Avvertenza dell’autrice preoccupata: non sapevo
davvero dove postare la fic. Non esistendo il genere “delirio sconclusionato
nato a seguito di innumerevoli notti insonni”, l’ho inserita qui.
Sono allucinazioni.
Ah… il titolo significa: ‘Sono davanti alla luce?’(si legge
edessé) in quell’oscura lingua finnica che non riesco ad imparare.
Olenko valon
edessä?
Vedevo le foglie cadere procedendo per i miei inesplorati
sentieri, e facevo finta di non curarmi della indicibile tristezza che mi
procurava osservare un albero che piange, né il sapere che stavano tutti
morendo in primavera, nella luce dell’aprile silenzioso e sordo.
Il tempo rivestiva con una sorta di barriera protettiva ogni
singola entità, occultandola ai pochi sguardi attenti come il mio e facendola
quasi scintillare di riflessi artificiali, sbagliati, ingannevoli.
La Città si sgretolava.
[le danze macabre]
Vi dissi già tutto.
Senza scoraggiarmi per questi cupi presagi continuo ad
avanzare con incedere lento analizzando l’aria e la sua freddezza innaturale e
tagliente, scrutando il cielo per scorgervi la vita e la perfezione
inestimabile ed infinita.
Ma rimango ogni volta più deluso nella mia perpetua ricerca;
sono sempre stato insoddisfatto.
Mia sorella Morte mi si presenta innanzi con la falce lucida
e gli abiti neri, il cappuccio scuro calato sul capo, gli occhi rossi fissi nei
miei. E sorride gentilmente.
Se c’è un dio gentile, in questo mondo, è proprio Morte. Lei
sa bene, per esperienza, quanto possa risultare sgradevole a quelli che stanno di
qua. Vorrebbe almeno essere apprezzata da coloro per i quali ha lavorato
alacremente.
Lei li trascina nelle loro stanze eterne al dì là del tempo
prendendoli per mano, con dolcezza e serenità, e li accarezza..
Per questo Morte ha optato per assumere la fisionomia di una
dolce fanciulla.
La mia sorellina Morte, così me la immagino.
La Morte può essere considerata come la genitrice della
vita, di noi uomini, ma io preferisco vederla sempre come una amorevole sorella
in perpetuo movimento.
Mi siedo su di una panchina fredda, in contemplazione del
paesaggio che lei, col suo rapido passaggio, ha creato: e tutto è ricoperto di
brina, e tutto è gelido e ghiacciato, persino i teneri boccioli nascenti si
sono spenti in questa tragica melodia in farsetto.
Rimango a bocca aperta a gustarmi lo spettacolo, a goderne
fino a riscaldarmi il sangue. La morte, bella ed adamantina, brillante come la
luce delle stelle fredde.
“Fratelli umani che ancora vivete,
non abbiate per noi indurito cuore,
ché se pietà di noi miseri avete
grazia da Dio ve ne verrà maggiore”
[Death is
the first Dance, eternal.
La prima danza di questa Città è la Morte.]
La notte piange milioni di lacrime sfavillanti e
malinconiche, stelle lontane che scivolano sulla perfetta rotondità della sfera
celeste.
Piangerà fino alla fine dei tempi calando lo sguardo
intrigante su queste lande di desolata tristezza.
E l’uomo ha paura del buio, perché nel buio si vedono le
stelle. Allora ha inventato la luce, e la favola della luce rinfrancante o
salvifica.
Che il mondo sia nato dalla luce? O preferibilmente dal
buio? Forse è più poetico pensare che il primo sguardo dell’uomo e il primo
pensiero razionale sia volato alle stelle, al loro pianto disperato. Per questo
sono nati tristi e sconfortati, nel freddo buio vacuo della tragedia.
Si formano fiumi di lacrime, scie luminosissime che scorrono
e se ne vanno, evanescenti nella loro grazia laconica.
Io li guardo incunearsi in profondi meandri bui ed
irradiarli col loro pallore meraviglioso e triste.
Mi è sempre sfuggita la ragione per cui, nonostante le
menzogne, all’uomo piaccia passare nelle disgrazie.
Eppure nessun uomo ha mai superato in dimensione il dolore,
né ha mai potuto sovrastarlo, uscire dal suo circolo vizioso en vainqueur.
Forse è nato tutto come un gioco.
Forse è cominciato tutto quando gli altri miei fratelli sono
venuti al mondo, portatori di sciagure: Menzogna, Incomprensione, Gelosia,
Invidia...
Come per Caino e Abele il male si è insinuato con abilità
nel cuore umano ricolmo di passioni che non sapevano dove essere scaricate per
non divorare dall’interno.
Il male è soltanto la perversione di ciò che c’è di divino e
buono.
Ma Menzogna è un caso strano. Potrebbe darsi che sia uscito
per primo dal vaso di Pandora… la sua presenza sconvolge gli equilibri del
mondo, e non è null’altro che una realtà a sé stante, per questo così
dannatamente difficile da sradicare.
Mi sussurra: - Provo un certo gusto a sentirmi dire di
essere perfido.- E si lecca le labbra sensuali, mi guarda con occhi voluttuosi,
i capelli mori scompigliati dal vento formano una ragnatela sottile e tagliente
che imprigiona tutta la Città.
