!”
“No, mai!”
“Ti prometto che morirai indolore se ti arrenderai, tanto è inutile!”
“Non mi fermerò finché tu non scomparirai!”
“Peggio per te!”
I battiti erano arrivati a quaranta al minuto e a poco a poco scendevano
sempre di più.
Edward era paralizzato e terrorizzato, era di nuovo con le mani legate e anche
lei lo stava lasciando, come i suoi genitori.
Cominciò a prendersela con se stesso, se fosse rimasto con lei quel giorno,
se l’avesse chiamata, se avesse avuto il coraggio di guardarla negli occhi e dirle
che l’amava..
Ora non poteva più farlo, a meno che gli fosse stata data l’opportunità di farlo,
ma i dottori dovevano rimanere fermi finché non si fosse fermato del tutto il
suo cuore e darle una scossa.
E se non fossero riusciti a farlo battere nuovamente?
A quella domanda c’era una sola ed unica risposta e al solo pensiero gli occhi si riempirono di lacrime disperate.
I battiti erano arrivati ormai a dieci al minuto, Edward si mise a urlare impazzito;
“Fate qualcosa non restate fermi!”
“Che aspettate!”
“Perché non mi date ascolto!”
“Vi prego, salvatela!”
“Lei sta morendo!”mormorò lui.
Si accasciò per terra distrutto dal dolore, mentre la signora Tasker cercava
di tranquillizzarlo anche se, anche lei non era d’accordo sui loro metodi.
Eveline cadde a terra senza più forze, dopo di lei anche la donna vestita di rosso cadde quasi senza forze e l’ultima cosa che udì di lei, fu il respiro strano che
emise ridendo.
Il velo gli cadde mentre eveline aveva ancora gli occhi aperti, i suoi occhi erano rossi e nel morire si tramutava in continuazione in un gatto gigantesco nero come
la notte, in acqua potente e succhia vita, poi morì ridendo.
Eveline chiuse gli occhi e si sentì precipitare nel vuoto anche se era per terra mentre
scompariva da quel sogno di morte.
“ Il suo cuore si è fermato, presto libera!”aspettarono qualche secondo.
La luce se n’era andata per un attimo, spegnendo la macchina a cui vi era attaccata, dopo averla ricollegata al suo cuore cominciò a darle alcune scosse.
Quella notte, come nel sogno di Eveline pioveva, la pioggia era così forte che sbatteva contro i vetri della stanza.
La furia di quel temporale aveva mandato in corto circuito alcune lampadine dentro l’ospedale, facendo spegnere di botto la macchina nello stesso momento in cui si era fermato il suo cuore.
“Presto accendi la macchina!”
"Allora, è pronta?”
“Si, dottor Lang, è pronta!”
“Forza, libera!”
“Di nuovo, libera!”
“Ancora, libera!”
Dopo vari tentativi, spensero la macchina e il medico si avvicinò a lui posandogli una mano sulla spalla;
“Mi dispiace”
“Le dispiace, lei l’ha lasciata morire!”
“Non ho potuto fare altrimenti”
“Se non fosse stato per il temporale….”
“Ho fatto tutto quello che potevo per salvarla”disse con aria dispiaciuta.
“Lei ora è morta, brutto figlio di puttana!”lo insultò con il volto furente
Prendendolo per i lati del camice come se volesse mettergli le mani addosso.
“Mi lasci subito!”
“Lei mi ha portato via la vita!”
Edward lo lasciò poco dopo senza vedere dove fu andato, ma restando immobile
a guardarsi le mani.
Era arrivato fino a commettere un gesto simile per lei, l’amore lo aveva reso violento, anche la signora Tasker era rimasta di stucco dinnanzi a quella scena.
Il medico uscì dalla stanza senza dire alcuna parola, nel frattempo Edward
tratteneva le lacrime che non gli permettevano di vederla.
Edward si accucciò accanto al suo letto e si chinò su di lei, la tenne stretta
fra le sue braccia mentre le parlava anche se sapeva che non poteva più sentirlo.
“Eveline, amore mio, perché te ne sei andata, quando stringevo la tua mano
poche ore fa eri ancora viva e il tuo cuore batteva, avevo rimosso il ricordo
di mia madre che stava morendo davanti ai miei occhi e mi ha amato tanto.
È sempre stata accanto a me nei momenti in cui avevo bisogno di qualcuno,
mi ha spiegato che ci sono tanti tipi di amore per ognuno di noi.
Esiste quello falso, quello in cui si crede d’amare, quello breve,
quello lungo, quello programmato, quello eterno che segue all’ultimo
che ti fa capire che lei fa parte di te senza mai averla toccata, senza mai averla baciata nessun ricordo ti lega a lei.
Ma l’amore vero è quello istantaneo in cui basta guardarla negli occhi per sentire che dentro di te una piccola mela è tagliata a metà.
Io la mia la sento ogni volta che ti ho accanto, ogni volta che vorrei tu mi guardassi….anche mio padre l’aveva trovata e quando se n’è andata una parte
di lui è morta perché erano profondamente legati.
Ora anche io mi sento vuoto senza futuro, ti ho amato dal primo momento in cui
I tuoi occhi mi hanno trasmesso la pace interiore che avevi racchiuso dentro di te.
Immaginavo di poterti sfiorare i capelli, il collo morbido, le tue mani nelle mie strette per non farti andar via.
Ma che servirebbe farlo ora, dimostrarti quanta voglia ho di vivere ogni istante
della giornata, creare insieme un rapporto pieno di sincerità e
divertimento reciproco.
Ti avrei amato come ogni donna merita di esserlo, svegliarmi al mattino
e scoprire che tu sei lì, a sognare serena fra le mie braccia.
Sentirti stringere a me come una bimba sperduta, se solo….avevo sperato che
almeno tu non mi lasciassi…”
Aveva la testa appoggiata sul suo seno e d’improvviso si sentì sfiorare i capelli,
una piccola mano femminile si poggiò sulla sua testa.
Non capiva cosa fosse finché non udì una voce conosciuta.
“Non ti ho lasciato…”
Eddy alzò il capo incredulo e senza cercare una ragione a tutto ciò n’approfittò
per stringerla a sé pensando che ora avesse la possibilità di vivere la sua vita
come voleva insieme al suo unico amore.
“Se tu sapessi quanto ti amo!” le confessò lui
“Lo so amore, più di quanto tu creda!” rispose sorridendo
FINE |