- Non è una bella cosa, Menzogna! -
Lui scuote la testa, ridendo. Le sue mani delicate ed
eleganti si staccano dal loro appiglio, si lascia scivolare al di là della
ringhiera, nel vuoto.
Rimango per un momento in tutta l’eternità immobile ad
ammirare il paesaggio contaminato da Menzogna, i fili intessuti sul suo telaio,
taglienti come lame di rasoi. Su di essi scorrono gocce di sangue scarlatto.
Sulla cima di questa montagna di cemento e vetroresina
osservo i palazzi stagliarsi in alto, sempre più in alto come a voler lanciare
una sfida al cielo nella loro mole. Misera cosa nei confronti dell’universo.
Mi diverte guardare il puntini lontani delle luci, le
singole stille del cielo, perché ognuno degli uomini che si aggirano sconsolati
e senza meta per questa Valle di Lacrime è stato toccato da Morte e da
Menzogna.
Consola.
La Città sanguina.
Hanno raggiunto anche questo posto, il suo cuore pulsante,
hanno raggiunto anche me.
Frammenti sparsi di memoria precipitano come taglienti
schegge di vetro giù, giù da questo altissimo palazzo, uccidendo chi avrà la
sfortuna di passare con la loro sconcertante nitidezza e crudeltà, poiché le
loro immagini violente valgono più di mille parole.
[Deceit is
the second without end.
La seconda danza di questa Città è la Menzogna.]
Mi posso riflettere in questa Città come in uno specchio
d’argento, come in una pozza d’acqua limpida.
Peccato che non sia altrettanto pura.
Dicono di imparare ad ascoltare il proprio demone interiore,
non combatterlo.
E allora c’è una terza poetica via, che in questa vita di
meditazione mi affiora alla mente. Non è ancora venuto il tempo in cui le porte
verranno irrimediabilmente serrate, e la chiave gettata nel vuoto, nella
torbida laguna sotto il Ponte dei Sospiri.
[the third
arrives…]
Mi guardano forse tutti?
Mi sorridono?
Cos’hanno, in fondo, da essere felici?
Mi volto verso la sagoma silenziosa che si avvicina a passi
lenti e sinuosi e mi parla con gli occhi, dice: - Grazie per esserti accorto di
me. –
- Ma non è vero! Lo fanno tutti! – Gli rispondo. – Sei sulla
bocca di tutti. Non ti vedo solo io. -
Allunga una mano, la sua pelle morbida mi sfiora la guancia.
Continua a sorridere dolcemente e ad invitarmi a perdermi nel suo caldo
abbraccio.
I soffici boccoli biondi mi sfiorano le guance, posa le
labbra delicate sulle mie, soffiando.
- Sì, questo è vero; ma in così pochi si sono fermati a
guardare il vuoto e a ricercare in me, nella mia presenza, una qualche vera
risoluzione! Molti, interrogandosi sul mio significato, hanno sofferto. È
sempre una connotazione superficiale o negativa, quella che mi viene
affibbiata.
Si affannano a rincorrermi come con il Bianconiglio e non mi
catturano mai.
Richiamano Morte. Richiamano Menzogna, senza accorgersi che
non devono catturarmi su questa terra, per soddisfare i loro bisogni; senza
capire che io vivo nella passione, ad un livello trascendentale rispetto al
materialismo di Morte e Menzogna. E, soprattutto non mi riconoscono come un
Angelo, un tramite verso qualunque Dio o Assenza di Dio ma Felicità loro
percepiscano. Qualsiasi traguardo di pace passa per me.
In così pochi mi hanno salutato educatamente con un cenno
della mano, mi hanno invitato e mi hanno preso per ciò che sono, un farmaco!-
- Capisco. Sei bello e soffice. -
- E’ giusto così.- Ride. - Ora
io so, ora tu, Mortale, sai che Amore
è la danza dell’Eternità.
Puoi restare con me, se vuoi. -
[Love is
the Dance of Eternity]
--- Una fine banale? L’Amore… ma sono rimasta fedele alle
tre allegorie proposte dal mio idolo Petrucci: Morte, Menzogna e Amore, anche
se avrei potuto spaziare all’infinito…
Spero che qualcuno si sia accorto che l’impostazione è
spudoratamente copiata da Metropolis part.1, quella meravigliosa canzone dei
Dream Theater. (non mi azzarderei mai a toccare Metropolis 2, perché occupa un
intero cd. Petrucci deve essersi parecchio alcolizzato in quel periodo… certe
cose le possono fare solo i dream…) comunque: Il significato è totalmente
diverso dalla canzone, dove due gemelli si contendono la stessa donna e alla
fine uno dei due ammazza l’altro –e la tipa, pure-.
La one-shot è nata in un momento di sclero sul pullman che
mi stava riportando a casa da Budapest, dopo 5 ORE DI ASCOLTO INTENSIVO DEI
DREAM TEATHER (credo che nemmeno loro si ascoltino per così tanto tempo).
Un’altra fic scritta alle due di notte… che roba… capite
perché è uscita una cosa così insensata?
Ah, la poesia nel paragrafo dedicato a Morte è l’attacco de
“la ballata degli impiccati” better known as “Epitaffio Villon” di François
Villon. (Per la serie “siamo sempre più allegri”)
Inutile dirvi che vorrei vedervi commentare… nel caso
arrivaste alla fine…
Grazie ^ ^
Love_in_idleness